{SONO TUA MIO VOR} MafiaRoman...

By amoresfortunato

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Hope Cooper figlia di un mafioso importante, all'età di sei anni è stata promessa in sposa al futuro Vor dell... More

CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
CAPITOLO UNDICI
CAPITOLO DODICI
CAPITOLO TREDICI
CAPITOLO QUATTORDICI
CAPITOLO QUINDICI
CAPITOLO SEDICI
CAPITOLO DICIASSETTE
CAPITOLO DICIOTTO
CAPITOLO DICIANNOVE
CAPITOLO VENTI
CAPITOLO VENTUNO
CAPITOLO VENTIDUE
CAPITOLO VENTITRÉ
CAPITOLO VENTICINQUE

CAPITOLO VENTIQUATTRO

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By amoresfortunato

Adrian.
Tre anni dopo.
Mosca, Russia, 24 settembre 12:40.

È appena uscita.

Accendo il monitor fissando Hope scavalcare il muretto del giardino, ghigno divertito fissandola concentrata a fissarsi attorno.

Seguila.

Butto il telefono sulla scrivania sospirando pesantemente, la porta del mio ufficio viene aperta facendomi alzare il viso.

"Il carico è scomparso, anche i cinesi" incrocio le mani ghignando.

"Ti do io l'ordine" va via con la faccia chinata nel mentre il mio pensiero va alla ragazzina dei capelli neri che crede di fottermi.

Hope
Los Angeles.

"Dove cazzo ti sei cacciata?" Sussulto spaventata non appena mi ritrova Anna a pochi centimetri da me.

"Ma che cavolo! Non lo fare più, mi sono spaventata, mi sembravi Igor" sbotto incamminandomi in casa, mi afferra per un braccio fermandomi.

"Hope questa storia deve finire, non ti coprirò più con mamma" molla la presa superandomi, gli corro dietro bloccandola.

"Ti prego, sarò prudente, ho degli amici" sussurro ripensando hai ragazzi che ho conosciuto al parco qualche mese fa.

"Degli amici? Hope ma che cazzo stai dicendo? Se solo sapessero chi sei" la blocco di scatto scuotendo la testa.

"Non sono Hope, fuori di qui mi chiamo Amélie" i suoi occhi sembrano contrari, sono felice perché non lo vede?

"Non farlo Hope, sei la moglie di Adrian non una ragazza qualsiasi, sei la signora Kozlov, comportati da tale" va via lasciandomi pietrificata, i miei occhi vengono catturati dalla piccola figura seduta sulle scali a guardarmi.

"Tu cattiva, non ama me e babbo" corre in camera lasciandomi pietrificata.

Sto sbagliando qualcosa? Vorrei solo avere un pezzo di felicità, anche se dura poco, lo vorrei per me.

**

Le urla stridule di mia figlia mi fanno sbuffare.

"Ama, tu coleanno" urla entrando in camera mia, mi alzo a sedere fissando la mia bambina accompagnata da Mariya, Anna e Sofiya entrare con una torta.

Cinque anni sposata con lui.

"Soffia bambina mia" sorrido soffiando sulle candeline, ridacchiò fissando Arina battere le manine.

"Tiii" urla saltellando, il bussare della porta fa voltare tutte.

"Mia signora, vostro marito" china la testa avvicinandomi il telefono, fa cenno alle tre donne di uscire chiudendo la porta dietro di lui.

Socchiuso gli occhi nel mentre Arina viene a sedersi sulle mie gambe, alzo il telefono trovandomi la faccia di Adrian per niente felice.

"Buon anniversario moglie" la mia bocca sembra asciutta.

Solo anniversario?

"Coleanno babbo, coleanno" fisso la mia bambina imbronciata, crede che Adrian abbia sbagliato parola.

"Hai ragione amore, buon compleanno moglie, ricevuto il mio regalo?" Domanda facendomi incuriosire, scuoto leggermente la testa.

"Non ho ricevuto niente" sussurro facendolo ghignare, cosa ci trova di divertente?

"Vai Arina, porta il regalo a mamma" ordina facendo scattare nostra figlia, rimango da sola con lui.

"Non sei curiosa?" Domanda mettendomi ansia, che diavolo di regalo può avermi fatto?

"Un po'" sussurro fissando la porta dove poco fa mia figlia sembra essere scomparsa.

"Ancle io legalo" urla piangendo, abbraccia forte la carta regalo.

"Se vai da Igor ha un regalo per te" alla risposta di Adrian molla il mio regalo correndo veloce fuori da camera mia.

"Voglio vedere la tua reazione" ghigna, mi guardo attorno alla ricerca di qualcosa dove appoggiare il cellulare, fisso il comò mettendolo lì.

Afferro il regalo mettendomi davanti alla cam, fisso incuriosito il pacco per poi alzare lo sguardo su di lui che non smette di ghignare.

Apro di poco fissando il colore inorridita.

"Che diavolo è?" Sbraito fissandolo, fisso il completino intimo all'interno della confezione.

"Devi indossarlo" ordina facendomi rimanere di sasso.

"Smettila di dire stronzate, lo butto" sbotto buttandolo sul letto, ride facendo bollire il sangue che ho nelle vene.

"Non starai lontana da me per sempre, indossalo quel giorno" riattacca lasciandomi perplessa, che diavolo voleva dire.

Afferro il cellulare correndo al piano di sotto.

"Sbloccalo, richiamalo" ordino ad Igor che mi fissa senza sbattere ciglia, afferra il cellulare lasciandomi al centro della sala.

"Igor, sblocca questo affare" sbatto il piede sul pavimento arrabbiata, mi ha lasciata qui.

Mi ha ignorata.

"Hope che succede? Cosa sono queste urla?" Domanda fissandola accigliata, mi volto verso di lei fissandola.

"Tuo figlio sa rovinare tutto, questo succede" sbraito risalendo le scali, il suo sguardo allibito è ancora puntato su di me.

Chiudo la porta dietro di me buttandomi sul letto, afferro il cuscino comprendomi la testa con esso, un urlo soffocato esce dalle mie labbra.

"Ti sei calmata?" Alzo la testa girandola verso la testa, Anna mi fissa dallo stipite dalla porta.

Non ho sentito la porta aprirsi.

"Posso?" Si avvicina al regalo, annuisco nascondendo di nuovo la testa sotto il cuscino.

"Cazzo, mio fratello ti vuole distruggere" alzo di nuovo la testa fissandola, cosa intende?

"Cosa vuoi dire?" Domando fissandola, alza un sopracciglio indicandomi la mutandina fatta interamente di pizzo.

"Vuole scoparti" spalanco gli occhi fissandola, mi alzo a sedere fissandola.

"Io non voglio" mi guarda accigliata, sembra strano di dire.

"Hope, mio fratello non ti permetterà di tirarti indietro, è un atto coniugale" la fisso perplessa.

"Ti consiglio di guardarti un porno, cazzo sei strana! Non ti manca?" Domanda ridendo, un porno?

"Dove vedo questo" non riesco a finire la frase che la vedo alzarsi, afferra il telecomando fisso i suoi movimenti cliccando sui canali presenti in TV.

"Non dire a mio fratello che ti ho fatto guardare un porno, chiuditi a chiave e metti piano, non voglio che mia nipote veda un cazzo prima dei sedici anni" ride abbandonandomi, aggrotto la fronte fissando la TV.

Adrian.
Mosca Russia, 04:30.

I suoi occhi sono fottutamente puntanti sulla TV, incrocia le gambe fissando a bocca aperta le posizione dei due che scopano.

L'erezione evidente pulsa facendomi male, la voglia di sbatterla al muro mi assale.

"Vor mi ha mandato a chiamare?" Punto lo sguardo sull'uomo appena entrato.

"Voglio il jet tra cinque minuti, andiamo a Los Angeles" ordino facendolo scattare via.

Hope.
Los Angeles 15:34.

"Dove stai andando? Hope di nuovo?" Sbotta fissando il mio zaino, le tappo la bocca zittendola.

"Igor mi sta stando tra i piedi da quando sono scesa, i ragazzi vogliono andare al mare, ritorno prima di cena" la prego con lo sguardo, sospira nel mentre allontano la mia mano dalla sua bocca.

"Smettila di fare stronzate" annuisco cominciando a salire il muretto, salto dall'altra parte cadendo in piedi.

**

"Buon compleanno" sorrido ringraziando le ragazze, pianto i piedi nella sabbia godendomi il calore che emana.

"Chi arriva ultimo paga" mi ritrovo a correre come una forsennata verso il mare ridendo come una stupida.

"Quinta!" Urlo buttandomi in acqua, resto vicina alla riva per la mia scarsa abilità nel nuotare.

"Cazzo! Dovete smetterla di fare questi giochi del cazzo" volto il viso fissando Cassie con il fiatone ancora in spiaggia.

"Lo voglio a cioccolato" rido divertita fissando Jacob sfidarla amorevolmente.

"Bastardo" sbraita andando via, i suoi passi si bloccano all'istante.

"Ragazzi scappate, ci sono degli uomini armati! Cazzo, fuori dall'acqua" il mio cuore sembra smettere di battere.

Armati, i nemici di Adrian?

Brividi di paura percorrono il mio corpo seguendo i ragazzi fuori dall'acqua.

"Amélie! Sbrigati cazzo" la mia mano viene afferrata da uno dei ragazzi.

"Fermi" i passi di Camilla si fermano nel mentre un pianto isterico fa bloccare tutti.

"Signora Kozlov" spalanco gli occhi nel mentre i ragazzi si guardano tra di loro non riuscendo a capire il filo del discorso.

"In ginocchio" abbasso lo sguardo sulla mia mano incrociata con quella di Christopher deglutendo visibilmente.

Tolgo rapidamente la sua mano dalla mia come se mi fossi appena scottata, il suo sguardo confuso.

Cade in ginocchio con una pistola puntata alla testa.

"Ti prego, ti prego" piango provando a fargli abbassare l'arma puntata alla testa dei miei amici.

"Smettetela" urlo cadendo in ginocchio.

I miei capelli vengono tirati indietro, il dolore acuto della cute mi fa chiudere gli occhi.

"Guarda questi bambocci morire per le tue cazzate"

Angolo autrice.
Perdonate la mia assenza ma ero arrivata ad un punto che non sapevo più come continuare la Fanfiction <3

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