Vivere in un sogno

By Roxy-00

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"A volte bisogna stare attenti a ciò che si desidera." ~ Zelja Moose è una ragazza di appena vent'anni con un... More

Il regalo
Uno strano risveglio
Ristoro
La grande notizia
L'inaugurazione
Compere e scoperte
Orgogli e ferite
Il ballo
Il patto
Diversi ideali
Passeggiata
Pirati
In Biblioteca
Paura
Promessa
Regole
Essere pronti a tutto
Nozione base
Attacco e Difesa
La voce della conoscenza
Malore
Piccoli sorrisi
Tecniche di lotta
Polpette di cinghiale
Star meglio
Attacco di panico
Timori
Ansie
Una vecchia storia
Aprirsi
Il piano
Il trenino
Il compleanno
Balli senza regole
Stella Polare
Capitano Jeremia Manto Scuro
Biglietti
Cinematografo

Chiedere aiuto

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By Roxy-00

Ieri notte è stato pazzesco, quei bambini non la smettevano di parlare e giocare con il piccolo Thatch e quel cucciolo si faceva fare di tutto da quelle piccole manine. Sorrido a quelle immagini mentre mi stiracchio. Il piccolo Timmy è un bambino così speciale, tanto timido da parlare solo attraverso Cindy. Non si fida ancora di me ma ha voluto invitarmi al suo compleanno e i bambini sono proprio il mio punto debole, come potevo dire di no ad un faccino del genere? Certo, ora mi trovo in un bel casino ma... ho tutte le intenzioni di mantenere la mia promessa. Scendo dal letto con un balzo e mi dirigo al bagno per darmi una rinfrescata e indossare tutta quella moltitudine di panni, do una sistemata veloce ai capelli e mentre mi guardo allo specchio penso a cosa potrei regalare al piccolo festeggiato.

Non credo che in casa abbiamo giochi per bambini, ed anche se li avessimo, io ed Elisabeth eravamo due bambine e non credo proprio che di questi tempi facessero giocare due femminucce con giochi da maschietti. Dovrò comprargli qualcosa, ma non posso nemmeno esagerare o dare nell'occhio con un regalo troppo costoso. Mi sa che dovrò chiedere qualche moneta a mio padre e qualche consiglio ad Elisabeth su dove acquistare questo genere di cose. Il tutto prima di stasera. Mi do due schiaffetti sulle guance e mi metto in piedi, va bene così, forza Zelja! Puoi farcela. Esco dalla mia camera e mi dirigo al piano di sotto, con mio stupore noto che al tavolo per la colazione oltre alla mia famiglia c'è seduto anche Barnabus.

"Buongiorno famiglia, buongiorno Barnabus. Qual buon vento vi porta qui di prima mattina?" sorrido.

Lui si alza, si avvicina a me e mi bacia la mano aiutandomi a scendere gli ultimi scalini "Prima di dirvelo, posso complimentarmi con voi?" ricambia il mio sorriso "Siete splendida anche di prima mattina, Zelja."

Scuoto la testa con una piccola risata divertita "E voi siete un grande adulatore." vado verso il mio posto con gli sguardi civettuoli di mia madre e mia cugina puntati addosso.

L'uomo mi segue divertito sedendosi nuovamente dov'era poc'anzi "Sapete che vengo a trovare vostro padre ogniqualvolta mi è possibile. Ma oggi sono passato anche per ridarvi questo." avvicina a me con una mano il libro che gli avevo dato un po' di tempo fa.

"Oh, lo avete finito?" per prenderlo sfioro involontariamente la sua mano, faccio finita di niente "Vi è piaciuto?" chiedo curiosa.

Lui guarda le nostre mani e poi me "Pensavo, se lei me lo concede, di raccontarvi tutto durante un'uscita." porta gli occhi anche su mia madre, che non accenna ad interromperlo, anzi gli fa cenno di continuare. Solita.

Uso questo momento a mio favore "Potrei... ma solo se lei si ricorda della domanda che le ho fatto quando le ho dato quel libro."

Lui ci riflette attentamente, il suo sguardo passa dal farsi serio a di nuovo quel sorriso cordiale "Certo, ricordo ogni cosa vi riguardi."

Bene, potrei avere altre risposte dal suo racconto. Oltre a quelle già datemi dalla zia Terry "Allora accetterò di uscire con voi se parleremo anche di quello, siete d'accordo?" allungo una ma mano.

Barnabus mi guarda seriamente, poi ride e allunga la mano prendendo la mia "Affare fatto."

Gliela stringo "Affare fatto." ripeto.

Lui mi lascia la mano e guarda mia madre "Kery, cara, vostra figlia è la degna erede di suo padre." commenta l'uomo di fronte a me.

Mia madre alza gli occhi al cielo "Oh sì, ha preso sicuramente più tratti distintivi da lui che da me." sospira "Non che mi dispiaccia, sia chiaro. Mio marito è un uomo fantastico e degno di ogni lode ma i suoi tratti avrebbero vestito meglio Zelja se fosse stata un uomo." mi guarda con un cenno di rimprovero.

Sto per risponderle ma Barnabus mi precede "Mi creda, Kery, non ho mai visto nessuna donna vestire meglio tali aspetti. Dovrebbe esserne orgogliosa."

Lei lo guarda stupita, io sono soddisfatta "Oh, visto madre? C'è qualcuno che apprezza i miei modi di fare."

Mia cugina si riprende dalla tranche in cui era e mi guarda assottigliando gli occhi "Ehi! Anche io ho sempre apprezzato i tuoi modi di fare!"

Ciò mi fa ridere "Dai Eli, sai a cosa mi riferisco. Tu non potresti essere sostituita da nessuno."

Lei alza il mento con fare altezzoso "Sia meglio."

Ridacchio leggermente, mia madre invece con un espressione ancora fin troppo seria, alza la campanellina e chiama la colazione. Quando scende anche lo zio Julius, le chiacchiere si spostano del tutto sul lavoro che svolgono al porto. Non presto molta attenzione, sono ancora immersa nei pensieri che riguardano stasera. Andrò con gli stessi abiti di sempre, non posso cambiare look all'improvviso o presentarmi con qualcosa di troppo nuovo, quindi oltre al regalo non dovrò fare molto altro. Oh! Invece si! Guardo mia cugina, dovrà aiutarmi non solo con il dono per il piccolo Timmy ma anche a sgattaiolare fuori di casa senza che nessuno mi noti. So che un giorno mi costerà caro tutto ciò, ma Elisabeth non è una ragazza che fa pazzie, quindi fino ad allora il mio debito con lei sarà da saldare. Quando la mamma, lo zio Julius e Barnabus, ci lasciano per dirigersi ai loro doveri lavorativi, i miei occhi si poggiano su mia cugina. Lei si volta verso di me e io le sorrido.

"Oh no... odio quando mi guardi in quel modo."

Sorrido ancora di più "In quale modo?"

"Smettila di sorridere, non funziona il faccino d'angelo con te!" scuote la testa "Sembri una psicopatica pronta a programmare la morte di qualcuno."

Alzo gli occhi al cielo e rido "Che esagerata."

"Su, in che guaio ti sei cacciata questa volta?" domanda con tono rassegnato.

"Non mi sono cacciata in nessun guaio, devo solo chiederti un favore."

"L'ultima volta che mi hai chiesto un favore ti eri appena messa in una catastrofe! In cui sei ancora per di più!" esclama.

"Touchè." alzo le spalle "Ma ti giuro che questa volta non è così, anzi, è anche una cosa bella in realtà. Allora? Mi aiuterai?"

Annuisce leggermente sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Va bene, va bene, sai che non riesco a dirti di no. Su, parla."

"Ieri, mentre ero con Terence, abbiamo incontrato tre bambini. Li avevo già conosciuti un po' di tempo fa, ce ne sono molti altri, ma loro in particolar modo sono stati molto cordiali nei miei confronti. Il più piccolo, Timmy, stasera festeggerà il suo settimo compleanno e... mi ha invitata." dico con una leggera nota di emozione nella voce, ero davvero felice di vedere il sorriso su quei volti.

"Timmy? Che nome tenero." sorride Elisabeth.

Annuisco "Lo conosco davvero poco, ma si vede benissimo che è un bambino dolcissimo e molto timido."

"Ce ne sono molti?" mi domanda"Di bambini intendo." aggiunge.

"Si. Sono poveri, non sterili." ripeto la frase che mi disse Terence con un leggero brivido lungo la schiena, ora capisco cosa intendeva "Andrebbero aiutati."

Eli poggia una mano sulla mia "Ma tu non puoi fare miracoli, Zelja."

"No, non posso farli." ma troverò un modo.

"Non mi hai ancora detto in cosa devo aiutarti, comunque." cerca di riportare la conversazione sull'argomento principale.

"Ho bisogno di prendere un regalo al piccolo Timmy ma non posso prendergli nulla di troppo costoso, deve essere qualcosa che richieda una spesa minima. Altrimenti darei troppo nell'occhio."

Elisabeth si passa una mano sotto al mento, il suo sguardo si fa pensieroso "Forse un posto c'è." mi guarda "Ma non so se ci troverai ciò che cerchi. È un piccolo negozietto dell'usato, si trova nel vicoletto accanto al negozio della signora Betty. È l'unico, non puoi sbagliarti."

Non sembra male come idea, potrei provare, altrimenti ruberò dei dolci dalla cucina. Scuoto la testa al mio stesso pensiero "Sembra una buona idea ma ho anche un'altra cosa da chiederti."

Le sue spalle crollano e ridacchia leggermente "Sembrava troppo semplice. Dai, dimmi."

"La festa di compleanno inizierà alle dieci e mezza di sera, io devo uscire da casa almeno mezz'ora prima per trovarmi lì in orario."

"Ma è praticamente quasi dopo l'orario di cena!" esclama sconvolta.

"Lo so, lo so. Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Ho bisogno che tu distragga le domestiche in qualche modo."

"Ma sei pazza?! E i nostri genitori? Non ci hai pensato?"

"Mia madre si ritira in camera sua, da mio padre, subito dopo cena. Tuo padre di solito non resta mai più di cinque minuti prima di ritirarsi nelle sue stanze."

"Gli imprevisti accadono, lo sai?" risponde.

"Devono accadere proprio stasera?" la guardo, lei non si smuove. Porto le mani congiunte davanti a me "Ti prego Elisabeth! Sei la mia unica possibilità, a chi altri dovrei chiedere?"

"E se tua madre venisse nelle tue stanze?"

"Non lo ha mai fatto!"

"Ma potrebbe farlo!" esclama.

"Sono sicura che, nel caso, troverai una soluzione." prendo la sua mano nelle mie "Per favore, pensa a Timmy."

Mi guarda per un po', poi cede sbuffando sonoramente. Tutta la sua signorilità si frantuma in quell'attimo "Maledetto il giorno in cui mi feci mettere in mezzo! Sei irrecuperabile, Zelja! Un giorno ti farai ammazzare!"

"Sembri mia madre in questo momento." la guardo divertita.

"No, la zia Kery ti avrebbe ammazzata con le sue mani piuttosto che dirti di sì!"

"Allora questo vuol dire che mi aiuterai?" le sorrido.

Lei si passa una mano nei capelli e sospira "Si, si, ti aiuterò. Ma bada bene, fa saltare un solo punto del piano che progetterò e te la vedrai da sola!"

"Seguirò il tuo piano alla lettera, lo giuro!"

"Croce sul cuore?"

Faccio un segno della croce sul lato sinistro del mio petto "Croce sul cuore!"

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