Aprirsi

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Dopo che Elisabeth si è riunita a noi, non sono più riuscita ad avere una chiacchierata da sola con la zia Terry e ciò ha impedito che lei potesse rivelarmi il nome della famiglia che aveva iniziato la divisione fra Orys e Via dell'Alba. La cosa mi ha turbata parecchio, ma adesso so abbastanza da potermi mettere alla ricerca anche da sola. Stanotte tornerò da Terence e cercherò di parlargli di ciò che mi ha detto la zia Terry. Se lui confermerà le mie parole, vorrà dire che tutto ciò che la zia mi ha raccontato è vero e che quindi a Via dell'Alba risiedono i veri proprietari di questa città a cui è stata sottratta per cattiveria, egoismo ed avarizia.

La sera arriva presto e una volta che mamma e lo zio sono tornati dal lavoro, la zia Terry li saluta e si prepara per ritornare a Gilv. Fortunatamente la pioggia è cessata nel primo pomeriggio, quindi le strade non sono fangose e ciò permetterà alla sua carrozza di raggiungere casa sua senza intoppi. Dopo averla salutata e averle promesso che saremmo andate a trovarla, ci mettiamo tutti a tavola per cenare. Dopodiché mia madre sale per vedere se papà ha o meno mangiato la sua cena. Dopo di lei, salgo anche io per darmi una rinfrescata e poi chiudermi in camera. Mi siedo alla scrivania, prendo una penna e un foglio di carta, aspetterò che tutti vadano a dormire mentre scrivo la prima parte di una delle lettere che lascerò a Zelja di Orys. Ho promesso a me stessa che le avrei detto ogni cosa e così farò, probabilmente crederà che è tutto uno scherzo, che gliele abbia scritte un pazzo ma... con il tempo capirà che non le ho mai mentito.

'Ciao Zelja, non so come presentarmi, è più difficile di ciò che immaginavo. Ti chiederai chi sono, come prima cosa, sappi che tu non mi conosci ma che io conosco te. Cerco di farla breve: io sono te. Ma non vengo da Orys e non so nemmeno come io ci sia finita in realtà. Lo so a cosa stai pensando, un brutto scherzo da parte di Elisabeth? Ma sappiamo entrambe che lei non è affatto capace di architettare uno scherzo del genere. Qualcuno che vuole farsi beffe di te? Sicuramente più fattibile di nostra cugina. Per quanto mi riguarda, potresti anche prendere tutte queste lettere e stracciarle una dopo l'altra senza nemmeno leggerle. Ma so, essendo te, che sei curiosa e che vai sempre fin infondo ad ogni cosa che fai.

Quindi, se sei arrivata fin qui, ti chiedo di continuare perché ti informerò di ogni cosa che è accaduta durante la tua assenza. Potresti odiarmi senza conoscermi perché sappi che io ho preso in mano le redini della tua vita al posto tuo. Mentre tu eri a Kinsell a compiere i tuoi studi, io mi sono ritrovata qui, nel tuo letto senza nemmeno rendermene conto. Per un lungo periodo ho pensato che io fossi intrappolata in un mio sogno, un sogno dal quale non riuscivo a risvegliarmi. Solo dopo varie scoperte ho capito di essere in un... mondo? Non lo so. Comunque in un luogo che non mi appartiene.

Sappi che ho litigato spesso con nostra madre ma pare che non fosse una cosa sconosciuta neanche a te. Nostro padre ha ereditato il porto, ora porta il suo nome e i nostri guadagni sono aumentati notevolmente. Hai un corteggiatore, si chiama Barnabus, è il braccio destro di tuo padre, ha quindici anni in più di noi e si è preso una profonda cotta per... me? Noi? Non lo so, fai tu. È un bravissimo uomo e mi è stato molto accanto, sopratutto nell'ultimo periodo.

Ti chiederai perché... beh, nostro padre non se la sta passando molto bene. Si è ammalato, ha febbre alta e continua a tossire senza sosta, perde sangue dalla bocca e i dottori non sanno cosa lui abbia. A volte sembra stare meglio altre volte sembra vicino alla fine. Ma io sono ottimista, sono sicura che si riprenderà. Lo conosci, è un uomo forte. In realtà dovrei parlarti anche di altre scoperte e di altre persone...'

Il rintoccare dell'orologio posto al piano di sotto, mi fa capire che è il momento di andare prima che si faccia troppo tardi. Prendo i fogli di carta e li chiudo in un cassetto della specchiera, nessuno deve trovarli, mi prenderebbero per pazza e non posso assolutamente far si che ciò accada. Mi cambio come ho sempre fatto, indosso quegli abiti logori che ormai mi trasformano in Kira. Prendo il pugnale nascondendolo sotto la mia gonna, poi mi dirigo al piano di sotto. Faccio tutto con calma e in modo silenzioso, come sempre. Una volta chiusa la porta alle mie spalle vado alle stalle a prendere il mio bel cavallo nero, gli accarezzo il muso, sembra felice di vedermi.

Vivere in un sognoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora