{SONO TUA MIO VOR} MafiaRoman...

By amoresfortunato

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Hope Cooper figlia di un mafioso importante, all'età di sei anni è stata promessa in sposa al futuro Vor dell... More

CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
CAPITOLO UNDICI
CAPITOLO DODICI
CAPITOLO TREDICI
CAPITOLO QUINDICI
CAPITOLO SEDICI
CAPITOLO DICIASSETTE
CAPITOLO DICIOTTO
CAPITOLO DICIANNOVE
CAPITOLO VENTI
CAPITOLO VENTUNO
CAPITOLO VENTIDUE
CAPITOLO VENTITRÉ
CAPITOLO VENTIQUATTRO
CAPITOLO VENTICINQUE

CAPITOLO QUATTORDICI

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By amoresfortunato

Vi avviso di aver appena pubblicato la mia nuova storia, il nome è 'HO SCELTO TE'.

Andate nel mio profilo e restate connessi per attuali aggiornamenti, vi ringrazio <3

Afferro velocemente il lucidalabbra mettendolo sulle labbra, sorrido fissando il vestito che mi ha comprato Adrian, mi calza a pennello, semplice ed elegante, con una piccola spacca sulla gamba sinistra.

Niente di eccessivo.

L'unica pecca sono le scarpe alte con i quali mi romperò qualche piede provando a camminare, avrei scelto qualcosa di più basso sapendo la mia difficoltà nel portarle.

"Mia signora, il Vor è leggermente arrabbiato per il suo ritardo" le faccio segno di andare via, afferro la pochette per poi darmi un'ultima occhiata allo specchio, dove vorrà portarmi conciata così?

Tolgo le scarpe portandole in mano, scendo velocemente le scale, il suo viso corrugato.

"Avevo detto alle nove ragazzina" 'Adrian e il ritorno dei suoi nomignoli del cavolo' questo è il titolo della nostra stupida serata.

Mi siedo sull'ultimo scalino indossando velocemente le scale, mi alzo avvicinandomi a lui.

"Sono pronta! Dimenticavo, portate qualcosa da stuzzicare a Kira" ordino alla donna che scatta via, mi sta leggermente antipatica questa donna.

Chiamarla donna è veramente un'offesa per lei, avrà si e no venticinque anni.

La mia mano viene afferrata della presa ferrea di Adrian che mi scorta fuori casa, fisso sorpresa la limousine davanti a noi.

Guardo gli uomini di Adrian armati fino al collo, dove stiamo andando?

"Adrian dove stiamo andando?" Domando deglutendo, se crede di passare inosservato con tutte queste armi dietro si sbaglia, anche di grosso.

Mi fa cenno di entrare, chiudo gli occhi eseguendo il suo ordine silenzioso.

"Rilassati ragazzina" gli colpisco il braccio guardandomi attorno, lui detesta quando guidano gli altri, non fa nemmeno guidare Igor da quel che vedo.

Lo guardo maneggiare dello champagne, lo guardo curiosa nel mentre mi passa un calice.

"Ti permetto di berne un bicchiere" alzo un sopracciglio fissandolo divertita, lui mi permette? Ridicolo.

Mi verso il liquido ambrato nel bicchiere per poi fare la stessa cosa con il suo calice, si rilassa sui sedili in pelle facendo chin chin con il mio bicchiere.

Lo bevo tutto d'un fiato pentendomene subito dopo, tossisco ripetutamente nel mentre Adrian mi toglie il bicchiere dalle mani.

"Che roba è?" Domando afferrando un bicchiere d'acqua, fissa il suo calice ancora mezzo pieno divertito.

Fisso poco distante di lui della patatine che afferro, mi fissa accigliato.

"Non mangiarne troppe, starai male" ignoro la sua voce guardandomi attorno, quando ero piccola andavi sempre con mio padre in limousine ma questa è il doppio più grande.

"Perché ci stiamo portando dietro un arsenale dietro?" Domando guardandolo, non parliamo da tanto tempo, la maggior parte l'ho evitato per mesi io.

Il ricordo di Igor armato che mi viene dietro anche all'università si fa largo nella mia testa, lo fisso curiosa aspettando una sua risposta che non tarda ad arrivare.

"Ucciderebbero te per fare un torto a me, la sicurezza non è mai troppa" deglutisco ricordando gli uomini che erano entrati in collegio.

"Mio Vor siamo arrivati" la porta viene aperta di fuori, esce Adrian per poi porgere la mano nella mia direzione incitandomi ad uscire.

Fisso sorpresa l'esterno dell'enorme villa in cui ci troviamo, mi guardo attorno fissando le donne vestite in modo veramente esagerato e uomini vestiti in smoking.

Parla in russo con i suoi uomini, la mia mano stretta nella sua mi fa accigliare.

Mi guardo attorno accigliandomi fissando l'uomo che ci attende all'entrata.

Mio padre.

"Vai con le altre donne" ordina indicandomi poco distante di noi la sala dove donne e ragazze ridono e mangiano.

Lascio la sua mano incamminandomi verso la loro direzione.

"Hope Cooper" mi volto di scatto, fisso sorpresa la ragazza davanti a me.

"Annabelle" sussurro, la ragazza annuisce stringendomi in un abbraccio.

"Cosa ci fai qui?" Domando dividendo l'abbraccio.

"Mi sono sposata quattro mesi fa, quando è successo che quegli uomini sono entrati alcune famiglie hanno ritirato le proprie figlie, nel mentre altre sono state trasferite nel nuovo collegio, ti presento la nuova struttura della vipera" allarga le braccia facendomi guardare attorno, perché Adrian mi ha portata qui?

"Come va con tuo marito?" Domando con esitazione, il suo sorriso si spegne voltandosi.

Il suo sguardo è puntato su un uomo molto più grande di noi.

"La paura è diventata realtà" sussurra lasciandomi piazzata.

"Ha quarant'anni" sussurra voltandosi verso di me, piccoli brividi percorrono il mio corpo facendomi accattonare la pelle.

"Ho paura, mi fa male, pretende che mette al mondo i suoi figli" una lacrima solitaria cade dai suoi occhi nel mentre una mano scivola sul ventre piatto, gli occhi di suo marito si puntano su di lei avvicinandosi velocemente a noi.

"Smettila di frignare, tu! Di chi fai parte" strattona la mia amica per poi rivolgersi a me, il modo brusco in cui mi parla mi mette i brividi lasciandomi balbettare qualcosa di incomprensibile.

"Michael qualche problema" sospiro di sollievo nel sentire la voce di Adrian, mi metto dietro di lui coprendomi dagli occhi cattivi di quell'uomo.

"Vor, quale buon vento ti porta qui giù" affianco Adrian nel mentre fisso Annabelle sgranare gli occhi verso mio marito.

"Andate" ordina Adrian verso di noi, afferro la mano di Annabelle guardandomi attorno.

"Sediamoci lì" sussurro indicando dei divanetti in pelle poco distante di noi.

"Come va con tuo marito?" Domanda fissandomi, punto lo sguardo su Adrian che parla con il suo di marito.

"Bene, la maggior parte del tempo è sempre in viaggio, mi ha anche iscritta all'università" sorride fissandomi, tralasciando ciò che mi ha fatto Adrian le cose vanno bene veramente.

Abbiamo momenti no, come penso qualsiasi coppia sposata da poco senza conoscersi, come ho già detto tralasciando ciò che mi ha fatto, sono consapevole che primo o poi doveva succedere.

Sono felice che mi sia capitato lui come marito, ad Annabelle e successo peggio.

"Sembra buono con te, le voci che girano su di lui mettono i brividi" annuisco conoscendo la fama di mio marito.

"Ma guarda un po' chi abbiamo qui" giriamo il volto verso la ragazza con i capelli neri che ci guarda divertita.

"Nichy" sussurriamo contemporaneamente, ride divertita della nostra reazione.

"Ecco la donna più famosa della Russia, ti ho vista in TV" spalanco gli occhi sorpresa, io in TV? Quando?

"Sei famosa Hope, tuo marito è conosciuto come il grande imprenditore Kozlov" sapevo l'importanza di Adrian, ma non così tanto.

Non so nulla su di lui.

"Com'è essere la moglie del grande Vor Russo?" Domanda sedendosi insieme a noi, scrollo le braccia fissandola.

I miei occhi ricadono sulla fede al dito, alzo il viso fissandola.

"Ti sei sposata anche tu?" Domando indicando la fede, annuisce guardandomi.

"Da qui esci solo con questo al dito, l'unica pecca se così possiamo spostarla è che mio padre mi abbia fatto sposare il fratello del marito di Chloe" ride divertita fissandomi, sono felice che sia rimasta sempre la solita Nicole.

"Suo padre ha fatto una strage quando ha scoperto che non era più vergine" distolgono sguardo al pensiero di Chloe picchiata del padre, mi ricorda un po' me quando quell'uomo gli disse che non ero più vergine.

"La picchiò qui davanti a tutti, poi uccise il custode perché si scoprì che fu lui a scoparla" che brutta storia.

"Scusate, vorrei la vostra attenzione" la voce della vipera ci fa alzare il viso a tutte e tre, puntiamo il viso sulle scale dove fa il suo ingresso la Smith seguita dalla sua fedele donna, la Morris.

"Streghe" ringhia sotto voce Annabelle,

"Siamo qui, per augurare il meglio a due delle nostre ragazze, augurandole felice nozze sperando che gli insegnamenti appresi da noi fruttano qualcosa di migliore, le abbiamo cresciuto con amore e regole da rispettare, come le loro famiglie hanno richiesto" sorride alle persone sotto di lei.

Bla, bla e bla.

Digli che ci devi spazzatura per cibo con tutti i soldi che le nostre famiglie hanno speso per questo posto.

"Natalie futura moglie di Marcos Jones e Chanel futura moglie di Matthias Jones, auguriamo il meglio a questi quattro ragazzi" Natalie.

Mi alzo di scatto guardandomi attorno alla ricerca della mia amica.

"Fanculo, io non mi sposo" urla isterica facendo sussultare la Morris sorpresa, faccio per andare incontro ma il corpo di Adrian mi sbarra la strada.

"Torna seduta" ringhia indicando il divanetto dietro di me, non posso lasciare una delle mie migliori amiche da sola, non posso.

"Ha bisogno di me" lo pregò con lo sguardo ma non sembra smuoversi.

Mi tappo automaticamente le orecchie ascoltando gli spari che si sentono per tutta la sala, lacrime salate cadono dai miei occhi nel mentre Adrian mi spinge a terra accanto a lui.

"Resta giù" sussurra coprendomi la testa, mi prende la mano guardandosi attorno alla ricerca di una via di fuga.

"Resta giù, cazzo" ringhia facendomi abbassare di più, il rumore di spari mi fanno avvicinare di più a lui.

Sgattaioliamo verso una porta, mi fa entrare per poi chiudere la porta dietro di noi.

"Voglio andare via" singhiozzo fissandolo, fissa la finestra più alta di noi.

"Ascoltami" mi afferra il viso, asciuga le mie lacrime con il palmo della mano fissandomi.

"Ascoltami cazzo, hanno interrotto le comunicazioni, devi uscire da lì e chiamare il primo numero che ti ho segnato" scuoto la testa fissandolo, non ci riuscirò.

"Hope, hanno messo fuori gioco i miei uomini, ho bisogno di te" singhiozzo chiudendo gli occhi, poggia le labbra sulla mia fronte sospirando pesantemente.

"Ti aiuto, devi sbrigarti" alza il mio busto mettendolo a sedere sulle sue spalle, i brividi di paura mi bloccano non permettendomi di muovermi.

"Non ci riesco, non c'è la faccio" sussurro, mi spinge a sedere sulla finestra per poi fissarmi.

Sospira pesantemente passandomi il cellulare che aveva in mano, lo stringo forte a me voltandomi dalla parte opposta.

"Mi fido di te Hope, hai superato cose peggiori" annuisco tirando su con il naso, passo le gambe dalla parte opposta, fisso l'altezza che mi separa dal suolo.

"Adrian è troppo alto, ci sono cose taglienti" sussurro in panico, impreca in russo facendomi sospirare, c'è la posso fare, devo farlo.

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