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"If they can make you happy then they are the right choices

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"If they can make you happy then they are the right choices."
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Rischiereste mai la vita per qualcuno?

Per qualcuno che amate talmente tanto da essere disposti a perdere tutto?

Per qualcosa o qualcuno che vi rende felici?

Non parlo di una questione di vita o di morte, si tratta di sopravvivenza. Perdere quel che noi definiamo "tutto" per niente è una cosa che ci ucciderebbe all'istante, ma perdere tutto per qualcosa, per qualcuno che noi amiamo, farebbe nascere in noi un'istinto di sopravvivenza che ci darebbe la possibilità di andare avanti nonostante ogni difficoltà.

Non avevo mai perso qualcuno, non sapevo cosa facesse provare quel sentimento che ti fa sentire solo al mondo; ma un ragazzo di quasi diciassette anni dagli occhi color nocciola, capelli castani leggermente mossi, con un cuore d'oro e l'animo gentile stava vivendo tutto questo.

John B da quasi un anno aveva perso suo padre. Scomparve in mare e nessuno lo vide più per nove mesi. Ogni sera, ogni mattina, ogni momento della giornata quel ragazzo si domandava dove potesse essere suo padre, se stesse cercando di tornare, se fosse ancora vivo; non aveva la certezza di nulla eppure la sua speranza di rivederlo era salda, avrebbe rischiato di perdere tutto pure di ritrovarlo. E lo stava facendo...

Dopo l'avventura al faro io ed i ragazzi ci dividemmo per l'intero pomeriggio e decisi di tornare a casa mia. Stentavo a credere che tutto quello che successe in quella giornata accadde veramente, la mia mente non riusciva quasi ad elaborare il tutto.

Per non attirare l'attenzione di nessuno dei miei genitori, presi la chiave di riserva nascosta nel vaso posizionato sotto il porticato ed aprii la porta sfilandomi le scarpe ancora sporche di terra o qualsiasi cosa si trovasse all'interno del pollaio in cui quella mattina avevamo rischiato di morire per uno stupido pollo.

Vidi mio padre girato di spalle verso il bancone della cucina e decisi di percorrere il corridoio d'ingresso in punta di piedi cercando di non farmi sentire.

«Ciao Katherine» la sua voce mi fece sussultare, non si voltò nemmeno e mi aveva appena chiamato con il mio intero nome, era appena arrivato il momento della predica.

«Ciao Christopher» usai il suo stesso tono per spezzare l'atmosfera. Lui si voltò ed Incrociò le braccia al petto poggiando il suo corpo robusto al bancone della cucina. Mi guardò serio ed io in risposta sfoggiai il mio sorriso più innocente.

Christopher Joel Douglas, "Chris" per gli amici, mio padre.

Nonostante il suo passato da giovane re dei Pogues, solo con le sue forze era riuscito a guadagnarsi una vita da Kook, o quasi...

𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora