Intervallo [Simuel]

By Bru_DS

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Manuel vorrebbe essere ancora in tempo per tante cose, anche se a volte sembra di non poter più fare niente... More

1) La barca dell'amore
2) Sensi di colpa
3) Esserci sempre
4) Ti piace Simone?
5) Quella sera
6) Senza stancarsi
7) Niente di serio
8) Fatti da parte
9) Sorella
10) Soffocare
11) Ricordati chi eravamo
12) Paura dell'amore
13) Corpi intrecciati e cuori assestati
14) Sapore
15) Ce riappendi, quindi?
16) Correre il rischio
17) Tu de più
18) Il peso della verità
19) Il centro del mondo
20) Porto sicuro
21) Lo capisci
Tutto il tempo (Epilogo)

22) Le più importanti (FINE)

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By Bru_DS

Superati i primi giorni post ritorno di Dante a casa, Simone ha capito perfettamente come gestire la sua momentanea nuova vita.

Lascia che sua nonna si occupi di suo padre mentre lui è a scuola e poi nel pomeriggio cerca di aiutare più che può, rilassato dal fatto che Dante non ha bisogno di grande assistenza. Riesce a fare ormai tutto da solo, anche se loro preferiscono fare le cose al suo posto, e ha bisogno solamente di riposare spesso perché si stanca dopo poco.

Simone spesso lo obbliga a leggere ad alta voce perché vorrebbe aiutarlo a parlare come prima, ma tutto ciò che riceve è la commozione di suo padre che lo guarda e gli chiede di abbracciarlo.

Il più delle volte c’è anche Manuel che prova a fare ciò che aveva detto la settimana precedente: parla a Dante di filosofia, gli fa domande -anche quelle a cui ha già una risposta- solo per metterlo alla prova, sorridendo ogni volta in cui si rende conto insieme a Simone che ragiona benissimo e poi dice “Mi sono operato al cervello, ma non è che me so rincoglionito del tutto”.

E dice anche: “Uscite, che siete giovani! Io sto bene, non dovete passare i pomeriggi con me”. Ma Simone non vuole, o almeno non subito. Vorrebbe aspettare ancora qualche giorno e preferisce uscire soltanto la sera quando ne hanno voglia, dopo che Dante si è già addormentato nella stanza accanto a quella di Virginia che obbliga tutti a tenere le porte aperte in caso suo figlio dovesse aver bisogno di qualcosa in piena notte.

Non riesce ad obbligare suo nipote, però, soprattutto quando Manuel resta a dormire da loro, ma se lo fa andare bene ugualmente.

Per la prima volta Simone ha accettato di fare un cambio casa, rendendosi conto che la scusa di suo padre ormai, dopo due settimane, non regge più. Non è abituato, si è sempre sentito sicuro tra le mura di villa Balestra e l’idea di invadere uno spazio che non è suo lo ha sempre mandato un po’ in crisi, ma poi aveva guardato gli occhi di Manuel che gli aveva detto sorridendo “è uguale, come fosse casa tua. Mio padre non c’è” e a quel punto si era tranquillizzato.

“Vieni, entra. C’è solo Viola, in camera sua…”

Si fa spazio in casa con lo zaino con dentro il cambio per la notte e si guarda bene attorno perché quella mattina in cui avevano discusso non aveva fatto caso a nulla che lo circondasse.

“In confronto casa mia sembra una bettola”

“Dici? A me sembra spoglia, però. Me sembra de sta in albergo”

“No, è bella. Ed è casa tua, dovresti farci l’abitudine Manu…”

“Sì… piano piano”

Sa che in realtà è già passato molto tempo, ma sta sinceramente cercando di abituarsi a questa nuova vita.

Al frigo sempre pieno, ai soldi che suo padre gli carica sulla carta, alla possibilità di poter avere ciò che desidera.

Gli sembra tutto talmente tanto diverso da ciò che ha sempre avuto, che comunque non saprebbe come spenderli quei soldi. Li ha utilizzati per due cene offerte a Simone e il giorno precedente per comprargli un regalo, un bracciale che ha preso per entrambi dicendogli che sarebbe stata la prima e ultima volta che avrebbe fatto una cosa così dolce, pur sapendo di mentire.

“Vieni, ti faccio vedere camera mia”

Una volta in corridoio, bussa alla porta che Simone presume sia quella di camera di Viola. E lo conferma appena sente dire “Avanti”.

“Ti ho portato un ospite”

Simone fa capolino dalla porta, e continua a chiedersi perché abbia quasi timore di Viola che invece gli sorride in modo dolcissimo.

“Ehi, ciao!”

“Ciao, Viola…”

Lei molla il libro sul quale stava studiando e si avvicina a loro che la guardano dall’alto verso il basso.

“Se non l’avessi capito, mia sorella è peggio de te. Studia pure de sabato”

“Perché così stasera e domani cazzeggio mentre tu vieni qui da me a implorarmi di farti copiare gli esercizi”

Simone ride perché lo sa che Manuel è irrecuperabile, per queste cose.

“Non si rinfacciano queste cose ai fratelli, te l’hanno mai insegnato?”

“E invece è proprio quello che fa una sorella! A proposito, devo chiederti un favore in cambio del mio quaderno di inglese e non puoi dire di no”

“Posso dire di no. In caso copio da lui!” sorride soddisfatto, senza prendere in considerazione di avere un fidanzato che quando vuole riesce ad essere il più stronzo sulla faccia della terra.

“E chi ti ha detto che ti farei copiare?”

“Stai co me. Me fai copià pe forza Simò!”

“No, non è detto”

Trattiene una risata insieme a Viola, che è pronta a chiedere il suo favore a Manuel. Non ne chiede mai, cerca sempre di sentirsi il meno possibile un disturbo.

“Dai, dimme”

“Stasera vorrei andare alla festa di uno del quinto D”
“Ok… e io che dovrei fare?”

“Voi avete impegni?”

“No, non abbiamo impegni!” risponde Simone.

“Ok, volete venire? Altrimenti non fa niente, vado da sola e mi faccio accompagnare dall’autista”

“Non sto a capì sinceramente quale sarebbe il nostro ruolo”

“Boh, così… cioè è uno con cui parlo ogni tanto, però non credo sappia della mia condizione. Cioè, non penso l’abbia capito e non credo mi abbia mai vista a scuola. E sui social ho solo foto di faccia”

Né Simone né tantomeno Manuel le rispondono subito. Stanno sinceramente cercando di capire, ma si rendono conto che forse non possono capire.

Per questo Viola sorride, con un velo di tristezza negli occhi che cerca ogni giorno della sua vita di nascondere perfino a se stessa.

“Penso che quando mi vedrà fingerà di avere meglio da fare durante la serata, e non vorrei assistere da sola a quella delusione. Ci ho pensato più volte e in ogni pensiero che facevo c’eri tu a qualche metro pronto a portarmi a casa” indica Manuel, per poi guardare anche Simone. “Lo chiedo ad entrambi visto che ci sei anche tu… Cioè, poi potete andare via subito così non perdete una serata dietro a una festa di cui non vi interessa. Oppure non ci vado proprio, tanto penso che dovreste riaccompagnarmi  a casa dopo cinque minuti”

“A che ora è la festa?”

“Alle 22”

“Ok, ce dobbiamo vestì eleganti o è na tamarrata?”

“Non ne ho idea, penso più la seconda”

“Ok, però scrivi tu a papà per dirgli che prendo la macchina”

“Sì, tranquillo”

Sono quasi in imbarazzo, sia lei che Manuel, e Simone li guarda e pensa di non aver mai visto Manuel così.
Gli sorride per un po’, anche quando spariscono dalla vista di Viola e si chiudono in camera da soli.

“Hai visto? C’ho appeso pure io!”
Manuel gli indica le foto che li ritraggono insieme, appese alla parete, e appena si volta per guardare Simone si sente travolgere dalle sue braccia e dalle sue labbra.
Con dolcezza.

“Comunque tranquillo, stasera posso accompagnarla da solo se non hai voglia”

“Perché non dovrei avere voglia?”
“Non lo so… c’è gente che non conosciamo”

“Beviamo una birra e poi ce ne andiamo.”

“E dove andiamo?”

“Dipende. Se tua madre esce, torniamo qua e facciamo l’amore… se non esce, andiamo in giro per Roma da soli e ci baciamo nei vicoli”

“Addirittura?”

Simone sorride, mentre gli cinge i fianchi con le braccia e Manuel ha le sue attorno al collo di Simone.

“Guarda che lo vedo, che sei preoccupato per lei”

“No, non sono preoccupato”

“Ti conosco, Manu… pensi che resterà delusa”

“No, non lo so. Ho forse solo paura che possa succedere”

“Non è una cosa brutta, il fatto che ti preoccupi. Prima ti sei vergognato, davanti a lei”

“Non sono ancora troppo abituato… e poi lei mi somiglia in tante cose. Mi sembra strano anche il fatto che mi abbia chiesto una cosa del genere”

“Potresti prendere in considerazione il fatto che si fidi molto di te e che ti consideri importante, al punto da farsi vedere da te così com’è. E anche da me, di conseguenza…”

“Dici?”

“Dico… ti ho visto così dolce solo con tre persone in questi anni: con tua madre, con me e adesso con tua sorella”

“Perché siete le persone a cui tengo di più. Tu in modo diverso, che in realtà mi sembra più forte”

Sente profondamente di amarlo, di avere la costante necessità di averlo nella sua vita. Sua madre e soprattutto Viola sono due cose differenti nonostante crede di poter fare qualsiasi cosa per loro, se solo gliela chiedessero.

Simone è anche tante altre cose: il suo primo vero amore, la persona con la quale ha capito se stesso, quella che riesce a calmarlo quando vorrebbe urlare e quella che gli basta guardare per stare meglio.

“Per qualsiasi cosa mandami un messaggio o chiamami direttamente”
La sera si ritrovano alla festa con una birra in mano mentre guardano Viola allontanarsi da loro alla ricerca del festeggiato.

Si guardano attorno e vedono volti conosciuti ma persone con cui non hanno mai nemmeno parlato. Qualcuno li guarda, lo percepiscono bene, perché soprattutto Manuel lo conoscono tutti e probabilmente-pensa- la voce è arrivata anche al terzo piano della scuola.

“Sei tranquillo?” glielo chiede Simone a cui annuisce realmente tranquillo. Non sta fingendo, l’unica preoccupazione che ha ora è per sua sorella che tiene d’occhio da lontano fino a quando la vede ridere e vede la persona davanti a lei che ride di rimando.

“Beh, direi che è andata” annuncia Simone, ponendo fine all’ansia di Manuel che lo guarda e gli sorride.

“Li vedi?”

“Chi?”

“Quei tre che ce stanno a guardà a sinistra”

Simone gira lo sguardo fingendo indifferenza tra la folla e la musica, ma poi annuisce. “Lasciali stare, non ci pensare. Andiamo via, tanto tua sorella mi sembra tranquilla e se dovesse avere bisogno ci chiamerebbe”

“Io ti amo” dice di getto, senza smettere di guardarlo.

“Non ho capito…”

“Ho detto che ti amo. Tanto. E non me ne frega niente, di quello che pensano gli altri”

“Manu…”
Vorrebbe dirgli qualcosa, perché tanto la musica è come se si fosse interrotta all’improvviso dentro di sé. Come fosse in un mondo ovattato e ci fosse solo la voce di Manuel che è riuscito per la prima volta a dirgli una cosa del genere senza giri di parole.

Lo stesso Manuel che lo interrompe e lo bacia, stringendogli il viso con una mano. Davanti a tutti, senza preoccuparsi di avere gli occhi addosso. Nemmeno si gira per accertarsene perché non gli interessa. Vuole solo guardare Simone e baciare Simone, ripetergli all’orecchio poi che lo ama e che vuole fare l’amore con lui.

Vuole, d’ora in poi, decidere sempre per se stesso cosa sia giusto e cosa sbagliato; vuole seguire quello che prova senza vergognarsi o nascondersi e pensare al fatto che le persone più importanti della sua vita non lo giudicherebbero mai.

Gli basta saperlo, e gli basta baciare Simone ancora una volta e stringerlo per annusare tutto il suo profumo e sussurrargli, ancora una volta, “Voglio fare l’amore con te”.

***

Buongiorno ❤️

Come vi avevo anticipato, la storia è giunta al termine.

Il pensiero che avevo avuto era quello di inserire un ulteriore capitolo, una sorta di epilogo con un salto temporale (ho una passione per i salti temporali, non so se l'avete notato 😂). Non l'ho ancora scritto, ma magari oggi scrivo qualcosa se vi va e lo inserisco come capitolo aggiuntivo nei prossimi giorni.

Grazie per la presenza costante anche in questa FF, vi leggo sempre anche su Twitter ma ho ancora un po' di dubbi sull'associare il mio profilo lì alle FF (la mia doppia vita 😂) e quindi spesso non rispondo pur sentendomi in colpa perché vorrei proprio citarvi e rispondere cose come "TI AMOOO GRAZIEEE ❤️💕❤️".

Sappiate comunque che lo penso e lo apprezzo davvero tanto. È sempre bello scrivere e sapere che qualcuno pensa cose così belle su ciò che scrivo e su di me anche senza conoscermi.

Grazie a tutti, grazie a Cri che legge in anteprima e arriva puntuale con le sue annotazioni; spero di tornare presto ❤️

Magari appena questo periodo un po' strano della mia vita finirà e tornerò ad avere più entusiasmo ❤️

A.

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