Pirati

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Sono a letto da quelle che credo siano almeno due ore, ho sentito rumori di passi e chiacchiericci fino a mezz'ora fa. Qualcuno è venuto anche a controllare se io dormissi realmente, non so chi fosse. Ho dato le spalle alla porta e ho nascosto la testa sotto le coperte, la piccola luce che entrava nella stanza si è presto dissolata. Fortunatamente, chiunque fosse, non ha capito che stessi fingendo. Quando sono pienamente sicura che tutti dormano, mi alzo dal letto e prendo gli indumenti che avevo posto sotto di esso. Tolgo la leggera camicia da notte e la poggio sul letto, indosso la camicia abbotonando bottone dopo bottone, lasciando solo i primi due aperti. Sopra indosso l'abito ormai marroncino che si posa delicatamente sui miei fianchi, prendo anche il vecchio foulard e lo piego a triangolo, dopodiché lo metto sulla mia testa legandolo sotto il mio collo.

Vado verso il mio letto, prendo la mia camicia da notte e la metto intorno al cuscino, alzo le coperte e ce lo infilo sotto. In questo modo, chiunque fosse venuto ad affacciarsi avrebbe continuato a credere che io fossi sotto le mie coperte. Prendo le scarpe fra le mani, non le indosso per evitare di far rumore. In punta di piedi mi dirigo fino alla porta, la apro lentamente. Esco dalla stanza e cerco di richuderla senza fare baccano, piano piano avvicino la porta alla sua chiusura. Quando lascio la manica sento un sonoro 'Clack'. Mi guardo intorno più volte, non vedo nessuno avvicinarsi, forse non mi hanno sentita. Scendo le scale una ad una, ringrazio il cielo non sentendo alcuno scricchiolio. Quando sono in fondo alle scale, sento dei passi. Merda! Mi nascondo dietro il muro che divide il salotto dalle scale.

"Ti dico che ho sentito un rumore." Devono essere delle domestiche.

"Te lo sarai immaginata."

"Ignes non mi immagino certe cose!"

Sento sbadigliare "A quanto pare si, vedi che non c'è nessuno?"

"Sarà... ma se c'è un ladro la responsabilità sarà solo tua."

"Va bene, va bene, ma adesso andiamo a dormire? Altrimenti finirò per far preoccupare mia figlia."

"Si, torniamo alle camere." Sospira l'altra.

Sento i loro passi allontanarsi, quando non sento più alcun rumore aspetto ancora qualche minuto per evitare di essere colta in fragrante. Mi avvicino all'uscita e, solo in quel momento, indosso le scarpette. Mi sistemo l'abito e apro la porta con le chiavi presenti proprio all'entrata poggiate sul tavolino. Esco di casa e la richiudo, grazie alla chiave, la porta non emette alcun suono. Non posso portarmi dietro le chiavi, quindi le appoggio in uno dei due grandi vasi di fiori posti proprio ai due lati della porta. Nessuno le avrebbe mai viste. Mi allontano completamente dalla casa, quando sono abbastanza distante ispiro a pieni polmoni rilassandomi leggermente. Mi è sembrato quasi di essere una spia sotto copertura, ho avuto un'ansia e un'adrenalina inspiegabili. La parte due del piano è stata conclusa, ora devo solo recarmi al porto e successivamente dirigermi a questa strana locanda. Il problema è... come?

L'altra volta abbiamo raggiunto il porto in carrozza, se ci andassi a piedi ci metterei troppo tempo, devo trovare un altro modo. Ci penso attentamente mentre mi guardo intorno, non ho mai sentito tanto silenzio in vita mia. Ho trovato! Se abbiamo una carrozza trainata da cavalli, avremmo sicuramente anche dei cavalli da qualche parte. Deve esserci una stalla nel retro della casa, spero che sia così altrimenti davvero non saprei dove cercarli. Ritorno vicina alla casa dalla quale sono uscita e mi reco al suo retro, non pensavo avessimo tanto spazio. Noto poco lontano un'altra costruzione molto grande, mi ci avvicino. Si, è proprio una stalla! Apro le porte, la luce che entra da fuori fa girare i cavalli che mi guardano. Mi avvicino a loro guardandoli uno ad uno.

Un cavallo completamente nero attira la mia attenzione, mi avvicino a lui. Non voglio spaventarlo, sveglierebbe tutti. Allungo una mano verso di lui, indietreggia leggermente sbuffando aria su di essa. Io ci riprovo ma molto più lentamente, la tengo tesa davanti a lui. Per un primo momento non sento nulla, poi noto che si avvicina e sento il suo muso appoggiarsi sulla mia mano. Sorrido e glielo accarezzo, ha un pelo morbido e lucido. Solo a quel punto apro la stalla e prendo la sella appesa proprio fuori da essa. Gliela poggio sulla groppa, spero di ricordarmi ancora come si fa, la allaccio al meglio. Poggio un piede sulla staffa e una mano sul corno, mi faccio forza e mi siedo sul seggio, porto entrambi i piedi dentro le due staffe laterali. Spero davvero che quegli anni di equitazione da bambina siano serviti a qualcosa.

Vivere in un sognoWhere stories live. Discover now