E le stelle ci invidieranno

By Reynawithe08

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"Tutte le stelle sono il sole della propria galassia" Mi diceva Nik prima di cambiare, e io me lo ripeto ora... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Nota dell'autrice

Capitolo 4

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By Reynawithe08

Anche se i problemi sono immancabili.
Sono il sale della vita, ciò che ci fortifica.
Che una volta risolto...
 ...ci libera.

Gioco distrattamente con una penna blu, che mi macchia le dita della mano sana.

Ora che l'adrenalina è passata sento le nocche pulsare ritmicamente in brevi ondate di dolore. Non so cosa mi sia saltato in mente a prendere quell'invito. Avevo intenzione di buttarlo, ma alla fine l'ho messo in tasca. La verità è che sono tentata di andare.

Non per Dorian Sepherd, ovviamente, ma perché, insomma... è una festa! Chi si lascerebbe mai sfuggire un'occasione simile? Forse ne ho bisogno, a dire il vero. Voglio distrarmi, e quale modo migliore se non facendo casino insieme agli altri? Sono piuttosto indecisa. Devo chiedere a Carrie, perché è ovvio che non ci andrei mai da sola, ma lei non è tipa da feste, non le piacciono per niente.
Dice che le fanno venire il mal di testa. Lancio un'occhiata nella direzione della mia migliore amica e la vedo sorridere a Raphael.

Bene.

Per il momento non sembra che dovrò ricorrere al tosa pecore. Marleen mi chiede per la quinta volta come stia, e io rispondo per la quinta volta che sto bene. <<Ho solo un attacco di mal di testa. Chissà, forse mi verrà la febbre.>> Le dico. Mentire ormai è così semplice che a stento io riconosco la verità.

La lezione scorre veloce, ma io non la seguo. Dorian ha detto che verrà mezza scuola, e io non dubito che stesse dicendo la verità. A dirla tutta avevo sentito voci circa una possibile festa da oltre una settimana. E ci voleva andare realmente mezza scuola. Magari anche Nik è intenzionato a partecipare.

Ovvio che sì, lui non ha mai saputo stare lontano dai riflettori. E in un istante mi dico che va bene. Ci andrò. E sarò talmente splendida che quando Nik mi vedrà... cazzo, gli farò andare di traverso il punch per la sorpresa di vedermi così!
La campanella suona, altre cinque ore così più due intervalli... io voglio solo che domani arrivi presto.

Carrie si precipita da me e insieme usciamo dalla classe. <<Oddio! Aly! Non sai cosa mi ha chiesto!>> La mia amica è in defibrillazione, che debba usare il tosa pecore? <<Hai presente che domani sera c'è una festa?>> Mi chiede.
<<Sì, e avevo intenzione di andarci, tu che ne dici?>> Lei sembra stupita e parte del suo entusiasmo si spegne. <<Davvero? Perché non me lo hai detto prima?>>

<<Perché ho deciso di andarci poco fa.>> Le rispondo. Non le dico che nel profondo voglio mostrare a Nik che so andare avanti anche senza di lui, questo non è necessario che lo sappia.
<<Beh, anche Raphael ci va, e mi ha proposto di andare con lui!>> Bene! Il ragazzo sta evitando con maestria il mio tosa pecore. (Che tra l'altro non ho).
Sorrido a Carrie, <<potreste darmi un passaggio all'andata? E... posso dire a mia madre che resto a dormire da te?>> Le chiedo e lei annuisce convinta.
Le lezioni alla fine volano, e io mi sorprendo sempre più spesso a pensare ad un paio di occhi verde mare nei quali mi piacerebbe perdermi.


  
<<Sono tornata!>> Grido aprendo la porta. Dal soggiorno si sente il volume della televisione acceso. Mio padre come suo solito si è addormentato sul divano, con una montagna di lattine di birra vuote intorno. Sospiro e, facendo attenzione a non svegliarlo, raccolgo le bottiglie e le butto nel secco. Preparo la pasta, attenta a non svegliarlo, quando si ubriaca bisogna lasciarlo stare, altrimenti comincia a diventare violento.

Molto. E si ubriaca spesso. Quasi ogni pomeriggio lo trovo così e non so più che fare.  Mia madre non dice mai niente, secondo me ha paura di lui. Purtroppo ha ragione. Si tratta di un uomo senza regole, un'auto senza freni né controllo che precipita da una ripida discesa, dritta dritta verso lo strapiombo del coma etilico, impossibile da salvare.

Dopo mi chiudo in camera e, siccome sto continuando a pensare a lui in continuazione, prendo Instagram e cerco Dorian Sepherd. Mi vengono fuori diversi risultati di cinquantenni che scarto subito, Dorian è un nome antico, rifletto. Lui è l'unico ragazzo che conosca con questo nome. Alla fine trovo un profilo che potrebbe essere quello giusto. Il Nikname è DoSerianPhe, solo lui può fare un tale mappazzone con il suo nome e il cognome e andarne pure fiero.

Scorro le immagini e mi viene da sorridere, ha postato pochi selfie, per lo più vedo immagini di paesaggi e una moto che è inquadrata in tutte le foto. E così il tipo ha anche una moto! Quanto lo invidio! Anche io ne vorrei molto una, ma i miei genitori non vogliono farmi fare il patentino. Credo che abbiano paura che un giorno io decida di scappare e non mi faccia vedere più, e forse hanno ragione.

Ho solo voglia di andarmene quando mio padre fa le sue solite sfuriate da ubriaco, o quando entro in camera di mio fratello e lo trovo a piangere accanto alla finestra perché nostra madre lo ha denigrato di nuovo dandogli della nullità. Non è una bella famiglia, per niente. E ho solo paura che le cose possano peggiorare nel tempo.
Sospiro e mando un messaggio a Carrie, chiedendole di uscire, ma mi risponde subito di essere con Raphael e beh... chi sono io per separarli?

Sento bussare sommessamente alla mia porta. Thomas entra piano attento a non fare rumore. Ha un grosso livido violaceo sull'occhio destro. <<Che hai fatto?>> Gli chiedo abbracciandolo con dolcezza mentre scoppia in lacrime contro la mia spalla. <<Hai di nuovo fatto rissa con qualcuno?>> Lui annuisce e io vado a prendergli del ghiaccio. Vorrei sapere chi sia stato per fargliela pagare, ma so già che mio fratello non me lo dirà.

Funziona sempre così, io non gli faccio domande quando lo vedo coperto di lividi e lui non ne fa a me quando dalla camera adiacente alla mia mi sente piangere disperata. Ha tre anni in meno di me, quindi quattordici, e non se la passa bene. <<Aly... c'è una festa domani sera... tu ci vai?>> Mi chiede e io annuisco.

<<Vorrei venire anche io, ma per i primini c'è bisogno che qualcuno di quarta o quinta li accompagni...>> Lascia la domanda in sospeso e non servono parole per fargli capire che sfrutterò il mio vantaggio di sorella maggiore per accompagnarlo. Ho diciotto anni per qualcosa, o no?
Passo il resto del pomeriggio a studiare, e mi perdo momentaneamente nei miei ricordi.

Mi trovo in prima elementare, sono una bimba allegra e spensierata, ma non conosco nessuno perché ci siamo appena trasferiti e sono troppo timida per andare a parlare con le mie nuove compagne di classe. Mi dondolo da sola su un'altalena del parco giochi dove ci hanno portate, invidiando le altre bambine che si rincorrono spensierate. La cosa peggiore della solitudine per me non è stare da sola, sto bene con me stessa. Il problema è che mi vergogno a farmi vedere sola in un angolo, credo che mi giudichino, ma non so che fare, mi dondolo avanti e indietro, disegnando stelline su un bloc notes. All'improvviso un bambino viene a sedersi accanto a me. Ha i capelli biondo oro e dei furbi occhietti scuri che creano un contrasto particolare con la carnagione pallida.

<<Cosa stai disegnando?>> Mi chiede e io gli mostro orgogliosa il mio lavoro. Non è niente di che, però mi piace. <<Perché le stelle?>> Cerco le parole per spiegare. <<Perché mi rappresentano.>> Dico infine.

Lui sembra curioso e mi incita a continuare, io ho paura di dire la cosa sbagliata e farlo andare via, ma alla fine ammetto: <<Sono tante, ma sono tutte lontanissime l'una dall'altra, sono sole, ecco. Anche io sono sola, non ho amici.>> Lui mi sorride e mi viene naturale farlo anche io di rimando, come uno specchio.

<<Ma tu non sei sola! Un amico ce l'hai! Mi chiamo Niklaus, e da oggi sarò il tuo migliore amico! Sarò il migliore amico migliore del mondo!>> Mi dice e io rido. <<E va bene allora, però Niklaus non mi piace, se vuoi essere mio amico ti devi lasciar chiamare... Nik! E io sono Alyssa>>

Lui sembra rifletterci su, poi mi porge la mano: <<solo se ti lasci chiamare Alya.>>
Gli prendo la mano e la stringo. <<Perfetto! Allora da oggi giuro solennemente di essere il tuo migliore amico!>>

Io sorrido e ripeto: <<Lo giuro anche io.>>
E ci credevo davvero, avevo visto le mie stelle riflesse nei suoi occhi scuri, e avevo pensato che le stesse stelle erano impresse nei miei.

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