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"I kinda owe her

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"I kinda owe her..."
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«Okay, puoi farcela Kate, puoi farcela.»

Chiunque mi avrebbe preso per pazza vedendomi lì, mentre camminavo avanti ed indietro nel vialetto di casa mia, parlando da sola.

Ma avevo un'ora.

Una sola ora per riuscire a parlare con i miei genitori e convincerli a lasciarmi partire per il Sud America.

Il pilota sarebbe arrivato alla pista tra meno di 57 minuti a partire da quel momento.

Mi stavo solo esercitando, dovevo cercare di essere convincente, più di ogni altra volta. E fortunatamente avevo un piano;

«Bene. Mamma? Papà? - Finsi di parlare con loro guardando un punto indefinito avanti a me - Voi ricordate quando Marley è morto? Per distrarmi voi avete deciso di portarmi a Disneyland. Avevo dieci anni, ma anche adesso ne ho passate tante e avete ragione, ho bisogno di cambiare ambiente ma anche solo per qualche giorno...»

Per farvelo sapere, Marley era il mio gatto, un semplice gatto siamese dal pelo bianco e gli occhi azzurri. Era stato il mio migliore amico da quando ero nella culla. Ma poi un giorno, morì per colpa di un incidente, causato da JJ; stava andando in bicicletta e, passando davanti casa mia, iniziò a rincorrerlo, Marley finì in mezzo alla strada e venne investito dal furgoncino del postino.

JJ mi raccontò la vera versione della tragedia dopo anni, solo grazie ad un "obbligo o verità" ma non ero ancora riuscita a perdonarlo.

Ma torniamo alla mia elaboratissima scusa che avrebbe convinto i miei genitori a lasciarmi partire per l'Orinoco...

«Quindi, ho valutato le mie scelte e... Ho deciso di partire per il Sud America... Per distrarmi.» aggiunsi poi.

Sorrisi soddisfatta di me stessa e provai ad autoconvincermi che tutto sarebbe andato nel verso giusto.

Poi mi voltai verso il portico di casa mia e la mia espressione cambiò di colpo.

Non avrebbe mai funzionato.

Ma perché lasciarsi sopraffare dal mio spirito paranoico ed estremamente pessimista?

Tutto sarebbe andato bene.

Camminai verso la porta di ingresso, mi sorprese trovarla aperta. I miei genitori dovevano essere a casa, sperai di trovarli lì altrimenti sarebbe stato tutto molto più complicato.

Entrai in casa e mi guardai intorno «Mamma? Papà? Ci siete?» alzai la voce percorrendo il corridoio.

Controllai sia in cucina che in soggiorno ma non c'era traccia dei miei genitori, allora diedi un occhiata all'orario e, dato che fossero solo le otto di mattina, credetti fosse meglio andarli a cercare nel piano superiore. Magari erano ancora in camera da letto.

𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora