Falling for you ~ Bucky Barne...

By alissarax

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La guerra è vicina. Anne ha da sempre il sogno di combattere nell'esercito, ma purtroppo è una ragazza. Quest... More

1 - Recluta Duncan
2 - Prima notte
3 - Alleanze
4 - Colpita e affondata
5 - La macchia
6 - La verità
7 - Strategia
8 - Niente più segreti
9 - Non è un'esercitazione
10 - La cella
11 - Piccoli momenti
12 - Verità o bugie?
13 - Una speranza
14 - Visi familiari
15 - Il siero
16 - Di nuovo a casa
17 - Vecchie conoscenze
18 - Incontri non proprio sgradevoli
19 - Cerimonia
20 - Addii
21 - Ambientarsi
22 - Come bambini
23 - Vogliono entrare nella mia mente
25 - Penso che ti amo
26 - Il piano
27 - Ultime dritte
28 - Un inizio inaspettato
29 - Il risveglio del soldato
30 - Ad un passo dalla distruzione
31 - Come nuova
32 - Pulizie
33 - La festa
34 - Prima sbornia
35 - Una svolta per il futuro
36 - È il momento
37 - L'ultima missione
38 - Rialzarsi sempre
39 - Salutare il passato
40 - La nuova parte della nostra vita
Ringraziamenti

24 - Un nuovo lato di noi stessi

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By alissarax

Mi sistemo e mi avvicino a Bucky, che mi fissa come se stesse mi analizzando per capire cos'ho intenzione di fare.
Colpisco per prima e inizio a tirare qualche pugno, ma lui li schiva agilmente e contrattacca con la stessa tecnica.
Mi copro, non riuscendo a schivare, e mi vedo costretta ad indietreggiare, mentre James continua a colpire.
Percepisco di essere vicina alla parete, così mi abbasso e faccio la stessa cosa che prima Steve ha fatto con me: gli afferro una gamba e la tiro verso di me, mentre con la parte superiore del corpo spingo per farlo cadere all'indietro.
Lo sorprendo e riesco a posizionarmi sopra di lui, abbassando un po' il busto per impedirgli di muoversi.
«Se volevi finire sopra di me, bastava chiedere»
«Oh, taci!»
Mi avvicino al suo viso e posso sentire il fiato sul suo collo, mentre gli prendo un braccio per applicare una specie di leva che mi avevano insegnato da piccola.
Formo una specie di triangolo con le mie braccia e quello di James, ma questo riesce in qualche modo e spingermi via da lui, facendo forza con l'altro braccio sul mio fianco scoperto.

Ora è lui sopra di me e siccome non ho fatto in tempo a togliere le braccia, me le tiene ben salde sopra la mia testa, con un sorriso in faccia.
Respiro affannosamente e perdo un attimo la concentrazione per la vicinanza dei nostri visi, ma poi mi riprendo e faccio forza con le gambe.
«Se volevi finire sopra di me, bastava chiedere»
Ripeto, ma prima che lui possa rispondere, libero le gambe dal peso del suo corpo e colpisco il suo petto con i piedi, spingendolo via da me.
«Tempo!»
Mi metto seduta con le gambe piegate e appoggio le braccia sulle mie ginocchia, mentre riprendo fiato.
«Bene, abbiamo finito»
Annuncia Steve, mentre continuo a fissare James che si sta alzando lentamente.
Sciolgo la coda che ormai era inesistente e mi alzo, quando sentiamo qualcuno bussare alla porta.
«Scusate l'interruzione, ho portato i risultati»
Finn entra a passo incerto nella stanza e io gli vado incontro, cercando di regolarizzare il respiro.
«Quindi?»
Chiede James seguendomi e mettendosi al mio fianco, aspettando che il dottore ci spieghi.
Kelley alza lo sguardo su di me e mi rivolge un'occhiata quasi dispiaciuta, il che mi preoccupa.
«C'è qualcosa che non va?»
«Vedi.. ho trovato.. qualcosa. Nel tuo sangue ci sono tracce di siero ma anche di un altro liquido che non avevo mai visto prima.
Credo che l'Hydra lo aveva appena creato quando te lo hanno somministrato»

Chiudo gli occhi per qualche secondo e mi gratto la fronte con la mano, non sapendo cosa dire.
«Cosa sarebbe questo liquido?»
«Non lo so ancora, ho chiesto di fare ulteriori analisi. Sembra però che condizioni e alteri l'individualità mentale del soggetto»
«Ovvero?»
«Con quello è più facile per loro entrare nella tua mente»
Annuisco e abbasso un po' la testa, ormai rassegnata.
«C'è... c'è qualcosa che possiamo fare?»
Chiede James in tono preoccupato anche se la mia voglia di ascoltare se n'è già andata.
«Purtroppo no. Come ho detto, non conosciamo per niente questa sostanza e non possiamo nemmeno prelevarla perché ormai è diffusa in tutto il corpo»
Inizio a camminare nervosamente vicino a loro, non sapendo come rispondere.
«Ma come fanno? Zola è morto eppure io l'ho visto... come.. non è possibile»
Chiedo io, esasperata.
«Credimi, vorrei saperlo. L'ipotesi più sensata è che con quella sostanza siano in grado di trasformare sogni oppure pensieri in delle specie di visioni, ma nemmeno io so come sia possibile»
«Mio dio..»
«Grazie Finn»
«Di nulla. Io e il mio team stiamo cercando di capirne di più e vedere se c'è una cura, vi farò sapere»
Annuiamo e saluto Finn con un gesto della mano, mentre lui esce dalla palestra.

«Bene, me ne vado in camera»
Affermo, legandomi l'elastico al polso e sospirando.
«Anne vuoi che-»
«Grazie, ma voglio stare un po' da sola. Chiamerò se ho bisogno»
Interrompo Steve e poi mi volto verso l'uscita, sentendo in lontananza i due dirsi qualcosa.
Scendo le scale diretta verso la mia camera immersa nei pensieri, ma poi mi fermo, trovando Hill fuori dal suo ufficio che mi stava fissando.
Lo guardo con diffidenza e poi riprendo a camminare, salendo lentamente le scale e avvicinandomi inevitabilmente a lui.
«Kelley mi ha informato. Mi dispiace»
«Anche a me»
Rispondo senza neanche guardarlo e lo supero, sperando che la conversazione finisca lí.
Per fortuna è così e riesco a raggiungere la mia stanza senza altri intoppi.
Apro la porta e la richiudo alle mie spalle, per poi buttarmi sul letto con un grande sospiro.
«Perché deve essere sempre tutto così complicato?»
Mi dico a voce alta, girandomi e fissando il soffitto.
Prima di pensare ad altro, mi rendo conto di essere ancora un po' sudata e che forse avrei bisogno di una doccia.
Per fortuna, la camera aveva anche un piccolo bagno, a cui si accedeva tramite una porta accanto alla finestra che dava sul balcone.

Però non ho un cambio...
Mi alzo e vado verso l'armadio, aprendolo per vedere se c'era dentro qualcosa.
Con mia sorpresa, trovo diversi vestiti e tute, che anche se possono sembrare unisex, sono decisamente femminili.
«Ma guarda un po'»
Esclamo all'ennesima coincidenza.
Sapevano anche che avrei scelto questa camera a quanto pare.
Prendo le prime cose che trovo e vado in bagno, chiudendo la porta alle mie spalle.
Era abbastanza piccolo, ma c'era tutto: sulla sinistra c'era un piccolo armadietto con sopra il lavandino e uno specchio, mentre alla destra c'era il water e la doccia stava in fondo a destra.
Lascio il cambio nel lavandino e apro l'acqua per farla riscaldare un po'.
Appena è tiepida, mi fiondo dentro e chiudo la tendina davanti a me, buttandomi direttamente sotto il getto.
Chiudo gli occhi per qualche secondo lasciando che l'acqua calda mi abbracci il corpo e poi mi lavo, pensando.
La conferma che ci ha dato Kelley non fa altro che aumentare le mie preoccupazioni, dato che ora so quanto sia facile per l'Hydra farmi fare ciò che vogliono.
Osservo il mio corpo e in particolare le mie braccia, che ora hanno un colorito normale, ma noto che il mio respiro si fa sempre più pesante.
L'agitazione mi pervade lentamente e al pensiero che quelli dell'Hydra possano entrare nella mia testa da un momento all'altro sono costretta a chiudere il getto ed uscire dalla doccia, respirando affannosamente.

Mi avvolgo l'asciugamano intorno al corpo anche se in questo momento sembra stringermi fino a non farmi respirare e mi appoggio con le braccia al lavandino.
Percepisco le mie gambe farsi deboli, così capisco che sto per avere un attacco di panico.
Da piccola mi succedeva spesso e capivo che stavo per averne uno proprio quando le mie gambe iniziavano a tremare.
Chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondi, mentre mi avvicino al water, sedendomici sopra.
Mi concentro sulla piacevole sensazione fresca che le goccioline che cadono dai capelli bagnati provocano sulla mia pelle, iniziando a contarle man mano che cadono in modo da distrarmi.
Una.. due.. tre e quattro..
«Anne sei lì dentro?»
Sento bussare alla porta e riconosco la voce di James, ma non sono sicura di riuscire ad alzarmi per aprirgli.
«Dammi... un secondo»
«Dai, calmati Anne, sei al sicuro»
Mi dico per incoraggiarmi, continuando a contare le goccioline che cadevano sulla mia pelle scoperta.
«Stai bene?»
«Si.. solo un attimo»
Cerco di nascondere il respiro affannoso, ma non penso di esserci riuscita bene, anzi, dopo qualche secondo la porta si spalanca e James posa lo sguardo su di me.

«Bucky ho detto che sto bene»
«Cos'è successo?»
Si avvicina lentamente e si inginocchia davanti a me, guardandosi un po' intorno.
Cerco di spiegare o di fare qualsiasi movimento per mandarlo via, ma non ci riesco, il mio cervello non sembra collaborare.
«Cosa posso fare? Vuoi dell'acqua?»
Non riuscendo a parlare, annuisco così da farlo uscire e lui corre fuori dalla stanza.
Inizio ad osservare ogni particolare della stanza e alla fine riesco a calmarmi, regolarizzando il respiro, quando James rientra con un bicchiere di acqua in mano.
Mi alzo lentamente e vado verso di lui, bevendo adagio e ridandogli il bicchiere una volta finito.
Sospiro e gli sorrido timidamente, come per rassicurarlo che sto bene.
«Dovevo venire con te, scusami»
«No, non dovevi, non preoccuparti»
Mi allontano un po' e cerco un asciugamano per i capelli.
«Mi dispiace che tu stia così, non-»
«Rilassati James, non è colpa tua e non puoi fare nulla per aiutare, neanche io posso.
Mi servirà una babysitter a quanto pare»
Affermo in tono frustrato mentre chiudo lo sportello del mobile sotto lo specchio, dopo aver trovato una salvietta.

«Non è vero e lo sai. Stai affrontando tutto questo meglio di quanto io avrei saputo fare»
Mi tampono i capelli con l'asciugamano, ma sento che le mie emozioni stanno per avere la meglio su di me, che ormai sono al limite di sopportazione.
«Non so neanche cosa sto facendo, ho paura di non essere più in me da un momento all'altro, non so di chi posso fidarmi.. non ce la faccio»
Per la prima volta in vita mia questa frase esce dalla mia bocca, sorprendendo sia me che James, che esita per qualche istante.
Non avevo mai sopportato così tante cose in vita mia e adesso la montagna davanti a me appariva quasi invalicabile.
«Inizia a fidarti di me e Steve» mi dice togliendomi il panno dalle mani «e non dire mai più una cosa del genere. Tu ce la fai e alla grande»
Prima che possa ribattere avvolge le braccia intorno al mio corpo e mi stringe in un abbraccio.
Chiudo gli occhi lasciando che le lacrime ricadano sulle mie guance e stringo la maglietta di James tra le mani.
Lui appoggia il mento sulla mia testa e mi accarezza la schiena con le braccia.
Ma cosa sto facendo...
Dov'è la donna tosta che si è travestita da uomo per entrare nell'esercito americano?
Quella donna sembrava scomparsa, rimpiazzata da una ragazzina fragile e impaurita.
In verità però non si è mai spostata, è solo stata cambiata dall'arrivo di una famiglia, dalla scoperta della vita e... dall'amore?

Mi stacco da James e prima che possa dire qualcosa annullo di nuovo le distanze tra noi, questa volta baciandolo.
Lui ricambia il bacio, che pian piano diventa sempre più passionale, tanto che lui indietreggia e arriva fino alla porta del bagno.
La chiudo alle mie spalle mentre faccio scivolare le mani tra i suoi capelli, assaporando ogni angolo della sua bocca.
Lui mi solleva e continua a camminare verso il letto, mentre io avvolgo le gambe intorno alla sua vita, allacciandole dietro alla sua schiena.
Esplora la mia schiena scoperta per metà con le sue mani ma allo stesso tempo sta attento a non far cadere l'asciugamano, come se non volesse andare troppo di fretta e rovinare il momento.
Mi posa delicatamente sul letto e si stacca per qualche secondo, sorridendomi.
«Anne non dobbiamo farlo per forza, sto solo-»
«James, in questo momento l'unica cosa che voglio sei tu»
Mi lancia un'occhiata poco convinta, come se avesse paura che non fossi davvero pronta.
«Sono sicura»
Gli ripeto e questa volta i suoi occhi si illuminano come attraversati da una strana scintilla.

Riprende a baciarmi con trasporto ed io faccio scivolare le mani verso l'orlo della sua maglia, tirandola fino a fargliela togliere.
Lo vedo sorridere quando si rende conto che sto fissando il suo corpo scolpito, ma poi esita quando si tratta di togliere l'asciugamano che mi copriva.
Gli accarezzo una guancia e poi sciolgo il piccolo nodo che avevo fatto, scoprendo il mio corpo davanti a lui.
Arrossisco per l'imbarazzo mentre lui rimane immobile per qualche secondo, guardandomi negli occhi con uno sguardo a dir poco incantato.
«Sei bellissima»
Sorrido e lui inizia a lasciarmi una scia di baci dal petto fino alla mia bocca, riprendendo a baciarmi mentre si slaccia i pantaloni.
Le sue dita sfiorano ogni centimetro del mio corpo in un tocco delicato e dolce, mentre raggiungiamo insieme l'apice del piacere.

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