Il piano

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Mentre Elisabeth si è ritirata nella sua camera per pensare ad un giusto piano per agire questa notte, io ho ancora una persona con cui parlare. Mio padre. Dovrò chiedergli dei soldi, poche monete, sperando che io riesca a trovare qualcosa di adatto per il piccolo Timmy. Salgo le scalinate e dopo pochi passi sono davanti alla porta della camera dei miei. Ammetto di avere un po' di timore ad aprire questa porta, ogni volta che vedo mio padre in quelle condizioni mi viene un magone proprio al centro dello stomaco.

Lascio uscire tutta l'aria che avevo trattenuto senza rendermene conto. Come aprirò il discorso? Non lo so, credo che improvviserò, ormai sono diventata esperta in questo. Passo una mano nei miei capelli e poi la porto sul pomello della porta. Un giorno di questi mi caccerò in guai seri. Apro la porta ed entro nella camera: mio padre è seduto con due cuscini dietro la schiena, delle piccole lenti da vista senza stecche, semplicemente appoggiati sul naso e un libro fra le mani. Si accorge di me solo quando sente il rumore della porta mentre la richiudo.

"Buongiorno padre, spero di non arrecarvi alcun disturbo." gli sorrido mentre mi avvicino al letto.

"Zelja, mia dolce bambina, non potresti mai disturbare il tuo vecchio." mi fa spazio sul letto "Vieni, siediti."

Faccio come mi dice, mi siedo al bordo del letto. Ma lui mi fa ancora più spazio, indicandomi i cuscini al suo fianco. Ridacchio leggermente ma non rifiuto, sfilo via le mie scarpette e mi siedo accanto a lui, appoggiando la schiena a quei cuscini. Lo guardo "Come vi sentite oggi?"

"Meglio di ieri, peggio di domani." risponde semplicemente.

"Ne siete sicuro? Giurerei di aver sentito mia madre dire che avete tossito tutta la notte."

Distoglie lo sguardo dal mio "Lo sai com'è tua madre, tende sempre ad esagerare."

Poggio la mia mano sulla sua "E voi a semplificare."

Sorride scuotendo leggermente la testa "Forse è per questo che siamo perfetti insieme." poggia gli occhi fuori dalla finestra "Ancora ricordo quando la incontrai."

È la prima volta che parliamo di una cosa del genere, ammetto di essere curiosa "Ah si? E come successe?"

Mi guarda con la coda degli occhi, poi ritorna a guardare fuori "Tua madre... lei era completamente diversa dalla donna che è diventata e a tua nonna non dava per niente fastidio, alle altre donne della città invece si. Ti sorprenderà sapere che quando conobbi tua madre, aveva i capelli scompigliati dal vento, qualche foglia autunnale era caduta in essi mentre passeggiava per il Parco Millefiori. Un libro alla mano e la completa disattenzione per qualunque cosa la circondasse. Io d'altro canto, stavo passeggiando in compagnia di un paio di amici di quel tempo, ero così preso dalle chiacchiere che non mi resi conto di dove stessi mettendo i piedi. Be'... fin quando non le finii addosso. Lei nemmeno si era resa conto di nulla, troppo presa da ciò che stava leggendo. La differenza fu che io mi spostai leggermente, mentre lei perse l'equilibrio e cadde all'indietro."

Ridacchio appena immaginando la scena "Accidenti, si fece male?"

Scuote la testa "No, ma se il suo sguardo avesse potuto uccidermi sarei morto in quell'istante. Si rialzò in piedi ripulendosi la veste e mi puntò il dito dicendomi apertamente di guardare dove stessi andando. Io le chiesi scusa ma le feci anche notare che non fossi l'unico distratto, indicandole il libro che ancora era per terra. Lo raccolse subito e se lo portò al petto, sussurrò un flebile 'scusate', aggiungendo poi a tono più alto, che non fossero affari miei. Scansò me e i miei due amici e riprese il suo cammino."

"La mamma ha sempre avuto un bel caratterino." sorrido "Ma come avete fatto a rincontrarvi?"

"Alcuni dicono si tratti di destino, altri di scelte che compiamo. Io credo solo che sia stato il mio cuore a guidarmi al cuore di colei a cui si era legato." sorride "Non riuscivo a togliermi quella fanciulla scapestrata dalla testa, per quanto avessimo scambiato solo poche parole e nemmeno tanto socievoli, il suo viso era impresso nella mia mente più di quello delle domestiche che vedevo ogni giorno. Fu lì che tuo zio Julius giocò un ruolo importante senza nemmeno saperlo. Invitò tutti i suoi amici, me incluso, alla sua festa di compleanno a casa sua."

Vivere in un sognoWhere stories live. Discover now