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By directioner1020ds

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Mi sentivo imprigionata in un castello di sabbia, non ero mai riuscita a costruire nulla di saldo nella mia v... More

Waves
Prologue.
01. - Pilot
02.
03.
04.
06.
07.
08.
09.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.- S2
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
Waves - S3
46.
47.
48.
49.
50.
51.
52.
53.
54.
55.
56.
57.
58.
59.
60.
61.
62.
Epilogue.
Ringraziamenti.
Avviso.

05.

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By directioner1020ds

Making enemies can't be a blessing...”
 ~~~~~~~~~~~~~𓆉︎~~~~~~~~~~~~

  
  
 
 
«...L'ufficio Esclamò dal nulla John B attirando l'attenzione su di se. E tutti lo guardammo confusi

«Cosa?» dissero all'unisono Pope e Kie.

Il ragazzo si alzò in piedi ed entrò dentro casa, tutti insieme lo seguimmo «L'ufficio di mio padre. – continuò a girare per la casa – Lo teneva sempre chiuso a chiave perchè temeva che la concorrenza gli rubasse le sue ricerche sulla Royal Merchant. Lo deridevano perchè pensava sempre che stesse per trovarla, ma ora che è scomparso io... l'ho tenuto così come l'aveva lasciato.» ci fermammo davanti ad una porta, chiusa da una serratura con lucchetto che iniziò ad aprirle.

«Sì, per quando tornerà.» Gli disse dolcemente Kie, poggiandogli una mano sulla spalla.

«Ho dormito qui circa seicento volte ma non ho mai visto questa porta aperta.» aggiunse Pope guardandosi intorno una volta entrati nella stanza.

«Ecco, guardate.» Disse John B tirando giù dal muro una bacheca con diverse foto e bigliettini attaccati al di sopra. La posò su uno dei tavoli al centro dell'ufficio «Lui è il primo proprietario.» indicò un immagine che rappresentava un uomo con in mano proprio quella bussola.

«Robert Q. Routledge 1880-1920.» lessi io ad alta voce.

«Uh, ecco la bussola della fortuna.» Kiara notò l'oggetto nella foto e lo indicò.

«Veramente gli spararono dopo che l'ebbe comprata... poi la bussola fu rispedita a Henry.» spostò il dito e tutti lo seguimmo con lo sguardo

Henry P. Routledge 1919-1942.”

«Che morì in un incidente con un aereo agricolo» tutti ci guardammo perplessi ma lo lasciamo continuare.«Dopo la sua morte la bussola venne data a Stephen»

Stephen W. Routledge 1943-1974.

«Stephen l'aveva con se quando mori in Vietnam.» continuò

«Morì anche lui in battaglia vero?» avevo un po' paura di sapere la risposta a dir la verità.

«Più o meno, fu ucciso da un camion di banane in paese.
Comunque, dopo passò la bussola a lui, mio padre.- John B indicó una foto che ritraeva l'uomo dalla folta barba mentre sorrideva.

«Sembra ci sia un tema ricorrente...» disse JJ

«Hai una bussola della morte» dissi io guardando quella cosa.

«Sì, è maledetta.» confermò JJ.

«Non è vero.» mi guardò John B che si trovava al mio fianco

«É proprio una bussola della morte John B, é maledetta.» Continuò Pope.

«Devi liberartene»

«È maledetta ed è riuscita a tornare da te.»

«Mio padre mi parlava sempre di uno scompartimento, i soldati lo usavano per nasconderci note segrete.» continuò iniziando a svitare la bussola, una volta aperta ce la mostrò:

«Che cos'è quello?» indicai

«Non c'era prima. È la calligrafia di mio padre!» John B spalancò gli occhi

«E come fai a saperlo?»

«Perché fa questa strana R, guarda.» mi mostrò «Posso vedere? Red- no, a me sembra che sia una A.-

«Dice Redfield, JJ.» Parlò Kie dopo aver esaminato la scritta.

«Beh, cos'è Redfield?» domandò in seguito JJ «-Oltre al nome più comune della contea?» aggiunsi io

«Magari è un indizio per scoprire dove si nasconde...

«Un indizio? Andiamo...»Kiara squadrò Pope scoraggiandolo.

«Magari se fosse un indizio potrebbe essere un anagramma?» continuò lui

«Perfetto, un anagramma! Ti serve un foglio, ecco.» disse entusiasta John B facendo il giro del tavolo, passò il foglio a Pope che prese una matita ed iniziò a scrivere.

«Come fai a concentrarti con quel coso che canta continuamente?» domandò Pope fermandosi ad ascoltare il verso dell'animale.

«JJ adora il gallo!» si giustificò John B

«Dopo un po' è snervante» Intervenni io andando verso la finestra. Diedi un'occhiata al pollaio che si trovava verso le a fine del giardino ma pochi secondi dopo vidi arrivare un SUV nero. Non appena me ne accorsi rimasi a guardare confusa

«Ragazzi... C'è qualcuno...» Dissi e JJ per primo mi raggiunse «Merda.» imprecò JJ ed a seguire tutti si voltarono verso di noi e ci raggiunsero accanto alla finestra.

«Sono loro?» Domando Kie preoccupata guardando i due ragazzi

«Oh no...»

«Sono loro?!» chiesi di nuovo agitata.

«John B io te l'ho detto... te l'avevo detto.» Iniziò a mormorare JJ ed io e Kie ci guardammo spaventate

«Hey! Hey, guardami. Dov'è la pistola?» disse il moro schiacciando JJ al muro

«La pistola? Io, io ce l'avevo...»

«Non hai la pistola l'unica volta che ci serve!?» domandò Kie alterandosi.

«Kie, calmati! – Le impedii di andare ad uccidere il biondo, mi voltai poi verso quest'ultimo – JJ pensa a dove diamine hai messo quella cazzo di pistola» ringhiai guardandolo da dietro le spalle di John B

«Era nello zaino, e poi...» disse e John B lo spinse di nuovo «È sulla veranda, vai!» lo incitò.

«Cosa?! Lo stai realmente mandando a prenderla?!» Sbottai io guardando il moro. Era un'idea a dir poco assurda lasciarlo uscire dall'ufficio in quella situazione, da solo.

«Sta tranquilla» mi rassicurò il biondo con un mezzo sorriso prima di uscire.

«John Routledge! – la voce di un uomo gridò da fuori casa facendomi congelare il sangue nelle vene e perdere un battito. – Vieni subito fuori! Dov'è la bussola?!»

«Dov'è la pistola?» Domandò John B una volta che JJ tornò nella stanza correndo.

«Sono sulla veranda ragazzi, lo non sono- » cercò di spiegare jj

«Non preoccuparti.» dissi io nonostante si vedesse da lontano un miglio la mia paura.

Mi guardai un po' intorno pensando ad un modo per andarcene. Ci spostammo tutti verso la finestra, e subito JJ e Pope gli si gettarono contro di essa cercando di aprirla. Ma era bloccata.

«Sbrigatevi!» disse Kie

«Che succede? Perchè ci mettete tanto?» domandò John B.

«È incollata sala vernice!» Esclamò JJ guardando nervosamente verso la porta.

«Routledge!»

Iniziai a cercare qualcosa di utile per aprire la finestra e dopo qualche secondo lo individuai. Kie trovò il taglia carte su una delle scrivanie e me lo passò.

«Levatevi.» Dissi facendomi spazio tra i due ragazzi ed iniziai a rompere la vernice secca attaccata al legno della finestra. Non appena finii JJ e Pope la tirarono su ed io fui la prima ad uscire attraverso la finestra.

«Veloce veloce veloce!» mi seguì Kiara ed iniziammo a correre verso il pollaio. Anche i ragazzi ci raggiunsero e velocemente ci andammo a nascondere all'interno della costruzione in legno. Ci schiacciamo verso le pareti del pollaio, per istinto decisi di sbirciare dalla piccola finestrella ma il ragazzo dai capelli biondi al mio fianco me lo impedì.

Mi ritrovai nella stessa situazione in cui mi ero già trovata il giorno prima sulla loro barca: tutti noi che ci nascondevamo per sfuggire a due psicopatici armati di pistole, la mia schiena appiccicata al petto di JJ ed il mio corpo che non smetteva di tremare.

Stavo sudando freddo.

Kie iniziò a piangere in silenzio mentre il gallo che si trovava in mezzo a noi che continuava a cantare.

Afferrai la mano del biondo e la strinsi nella mia, avevo bisogno di conforto o sarei impazzita. Lui ricambiò la stretta e notando il mio stato di terrore sbottò: «Pope fa' qualcosa, qualsiasi cosa. Fallo stare zitto!»

«Che cosa dovrei fare?!» rispose il ragazzo sussurrando.

«Parlagli, accarezzalo, qualcosa... non lo so!» Pianse Kiara cercando di non farsi sentire troppo.

«JJ fa qualcosa ti prego» sussurrai tremando e vedendo il gallo venire nella nostra direzione. Con uno scatto lo afferrò tenendolo fermo a terra.

Alla vista della scena mi scappò un singhiozzo ed immediatamente portai le mani a tapparmi la bocca. Chiusi gli occhi cercando di calmarmi, sentimmo lo schricchiolio di qualcosa e calò il silenzio più totale. Aprii gli occhi lentamente e vidi JJ guardarsi palmi delle mani che tenevano ancora stretto il collo dell'animale.

Era mortificato, lo lessi nel suo sguardo.

Non riuscii a fare a meno di piangere, continuavo a tremare e sentivo il mio cuore battere all'impazzata. JJ mi guardò e tornò da me stringendomi in un abbraccio. Poggiai la guancia sul suo petto e riuscii a sentire il suo battito del cuore, questo mi tranquillizzò in qualche modo, ma non appena sentii i passi dei due uomini camminare per il giardino posai il viso sulla sua spalla lasciandomi andare in un pianto silenzioso. Lui mi accarezzò i capelli avvicinandomi ancora di più al suo corpo.

«Ratter! Che stai facendo, andiamo!» sentimmo urlare ed io trattenni il respiro.

Alzai la testa per guardarmi intorno; vidi Kie stringere la mano a John B e mordersi il labbro per trattenere le lacrime, il ragazzo accanto a lei cercava di confortarla, Pope stava sudando e respirava profondamente.

Alzai infine lo sguardo su JJ. Ci guardammo dritti negli occhi per quelli che furono solo pochi attimi ma sembrarono anni, con il dorso della sua mano asciugò le lacrime sul mio viso e mi fece segno di fare silenzio almeno finché non sentimmo il rumore della macchina accendersi ed iniziare ad andarsene.

Dopo esserci assicurati di non percorrere alcun pericolo uscimmo da quel pollaio e spinti da John B montammo sul suo van. La tensione in quel momento era talmente tanta che poteva tagliarsi con un coltello, eravamo tutti ancora troppo scossi per poter riuscire a parlare.

Kie era seduta davanti con John B alla guida, mentre JJ, Pope ed io ci sistemammo dietro.

Nessuno aveva intenzione di parlare.

Ero seduta ai piedi di JJ, avevo la testa poggiata alla sua gamba mentre cercavo di metabolizzare tutte le cose che mi erano appena accadute in una sola mattinata.

Sentii lo sguardo di Pope addosso, aprii gli occhi che fino a quel momento tenni chiusi, per guardarlo.

Dal suo labiale lessi un “è tutto okay?” ed annuii debolmente in risposta. Iniziai ad intrecciare i miei lunghi capelli, era una cosa che mi aveva sempre rilassato sin da quando ero bambina, dopodiché sospirai pesantemente.

«È ovvio, vero?- John B spezzò il silenzio attirando l'attenzione di tutti. – Un cimelio di famiglia, non c'è posto migliore per nascondere un messaggio e sapeva che sarebbe ritornata a me!»

«Sì, è possibile.» rispose Kie non molto convinta

«È possibile anche che tu ti stia inventando strane teorie per aiutarti.- disse timoroso Pope rigirandosi la bussola fra le mani. – Sai... per aiutarti a superare la tristezza.»

«Sapete come faccio io ad affrontare la tristezza, mi faccio una canna, è così che faccio.» Disse JJ con un tono più che ovvio e lo guardai male.

«Non c'è nulla di male nel voler tentare John B – cercai di essere di conforto – Ma devi capire quando è il momento di smettere...»

«Non me lo sto inventando, okay? Mio padre sta cercando di mandarmi un messaggio.» disse il ragazzo continuando a guidare

«Se ti aiuta a crederlo, John B.» disse Kie guardandolo con quasi della compassione

«A me non serve una seduta di psicoterapia, okay? Non sto impazzendo.» disse lui iniziando ad alterarsi.

«Non ci sarebbe niente di male...»

«Hey – Scagliai un leggero pugno sulla gamba di JJ per attirare la sua attenzione – Ti prego.» sussurrai guardandolo male.

«Sentite, mio padre è scomparso va bene? Scomparso. Voi non capite cosa si prova quando una persona cara sparisce e non sai cosa le sia successo, ti svegli ogni mattina chiedendoti dov'è...»

«Ormai è quasi un anno, John B.» Mormorò Kie triste.

«Hey, potrebbero averlo rapito. È una possibilità.» Parlò JJ facendomi sorridere leggermente. Era sorprendente come riuscisse a spezzare delle situazioni del genere con qualche sua battuta.

«Si, forse è da qualche parte in un sottomarino russo interrogato dal KGB.» continuò Pope

«Assolutamente si, oppure è ad Atlantide» aggiunse il biondo prendendola un po' troppo sul ridere.

«Andiamo ragazzi... – li ripresi prima di affacciarmi verso i sedili anteriori – Quale pensi che sia il messaggio?» Domandai guardando John B.

Lui mi lasciò un'occhiata e sorrise leggermente, felice che qualcuno fosse veramente interessato alla sua ricerca.

«Redfield, il faro di Redfield. Il posto preferito di mio padre» John B rispose prendendo la strada che ci avrebbe condotto verso il faro.

Arrivati a destinazione scendemmo dal van, quasi automaticamente ognuno di noi ispezionò la zona, solo per essere certi che nessuno ci avesse seguito. Guardai il faro meravigliandomi di quanto potesse essere alta una costruzione del genere. Soffrivo leggermente di vertigini, ma questo non mi avrebbe fermato.

«Bene, tu. – Esordì John B indicando JJ. – Tu resterai qui a guardare se arrivano i cattivi.» gli ordinò «Aspetta, perchè io?» domandò irritato il biondo.

«Perchè tu non verrai» rispose ovvio John B

«Perché?» protestò JJ

«Ci sono variabili indipendenti e dipendenti, tu sei una variabile indipendente» disse Pope ed io e Kie lo guardammo confuse, entrambe non avevamo la minima idea di cosa volesse dire.

«Sta zitto» sputò il biondo e i due iniziarono a discutere finché non intervenne John B «Sentite. Statemi a sentire, okay! Pope tu resterai qui con JJ. Se ci separiamo ci rivediamo a casa di JJ – Disse guardando i ragazzi, poi indicò me – Kate, tu resterai qui a controllare questi due»

«Cosa?! Lasci lei al comando?» disse scioccato JJ.

«In questo momento è la più affidabile.» rispose John B iniziando ad andarsene con Kie.

«Sai cosa sei John B?» disse JJ nonostante il ragazzo dai capelli castani continuava a dargli le spalle

«Ti prego sta zitto» si lagnò Pope ed io li guardai divertita ma il biondò continuò fregandosene: «Sei un idiota soggiogato dal genere femminile!» alzò leggermente la voce per farsi sentire ed in risposta John B mostrò il suo dito medio senza voltarsi.

Il biondo iniziò a palleggiare con un sassolino ed io rimasi a guardarlo seduta sul van.

«Quindi ti sei appena fatta nemica la famiglia reale dei Kooks» disse Pope guardandomi.

«Credo proprio di sì...» risposi

«Perché sei dispiaciuta? Credo sia una benedizione!» disse JJ concentrato su sassolino che continuava a calciare.

«Farsi dei nemici non può essere una benedizione JJ» disse Pope.

«Soprattutto se è colpa tua» aggiunsi io e JJ mi guardò, smise di giocare e si sedette a terra con le gambe incrociate, proprio davanti a me, come un bambino.

«Adesso voglio i dettagli» disse.

«Ve l'ho già spiegato ragazzi, ho fatto la mia scelta e queste sono le conseguenze» scrollai le spalle guardando Pope e lui annuì.

«E con Rafe?» domandò ancora JJ e Pope lo squadrò poggiandosi alla portiera del van con le braccia incrociate al petto.

Mi chiesi per quale motivo gli interessasse così tanto, ma poi mi ricordai che stavo parlando di JJ, qualsiasi cosa facesse scalpore o creasse drama tra delle persone gli interessava, era un ficcanaso.

«Il nostro rapporto non andava...» mi limitai a dire

«Non scopavate?» chiese diretto

«JJ!» lo riprese Pope con gli occhi spalancati ma io scoppiai a ridere guardandolo.

«No JJ, non era quello il problema... È solo che pensavo fosse più maturo di quel che è realmente» dissi concludendo con un leggero sorriso.

«Detesto quel ragazzo» commentò Pope.

«Io detesto la sua razza» disse JJ e risi di nuovo leggermente, quel ragazzo considerava realmente i kook come una vera e propria razza differente dalla nostra.

«Ma cazzo, se sei stata tu a piantarlo hai tutta la mia stima.» si alzò in piedi e mi fece un inchino, poi con fare galante mi porse la mano, la afferrai e mi aiutò ad alzarmi in piedi. Mi fermai davanti a lui e notando per l'ennesima volta la nostra evidente differenza di altezza sorrisi divertita.

Pope era lì a fissarci con uno strano sorrisetto in viso.

«Siete adorabili-» venne interrotto però dal suono di una sirena. Ci voltammo di scatto verso la strada e spalancammo gli occhi. Con uno scatto entrammo nel van e Pope mise in moto.

Facendo forza sulle gambe chiusi la pesantemente portiera scorrevole «Kie e John B?» domandai tenendomi forte alle pareti del furgone per via della rumorosa sterzata che fece JJ alla guida.

«Ce la faranno» mi rispose Pope mentre io lanciai un'occhiata fuori dal finestrino sperando che i due ragazzi riuscissero a cavarsela.

Un giorno di quelli sarei finita in prigione, o almeno uno di noi lo avrebbe fatto, me lo sentivo...

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