Raccolta OS [Zenzonelli]

De Unissons

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Raccolta di One shot Zenzonelli, inventate da me, quindi poco attendibili con la realtà. I primi due capitoli... Mais

Sospeso nel tempo
Pastello bianco
The moral of the story
Col cuore in mano
That's what i like
Il cielo di Roma
I wanna be your boyfriend
Stupidi lovers
Tutta la notte
Francesco
Maledetta primavera
Perso nel buio
Wanderlust!
Mille voci
Farfalle
Sui muri
Solo
Ti dedico il silenzio
Ti amo
Si baciano tutti
Brividi
Raggi gamma (pt.1)
Raggi gamma (pt.2)
C'est la vie
Pornografia
I wanna be yours
Scossa
Vieni nel mio cuore
Una lacrima

Sogno Fragile

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De Unissons

In quel casino ci si era infilato da solo, ma se lo sarebbe dovuto aspettare.

Per una volta aveva deciso di fare l'adolescente normale, aveva deciso di godersi un sabato sera libero, il primo dopo mesi e quella sua scelta maledetta lo aveva portato a quell'istante preciso, fermo su quella piattaforma rialzata rispetto alle altre persone che lo circondavano, ma che lui non vedeva davvero.

Probabilmente se lo sarebbe dovuto aspettare, a mente lucida, avrebbe dovuto pensarci prima di proporre quella serata, avrebbe dovuto immaginare che una cosa simile sarebbe potuta accadere, soprattutto data la loro fama, il loro essere conosciuti, il loro non poter passare inosservati, soprattutto sopraelevati su una piattaforma, con la discoteca che aveva avvisato della loro presenza come a farsi pubblicità. E all'entrata, quando il proprietario si era avvicinato loro dicendogli che li avrebbe fatti entrare gratis in cambio di poter annunciare la loro presenza, Christian non si era fatto molti scrupoli, non credendo di poter davvero essere così conosciuto. Del resto lui era uscito nemmeno da una settimana dal programma, ancora non aveva avuto modo di poter davvero comprendere cosa ci fosse attorno a lui, attorno a tutto ciò che lo riguardava, anche per via di un piccolo dettaglio.

Non aveva avuto tempo, perché era stato tutto monopolizzato da Mattia.

Si, Mattia che era in giro per l'Italia quando lui era stato eliminato, ma che qualche giorno dopo, giusto il tempo che lui salutasse per bene la propria famiglia e che si riambientasse a casa propria, il biondo era arrivato a Bergamo, senza mai lasciarlo più andare.

Proprio per questo, per essere andato subito da lui, per aver ascoltato tutte le sue paranoie, per aver passato notti insonni al suo fianco affrontando tutte le paranoie che lo avevano fatto uscire da quel programma, Christian aveva deciso, quella sera, che era il momento di fare festa, di essere felici in quella serata e passarla, non in casa, da soli, in camera sua, come tutte le sere precedenti, ma di uscire e andare in discoteca, ballare, per come potevano, bere e sguazzare nelle attenzioni femminili.

Anche se l'ultima affermazione era stata fatta solo da Mattia, lasciando Christian spiazzato, su due piedi. Non che ci fosse qualcosa di strano se il biondo volesse trovarsi una ragazza, anche solo per quella serata, per passarla più in leggerezza, però fu una cosa che lo spiazzò, a cui rise in modo imbarazzato, non avendo idea di come altro affrontarla, perché loro due avevano sempre parlato di ragazze, certo, ma sempre in modo platonico, senza mai davvero affrontare il discorso della sessualità, di cosa volevano, dei loro prototipi di bellezza. Non avevano nemmeno mai parlato delle loro esperienze precedenti, non che ce ne fosse mai stato modo, ed era per questo che aveva creduto che quel discorso fosse come offlimits per loro due.

L'unica volta che avevano 'sessualizzato' una ragazza insieme, era stato quando Christian aveva detto a Mattia che fosse un peccato che lui non potesse toccare la Tocca mentre ballavano.

Fine dei loro discorsi da maschio alfa, cis ed etero.

Per questo, quindi, diceva che se lo sarebbe dovuto aspettare di vedere Mattia, quella sera, verso l'1:30 di notte, con addosso una ragazza dai lunghi capelli ricci castani, che ridevano insieme, bevevano e si strusciavano. Se lo sarebbe dovuto aspettare perché Mattia era bellissimo quella sera con addosso la sua camicia, che gli aveva rubato dall'armadio senza nemmeno chiedere, aperta fino alla bocca dello stomaco lasciando in mostra le collane e la pelle candida del suo petto, con i capelli biondi scombinati, con gli occhiali da sole che teneva indosso anche in quella stanza buia e con un sorriso mozzafiato, forse dettato dall'alcol ingerito.

Christian avrebbe voluto essere in grado di smettere di osservare quella scenetta, avrebbe voluto smettere di sentire lo stomaco bruciare e avrebbe voluto essere in grado di bere ancora per uscire di testa, per smettere di pensare e fare anche lui esattamente quello che stava facendo Mattia: divertirsi, godersi la propria gioventù.

Ma la realtà dei fatti era che a lui l'alcol nemmeno piaceva, tutti quei drink erano troppo dolci o troppo forti, non aveva mangiato abbastanza perché il proprio corpo potesse assorbire tutto senza farlo stare male e si era ritrovato a guardare propria sorella, che lo aveva costretto a prendere il drink che aveva per le mani, assicurarsi che lei non lo stesse fissando e abbandonò quel bicchiere, decidendo che non gli importava che fine avrebbe fatto, chi lo avrebbe recuperato e cosa ci avrebbero fatto. Non gli importava nemmeno dei dodici euro che ci aveva speso. In quel momento riusciva solo a fissare quella scenetta che gli si parava davanti, quel biondo che sorrideva in modo sensuale a quella ragazza che aveva le mani poggiate sul suo petto con fare decisamente provocante. Stavano troppo vicini, lei con il fondo schiena poggiato alla ringhiera di quella piattaforma sollevata e Mattia che le stava davanti, ma senza toccarla e con un drink in mano che non toccava da quando Christian glielo aveva gentilmente offerto, quando davanti al bancone del barman, non ci aveva pensato un istante a pagare per entrambi.

Non che Mattia lo avesse ringraziato.

Si era preso quel drink e lo aveva abbandonato con sua sorella, che comunque stava col fidanzato a baciarsi in un angolino del divanetto su cui anche lui era accomodato.

Probabilmente quel bicchiere che stringeva nella mano era persino caldo.

Il suo stomaco avrebbe decisamente dovuto smettere di fare così male.

Per amor proprio decise di distogliere lo sguardo, cercando qualcosa di più interessante da poter osservare attorno a sé, perché certo, non aveva detto a Mattia il motivo principale per cui si era ritrovato a non vivere più come voleva il percorso dentro al programma e non glielo avrebbe mai potuto dire, però non averlo accanto a sé in quel momento lo stava facendo sentire male ancora più di quel maledetto 11 febbraio, quando glielo avevano strappato via, quando Todaro gli aveva annunciato che dovesse andarsene e poi il piccolo era corso da lui a dirglielo per primo, prima che a chiunque altro a cui potesse annunciarlo, nonostante davanti al proprio percorso si fosse trovato altre mille persone che avrebbero potuto consolarlo prima. Ed era sciocco da parte di Christian pensare che per quel piccolo dettaglio, Mattia dovesse sempre stare al proprio fianco, come se avesse l'esclusiva, come se fosse l'unica persona che il biondo dovesse voler accanto. Sapeva che avessero passato mesi separati, che le cose fossero cambiate, che forse anche il biondo stesso fosse cambiato, ma che non avesse voluto mostrarglielo in quella settimana appena passata insieme solo per non farlo stare male.

Inevitabilmente lo sguardo di Christian venne nuovamente catturato da quella scenetta e per l'ennesima volta si ritrovò a dover trattenere un conato di vomito, come se avesse bevuto quantità industriali di alcolici, come se avesse fatto una cena troppo abbondante per pensare di poter fare serata poi.

Ma no.

Semplicemente il proprio cervello non accettava quell'immagine di Mattia, sempre fermo nella stessa posizione, sempre addosso a quella ragazza che teneva sempre quelle mani sul suo petto. E Christian provava un impulso malsano di avvicinarsi alla coppietta, di strapparle quelle mani di dosso a quel corpo che lui aveva visto scoperto così tante volte in casetta, su cui lei non aveva alcun diritto, non poteva prendersi diritti. Più li fissava, più sapeva di sentirsi patetico, Christian si sentiva patetico, perché forse anche lui avrebbe dovuto permettere ad una ragazza di stargli addosso, di toccarlo, di scherzare con lui e ridere delle proprie battute, ma le aveva allontanate tutte quella sera, soprattutto da quando quella brunetta si era spalmata su Mattia e non se n'era più andata.

Mattia era il suo migliore amico.

Mattia doveva stare addosso a lui.

Mattia doveva parlare con lui.

Si portò la mano destra alla bocca e strappò convulsamente una pellicina che stava cercando di staccare da cinque minuti con le sole dita, finalmente riuscendo nel proprio intento. Staccò gli occhi nuovamente da quell'immagine terrificante, solo per portarlo sulle proprie mani e notare che ora, da quella pellicina che aveva strappato forse con troppa foga, uscisse una quantità decisamente eccessiva di sangue.

"Cazzo..." si ritrovò a sussurrare, non che qualcuno lo avrebbe sentito se si fosse messo ad urlare, perché in quella discoteca c'era troppo casino, il volume era troppo alto e le proprie orecchie non ne potevano più. Non aveva idea di come potesse lamentarsi di una cosa simile, infondo la gente andava lì proprio per quel rumore, per ballare, per divertirsi, per dimenticare le difficoltà della settimana appena passata per fare festa insieme agli amici, esattamente come avrebbe dovuto fare lui, se non fosse stato troppo intento a farsi il sangue amaro perché Mattia quella sera aveva deciso di stare accanto ad una persona che non era lui.

Ma infondo, non era normale che il proprio migliore amico avesse voglia di sentire addosso il calore femminile? Un corpo morbido e piccolo da abbracciare, da stringere, una persona da baciare e con cui ridere, scherzare, giocare.

Lo stomaco gli brontolò e Christian fece una smorfia per il dolore che ne venne. Decise, per amor proprio, di alzarsi da quel divanetto e andare in bagno, sperando che non ci fosse troppa fila, che riuscisse ad entrare solo per lavarsi via il sangue dalla mano, cercando di bloccare il sanguinamento che si era autoprocurato perché troppo distratto, perché era stato violento con le sue stesse dita mentre osservava quella scenetta smielata. Ma più si allontanava dal divanetto bianco da cui teneva sotto controllo Mattia e quella ragazza e dove sua sorella stava limonando tranquillamente col fidanzato, più lo stomaco bruciava ancora più forte, doleva e per trattenere il dolore, il moro dovette fare più volte ricorso a dei respiri profondi.

Sarebbe volentieri tornato a casa in quel momento stesso, non gli importava che fosse l'ultima sera con Mattia, non gli importava che poi si sarebbero visti chissà quando, perché magari ora lui aveva un'altra persona per cui sarebbe voluto salire a Bergamo e forse Christian non gli avrebbe mai più permesso di tornare, non lo avrebbe più ospitato a casa propria, così almeno non avrebbe mai più incontrato quella ricciolina che gli stava decisamente troppo addosso, con cui sorrideva troppo, in un modo che con lui non aveva mai fatto.

Perché non sorrideva così anche a lui?

Perché non stava addosso così anche a lui?

Avevano un tatuaggio insieme, cazzo, avevano vissuto l'uno nell'ombra dell'altro per mesi e ora una tizia a caso in una discoteca si stava prendendo il suo posto come se nulla fosse, gli stava rubando il migliore amico.

Non che lei volesse essere solo sua amica.

Christian ringraziò il cielo quando, davanti alla porta del bagno non trovò coda. Entrò immediatamente, quasi scardinando la porta di uno dei cubicoli e infilandocisi dentro, lasciando perdere il sangue ormai incrostato sulla mano e piegandosi sulla tazza, mentre un conato di vomito gli attraversava il petto.

Il moro si sentiva morire, era come se il suo stesso stomaco volesse abbandonare il proprio organismo, era come se non accettasse quella situazione e avesse deciso di abbandonarlo. Christian sapeva che tutta quella situazione fosse dovuta all'ansia e alla paura che aveva di perdere Mattia, lo sapeva, ma non riusciva a controllarsi, perché vederlo con quella ragazza addosso, bellissimo, sorridente e felice, gli aveva fatto capire di essersi perso tantissime cose in quei mesi separati, che forse lui il piccolo non lo conoscesse più come credeva in casetta, che magari quel rapporto che avevano instaurato fosse stato importante dentro il programma, ma che il minore non avesse bisogno di lui così tanto anche fuori. Certo, avevano appena fatto un tatuaggio che li avrebbe uniti per sempre, ma magari Mattia lo aveva fatto solo come ricordo di una cosa stupenda appena passata.

Non che per lui quel percorso fosse stato così bello, ma questi erano dettagli.

Christian rimise la cena di quella sera, intravedendo nel proprio vomito i pezzi di quella pizza che lui e Mattia avevano mangiato sul divano mentre guardavano 'Amici', scherzando a ridendo, esattamente come avevano sempre fatto, esattamente come Christian, egoisticamente, sperava facesse solo con lui. Nel senso, non è che voleva che Mattia con gli altri fosse sempre triste, ma non voleva che sorridesse nel modo in cui sorrideva a lui, a tutti gli altri.

Forse credeva di avere una sorta di prerogativa? Probabilmente.

Se ne vergognava? No.

Lo avrebbe mai detto a Mattia? Assolutamente no.

Ma tanto, comunque, il biondo a Bergamo, non lo avrebbe più fatto tornare, non con il rischio di vederlo di nuovo tra le braccia di quella ragazza.

Quando uscì dal bagno, lavandosi le mani, e poi rimettendosi nel caos infernale esterno, decise che avrebbe chiesto ad Alexia di tornare a casa. Si sentiva pallido, aveva la testa leggera, le mani ghiacciate e credeva di avere la febbre. Non si era mai sentito così da schifo, soprattutto non per un motivo così stupido, ovvero che il proprio migliore amico ci stesse provando con una ragazza da tutta la sera. E nella mente di Christian passò il pensiero malsano che forse se il biondo ci avesse provato con quella ragazza accanto a lui, magari tutto quello non sarebbe successo, perché semplicemente lo voleva accanto, non gli dava fastidio davvero che stesse addosso a quella ragazza, ma solo la sua lontananza.

Certo, ma quindi come avrebbe fatto dall'indomani? Mattia stava per tornare a casa.

Deglutì a vuoto, sentendo ancora quel dolore allo stomaco che sapeva lo avrebbe fatto vomitare nuovamente se non fosse uscito immediatamente da quella discoteca.

Tornò a fatica al divanetto bianco dove questa volta non trovò Alexia, che forse doveva essere andata in bagno, ma dove il suo fidanzato lo accolse con uno sguardo preoccupato sul volto, sorridendo immediatamente appena lo riconobbe nel chiaroscuro del locale.

"Eccoti! Alexia e Mattia ti stanno cercando da minuti"

Ma quanto era stato via? Perché lo stavano addirittura cercando? Mattia lo stava cercando? E la ragazza con cui si strusciava prima era ancora con lui?

"Sono stato via così tanto?"

Lorenzo annuì, afferrando il cellulare e digitando sulla tastiera un messaggio, probabilmente per sua sorella.

"Dovevi vedere Alexia quando Mattia si è avvicinato a dirgli che non ti trovava più. Stava per avere un infarto" disse ancora Lorenzo, sovrastando la musica e quindi urlando.

Christian si leccò ancora le labbra, assettato, mentre il dolore allo stomaco ancora lo pungeva, premeva forte e faceva in modo che tutte le volte che sentisse il nome di quel ragazzo, alla mente gli tornassero le immagini precedenti, di quella ragazza che gli stava addosso e che lo toccava, forse nello stesso modo in cui faceva lui, in cui lui aveva esitato quella sera ad allacciare la camicia al proprio migliore amico con cui credeva che avrebbe passato tutta la serata. E forse, ancora una volta, Christian si disse che avrebbe dovuto immaginarselo che Mattia quella sera ci avrebbe provato con qualcuno, perché si era fatto bello, aveva indossato la sua camicia migliore e si era acconciato i capelli ancora meglio, definendo quei ricci che il moro tanto adorava. Ma la realtà era che il minore era bello anche da sfatto, appena sveglio accanto a lui, col fiato pesante per la notte e con una maglia delle sue che aveva indossato per dormire perché nella fretta si era dimenticato il pigiama a casa di Alice qualche giorno prima. Era bellissimo mentre dormiva e lui si era svegliato prima, decidendo di rimanere accanto a lui a fissarlo silenziosamente, ad osservare quella bocca leggermente aperta, quelle guance paffute e morbide e quei capelli scompigliati che si poggiavano sul cuscino a cui decise di non cambiare mai più la federa perché sapeva che una volta che se ne fosse andato, avrebbe avuto bisogno di sentire ancora il suo profumo.

Perché il profumo di Mattia lo mandava decisamente fuori di testa.

Forse era per quello che in casetta non riusciva ad andare avanti senza di lui? Forse era per quello che voleva che gli stesse sempre accanto? Forse voleva che nessuno a parte lui, sentisse quel profumo?

E poi Alexia e Mattia riapparvero nella sua traiettoria visiva, con in mano un drink a testa, camminando con passo spedito nella loro direzione, verso quel divanetto bianco. Christian osservò come accanto al biondino colpito dalle luci colorate, reso ancora più bello, non ci fosse nessuno, che quella ragazza fosse sparita e che Mattia stesse fissando lui. Così, per sicurezza, però, decise di voltarsi, di controllarsi attorno, perché davvero sperava che in quel momento il minore stesse andando da lui per rimanere e non perché, preoccupato, aveva deciso di aiutare propria sorella a ritrovarlo in una discoteca enorme. Non aveva avvisato nessuno dei due perché semplicemente sembravano troppo felici a fare altro, mentre il suo stomaco stava implodendo e si era staccato una pellicina con troppa forza.

Ma attorno a loro, quella ragazza non c'era più.

Christian sorrise.

Forse sarebbe rimasto con lui.

"Ma dove cazzo eri?" esclamò Alexia, attirando di nuovo l'attenzione di Christian che si voltò nuovamente, questa volta fissando la ragazza leggermente rossa in viso, col rossetto rosa totalmente sbavato a causa dei baci che aveva dato fino a poco prima al proprio fidanzato. Aveva le guance rosse e sembrava arrabbiata, per quanto in mano stringesse un drink pieno, però, segno che avesse avuto persino il tempo per passare dal bar mentre lo cercavano. Il moro si chiese, quindi, se davvero quei due fossero preoccupati per lui o se fosse tutta scena perché costretti a provare quel sentimento per lui. Infondo erano sua sorella e il suo migliore amico, erano tutti insieme in discoteca, per quanto nessuno dei due se lo stesse calcolando fino a qualche istante prima, quando si era ritrovato a correre in bagno da solo, alle prese con troppo sangue. Lo sguardo, quindi, si spostò da Alexia a Mattia che a sua volta lo fissava ammutolito, senza dire niente e con in mano anche lui un drink pieno.

Christian si chiese se fosse lo stesso che teneva in mano fino a qualche minuto prima, quando fissava le labbra di quella ragazza, probabilmente con tanta voglia di baciarla.

Il dolore allo stomaco tornò.

Chissà se scappando in bagno gli aveva rovinato la serata, la conquista, chissà se quella ragazza l'aveva appesa o gli aveva detto di aspettarlo da qualche parte per finire quello che, evidentemente avevano iniziato. Perché Mattia in quel momento era bellissimo con la camicia slacciata, con le collane che premevano sul petto candido, con gli occhiali da sole tirati su sulla testa e i ricci biondi leggermente scompigliati. Non riusciva ad osservare bene i suoi occhi perché c'era troppo buio, ma poteva notare le sue labbra chiuse, serrate, che non mostravano nessuno tipo di sentimento, come se davvero fosse arrabbiato con lui per l'opportunità che gli aveva fatto perdere.

Distolse lo sguardo a fatica, tornando sulla sorella, trattenendo un sospiro, cercando di non far notare loro quanto lo stomaco gli facesse male, anche se, ripensandoci, quello sarebbe stato un buon motivo che li avrebbe convinti a tornare a casa prima, nonostante la serata fosse praticamente appena iniziata. Lì, certamente, Mattia gli sarebbe stato accanto in quella che era la loro ultima serata insieme, forse si sarebbe lasciato abbracciare e lui si sarebbe potuto godere la sua presenza senza doverla dividere con nessuno.

Mattia era il suo migliore amico, di nessun altro.

"Mi sono strappato una pellicina e mi è uscito sangue. Sono solo andato a lavarmi le mani"

Alexia gli porse il bicchiere e sbuffò.

"Mi hai fatta preoccupare, coglione"

E poi si sedette accanto al proprio fidanzato.

Christian guardò il bicchiere che teneva in mano confuso, chiedendosi perché glielo avesse lasciato, perché avesse speso dei soldi per un drink che stava dando a lui, quando poco prima aveva abbandonato quello stesso da qualche parte per il locale, senza nemmeno preoccuparsi di chi lo prendesse e di cosa ne facesse. Aveva mal di stomaco, sentiva tutto l'addome bruciare, di certo dell'alcol non avrebbe aiutato, ma quando smise di fissare confuso il liquido azzurro, per spostare lo sguardo sulla sorella, la trovò già intenta a limonare col fidanzato, cosa che lo fece rabbrividire e di nuovo distogliere lo sguardo, portandolo sulla persona che se ne stava di fronte a lui, ancora in silenzio, fermo, con il drink in mano nel bicchiere bianco a fissarlo con quegli occhi che non riusciva a vedere bene in quella stanza fin troppo buia.

"Te l'ho voluto prendere io perché ho visto che non avevi in mano più il tuo"

Il silenzio venne spezzato da quella stessa persona che se ne stava fermo impalato di fronte a lui, muovendo quelle sue labbra che sicuramente quella ragazza aveva bramato tantissimo mentre gli si spalmava addosso e dovette mordersi la guancia interna per il dolore che si propagò un'altra volta nello stomaco. Non capiva cosa avesse, ma certamente dell'alcol a quella sua condizione non avrebbe fatto bene e per questo si ritrovò a poggiare quel bicchiere sul tavolino accanto a lui, quello di fronte al divanetto dove fino a qualche istante prima se ne stava seduto e dove desiderava che se ne stesse anche Mattia, appicciato al suo fianco possibilmente, così che si sarebbe potuto godere la sua presenza fino alla fine di quella rimpatriata.

Chissà quando lo avrebbe visto poi.

"Non ti andava?"

Quel tono di voce bambinesco mandò in tilt il cervello di Christian che tornò a fissarlo leggermente stravolto, come se non lo vedesse davvero, con la testa leggera e le guance surriscaldate. Decisamente non stava bene, aveva bisogno di aria, di andare fuori, di andare a casa, ma in quelle condizioni non avrebbe potuto guidare e sua sorella sicuramente non aveva intenzione di portarlo via perché lei non se ne sarebbe voluta andare.

E poi non avrebbe mai lasciato Mattia lì da solo.

"Non mi sento tanto bene"

Mattia fece un passo in avanti e poggiò una mano sulla guancia di Christian, che sentì il cuore mancare un battito.

Che gli prendeva?

"In effetti sei caldo. Vuoi andare a prendere aria?"

Ma l'unica cosa che in quel momento venne in mente a Christian, mentre quella mano lo toccava, mentre sentiva quella pelle in un modo in cui non l'aveva mai sentita, fu quella di allontanarsi dal piccolo, farla cadere quella mano, staccare quel collegamento che aveva fatto smettere di battere il suo cuore e che aveva incendiato il suo petto di un bruciore diverso da quello che aveva sentito fino a quel momento quando aveva visto Mattia strusciarsi su quella ragazza. Eppure era tutta la sera che desiderava averlo vicino, che stesse con lui, che abbandonasse quella tipa, ma quando era successo, qualcosa lo aveva spaventato e forse era il sapere che avesse preferito un'altra persona a lui per tutto quel tempo, forse era la consapevolezza che una volta separati, uno a Bergamo e l'altro a Bari, Mattia potesse dedicare tutto il suo tempo a qualcun altro, distanziandosi per sempre da lui, allontanandosi, non formando più quella splendida coppia di amici che erano diventati ad 'Amici', che avevano condiviso qualunque cosa dentro quella casetta e che Christian avrebbe voluto che rimanessero per sempre.

Dopo quel gesto, però, il grande non vide la reazione del piccolo sempre per via della luce quasi assente di quel locale e decise semplicemente di annuire e andare via da solo da quel soppalco che li teneva separati dal resto delle persone che ballavano. Per tutta la sera moltissime persone avevano scattato loro foto, avevano fatto video e loro due stessi avevano salutato e riso di alcune persone, almeno fino a che Mattia non si era separato da lui per andare da quella ragazza con cui aveva passato tutta la serata e sicuramente le persone avevano continuato a fargli foto anche in quel momento.

Chissà i social l'indomani come sarebbero stati pieni di quelle foto e di quei video.

Decise che non ci sarebbe più entrato per tanto tempo. Almeno un mese, sperando che sarebbe servito per far capire ai fan che lui di vedere quei contenuti non ne aveva voglia.

Arrivato fuori, finito di attraversare la marmaglia di persone, Christian fece un respiro a pieni polmoni, beandosi di quell'umidità tipica di Bergamo la notte, di quel freddolino che si poggiava sulla pelle e che bagnava leggermente la pelle, increspando i capelli. In un altro momento avrebbe odiato quella sensazione, ma in quell'istante gli servì per alleviare i dolori dello stomaco, il bruciore delle guance e far rallentare i meccanismi nel cervello che correvano alla ricerca di risposte per il proprio malessere. Sapeva che sarebbe dovuto essere felice per il proprio migliore amico, desiderava che fosse felice e se rimorchiare in discoteca lo rendeva tale, ne era contento, però quella era la loro ultima sera, era l'ultima volta prima di chissà quando, che sarebbero potuti stare insieme, vicini, ridendo a scherzando dal vivo a pochi centimetri l'uno dall'altro, non attraverso un telefono e a più di 900km di distanza.

Almeno fino a una settimana prima erano separati e poteva dare la colpa al destino, ma da domani in poi come avrebbe fatto ad affrontare il fatto che le loro vite fossero semplicemente troppo lontane per poter essere anche solo amici? Come avrebbero fatto a far sopravvivere quell'amicizia così intensa che c'era tra di loro facendola conciliare con i loro impegni e con la distanza?

Sospirò e si avvicinò ad un muretto, allontanandosi dalla folla di persone, trovando un posto isolato, lontano da tutti, dove potesse respirare e sentirsi meglio per qualche istante.

Forse tutto quello era troppo per il suo cervello che aveva sofferto dentro al programma e che ora si ritrovava a fare i conti con la realtà, ma come poteva credere di riuscire a superare gli ostacoli che la vita gli avrebbe messo davanti, se persino un'amicizia lo stava mandando fuori di testa?

Si leccò le labbra, ancora una volta assettato, maledicendosi di non aver fatto almeno un sorso di quel drink che Mattia gli aveva portato poco prima, notando che lui fosse rimasto senza nulla da bere.

Che poi, lui come si era accorto che non avesse più il drink, se fino a qualche istante prima se ne stava appiccicato a quella ragazza lontano da lui?

"Smettila Matti, dai" emise una ragazza poco distante da dove si trovava lui, insieme ad un risolino acuto che gli fece accapponare la pelle. Sollevò lo sguardo alla ricerca della sua provenienza, ma non dovette cercare molto, perché nella traiettoria del suo sguardo comparve l'oggetto della sua ricerca, una ragazza dai capelli biondi lisci il cui fianco era stretto da una mano ingioiellata che avrebbe riconosciuto anche a 900km di distanza.

Mattia stava facendo ridere una ragazza, se la stringeva addosso e stavano camminando per il cortile esterno della discoteca dove prima il biondo stesso aveva cercato di convincere Christian ad andare per prendere aria. Il moro rimase immobile osservando la scenetta del proprio migliore amico che faceva ridere la ragazza, non avendo idea di cosa le stesse dicendo, ma potendo percepire perfettamente le reazioni di lei che, fuori all'aperto, con la musica attutita e con il chiacchiericcio non troppo elevato, praticamente strillava, emettendo quasi ultrasuoni.

E non è che si fosse concentrato molto sulla scenetta precedente, non è che avesse osservato benissimo la ragazza che prima Mattia si strusciava in pista, ma si accorse immediatamente che quelle due non fossero la stessa ragazza, che il suo migliore amico avesse deciso di cambiare la ragazza con cui provarci e che per farlo avesse deciso proprio di andare lì fuori.

I muscoli di Christian si irrigidirono e dovette utilizzare tutto l'autocontrollo del mondo per non correre dentro velocemente e scappare da quella discoteca, afferrare la borsa di Alexia, le chiavi della macchina e sparire per sempre da lì, magari senza nemmeno riaccompagnare in aeroporto Mattia, lasciando che facesse della sua vita ciò che desiderava, senza però volendo rimanerci dentro. In quel momento decise davvero che non avrebbe mai più utilizzato i social, perché lo vedeva come le persone lo fotografassero, vedeva come lui stesse passando inosservato mentre Mattia era il soggetto dell'attenzione di tutti. E forse anche lui si sarebbe dovuto trovare una ragazza con cui provarci, su cui strusciarsi, più che altro perché così, magari, quella sensazione alla bocca dello stomaco sarebbe passata, perché così magari non avrebbe voluto che Mattia mollasse quella ragazza e andasse da lui per stargli accanto fino a che non sarebbe dovuto andare a prendere l'aereo.

Era il suo migliore amico cazzo, doveva essere felice che rimorchiasse così facilmente, no?

Ancora una volta per amor proprio, per quanto avesse bisogno di ossigeno, decise che sarebbe rientrato nel locale, che si sarebbe andato a prendere un drink e che se lo sarebbe scolato tutto, anche se a lui l'alcol faceva schifo, anche se pensava che costasse decisamente troppo per il risultato di una semplice testa leggera che, comunque, lui già sentiva.

Non guardando la scenetta patetica, quindi, di Mattia che stringeva ancora quel fianco scoperto e che faceva ridere la ragazza, Christian rientrò nella sala e si avvicinò al barman chiedendo l'ennesimo drink troppo costoso e annacquato, ritrovandosi a pagarlo davvero più del necessario, ma felice di poter bere qualcosa per via delle proprie labbra secche. Si sedette ad un divanetto a caso, sempre su quel soppalco esclusivo che la discoteca aveva deciso di proporgli e iniziò a bere, detestando il retrogusto amaro dell'alcol, ma apprezzando il fatto che finalmente sentisse un liquido scorrergli per la gola.

Erano mesi che Christian si sentiva strano, che non si sentiva sé stesso, perché lui non aveva mai legato così tanto in così poco tempo con una persona, non aveva mai nemmeno pensato di avere un migliore amico, non pensava nemmeno di sapere cosa esattamente fosse un migliore amico, prima di incontrare Mattia. Da quando il biondo era entrato nella sua vita aveva mandato a quel paese la competizione, come se ce ne fosse qualcuna, conquistando totalmente la sua mente. Da quando era uscito, infatti, non aveva incontrato nessuno dei suoi vecchi amici, non ne sentiva l'esigenza, perché al suo fianco era arrivato subito Mattia, lui gli aveva mostrato quanto davvero gli fosse mancato dentro 'Amici', gli aveva fatto capire perfettamente il motivo per cui gli fosse mancato così tanto dentro il programma e si era ritrovato a capire dettagliatamente perché avesse rinunciato al proprio sogno perché quel ragazzino gli mancava esageratamente.

Eppure quella sera la stranezza che Christian sentiva nel petto stava crescendo a dismisura e sentiva che tutto fosse collegato al fatto che per la prima volta dopo mesi si era ritrovato a condividere Mattia con qualcuno che non aveva idea del fatto che la priorità con quel ragazzo ce l'avesse lui. Perché dentro la casetta il biondo aveva stretto tantissime amicizie: Carola, Alice, Aisha, Luca, Albe, tutti erano amici di Mattia in qualche modo. Ma tutti loro sapevano che al primo posto non ci sarebbero mai potuti stare perché nella vita del piccolo c'era Christian.

Ma quelle ragazze lo sapevano? Lo sapevano che nella vita di Mattia Zenzola c'era Christian Stefanelli e che fosse lui ad avere la prerogativa?

Ma più si ritrovava a pensare queste cose, più non si capiva da solo, perché qualche minuto prima, quando Mattia era tornato a dare attenzioni a lui, lui lo aveva allontanato, aveva fatto cadere tra di loro la sua mano che si era poggiata sulla sua guancia, come se scottasse, come se fosse ghiacciata, come se gli avesse dato la scossa.

Che cosa gli stava capitando? Che cosa pretendeva esattamente da Mattia?

E forse per questo quando vide Mattia rientrare nella sala, come aveva fatto lui qualche minuto prima, sbottò, perché lo vide lo sguardo del piccolo questa volta, appena rientrato nella sala, li vide i suoi occhi che cercavano qualcuno, mentre accanto a sé la ragazza che stringeva col braccio, nemmeno la guardava. Osservò come il biondo scansionò la stanza e ringraziò di essere leggermente coperto, così che quando il suo sguardo si posò su di lui, Mattia non potesse notare che lui lo stava già fissando. Così potè, però, osservare come il suo comportamento cambiò radicalmente e come anche la sua direzione e il suo passo cambiarono, stringendo il fianco della ragazza e indirizzandola verso dove se ne stava lui, seduto sul divanetto, dietro la folla delle persone, tranquillo a sorseggiare un drink perché aveva sete.

Fece la cosa più intelligente che potesse fare in quel momento per capire le intenzioni del suo migliore amico e cambiò posto, attraversando velocemente la sala e andando nel divanetto apposto, sedendosi e potendo scorgere da lì ancora meglio lo sguardo nuovamente smarrito di Mattia che poi si puntò di nuovo nel suo, questa volta senza nemmeno più toccare il fianco alla ragazza che aveva accanto.

Ma lo faceva apposta? Gli stava addosso da tutta la sera con le sue conquiste per cosa, poi? Per fargli notare che lui rimorchiava mentre Christian se ne stava seduto da solo disperato a fissarlo?

Per questo si alzò in piedi questa volta, mollando nuovamente il drink in un posto di cui non si sarebbe mai ricordato, ma di cui non si sarebbe mai interessato, e camminò velocemente verso la direzione del proprio migliore amico di cui si sentiva lo sguardo addosso, di cui sapeva che lo stesse fissando, con la ragazza al suo fianco che non capì molto quando Christian passò al loro fianco come un razzo rubandogli il tipo afferrandogli il polso, togliendogli ogni possibilità che tra di loro capitasse seriamente qualcosa. Il moro si portò Mattia di nuovo fuori nel cortile, verso quel muretto da dove poco prima aveva potuto assistere all'ennesima scena che gli aveva fatto bruciare lo stomaco. Perché era tutta la sera che guardare Mattia con qualcuno che non fosse lui, lo stava facendo impazzire e sentire male.

Con la presa salda sul suo polso lo fece poggiare contro quel muretto da cui poco prima lo aveva fissato e finalmente, alla luce del lampione che illuminava quel cortile, potè notare le iridi azzurre di Mattia che lo osservavano dal basso, mentre lui lo sovrastava da una distanza ravvicinata, da una distanza a cui non erano mai stati nemmeno loro che amavano stare appiccicati. Christian si perse in quegli occhi mentre il piccolo non accennava a dire una parola, nemmeno dopo essere stato colto in fallo, nemmeno per cercare di prevenire ciò che il grande avrebbe potuto dire. Perché Christian non aveva idea di cosa passasse per quella testolina bionda bellissima, ma visto che quella era l'ultima sera che avrebbero passato insieme, decise che lo avrebbe fatto parlare, che non lo avrebbe fatto andare via rimanendo a mani vuote, ma che avrebbe capito finalmente il perchè di tante cose.

"Che fai, mi segui?"

Mattia deglutì, non distogliendo lo sguardo.

"Ma che dici..."

"Ho visto come io sono uscito qui fuori e tu sei uscito, e ho anche visto come io sono rientrato e tu sei rientrato. Ma almeno falla meno palese, non cercarmi subito appena mi sposto anche in sala"

I grandi occhi azzurri di Mattia lo fissavano dal basso, sgranati e spaventati, forse non sapendo cosa aspettarsi da quella nuova situazione in cui i due non si erano mai trovati. Perché era davvero difficile pronosticare ciò che sarebbe potuto accadere tra quei due migliori amici che al momento se ne stavano a ridosso di un muretto, l'uno contro l'altro, a fissarsi negli occhi, mentre uno dei due per tutta la sera aveva cercato in ogni modo di farsi notare con una ragazza dall'altro.

"Cosa volevi dimostrarmi? Che tu conquisti le ragazze e io no?"

Ma questa volta Mattia non rimase in silenzio ad aspettare che Christian continuasse, perché con occhi seri e con le labbra più scure che avesse mai visto, gli disse:"Non è sempre tutto una competizione, Chri"

"Ah no? E allora spiegami, perché io non capisco"

Lo vide come non mosse nemmeno un muscolo quando una sua mano andò ad appoggiarsi sul suo fianco e Christian si sorprese di sé stesso e del modo come, in quel momento sapeva, al di fuori non sarebbero sembrati minimamente migliori amici.

"Volevo solo che tu mi vedessi"

Christian sorrise, non capendo, mentre la stessa mano che si era poggiata sul fianco di Mattia, si muoveva libera, senza che il piccolo opponesse resistenza e con il legittimo proprietario che ora si sentiva una nuova forza in corpo, con la voglia di esplorare quel corpicino che lo chiamava a gran voce da sempre, da quando lo aveva visto a settembre e aveva deciso che loro due sarebbero diventati migliori amici, da quella sera, da quando lo stomaco aveva iniziato a bruciare quando lo vedeva accanto ad altre persone che non sapevano che lui avesse la prerogativa.

"Ma io ti vedo, Matti, ti vedo"

"Ma non nel modo in cui vorrei io"

La mano di Christian raggiunse la schiena di Mattia e premette forte, facendo sbattere i loro petti l'uno contro l'altro. Finalmente ce lo aveva addosso, finalmente lo sentiva come avrebbe voluto sentirlo per tutta la serata, eppure qualcosa gli suggeriva nella propria mente, che ci fosse altro, che altro mancasse in quel momento, che per quanto fossero collegati, ancora non bastava, doveva esserci di più.

"Come vorresti che ti guardassi?"

E Mattia poggiò di nuovo la mano sulla guancia di Christian, scottandolo di nuovo, ghiacciandolo e facendogli prendere la scossa, portando il grande a fare un passo indietro fisicamente e altri mille mentalmente. Osservò Mattia con occhi sgranati, da lontano, potendo notare come i suoi capelli fossero scompigliati, come la sua camicia fosse alzata sul fianco, lì dove la sua mano si era infilata, senza nemmeno accorgersi che tra di loro non ci fosse più del tessuto, ma fossero pelle contro pelle. Christian si portò una mano alla nuca, non avendo idea di cosa stesse accadendo fino a qualche secondo prima, sapendo solamente che in quel momento tutta quella sensazione terribile provata alla bocca dello stomaco per tutta la sera, fosse finalmente finita, che si sentisse bene ora che era lui a tenere quel corpicino tra le braccia, ora che non erano delle ragazze a fargli compagnia, ma lui, lui che aveva passato mesi al suo fianco e con cui ne aveva passate di ogni.

"Vorrei che non mi guardassi come mi stai guardando in questo momento, ma come mi stavi guardando fino a qualche secondo fa. Ma a questo punto credo che non si possibile"

Si mise apposto la camicia, facendola scendere per il fianco e poi Mattia si disperse nella folla di persone, facendo perdere le sue tracce a Christian che rimase fermo qualche istante senza capire cosa davvero stesse per accadere, eppure la sua mente non riusciva ad arrivare ad una soluzione. Per questo si voltò e andò di nuovo alla ricerca di quella testa bionda, della risposta alle sue domande, di quello che fino a quella sera non si era domandato perché era più comodo così, perché tanto sapeva che Mattia sarebbe stato al suo fianco sempre e comunque, mentre quella sera aveva avuto la conferma che niente era certo, che il biondo non fosse costretto da qualcosa a rimanere nella propria vita e che se lo voleva doveva dargli una motivazione per rimanere.

Era corso dentro e aveva perso il fiato tornando da Alexia al divanetto bianco, trovando lì anche il piccolo che cercava in imbarazzo di farsi notare dalla ragazza e da Lorenzo mentre si baciavano. Lo osservò qualche istante, bellissimo sotto le luci psicodeliche della discoteca, forse per la prima volta guardandolo con occhi diversi da quelli che aveva avuto per nove mesi della loro vita insieme, o forse erano sempre gli stessi occhi, ma questa volta senza quel velo che si era sempre autoimposto, forse per paura di perdere Mattia stesso.

E poi si era avvicinato, facendosi notare da Mattia che però non era scappato, ma lo aveva fissato, avendo perso ormai le speranze di farsi notare da Alexia.

"Vuoi tornare a casa?" gli aveva chiesto quando fu vicino, ma Mattia lo guardò truce.

"Adesso facciamo finta di niente? Come se nulla fosse accaduto?"

"Tu sei il mio migliore amico, Matti"

"Anche tu, Chri, ma voglio che tu sia anche altro"

Christian si irrigidì.

"Vuoi che sia anche altro...?"

Mattia si guardò attorno, esasperato e poi sbuffò, tornando a guardarlo in viso. Era rosso, aveva gli occhi e le guance rosse e Christian si sentì in colpa per aver causato in lui quella reazione, non sapendo cosa fare, essendo lui confuso dalla circostanza, dalla luce, dalla musica, dall'amico che improvvisamente cambiava il suo modo di fare.

"Ti odio Christian, ti odio tantissimo perché non riesci a non piacermi e pensavo che dopo mesi separati te ne fossi accorto anche tu. Cristo se ti odio"

E poi Mattia era scoppiato a piangere ed inaspettatamente gli si era buttato addosso, sul petto, tirandogli dei pugni che in un altro momento gli avrebbero fatto male, ma che in quel momento lo scossero da dentro, per la prima volta gli fecero vedere davvero quello che Mattia sentiva, quello che era davvero il loro rapporto, quello che tutti gli altri, compresi i loro fan, avevano sempre visto in loro e Christian non riusciva a comprendere. Tutti gli avevano sempre detto che insieme sarebbero stati bellissimi. Tutti gli avevano sempre detto che se si fossero messi insieme, sicuramente sarebbero stati felicissimi, ma Christian aveva sempre riso, credendo che il sentimento nel petto fosse solo amicizia per quel piccolo che ora si stava disperando sul suo petto, che aveva messo in piedi un piano quella sera, lo capì solo in quel momento con l'unico neurone che possedeva, solo per attirare la sua attenzione.

E ci era persino riuscito.

Christian gli afferrò i gomiti, cercando di farlo calmare, di farlo smettere di tirare pugni lì davanti a tutti, perché sapeva che stavano fotografando e facendo video, lo sapeva che sarebbero finiti su ogni social immaginabile e sapeva che dal giorno dopo chiunque avrebbe fatto ancora più informazione su di loro. Era da mesi che lo facevano e lo avrebbero fatto per sempre, soprattutto se loro gli avessero offerto quell'opportunità su un piatto d'argento.

"Matti, ehi, tranquillo, che qui ci guardano tutti"

Mattia si tirò su, allontanandosi da lui di scatto, col viso rosso, i capelli scompigliati e gli occhi pieni di lacrime. A Christian si spezzò il fiato per quella scena, per come aveva reso la persona per lui più importante al mondo e il suo cuore si perse in quelle iridi ora chiarissime per il pianto. Si sentì in colpa, un verme e l'impulso di farlo stare bene lo colpì in pieno petto, tirandogli un pugno in faccia molto più forte dello schiaffo che gli arrivò davvero qualche istante dopo da Mattia.

Christian si portò una mano alla guancia perché non se lo aspettava.

"Non me ne frega un cazzo se tutti ci fissano Christian! Sei un idiota!"

E a quel punto la sofferenza di tutta la serata si riversò fuori da lui, improvvisamente fregandosene del chiasso, delle persone che potevano sentire, di sua sorella che sicuramente aveva smesso di limonare per fissare lui e Mattia che litigavano furiosamente.

"Sei tu quello che per tutta la sera si è strusciato su qualunque ragazza!"

"Ma quale qualunque ragazza! Erano solo due!"

"Ah beh, sapessi che cambia"

Mattia gli diede una spinta.

"Era solo per farmi notare da te, coglione! È una settimana che ti sbavo dietro, anzi sono mesi che ci provo e nemmeno te ne accorgi!"

A Christian morì il fiato in gola per qualche istante.

"Tu ci stai provando con me?"

E Mattia rise disperatamente, come se davanti a sé avesse qualcuno senza speranze.

"Se ne sono accorti tutti, come fai ad essere così cieco?"

"Quindi non mi stavi accanto per la nostra amicizia?"

Mattia spinse un'altra volta Christian, tremendamente arrabbiato.

"Io voglio essere tuo amico, ma anche il tuo fidanzato idiota!"

E un singhiozzo lo scosse così forte che gli fece portare le mani agli occhi per le lacrime che improvvisamente inondarono il suo viso. Mattia ora era un'accozzaglia di lacrime e singhiozzi, mentre tutta la sala li stava fissando e Christian si sentiva troppo sotto l'attenzione di tutti per fare qualcosa. Non voleva che il piccolo stesse in quel modo, non voleva che stesse male per lui, perché per mesi lo aveva protetto da tutti e non pensava che un giorno sarebbe arrivato il momento di proteggerlo da sé stesso. Lui che credeva che sarebbero stati per tutta la vita legati da un sentimento indissolubile come l'amicizia, ma che ora veniva a scoprire che Mattia provasse un sentimento così fragile come l'amore.

"Matti..."

Ma il piccolo tese una mano davanti a sé, mentre con l'altra copriva entrambi gli occhi per non farsi più guardare.

"No, va bene così..."

Ma a quel punto, dalle sue spalle, Alexia gli infilò la punta della scarpa elegante che quella sera indossava, nel retro del ginocchio, facendoglielo cedere e facendoli fare un passo avanti. Sapeva cosa volesse dire la ragazza, sapeva che volesse che lui prendesse il piccolo tra le braccia e Christian aveva tanta paura, la paura di diventare davvero quello che da piccolo le persone avevano collegato a lui, la paura di essere preso in giro, che Mattia potesse essere schernito da qualcuno per quel sentimento che provava. Christian aveva mezzo neurone, certo, ma collegando tutto quello che era successo quella sera era arrivato a comprendere perché si sentisse così mentre osservava Mattia insieme a tutte quelle ragazze, capiva perché fosse finito col vomitare in bagno non riuscendo più a sostenere quella visione: perché il proprio cuore desiderava che Mattia fosse esclusivamente proprio. Ma aveva paura di soffrire, aveva paura che prima o poi qualcuno si sarebbe preso gioco di loro, aveva paura di rovinare quello splendido rapporto che tra di loro si era creato nei mesi, anche se, mentre osservava in silenzio Mattia che piangeva, scosso dai singhiozzi, davanti ad una folla gremita di persone che fissava solo loro, Christian capì che quel rapporto non lo stava rovinando chi da fuori li guardava, ma lo stava rendendo marcio lui stesso.

"No, non va bene così, Matti..."

"Tu non mi vuoi e io... me ne farò una ragione"

Christian a quel punto si trovava davanti ad un bivio. Mattia aveva appena detto che se lui fosse voluto rimanere amico, sarebbe andata bene così e da una parte questa idea allettava Christian, perché infondo era quello che erano sempre stati, era quello che lui desiderava, ovvero Mattia per tutta la vita. Eppure dall'altra parte lo sapeva che ci sarebbe stata per sempre sofferenza, perché il biondo lo amava, il biondo lo voleva e questo sentimento che ora sapeva battesse nel cuore del piccolo lo fece ridestare, gli fece capire che quelle ragazze non gli avevano dato fastidio perché gli stavano accanto, perché quella era la loro ultima sera insieme, ma perché lui voleva l'esclusiva con Mattia, voleva che ci fosse solo lui, nessun altro.

Non avrebbe mai tollerato una fidanzata accanto a Mattia.

Forse quel sentimento alla bocca dello stomaco, che addirittura lo aveva portato a vomitare, era gelosia?

Mattia sollevò lo sguardo quando Christian gli afferrò le spalle e lo abbracciò forte.

"Smettila di piangere, ti prego"

Le mani tremolanti, deboli e indecise di Mattia ricambiarono quell'abbraccio e Christian sorrise, mentre il suo cuore mancava un battito, mentre i polsi tremavano e una nuova consapevolezza gli schiariva la mente, mentre quel petto scosso dai singhiozzi si appoggiava al proprio e si calmava, cullato dal proprio battito del cuore che non aveva mai corso così tanto e contemporaneamente non era mai stato tanto rilassato. Il biondo si era aggrappato alla maglia che il grande indossava e intorno a loro la sala se ne stava ancora in silenzio, come se stessero tutti osservando loro, come se stessero aspettando la loro prossima mossa, esattamente come Mattia che aspettava la mossa di Christian, quel ragazzo che aveva fatto fatica a comprendere per mesi e che ancora adesso lo confondeva, persino mentre lo teneva tra le braccia.

Christian, poi, allontanò il piccolo, lo fissò negli occhi grandi e spaventati, colmi di lacrime, per poi sorridergli e avvicinare le loro labbra che si unirono dolcemente, soffici e leggere, facendo esplodere lo stomaco del grande, ma questa volta non per il dolore, non per la sofferenza di vedere Mattia con qualcuno che non era lui, ma per essere arrivato a capire ciò che il piccolo aveva cercato di fargli capire per mesi e che, in questo modo, gli aveva fatto capire anche la propria verità.

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