ɢɪꜱᴇʟʟᴇ||ʜᴀʀʀʏ ᴘᴏᴛᴛᴇʀ||

IITSADII tarafından

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"𝘚𝘢𝘪, 𝘎𝘪𝘴𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘢𝘮𝘢𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘶𝘤𝘤𝘪𝘥𝘦𝘷𝘢." ... Daha Fazla

ɢɪꜱᴇʟʟᴇ||ʜᴀʀʀʏ ᴘᴏᴛᴛᴇʀ||
COPYRIGHT
EXTENDED SUMMARY
TRAILER
ACT ONE: THE NUTCRACKER
PROLOGUE
CHAPTER ONE
CHAPTER TWO
CHAPTER THREE
CHAPTER FOUR
CHAPTER FIVE
CHAPTER SIX
CHAPTER SEVEN
CHAPTER EIGHT
CHAPTER NINE
CHAPTER TEN
CHAPTER ELEVEN
CHAPTER TWELVE
CHAPTER THIRTEEN
CHAPTER FOURTEEN
CHAPTER FIFTEEN
CHAPTER SIXTEEN
CHAPTER SEVENTEEN
ACT TWO: COPPÉLIA
PROLOGUE
CHAPTER ONE
CHAPTER THREE
CHAPTER FOUR
CHAPTER FIVE
CHAPTER SIX
CHAPTER SEVEN
CHAPTER EIGHT
CHAPTER NINE
CHAPTER TEN
CHAPTER ELEVEN
CHAPTER TWELVE

CHAPTER TWO

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IITSADII tarafından

"Volkova è splendida! Antipatica certo, ma sempre splendida."

10 settembre 2003, Londra

"ANDY? C'E' QUALCUNO? SONO HARRY!"-gridò Harry, entrando nella piccola, ma graziosa casa color mattone che si trovava a Muswell Hill. Oltre ad Andromeda, lui era l'unico ad avere le chiavi, ma visto tutto il tempo che passava lì, possedere una propria copia gli sembrava il minimo.

"Harry! Vieni pure! Sono in cucina!"-rispose Andromeda e subito Harry si ritrovò a sorridere ampiamente. Durante gli ultimi cinque anni, si era legato moltissimo alla tutrice legale di Teddy. Ovviamente in principio era stato il loro amore condiviso nei confronti di Teddy a farli avvicinare, ma dopo un po', avevano scoperto di andare molto d'accordo a prescindere da quel piccolo e meraviglioso bambino. Andromeda Tonks era diventata, in poche parole, una delle sue più care amiche e confidenti. Si fidava completamente di lei e anche se ammetterlo ad alta voce forse lo avrebbe messo un pochino in imbarazzo, per lui Andromeda rappresentava un po' quella figura materna che non aveva mai avuto, un po' come la rappresentava anche Molly Weasley. Per non parlare poi del fatto, che quella meravigliosa strega lo aveva pure aiutato a tirarsi su durante uno dei momenti peggiori della sua vita. In sostanza, le voleva un bene dell'anima e poi, Andromeda era anche una nonna fantastica e amava il piccolo Teddy con tutta sé stessa.

Quando Harry entrò nella luminosa e ampia cucina, trovò Andromeda ai fornelli, intenta a preparare quelle che sembravano delle deliziose uova strapazzate con bacon:"Harry!"-esclamò entusiasta quando lo vide e poi, lasciando la presa sulla padella, gli corse incontro per abbracciarlo-"che bello che sei qui! Teddy sarà sicuramente felice di vederti!"-si allontanò, solo per prendergli il viso tra le mani come una mamma orgogliosa-"mi sembra di non vederti da un'eternità!"

Il mago ridacchiò:"è passata solo una settimana dall'ultima volta che ci siamo visti."

"Sembra che sia trascorso molto più tempo"-gli sorrise tornando ai fornelli e agitando poi la bacchetta per recuperare altre uova-"ti fermi per fare colazione?"

"Se per te non è un problema..."-rispose quasi timido. Gli dispiaceva disturbare Andromeda, ma le sue uova con bacon erano qualcosa di divino e poi, dopo tutto quello che era successo meno di una settimana prima, aveva davvero bisogno di distrarsi con un po' di buon cibo.

"Non è affatto un problema Harry e tu lo sai. È solo un piacere averti qui"-gli disse con un sorriso, mentre lui andava ad accomodarsi all'isola di marmo che si trovava di fronte al piano cottura.

"Grazie Andy..."-con un debole sorriso, si girò a guardare le scale che portavano al piano di sopra-"ma dov'è Teddy?"

"Sta mattina ho deciso di lasciarlo dormire un po' di più. Questa notte ha fatto un altro incubo e non è riuscito a riposare molto."

Harry si irrigidì e subito si alzò, mentre il viso gli si scuriva di colpo:"lui sta bene? Avresti dovuto chiamarmi!"

Andromeda sospirò e dopo aver spento i fuochi, si girò a guardarlo:"questi sono giorni molto importanti per te Harry e non volevo disturbarti."

L'uomo scosse la testa stringendo forte la mascella:"Teddy viene prima di qualsiasi altra cosa e tu lo sai bene."

"Lo so e non mi permetterei mai di mettere in dubbio il tuo impegno o il tuo amore nei confronti di Teddy, ma la scorsa notte sono riuscita a calmarlo abbastanza velocemente da sola e quindi mi sembrava assurdo venirti a disturbare."

Harry prese un respiro profondo, comandandosi di darsi una calmata. Sapeva bene che Andromeda non aveva voluto farlo sentire escluso non chiamandolo, ma il punto era che lui ci teneva ad esserci sempre per Teddy, specialmente e soprattutto durante i momenti più difficili e diciamo che ultimamente il suo figlioccio non stava passando proprio un momento stupendo. Teddy aveva sempre avuto problemi di insonnia, ma adesso che aveva raggiunto quell'età in cui si cominciano a capire alcune cose più a fondo e chiaramente, il piccolo bambino di cinque anni si era ritrovato a soffrire di incubi che riguardavano la morte dei suoi genitori sempre più spesso. Anche Harry aveva affrontato un periodo simile sempre intorno a quell'età e quindi è proprio per questo che ci teneva ad essere sempre presente, soprattutto perché Harry da piccolino, non aveva mai avuto nessuno che si prendesse cura di lui. Non voleva che Teddy si sentisse solo, come si era sentito solo lui per tutta la vita.

"Perdonami..."-disse tornando a sedersi e passandosi una mano tra i ricci incolti-"è solo che mi preoccupo per lui...mi preoccupo sempre per lui."

Andromeda sorrise dolcemente e poi, gli posò il piatto pieno davanti:"lo so Harry ed è questo che ti rende così meraviglioso. Tu sei, in assoluto, la cosa migliore che sarebbe mai potuta capitare a Teddy."

"Non dire sciocchezze"-rispose arrossendo-"tu sei la cosa migliore."

"Forse..."-disse alzando un angolo della bocca-"ma a Teddy non piaccio tanto quanto gli piaci tu. Quel bambino ti adora."

"E io adoro lui"-rispose con un sorriso assorto. Abbassò poi lo sguardo sul suo piatto, più che pronto a tuffarsi di testa in tutte quelle prelibatezze, ma quando il profumo di uova e bacon gli arrivò al naso, un orribile senso di nausea lo travolse. Harry chiuse gli occhi, più che consapevole che la persona responsabile di quella continua mancanza di fame, era sempre la stessa. Il ritorno di Giselle Volkova gli aveva riempito la testa di domande senza risposta e ormai gli sembrava di non riuscire a pensare ad altro.

"Che succede?"-gli chiese Andromeda curiosa-"sei impallidito di colpo e non sembri avere più fame"-inclinò appena il viso-"non sarà mica per il test di questo pomeriggio?!"

Harry si raddrizzò, decidendo di accogliere l'intuizione della donna e di stare al gioco, perché detto sinceramente, non aveva nessuna voglia di parlare di Volkova. Non avrebbe saputo nemmeno da dove cominciare.

"Sì, è per il test"-disse appoggiando distrattamente le posate sul bordo del piatto-"sono un po' in ansia, ma passerà"-concluse con un sorriso forzato, che ovviamente Andromeda non ci mise un secondo a riconoscere. Lo conosceva troppo bene.

La donna strinse gli occhi per osservarlo al meglio:"non si tratta solo del test. C'è qualcosa che non mi stai dicendo."

"Invece si tratta solo del test. Te lo assicuro"-rispose sbrigativo.

"E io dovrei crederti?"-chiese alzando un sopracciglio e accomodandosi poi di fronte a lui-"ti conosco Harry. C'è qualcosa che ti turba e di qualsiasi cosa si tratti, è anche ciò che ti ha spinto a venire qui oggi."

L'uomo aggrottò le sopracciglia:"ma che dici? Se sono venuto qui oggi è perché volevo vedere te e Teddy."

"Certo, su questo non ci sono dubbi, ma se fossi venuto qui solo per vedere me e soprattutto, per vedere Teddy, la prima cosa che avresti fatto una volta entrato sarebbe stato chiamare il nome di Teddy, o semplicemente chiedere di lui, ma invece non è andata così"-concluse, godendosi la faccia esterrefatta del giovane mago-"avanti! Sputa il rospo!"

Harry sospirò:"non ti si può nascondere proprio niente, non è vero?"-chiese rassegnato, anche se forse alla fine era felice che Andromeda lo avesse smascherato. Infondo infondo, anche se faticava ad ammetterlo, sentiva il bisogno di parlare del ritorno di Giselle Volkova con qualcuno-"ehm, ok...allora"-si schiarì la gola-"si tratta di una persona."

"Di una persona, o di una donna?"-lo beccò subito alzando un sopracciglio. Andromeda Tonks era troppo intelligente per essere reale.

"Di una donna"-confessò-"una donna che faceva parte del mio passato, ma che l'altro giorno, dopo ben cinque anni, è rispuntata dal nulla e la cosa peggiore, è che il motivo del suo ritorno è l'addestramento Auror."

"È una donna e tenterà di diventare un'Auror qui in Inghilterra?"-chiese stupita e lui annuì-"è una tosta. Mi piace già. Mi fa pensare a Tonks"-disse con un sorriso triste al ricordo della figlia, sorriso che presto anche Harry imitò-"ma io la conosco? Come si chiama?"

"Forse l'hai già sentita nominare, perché durante la guerra ha collaborato attivamente con l'Ordine. Si chiama Giselle Volkova."

Il suo viso si contorse in un'espressione pensierosa:"sì, l'ho già sentita..."-sbarrò appena gli occhi-"aspetta un secondo! Ma non sarà mica quella che ha dato inizio alla Resistenza ad Hogwarts cinque anni fa! La nata babbana!"

"Proprio lei."

"Non sapevo foste amici"-disse confusa-"non mi hai mai parlato di lei."

"Perché noi non siamo amici"-si affrettò a chiarire-"non lo siamo mai stati. Sin dal primo giorno ad Hogwarts, tra noi è stato odio a prima di vista. Lei era un'insopportabile so-tutto-io, con gravi manie di perfezionismo e con un po' troppa arroganza nel corpo e dopo cinque anni, ti assicuro che sembra non essere cambiata affatto! Anzi, sembra essere peggiorata!"-spiegò frustrato-"Volkova, con i suoi stupidi capelli rossi e..."

"Frena un secondo"-lo fermò-"un'altra rossa?"

"Giselle Volkova non è solo "un'altra rossa". Lei è stata la prima e forse anche l'unica rossa a farmi perdere davvero la testa"-pensò-"già, un'altra rossa..."

Andromeda alzò un angolo della bocca:"le rosse sono proprio il tuo punto debole, eh?"

"Sì e la colpa è tutta di Volkova"-le rispose mentalmente, ritrovandosi però a pensare inevitabilmente all'altra donna dai capelli rossi della sua vita: Ginny Weasley. Lui e Ginny avevano cominciato a frequentarsi durante l'ultimo mese del loro ultimo anno ad Hogwarts e Harry doveva ammettere che l'inizio della sua relazione con Ginny era stata per lui un po' come una luce infondo al tunnel, visto che riprendere a vivere una vita normale dopo la guerra, era stato molto molto difficile. Comunque, lui e la rossa erano stati insieme per un anno e per un po', Harry era stato felice con lei e ancora oggi poteva affermare quasi con assoluta certezza, di averla amata. A farli avvicinare non era stata solo una considerevole attrazione fisica, ma anche la condivisione di alcuni obbiettivi, come quello di realizzarsi professionalmente e poi, di costruire una famiglia numerosa. Il desiderio di una famiglia era stato forse ciò che più lo aveva spinto tra le braccia di Ginny in primo luogo e in seguito, ad innamorarsi di lei.

Tutto era poi cambiato quando a Ginny era stato offerto di unirsi alle Holyhead Harpies. Appena avuta la notizia, Harry non aveva esitato un secondo a sostenere la ragazza e a spingerla ad accettare, perché si trattava di un'occasione d'oro. La famosa squadra di quidditch però passava la maggior parte del tempo in giro per il mondo e quindi, se Ginny avesse accettato, avrebbero dovuto avere a che fare con una relazione a distanza. Ginny era stata la prima a rifiutare categoricamente questa possibilità e nel modo più gentile possibile, gli aveva detto che non avrebbe mai potuto rinunciare a quell'occasione, solo per tenere viva la loro relazione. Harry l'aveva subito capita e anche se ovviamente aveva fatto male, aveva accettato la cosa, ritrovandosi inevitabilmente a concordare con lei ed è così, che la loro relazione era finita. Ginny era partita e nonostante tutto, Harry non aveva mai provato risentimento nei suoi confronti per aver scelto la sua carriera, anche perché nel profondo, sapeva che la ragazza aveva deciso di andarsene per più di un motivo e la colpa era solo sua.

L'anno in cui lui e Ginny erano stati insieme, era stato anche l'anno in cui i suoi incubi e i suoi attacchi di panico erano peggiorati e in cui aveva anche cominciato ad avere i primi problemi con l'alcol. Ginny aveva provato a stargli vicino durante quei momenti, ma anche se Harry ancora non aveva capito il perché, la rossa non era mai stata in grado di calmarlo o di farlo stare meglio e quindi, dopo un po', aveva semplicemente cominciato a lasciarlo solo durante i suoi momenti più bui e difficili, semplicemente perché incapace di fare qualcosa di concreto per aiutarlo. Anche di questo, Harry non gliene aveva mai fatto una colpa, perché lui allora era un vero macello e lo era ancora adesso in realtà e quindi non gli sembrava strano che qualcuno non volesse avere niente a che fare con i suoi mille problemi.

In sostanza, lui e Ginny si erano amati, ma non erano mai stati in grado di capirsi davvero, di migliorarsi a vicenda, anche se Harry doveva ammettere che di tanto in tanto Ginny gli mancava ancora. Più di tutto, gli mancava il futuro che avevano pensato costruire insieme, la famiglia che lui non aveva mai avuto e che per un secondo, aveva pensato, o forse sperato, di poter costruire con lei.

Ormai era da quasi due anni che Ginny era via con le Holyhead Harpies e fino ad ora, Harry l'aveva vista solo durante le feste natalizie e tutto sommato, le loro interazioni erano sempre state abbastanza civili, anche se era chiaro che tutta la famiglia Weasley sperava ancora in un loro possibile ritorno di fiamma. Harry sinceramente non sapeva se sarebbe mai successo, anche perché era da quando aveva cominciato a prepararsi per l'addestramento Auror che non pensava più a quella possibilità. Ginny aveva dato tutto per la sua carriera e Harry, dopo tutto quello che aveva passato, non avrebbe esitato a fare lo stesso, anche perché ci teneva davvero a diventare un Auror. Sentiva che era il lavoro giusto per lui. Sentiva di poter fare ancora del bene.

Comunque, era stato dopo la partenza di Ginny che le cose per lui avevano cominciato a peggiorare. Gli incubi e gli attacchi di panico si erano moltiplicati e poi, il suo rapporto con l'alcol aveva iniziato a diventare problematico. Ovviamente, sia Ron che Hermione si erano prodigati al massimo per aiutarlo, ma quella che più di tutti era stata fondamentale per la sua ripresa, era stata Andromeda. La donna lo aveva aiutato a rimettersi in sesto, ricordandogli anche che c'era Teddy che aveva bisogno di lui e che ridotto com'era ridotto, non sarebbe mai potuto essere un bravo padrino. Alla fine, era stato forse il suo amore incondizionato per Teddy a spingerlo a riprendere in mano la sua vita e infine, anche grazie ad Andromeda e alla McGranitt, aveva trovato il suo primo lavoro. L'ultimo anno lo aveva infatti passato ad Hogwarts, come presidente del club dei duellanti. Harry aveva adorato passare quell'anno nella sua vecchia scuola e infatti ora gli dispiaceva molto aver mollato, ma se voleva diventare un Auror, non c'era altra scelta.

Quindi ora Harry stava meglio sì, ma ovviamente non tutto si era sistemato. Gli incubi lo tormentavano ancora spesso e di tanto in tanto, anche gli attacchi di panico tornavano a farsi vivi e purtroppo, a volte l'alcol lo tentava ancora un po' troppo. In generale però, Harry cercava di mostrarsi sempre felice e spensierato davanti agli altri, perché l'ultima cosa che voleva era far preoccupare i suoi amici, Andromeda o ancora peggio Teddy.

"Sì, beh...mi piacciono le rosse. Qualche problema?"-si decise a rispondere alla fine.

Andromeda scosse la testa:"tale padre, tale figlio"-ridacchiò-"quindi è il ritorno di Giselle Volkova che ti preoccupa tanto? E il fatto che potreste ritrovarvi a collaborare?"

"Sì, questo e anche..."-esitò, non sapendo bene da dove cominciare. Spiegare l'intricato rapporto tra lui e Volkova era sempre stato molto difficile ed infatti è proprio per questo che era da cinque anni che evitava di parlarne.

"Anche?"-lo spinse a continuare.

"Ti ho detto che tra me e Volkova non c'è mai stato nient'altro che odio ed è vero"-disse-"più o meno"-pensò-"ma durante la guerra e anche prima, tra noi sono successe alcune cose..."-concluse, lasciando la frase in sospeso e distogliendo lo sguardo.

Andromeda lo studiò a labbra serrate e poi spalancò la bocca:"Harry Potter! Non dirmi che hai osato farle del male! Capisco la rivalità e tutto il resto, ma non esiste nessuna giustificazione per aver messo le mani addosso a qualcuno e soprattutto ad una donna!"

Per un secondo Harry fece seriamente fatica ad assimilare le sue accuse:"co...cosa?"-scosse la testa-"Andromeda, ma che dici! Non ho mai messo le mani addosso a Giselle Volkova! Per chi mi hai preso!?"-esclamò offeso-"non ho mai toccato Giselle Volkova, o meglio, non l'ho mai toccata in modo violento o irrispettoso."

"Sarà meglio"-disse con lo sguardo stretto, ma poi qualcosa nelle parole di Harry la fece raddrizzare di colpo-"anche se dalle tue parole, mi sembra di intuire che tu l'abbia toccata in qualche altro modo..."

La faccia del corvino diventò un peperone:"è questo che stavo tentando di dirti prima che tu cominciassi ad accusarmi di cose assurde"-si sistemò gli occhiali-"come ti ho detto, tra noi sono successe alcune cose..."

La donna lo guardò leggermente scocciata:"c'è un motivo per cui stai continuando a rimanere così vago? Cosa mai sarà successo tra voi? Avete per caso avuto una storia d'amore? Vi siete innamorati? Proprio non capisco."

Harry boccheggiò:"storia d'amore?"-si chiese ad alta voce, ritrovandosi poi a ripensare veramente e intensamente al modo in cui aveva stretto tra le braccia il corpo mezzo nudo di Giselle Volkova, come l'aveva accarezzata e come aveva appoggiato la fronte sulla sua tra le macerie di una Hogwarts in guerra. Ripensò anche al loro bacio e allo sguardo fiero e intenso negli occhi di ghiaccio della ragazza, quando aveva deciso di sfidare Lord Voldemort in persona. A fermare i suoi pensieri agitati, furono i mille brividi che in un secondo gli inondarono il corpo. Doveva smetterla-"beh, questa definizione mi sembra un tantino esagerata. Noi..."-si fermò un'altra volta. L'unico motivo per cui non riusciva a spiegare la situazione ad Andromeda, era perché dopo cinque anni, nemmeno lui sapeva ancora cosa esattamente era successo tra loro.

"Harry"-lo chiamò alzando un sopracciglio-"siete andati a letto insieme? Se è andata così, puoi dirmelo. Ho la mia età, ma non sono mica così vecchia! Le relazioni occasionali non mi sconvolgono, te lo assicuro."

"No, noi non siamo andati a letto insieme Andromeda"-disse, sentendo lo stomaco fare mille capriole al solo pensiero-"sinceramente io non so spiegarti cosa esattamente è successo tra noi cinque anni fa, ma tu avresti dovuto vederla! È stata coraggiosissima quando ha deciso di tornare ad Hogwarts e lei era così...così..."-si fermò, faticando di nuovo a trovare le parole-"così determinata, intelligente, testarda, fastidiosa e bella. Noi non siamo mai stati in grado di interagire senza discutere o urlare, eppure per anni, non ho fatto altro che pensare a lei e durante la guerra noi ci siamo avvicinati suppongo, ma poi lei è sparita nel nulla e ora che è tornata, mi sembra di essere tornato al punto di partenza. È di nuovo fredda, distaccata e indecifrabile e in più sembra essere di nuovo senza cuore. È insopportabile, anche molto più di quanto ricordassi e inoltre, sembra non ricordare niente di quello che è successo tra noi!"-concluse, rendendosi conto di aver appena urlato addosso ad Andromeda tutti i pensieri che ormai lo tormentavano da una settimana, pensieri che fino a quel momento aveva imbottigliato dentro di lui e cercato di ignorare.

"E cos'è che esattamente c'è stato tra voi?"-gli chiese con calma, più che altro per spingerlo a fare chiarezza con i suoi stessi pensieri e sentimenti. La donna aveva già più o meno un'idea di che cosa fosse successo tra loro, ma Harry sembrava in negazione e sembrava essere bloccato in questa "negazione" da molto molto tempo e Andromeda aveva la sensazione che anche per Giselle la situazione non fosse molto diversa.

"Non lo so!"-gridò spalancando le braccia-"ma non è questo il punto!"

"E allor qual è il punto?"

"Il punto è che lei è tornata e io non me l'aspettavo e ora non so come comportarmi, o cosa provare, anche perché lei è davvero davvero insopportabile!"-disse quasi fuori di sé-"si ostina a fare la perfettina di turno e si crede migliore di tutti quanti, con quei suoi occhi profondi e quel suo sguardo magnetico!"-continuò con il respiro affannato-"ero più o meno riuscito a togliermela dalla testa, ma ora è tornata a disordinare i miei pensieri ed è insopportabile!"

"Harry"-disse dolcemente, osservandolo respirare affannosamente. Detto sinceramente, nei loro cinque anni di conoscenza, non lo aveva mai sentito parlare di qualcuno con tanto fervore e passione. Aspettò ancora un secondo e poi gli prese la mano-"non vorrei turbarti, ma dalle tue parole mi sembra che tu fossi innamorato di lei."

"Non...non sono turbato e di certo, non ero innamorato di lei!"-si difese subito, trovando nuovamente quella possibilità terrificante, ma dopotutto Giselle Volkova era stata una ragazza così complicata e adesso, sembrava essere diventata una donna ancora più impossibile-"possiamo dire che ero attratto da lei e credimi, se la vedessi, non ti sembrerebbe nemmeno così strano. Volkova è splendida!"-disse e Andromeda non poté che trovare molto buffo il modo in cui continuava a farle complimenti, cercando però di farli passare come degli insulti-"antipatica certo, ma sempre splendida."

La donna non poté che ridacchiare:"Harry, tu mi sembri un tantino confuso."

"Non sono confuso"-ribatté, sentendo i bisogno quasi disperato di cambiare argomento, anche se Andromeda sembrava più che decisa a continuare il discorso. Harry, nonostante avesse passato gli ultimi giorni a pensare quasi solo a Giselle Volkova, aveva la sensazione che continuare a parlarne fosse inutile. Quello che era successo tra loro apparteneva al passato e forse era meglio lasciare la loro storia reclusa lì, proprio come aveva fatto la rossa senza troppi problemi-"so bene qual è il problema: io non voglio Volkova qui. Cinque anni fa è sparita senza dire niente, cosa che posso comprendere, visto tutto ciò che le è accaduto e la morte del fidanzato, ma sinceramente, poteva rimanersene lontana. Stavo meglio senza di lei."

"Ok Harry"-disse, decidendo di dargli tregua. In quel momento il corvino non era chiaramente in grado di ragionare lucidamente sull'argomento, quindi Andromeda era pronta a rimandare il discorso. Di certo però non si sarebbe dimenticata della cosa, anche perché tutto sommato le piaceva l'effetto contrastante che Giselle Volkova aveva su Harry. Parlare di lei gli faceva brillare gli occhi di passione e di vita e avendo visto Harry nei suoi peggiori momenti, per Andromeda vederlo così era qualcosa di meraviglioso-"capisco che tu sia frustrato dal suo ritorno, ma forse ne stai facendo un po' troppo una tragedia. Insomma, potenzialmente potrebbero anche non prenderla all'addestramento. So bene del mondo prevalentemente maschile della Corporazione Auror, quindi penso che per lei sarà molto difficile essere accettata."

"È vero, per le donne è molto difficile ottenere un posto nell'addestramento, cosa che personalmente trovo veramente stupida, ma qui stiamo parlando di Giselle Volkova. Tu non la conosci Andromeda, ma lei non è una donna qualunque. Ottiene sempre ciò che vuole e non si fa mai mettere i piedi in testa da nessuno. Mai."

Andromeda sorrise appena:"lo so che tutto quello che mi hai appena detto su di lei dovrebbe convincermi a detestarla, ma posso essere sincera con te? Questa Giselle Volkova mi piace."

Harry storse la bocca:"prova a parlarci per più di cinque minuti e vedrai che smetterà di piacerti"-disse assorto e poi, lo sguardo gli cadde su una scatola di cartone appoggiata ai piedi delle scale-"quelli sono dei miei maglioni?"-chiese, più che felice di aver trovato un modo per cambiare argomento.

"Oh, sì!"-esclamò la donna, andando a recuperare la scatola e portandogliela-"ho raccolto un po' di cose tue che hai lasciato qui in giro. Ho pensato che magari volessi riportartele a casa."

"Grazie mille Andy"-la ringraziò, obbligandosi poi a mettersi in bocca una forchettata di uova e bacon. Poi, più che altro per curiosità, cominciò a frugare nella scatola. Per un po', tutto quello che trovò furono alcuni maglioni e un paio di pantaloni, ma poi, sul fondo, scovò una cosa che non vedeva da tempo-"eccolo qui! Era da un po' che mi chiedevo dove fosse finito!"-esclamò tirando fuori uno spesso librone rilegato in pelle.

"Di che si tratta?"-chiese Andromeda.

"È l'annuario che ci hanno consegnato alla fine di Hogwarts. È stato fatto solo per coloro che hanno dovuto ripetere l'ultimo anno. Ci sono foto e ricordi che ricoprono più o meno tutti i nostri anni passati ad Hogwarts, con le foto di tutti i Prefetti, i Caposcuola e le squadre di quidditch. È stato un bel regalo..."-disse con un sorriso assorto-"pensavo di averlo perso, ma effettivamente l'avevo portato qui per farlo vedere a Teddy e raccontargli alcune cose"-concluse, ritrovandosi poi a sfogliare l'album, inconsapevolmente alla ricerca di una pagina in particolare. Quando finalmente arrivò alla sezione dei Corvonero, si fermò alla parte dedicata al quidditch. La foto della squadra del sesto anno fu la prima ad attirare la sua attenzione e poi, sotto di essa, un'altra foto gli mozzò il respiro per un secondo. Si trattava di una foto di Giselle Volkova in sella alla sua scopa, con i capelli rossi al vento e un'espressione serissima in viso. La didascalia diceva: "Giselle Volkova, cercatrice della squadra di quidditch sin dal secondo anno, prefetto di Corvonero e capitano della squadra durante il sesto anno."

Harry si ritrovò a studiare la foto con le labbra serrate, ricordando con un certo disagio quante volte, durante i due/tre anni successivi ad Hogwarts, si era ritrovato a guardare e riguardare quella specifica foto, fino a farsi venire male agli occhi. Forse ritrovare quell'album non era stato un bene, perché adesso che aveva di nuovo quella foto tra le mani, Harry aveva la sensazione che tornare a detestare Volkova fino in fondo sarebbe stato molto difficile.

"È cambiata molto d'aspetto. Adesso è molto più donna"-pensò, ricordando quasi accaldato le nuove curve di Volkova, che proprio non era riuscito ad ignorare quando l'aveva rivista una settimana prima. Inclinò appena il viso-"però è ancora bellissima e anche il suo sguardo perforante non è cambiato. Sempre da brividi."

"Quella è lei?"-chiese all'improvviso Andromeda, che adesso si trovava dietro di lui, intenta a sporgersi oltre la sua spalla per vedere bene la foto.

Ovviamente Harry sobbalzò un poco, ma cercò di nascondere la cosa con un colpo di tosse:"sì, è lei."

"Beh, non mentivi: era proprio una bella ragazza. Che sguardo però..."-sfiorò la foto con le dita-"qui aveva sedici anni giusto?"

"Esatto."

"Sembra molto molto più grande, non per l'aspetto, ma per lo sguardo che ha negli occhi"-si girò a guardare Harry-"vi assomigliate, sai?"

Lui aggrottò le sopracciglia:"sinceramente non vedo una gran somiglianza tra noi."

"Non nell'aspetto, questo è vero, ma avete la stessa..."-si fermò-"avete la stessa solitudine negli occhi"-avrebbe voluto dire, ma non voleva che Harry si intristisse, soprattutto in un giorno importante come quello-"lascia perdere, sai che a volte blatero a vanvera"-lo liquidò ridacchiando-"vedo che giocava a quidditch."

Harry la studiò ancora per un po', leggermente stranito:"sì..."-tornò a guardare l'album-"era una cercatrice, anzi, una cercatrice coi fiocchi direi. L'unica in grado di darmi del filo da torcere durante le partite..."-si raddrizzò di colpo, rendendosi velocemente conto di quello che aveva appena detto-"mi raccomando: non dirle mai che ti ho detto così. Servirebbe solo a gonfiare il suo ego e poi non smetterebbe più di prendermi in giro"-disse, in realtà non molto certo che Volkova si sarebbe comportata davvero ancora in quel modo, ma visto il loro ultimo incontro, non ne dubitava.

"Harry, io nemmeno la conosco, ma in caso dovessi averci a che fare, prometto di tenere la bocca chiusa"-disse divertita, notando poi che la pagina dedicata alla rossa era la più stropicciata e rovinata dell'album. Un ghigno le nacque naturalmente sulle labbra-"sembra che tu abbia guardato questa pagina parecchie volte..."

Il corvino si irrigidì:"la parte dedicata al quidditch era la mia preferita"-si limitò a dire.

"Mh, capisco, però non pensavo fossi un così grande fan dei Corvonero, visto che eri un Grifondoro"-lo stuzzicò.

"Che cosa stai insinuando?"-le chiese. A volte l'attenzione che Andromeda aveva per i dettagli lo faceva impazzire.

"Oh, niente Harry"-rispose, dandogli qualche pacca affettuosa sulla guancia-"assolutamente niente."

L'uomo fece per ribattere, ma all'improvviso, uno zampettare familiare proveniente dalle scale attirò la sua attenazione.

"Nonna..."-disse una vocina assonnata-"ci sono uova e bacon per colazione?"

Harry si girò, appena in tempo per vedere Teddy Lupin scendere le scale con i capelli blu spettinati e la maglia del pigiama infilata storta:"nonna?"-chiamò ancora, fermandosi a metà scalinata per sfregarsi gli occhi stanchi. Alzò poi la testa e quando vide Harry seduto in cucina, intento a guardarlo con un sorrisone, il suo viso si illuminò-"HARRY!"-gridò felice e precipitandosi giù per le scale.

Il mago non fece nemmeno in tempo ad alzarsi, che il bambino di cinque anni gli si era già lanciato in braccio, accomodandosi entusiasta sulle sue gambe.

"Ciao campione!"-lo salutò, stringendolo forte e baciandogli i capelli, adesso di un giallo intenso per la felicità.

"Sei qui! Sono così felice che sei qui!"-esclamò, saltando sulle sue gambe e Harry dovette tenerlo bene per assicurarsi che non cadesse.

"Anche io. Tanto"-cercò il suo sguardo-"la nonna mi ha detto che hai fatto un incubo questa notte. Come stai adesso?"-gli chiese, mentre Andromeda osservava il tutto con un sorriso, intenta a preparare un piatto anche per Teddy.

"Sto bene, soprattutto adesso che sei qui"-disse abbracciandolo di nuovo forte-"resti qui a giocare?"-chiese speranzoso.

Il cuore di Harry si spezzò un pochino. Quanto avrebbe voluto rimanere lì con Teddy e dimenticarsi di tutto il resto, ma purtroppo non poteva:"mi piacerebbe tanto Teddy, ma oggi ho quel test molto importante di cui ti avevo parlato. Ricordi?"

"Oh, sì..."-disse un po' triste, ma poi si riprese subito-"sono sicuro che sarai bravissimo!"-esclamò felice e facendo poi diventare i capelli uguali a quelli del padrino.

Harry sorrise, sentendo il cuore sciogliersi. Non sarebbe stato in grado di spiegare a parole il profondo affetto che provava per Teddy, proprio perché si trattava di un affetto estremamente profondo e potente. In generale, Teddy rendeva molto semplice amarlo, perché era simpatico, gentile ed estremamente intelligente. Proprio come suo padre, adorava mettersi nei guai e come sua madre, era bravissimo a far ridere la gente. Un'altra cosa che aveva preso da suo padre poi, era la timidezza, infatti Teddy era sì un bambino molto affettuoso, ma solo con Andromeda e Harry. Infatti il corvino non lo aveva mai visto avere un'intesa istantanea con qualcuno, proprio perché di solito ci metteva un po' a lasciarsi andare e a fidarsi delle persone.

"Ma certo che sarà bravissimo ometto"-disse Andromeda-"e tu farai il tifo per lui, non è vero!"

"Sempre!"-rispose gonfiando il petto orgoglioso-"Harry, tu sei già un supereroe, ma quando diventerai un Auros, lo sarai ancora di più."

"Si dice "Auror" tesoro"-lo corresse dolcemente Andromeda.

"Scusa nonna"-tornò a guardare Harry, regalandogli poi un sorriso smagliante a cui mancavano alcuni denti-"sei felice di diventare un Auror?"

Il corvino lo sistemò sulle sue gambe:"molto."

"Anche io voglio diventare un Auror da grande!"-storse la bocca pensieroso-"però mi piacerebbe diventare anche un astronauta, o anche un giocatore di quidditch. Non so cosa scegliere!"-escalmò in panico.

Harry ridacchiò:"non agitarti campione. Hai ancora taaanto tempo per decidere."

Il bambino sorrise un po' più rilassato e fu quando si girò, che vide l'album:"cos'è questo?"-chiese curioso e attirando poi il libro verso di lui-"questa chi é?"-chiese con gli occhi fissi e sbarrati su Giselle Volkova.

Il mago si schiarì la gola:"è una mia vecchia compagna di scuola. Non ti ricordi di questo album?"

"Solo un pochino, ma non mi ricordavo di lei"-toccò la foto con le sue piccole dita e per un po', continuò a guardarla affascinato.

Andromeda e Harry si scambiarono uno sguardo e poi la donna si ritrovò a ridacchiare:"Teddy? Ci sei?"

Il bambino arricciò il naso:"questa ragazza è davvero molto carina nonna"-disse, mentre le orecchie gli si arrossavano-"era la tua ragazza?"-chiese, girandosi di scatto verso Harry.

"Ehm...no"-rispose, cercando di ignorare il ghigno di Andromeda-"la mia fidanzata era l'altra ragazza con i capelli rossi: Ginny. Ti ricordi di lei vero? La vedi sempre a Natale dai Weasley."

"Sì sì, mi ricordo di Ginny"-inclinò lievemente la testa-"ma questa rossa mi piace di più!"-concluse, indicando entusiasta la foto di Volkova.

Quell'uscita non stupì particolarmente Harry, visto che Teddy e Ginny non erano mai riusciti a legare veramente. Teddy tendeva a tenersi sempre un po' a distanza da lei, cosa che in realtà Harry non aveva mai capito a pieno.

"Teddy!"-lo rimproverò Andromeda-"questa non è una cosa affatto carina da dire!"

"Lo so nonna, ma tu mi dici sempre che devo dire la verità e quindi ho detto la verità."

Harry si girò verso la donna, cercando con tutto sé stesso di non scoppiare a ridere. Teddy era davvero il bambino più sveglio che avesse mai conosciuto e anche se aveva solo cinque anni, sapeva sempre come vincere un dibattito. Andromeda, ovviamente, alla vista della sua espressione divertita, gli rifilò un'occhiataccia.

"Voi due mi farete impazzire"-disse scuotendo la testa-"ma adesso dovete mangiare! In particolare tu Harry! Hai una giornata importante davanti!"

"La nonna ha ragione"-disse Teddy, usando poi la forchetta in modo impacciato per prendere un po' di cibo dal piatto di Harry e portarglielo alla bocca-"dai Harry! Mangia!"

Il mago scoppiò subito a ridere, seguito poi da Andromeda. Col cuore leggero, lasciò che Teddy lo imboccasse, visto che la cosa sembrava divertirlo parecchio e per un po', si permise di smettere di pensare al test, o a Giselle Volkova, solo per godersi una delle cose più belle che la vita gli avesse donato: Teddy Lupin.

***

Il suo arrivo nel corridoio, venne ovviamente notato dall'intero gruppo di uomini che si trovava fuori dalla stanza in cui si sarebbe tenuto il test. Il silenzio che era calato all'improvviso, spinse Giselle ad alzare per bene il mento e a proseguire per la sua strada.

Alcuni dei presenti erano seduti sulle sedie poste lungo tutto il corridoio, mentre altri avevano deciso di rimanere in piedi, forse perché troppo agitati per rimanersene fermi e seduti. Giselle, da parte sua, aveva tutte le intenzioni di trovare una sedia libera e accomodarsi, ma aveva la sensazione che la sua caccia alla "sedia libera" non avrebbe avuto successo, proprio come prima del colloquio col Ministro.

Ignorando e cercando di godersi le occhiate diffidenti di tutti quei maghi, individuò una prima sedia libera, ma quando si avvicinò, l'uomo seduto lì di fianco la fermò:"non puoi sederti. È occupato"-disse lanciandole un'occhiataccia.

Giselle alzò un sopracciglio:"da chi? Dal fantasma della tua virilità?"-chiese, già seriamente scocciata e la cosa peggiore era che il pomeriggio era solo appena iniziato! Aveva un intero esame davanti da affrontare, per cui tra l'altro era stata in ansia tutta la settimana. Ovviamente si era sforzata al massimo per nascondere la sua agitazione a tutti, compresa sé stessa e diciamo che le sue sigarette e qualche pastiglia per l'ansia, le avevano dato una mano in questo.

L'uomo fece per ribattere, ma al suo posto, parlò il mago che si trovava seduto su una sedia poco più in là:"ehi bambolina. Se lui non ti fa sedere lì, puoi sempre venire qui e sederti sulle mie gambe"-le propose, dandosi qualche pacca sulle cosce con un sorrisetto.

La rossa storse la bocca:"nemmeno nei tuoi sogni"-rispose, cercando di tenere a bada tutto il disgusto che stava provando e poi, decise di scendere ancora un po' lungo il corridoio. Purtroppo però, dopo appena qualche secondo, qualcuno le sbarrò la strada. Si trattava di un giovane mago dai capelli castani raccolti un un codino non troppo lungo. I suoi occhi invece erano di un blu intenso e il suo sguardo aveva qualcosa che subito la irritò, ma non nel modo in cui ad esempio la irritava Harry Potter, no, il fastidio che stava provando adesso davanti a quello sconosciuto era qualcosa di per niente piacevole.

"Tu sei quella che porta i caffé?"-le chiese-"perché io vorrei un caffé macchiato, con due cucchiaini di zucchero. Non troppo caldo, mi raccomando."

Giselle per un secondo non seppe se cominciare ad insultarlo o scoppiare a ridere:"ma chi si crede di essere questo?"-pensò, regalando poi all'uomo un'espressione gelida:"vuoi un caffé?"

Lui aggrottò le sopracciglia:"sì, te l'ho appena detto e..."

"Allora muovi il culo e vai a prendertelo da solo"-gli disse, superandolo con una spallata ben assestata.

Senza nemmeno pensare di guardarsi indietro, fu felice di individuare una sedia libera:"ultimo tentativo. Se questa volta non va, rinuncio e rimango in piedi."

Si avvicinò a due sedie poste una affianco all'altra, su una delle quali era seduto un uomo biondo, immerso nella lettura di un libro, che Giselle era piuttosto certa di non aver mai letto e la nostra protagonista, quando si imbatteva in un libro sconosciuto, diventava subito molto molto curiosa. Si avvicinò alla sedia libera, quasi sicura che il mago l'avrebbe cacciata come tutti gli altri, ma invece non successe, anzi, lui la ignorò spudoratamente.

Giselle alzò un sopracciglio, quasi in attesa che lui alzasse la testa e si accorgesse di lei, ma di nuovo non successe niente.

Soddisfatta, si accomodò e per un minuto circa, si limitò ad accavallare le gambe e a cercare di rilassarsi. Dopo un po' però, cominciò a notare che molti degli sguardi che pensava fossero diretti solo a lei, erano diretti anche all'uomo al suo fianco. Un gruppo di maghi poco più in là, stava infatti sussurrando velocemente, indicando di tanto in tanto il biondo.

Cercando di non farsi notare, Giselle tentò di identificare il mago con la coda dell'occhio, ritrovandosi però ad abbassare lo sguardo sul suo libro un po' troppe volte:"eh smettila di cercare di capire di che libro si tratta! Concentrati sull'uomo!"

Finalmente, dopo un paio di secondi, riconobbe il viso del biondo e subito capì perché molti lo stavano tenendo d'occhio. Comandandosi, come sempre, di non avere paura di nulla, pronunciò il suo nome. Doveva verificare che si trattasse veramente di lui:"Malfoy?"

L'uomo si irrigidì, ma poi, molto lentamente alzò la testa dal libro e si girò a guardarla. La studiò a lungo, con uno sguardo freddo, ma per niente arrogante. Assomigliava moltissimo al Draco Malfoy con cui aveva avuto a che fare a scuola, ma allo stesso tempo, non ci assomigliava per niente.

"Giselle Volkova?"-chiese lui dopo un po', strabuzzando appena gli occhi.

La donna si limitò ad alzare appena un angolo della bocca, decidendo poi di prendersi un momento per studiarlo per bene. Aveva un bell'aspetto, curato e ordinato proprio come ricordava, ma allo stesso tempo c'era qualcosa di trasandato nei suoi occhi. Sembrava stanco e arrabbiato, ma dopotutto quegli ultimi anni non dovevano essere stati semplici per lui. Giselle aveva letto che dopo la guerra, era riuscito a sfuggire ad Azkaban decidendo di collaborare durante la cattura dei Mangiamorte ancora in fuga. Suo padre non aveva deciso di fare lo stesso ed era finito quindi in prigione, mentre sua madre, purtroppo, era morta pochi mesi dopo la guerra a causa di un infarto. Poi, per un po', non si era più parlato di Draco Malfoy, fino a quando non erano cominciate ad uscire foto di lui in compagnia di alcuni uomini, in situazioni decisamente intime. Ovviamente questo aveva sconvolto la gente e i giornali, che per un po' non avevano parlato d'altro e Giselle ricordava che anche allora, aveva trovato tutto quello scalpore insensato. Draco Malfoy era omosessuale? Buon per lui! La rossa proprio non riusciva a capire come la gente riuscisse a trovare qualcosa di sbagliato in questo. Purtroppo però, il Mondo Magico non sembrava pensarla come Giselle. La nostra protagonista amava il suo mondo, ma non quando si ritrovava ad avere a che fare con quel tipo di pregiudizi e pensieri antiquati.

"Che ci fai qui?"-le chiese Malfoy.

"Intendi "qui", fuori dalla stanza in cui si terrà il test per accedere all'addestramento, o "qui" in Inghilterra?"

"Entrambe suppungo"-rispose, studiandola con interesse, quasi come se stesse cercando di decifrarla e Giselle, da parte sua, non esitò a fare la stessa cosa, dopotutto, lei e Malfoy non avevano mai avuto un bel rapporto ad Hogwarts. In passato il biondo l'aveva spesso insultata per il suo stato di sangue, anche se poi durante la guerra si era decisamente calmato e zittito. Inoltre, Giselle non aveva mai dimenticato come Malfoy si era affrettato a fermarla, quando aveva tentato di raggiungere Voldemort e il corpo senza vita di Harry Potter.

Ripensare a quel momento e in particolare alla "finta morte" di Potter la fece rabbrividire dalla testa ai piedi. Nel corso di quei cinque anni, non era mai riuscita ad eliminare quell'agghiacciante immagine dalla sua testa, immagine che spesso era anche oggetto dei suoi peggiori incubi.

"Sono tornata per diventare un'Auror ovviamente"-rispose raddrizzandosi.

Draco alzò un sopracciglio e poi, infilando due dita tra le pagine per tenere il segno, chiuse il libro adagiandolo sulle sue gambe e così, finalmente, Giselle riuscì a vedere il famigerato titolo:"L'Avaro"di Molière? Non sono una grande fan dei testi teatrali, ma potrei provare a leggerlo. E poi chi si sarebbe mai aspettato di vedere Draco Malfoy leggere l'opera di un autore babbano?"

"Ma veramente?"-ridacchiò lui scuotendo la testa e riscuotendola così dai suoi pensieri. Per un secondo, sembrò quasi che stesse facendo fatica a prenderla sul serio-"oh, questo è così divertente!"

La donna diventò serissima tutto d'un colpo:"pensavo che dopo cinque anni avresti smesso di insultarmi, ma a quanto pare mi sbagliavo"-disse, ritrovandosi poi a chiedersi-"perché dopo tutto quello che è successo, continuo ad avere fiducia nella gente? La gente fa schifo"-"adesso cosa farai? Ricomincerai anche a chiamarmi "sangue sporco?"-concluse, sinceramente risentita. Era in realtà da un po' che nessuno si riferiva a lei con quell'orribile appellativo, ma visto l'ambiente in cui si stava per infilare, Giselle non sarebbe rimasta stupita di tornare ad essere la "sangue sporco" di turno. Anche se questo fosse successo però, lei non si sarebbe fatta schiacciare. Nel giro di pochi anni, era certa di poter diventare la prima capo Auror donna e nata babbana.

L'espressione di Malfoy si fece velocemente neutra:"oh no Volkova, temo che tu abbia interpretato male. La mia intenzione non era quella di insultarti o offenderti, anzi, se devo essere sincero, sono positivamente impressionato dalla tua presenza qui."

Giselle lo guardò scettica:"ah sì?"

L'uomo si girò di più verso di lei:"beh, pensavo che sarei stato l'unico reietto a presentarsi qui, essendo un ex-mangiamorte e tutto il resto, ma invece ci sei qui anche tu: una donna, nell'ambiente più maschilista dell'intero mondo magico"-alzò appena gli angoli della bocca, in quello che Giselle immaginò fosse una sorta di sorriso un po' inquietante-"hai fegato Volkova, anche se temo che ti mangeranno viva, divertendosi immensamente a farlo."

Giselle sbuffò:"ma per favore. Sono tutti degli idioti"-commentò guardandosi intorno-"alcuni più di altri..."-mormorò, pensando in particolare ad un uomo corvino ed occhialuto, che nel modo più fastidioso di sempre, aveva occupato la sua testa per tutta la settimana. Sperava di non vederlo prima di cominciare il test e allo stesso tempo, sentiva il fastidioso bisogno di scorgerlo anche solo da lontano.

"Beh, su questo hai ragione. Però devo ammettere che è fantastico averti qui. Almeno adesso smetteranno di guardare me, solo per guardare te."

"Che guardino quanto gli pare"-rispose sistemandosi le maniche della camicetta-"tanto mi piace essere guardata."

"Sì e a quanto vedo non ti devi nemmeno impegnare più di tanto per attirare gli sguardi di tutti quanti"-disse, notando le occhiate che continuavano ad arrivare-"ma dopotutto sei l'unica donna qui dentro e sei anche una bella donna"-la squadrò un secondo dalla testa ai piedi-"suppongo."

"Supponi?"-chiese alzando un sopracciglio-"io sono una bella donna."

"E anche modesta"-la prese in giro.

"Semplicemente trovo inutile negare cose ovvie"-dopo aver lanciato un ultimo sguardo al corridoio e alla gente lì intorno, tornò a guardare il biondo-"e tu? Cosa ti ha spinto a tentare la carriera da Auror?"

Lui alzò le spalle:"penso solo che sarei un bravo Auror e poi ti immagini se tutti gli Auror fossero come Potter? Sarebbe un disastro. Ci vuole qualcuno con un minimo di coscienza e razionalità."

"Su questo sono completamente d'accordo"-disse, cominciando a diventare improvvisamente più curiosa e soltanto perché Malfoy aveva nominato Potter-"tu e Potter vi detestate ancora?"

"In realtà siamo abbastanza civili l'uno con l'altro, in particolare da quando ho collaborato alla cattura di alcuni Mangiamorte, ma di certo non siamo amici e inoltre, i suoi amichetti, in particolare Weasley, mi odiano ancora parecchio. Invece tu e Potter vi odiate ancora? Sapevi già avrebbe partecipato alla selezione?"

"Sì, lo sapevo già. Purtroppo ci siamo incontrati ai colloqui con il Ministro"-si fermò e immediatamente il biondo la guardò con le sopracciglia alzate, in attesa di una risposta alla sua altra domanda-"è ancora un idiota e ancora non lo sopporto. Niente di nuovo."

Proprio in quel momento, il brusio intorno a loro aumentò di colpo.

Malfoy sbuffò:"quanto ci scommetti che è arrivato Potter?"

Giselle si irrigidì appena, notando poi che effettivamente tutti quanti si erano girati verso sinistra, ovvero verso la direzione da cui stava arrivando colui che stava creando tutta quella agitazione. Quando la rossa sentì qualcuno sussurrare:"Harry Potter è qui!", capì che si trattava proprio di lui. A quanto pare, esisteva qualcuno capace di attirare più sguardi di lei e Malfoy messi insieme e quel qualcuno era Potter, ma dopotutto lui era il "Salvatore del Mondo Magico" e tutti quanti lo conoscevano.

Finalmente, dopo un paio di secondi, Potter e Weasley spuntarono da sinistra e siccome la vita odiava Giselle, quei due decisero di posizionarsi proprio contro il muro opposto a dove si trovava lei. Inizialmente i due non si accorsero di lei, probabilmente perché troppo immersi nella loro conversazione. Sembravano star parlando di qualcosa di serio, visto che Potter, appoggiato al muro con le braccia incrociate, aveva la mascella serrata e un'espressione seria. Consapevole di non essere stata ancora notata, la rossa si permise di studiarlo in modo più approfondito, visto che durante il loro incontro una settimana prima, non ne aveva avuto davvero la possibilità.

La camicia bianca che Potter indossava quel giorno gli stava davvero bene. Gli fasciava le braccia e la spalle forti come un guanto, un guanto che nel profondo Giselle avrebbe adorato sfilare via. Il candido indumento metteva poi in risalto i suoi capelli neri e soprattutto, i suoi disarmanti occhi verdi. In quei cinque anni, la strega non era mai riuscita a trovare una persona con un colore d'occhi tanto destabilizzante. Quei suoi occhi smeraldo, erano ora incastonati in una nuova montatura di occhiali, che Giselle odiò ammettere gli si addiceva davvero molto. Gli donavano un'aria più intelligente e affascinante. Dopo essersi persa ancora un po' nel suo corpo in forma e nelle sue gambe lunghe, tornò a guardarlo in viso, scoprendo un dettaglio che prima le era sfuggito: la stanchezza che dominava tutta la sua espressione.

Potter sembrava esausto, non fisicamente, ma nello spirito. I suoi occhi erano sempre stati pieni di una maturità e di un dolore troppi grandi per qualcuno così giovane, ma adesso la situazione sembrava essere addirittura peggiorata e questo la stupì. Giselle ricordava di aver notato questo suo dettaglio durante il loro terzo anno e ricordava anche di essersi immediatamente riconosciuta in quel dolore e in quella maturità prematura. Anche in quel momento, la rossa si ritrovò a comprendere un po' troppo bene la stanchezza negli occhi del corvino. Pure lei tentava, ogni singolo giorno, di nascondere la stanchezza che dominava sul suo animo e aveva l'orribile sensazione che anche Potter combattesse la sua stessa battaglia costantemente.

Riflettendoci bene, Giselle ricordò che per un po', sulla Gazzetta del Profeta erano girate voci sul fatto che Potter fosse caduto in una profonda depressione e avesse cominciato a bere un po' troppo. Allora, conoscendo la reputazione della Gazzetta, la rossa ricordava di aver accolto quelle informazioni con parecchio scetticismo, ma ora non poteva fare a meno di chiedersi se avesse sbagliato a non crederci.

Potter era ancora a pezzi, proprio come lo era ancora Giselle e i due ci avrebbero messo molto a capirlo e ad accettarlo, ma quei loro pezzi combaciavano alla perfezione, ognuno di loro, senza nessuna eccezione. Loro due combaciavano alla perfezione.

Ad un certo punto, Potter sembrò percepire il suo sguardo. Alzò la testa e agganciò lo sguardo al suo, portandola così a raddrizzarsi di colpo e Giselle sapeva che avrebbe dovuto distogliere lo sguardo e far finta di niente, ma non lo fece, anzi, non ce la fece.

Incastrato nei suoi occhi, Harry invece sentì il battito aumentare all'improvviso. Cercò di ricordare tutto quello che aveva detto ad Andromeda quella mattina, riguardo al fatto che in realtà non gli importava più di tanto di Giselle Volkova e che stava meglio senza di lei, ma lo sguardo penetrante della rossa riuscì a fargli dimenticare tutto.

Lei era, ovviamente, estremamente bella, curata ed elegante. I suoi capelli erano di un colore caldo e inconfondibile: rossi come il fuoco, ma poi c'erano i suoi occhi, che erano gelidi, agghiaccianti. Lo sguardo di Volkova era sempre stato freddo e indecifrabile, ma Harry ricordava che durante la guerra, aveva cominciato ad essere in grado di vedere oltre quel muro di freddezza. Ora invece, era sicuro di essere tornato al punto di partenza. Volkova lo stava guardando, lo stava studiando, ma tutto ciò che lui riusciva a vedere era ghiaccio. Era impossibile capire cosa stesse pensando o provando e questo lo fece sentire tutto d'un tratto molto frustrato e allo stesso tempo, desideroso di sciogliere tutto quel ghiaccio, goccia dopo goccia.

Harry riuscì a percepire vagamente che Ron gli stava ancora parlando e fu quello che lo fece tornare con i piedi per terra:"non devo farmi distrarre da lei, dai suoi occhi, dai suoi capelli o dal suo corpo mozzafiato. Non mi farò distrarre"-si disse convinto-"se il tuo obbiettivo è questo, allora perché ti stai avvicinando a lei?"-gli chiese la sua coscienza e fu a quel punto, che il mago si rese conto di aver cominciato a muoversi verso di lei senza nemmeno rendersene conto-"non ne ho idea, ok! Ma non riesco a fermarmi!"

Il corvino sentì appena Ron chiamare il suo nome e fu proseguendo per la sua strada, che si rese conto accanto a chi era seduta Volkova. Ovviamente, vedere la rossa e Draco Malfoy seduti vicini lo stranì appena, spingendolo così ad aumentare il passo.

"Volkova"-la salutò fermandosi perfettamente davanti a lei e sovrastandola dall'alto.

La donna alzò lo sguardo e poi, alzò un sopracciglio nella sua direzione:"Potter"-ricambiò il freddo saluto, decidendo poi che avere il corvino così vicino non le piaceva per niente e quindi, arricciando appena un angolo della bocca, decise di scambiare la gamba accavallata. Potter, che appunto si trovava parecchio vicino, fu vittima di quella sua decisione quando il tacco a spillo della rossa lo colpì sul ginocchio.

Harry fece un minuscolo saltello indietro e poi serrò le labbra, per evitare di emettere qualche ridicolo gemito di dolore, che sicuramente avrebbe spinto Volkova a ridere di lui a crepapelle:"l'hai fatto apposta?"-le chiese stringendo gli occhi.

Giselle si portò una mano al petto fingendosi offesa e sconvolta:"certo che no Potter! Per chi mi hai preso?"

Harry, da una parte divertito e dall'altra molto molto infastidito, decise di salutare Malfoy, più che altro per smettere di concentrarsi sulla bellissima donna di fronte a lui:"Malfoy"-lo salutò, proprio nel momento in cui Ron lo affiancò.

"Potter."

Il corvino tornò a guardarla e Giselle si ritrovò a guardarlo scettico:"c'è un motivo per cui sei venuto qui?"

Il mago dischiuse le labbra, ma non disse niente e per un secondo si sentì davvero stupido:"trova una scusa, o una spiegazione, prima che sia troppo tardi e ti scopra!"-pensò-"sono venuto qui per augurarti buona fortuna. Ti sembrerà assurdo, ma ci tengo ad essere civile anche con le persone fastidiose come te"-concluse, godendosi a pieno la scintilla di fastidio che brillò negli occhi della rossa.

Giselle inclinò appena il viso:"allora ti prego Potter, la prossima volta non sforzarti nemmeno, perché tanto non mi permetterei mai di dire in giro che il pupillo del Mondo Magico è un maleducato"-disse sarcastica-"nessuno mi crederebbe in ogni caso"-continuò alzando le spalle-"e comunque grazie, ma non ne ho bisogno."

"Non hai bisogno di cosa?"-chiese aggrottando la fronte.

"Della tua fortuna, o della fortuna in generale."

A quella risposta Ron soffocò una risata e ovviamente Giselle gli lanciò un'occhiataccia:"sei così sicura di essere presa?"

"Sì"-rispose gelida e coincisa.

"Non sei davvero cambiata di una virgola"-disse il rosso scuotendo la testa-"ma si può sapere che ci fai seduta vicino a lui?"-chiese indicando Malfoy schifato, che senza troppe cerimonie lo ignorò-"hai dimenticato tutti gli orribili modi in cui ti ha chiamata?"-concluse e anche se avrebbe potuto sembrare che fosse preoccupato per lei, Giselle sapeva bene che parlando con lei, stava in realtà pensando ad Hermione Granger. La rossa aveva letto del loro matrimonio sui giornali circa un anno prima e ricordava benissimo di aver pensato subito:"povera donna."

"No, non ho dimenticato, ma anche se fa strano pure a me ammetterlo, Malfoy al momento è la persona meno fastidiosa qui dentro e a differenza tua, lui non apre la bocca solo per fare commenti stupidi"-si sistemò di nuovo la camicia-"adesso, se non vi dispiace, penso che andrò a sgranchirmi le gambe"-senza pensarci troppo, si alzò di scatto in piedi, dimenticandosi però che Potter si trovava ancora di fronte a lei e anche molto vicino.

Una volta in piedi, la prima cosa che vide furono le labbra sottili ed eleganti di Potter. Sentendo il cuore saltare un battito, alzò appena lo sguardo, ritrovandosi così incastrata negli occhi verdi del mago, che erano ora molto, anzi, troppo vicini:"questo è peggio"-pensò, però incapace di muoversi.

Nel momento in cui i loro sguardi si agganciarono, Harry strabuzzò appena gli occhi, sinceramente preso alla sprovvista da quell'avvicinamento repentino. Ora, si trovavano quasi petto contro petto e fu così che il corvino notò, con un certo piacere, che anche indossando i tacchi, Volkova rimaneva ancora leggermente più bassa di lui, non di tanto, ma comunque abbastanza da farlo sentire stranamente soddisfatto.

Scrutò velocemente il suo viso, rendendosi poi conto di riuscire a percepire alla perfezione il calore del suo corpo sulla pelle e il suo profumo di menta pizzicargli il naso. Anche Giselle prese subito nota del suo profumo di pino e della differenza di altezza, che immediatamente la spinse ad alzare per bene il mento e ad assumere un atteggiamento ancora più sicuro e arrogante.

"Il mio cuore continua a battere all'impazzata. Insopportabile"-pensò, sforzandosi di sostenere il suo sguardo.

"Allora Volkova? Non mi auguri buona fortuna?"-le chiese con tono di voce più grave del solito, cosa che la fece rabbrividire appena.

Per un secondo, entrambi sembrarono dimenticarsi della presenza di Weasley e Malfoy e del fatto che in generale, erano circondati e tenuti d'occhio da molta gente, ma dopotutto, quella era la prima volta che si ritrovavano così vicini da quando si erano riuniti dopo cinque anni di distanza.

Volkova gli sorrise fredda e un peso enorme gli si depositò sullo stomaco. Quello non era il vero sorriso di Volkova, non era quello che Harry aveva visto per la prima volta durante la prima partita di quidditch della donna e il mago aveva la bruttissima sensazione, che molto probabilmente, non lo avrebbe mai più rivisto.

"Peccato. Era bello da far male"-pensò.

"Buona fortuna"-gli disse Giselle-"se davvero non sei raccomandato, ti servirà parecchio."

L'uomo fece per ribattere, ma proprio in quel momento un mago aprì una porta, intimando tutti quanti a prepararsi ad entrare e a cominciare il test. Quella distrazione, spinse Giselle a fare un passo indietro e a raggiungere la porta d'entrata della sala in cui si sarebbe tenuto l'esame.

Anche senza mai voltarsi indietro, riuscì a percepire lo sguardo di Potter seguirla fino alla porta. Giselle fece fatica ad ignorare la cosa, ma si comandò di farlo comunque e poi, si impegnò a prendere un respiro profondo, odiando più che mai il modo in cui il cuore stava continuando a batterle all'impazzata.

"Smettila di pensare a Potter! Adesso devi solo pensare ad entrare in quella stanza e a fare il test, perché è qui comincia il tuo futuro"-pensò e infine, varcò la soglia.

***

Eccomi quiii! Finalmente! Ieri ho dato il primo esame della sessione e venerdì ne ho un altro, quindi diciamo che sono un po' esaurita, ma sono tanto felice di aver pubblicato😍
Ma analizziamo un po' il capitolo!
Si comincia con il rapporto tra Harry ed Andromeda e vi giuro, io lo adoro e soprattutto adoro Andy! Voi cosa ne pensate di lei? E del suo rapporto con Harry?😍
A proposito, ecco qui la nostra Andy:

Scopriamo poi di come Harry se l'è passata negli ultimi anni e cavolo...😔
Mi fa troppa tenerezza, soprattutto pensando al fatto che alla fine lui e Giselle si assomigliano un sacco🥹
E della sua relazione con Ginny invece che ne pensate?😈
I due cominciano poi a parlare di Giselle e vi giuro, quanto posso amare Andy?! Lei è già la fan numero uno della #helle!
Arriva poi Teddy, ovvero il mio amore grande. Eccolo qui:

Cosa ne pensate di Teddy? E del suo rapporto con Harry? Sono super curiosa🥺
Si passa poi a Giselle e al suo primo vero incontro con Draco! Ve lo aspettavate? Vi piace questa loro prima interazione? Io posso solo dire che ho grandi progetti per loro😍
Infine abbiamo la scena #helle del capitolo e che dire se non che la tensione è già parecchio alta🤭
Vi è piaciuta?
Detto questo, nel prossimo capitolo ci sarà il ritorno di un membro della famiglia di Giselle. Secondo voi di chi? Inoltre, preparatevi per una serata elegante con tanta #helle🕺🏻
Fatemi sapere i vostri pensieri sul capitolo!
Vi adoro,
Adele🥀

Okumaya devam et

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