Falling for you ~ Bucky Barne...

By alissarax

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La guerra è vicina. Anne ha da sempre il sogno di combattere nell'esercito, ma purtroppo è una ragazza. Quest... More

1 - Recluta Duncan
2 - Prima notte
3 - Alleanze
4 - Colpita e affondata
5 - La macchia
6 - La verità
7 - Strategia
8 - Niente più segreti
9 - Non è un'esercitazione
10 - La cella
11 - Piccoli momenti
13 - Una speranza
14 - Visi familiari
15 - Il siero
16 - Di nuovo a casa
17 - Vecchie conoscenze
18 - Incontri non proprio sgradevoli
19 - Cerimonia
20 - Addii
21 - Ambientarsi
22 - Come bambini
23 - Vogliono entrare nella mia mente
24 - Un nuovo lato di noi stessi
25 - Penso che ti amo
26 - Il piano
27 - Ultime dritte
28 - Un inizio inaspettato
29 - Il risveglio del soldato
30 - Ad un passo dalla distruzione
31 - Come nuova
32 - Pulizie
33 - La festa
34 - Prima sbornia
35 - Una svolta per il futuro
36 - È il momento
37 - L'ultima missione
38 - Rialzarsi sempre
39 - Salutare il passato
40 - La nuova parte della nostra vita
Ringraziamenti

12 - Verità o bugie?

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By alissarax

Mi sveglio e sento ancora il pavimento freddo della cella sotto di me, eppure mi sembra di avere un peso sul fianco. Alzo un po' la testa e realizzo che quel peso è il braccio di James che ora è attorno alla mia vita, mentre lui dorme accanto a me.
Lo sposto da me sbuffando ed evidentemente lo sveglio, perché mi da il buongiorno ancora con gli occhi chiusi.
«'Giorno»
«Già arrabbiata di prima mattina?»
«Irritata, non arrabbiata»
«Per colpa mia?»
Apre gli occhi di scatto e vorrei davvero tirargli un pugno in faccia, ma mi limito a sbuffare e di nuovo e allontanarmi da lui, appoggiando la schiena contro la parete.

Non faccio in tempo a replicare che la porta viene spalancata da Zola, che entra velocemente nella stanza, stavolta seguito da quattro uomini.
«Riproviamo con lei»
Esordisce, ordinando alle guardie di venire verso di me.
Guardo James con uno sguardo preoccupato e dalla sua espressione capisco immediatamente le sue intenzioni.
Mi si para davanti prima che gli uomini potessero raggiungermi e apre leggermente le braccia, come per nascondermi dietro al suo corpo.
«Prendete me»
Questi però lo ignorano e l'uomo più vicino gli da un calcio in pieno stomaco, facendolo accasciare per terra.
«No!»
«Tu ci servi per un altra cosa»
Continua Zola, rivolto a Bucky.
Faccio per andare verso di lui gattonando, ma il soldato riesce ad afferrarmi per la camicia, costringendomi a stare in piedi.
Vedo James rialzarsi a fatica ma prima che lui possa raggiungermi, gli uomini chiudono la cella dietro di noi e mi spingono verso la porta della stanza.
Distolgo lo sguardo, non potendo più vedere la sofferenza sul suo volto, e seguo gli uomini, dimenandomi per liberarmi dalla presa di uno di loro.

Mi conducono sempre nella stessa stanza e questa volta cerco di stare lucida, per cercare di capire che razza di posto sia questo.
Noto una cartellina di fianco alla sedia dove mi costringono a sedermi, così mi volto, tentando di leggere cosa c'era scritto.
La copertina diceva: "Esperimento Uno" e conteneva diversi fogli, mentre ce n'era un'altra sotto di essa che mi sembra avesse scritto sopra "Esperimento Due", ma era vuota.
Prima che possa riflettere, Zola comanda al soldato di azionare la macchina e la mia vista si annebbia, fino a farmi vedere soltanto il buio.

~~
«Cos'è successo mamma?»
Entro in cucina e vedo tantissimi vetri sparsi per terra, rotti.
«Oh niente tesoro, mi sono caduti i bicchieri»
Mi risponde lei, tirando su con il naso e avvicinandosi a me.
Mi prende in braccio e mi posa sul divano, lontano dalla cucina così che io non potessi vedere cosa stava succedendo.
«Vattene, ci sentirà»
«Torneranno per te e lo sai»
«Ti prego Howard, esci da casa mia»
Il silenzio cala nella stanza e poi sento la porta sbattere in lontananza.
«Papà quando tornerà?»
Chiedo alla mamma non appena ritorna da me. Lei si siede accanto a me sul divano, accarezzandomi dolcemente la schiena, ma noto subito i suoi occhi arrossati.
«Papà dovrà stare via ancora per un po'»
~~

~~
«Mamma!»
Urlo, tentando di farmi strada nel fumo.
«Mamma dove sei?»
Esco dalla mia cameretta e trovo la mamma giù dalle scale, che mi stava cercando.
«Anne, vieni qui!»
Tossisco perché stavo iniziando ad inalare troppo fumo e scendo velocemente le scale, quando una trave cade proprio davanti a me, incendiata.
«Mamma!»
Inizio a piangere non vedendo più la mamma e mi allontano dal fuoco.
«Anneshka ascoltami! Devi saltare, ti fidi della mamma?»
«Cadrò! È troppo alto!»
«Fidati di me Anne, salta!»
Trattengo il respiro e faccio qualche passo indietro, per poi correre e saltare il pezzo di legno, chiudendo gli occhi.
La mamma riesce a prendermi al volo e inizia a correre, tossendo.
Mi posa a terra e va velocemente verso il divano, abbassandosi e tirando fuori un piccolo zainetto.
Si volta verso di me con le lacrime agli occhi e mi guarda, porgendomi lo zaino.
«Tesoro, guardami»
Mi avvicino, non capendo cosa stia succedendo.
«Devi andartene il più lontano possibile da qui, hai capito? Qui dentro troverai tutto l'occorrente. C'è l'indirizzo di tua zia e una lettera per lei, va' da lei e dagliela, lei saprà cosa fare. Mi hai capito, Anneshka?»
«Mamma ma cosa stai dicendo? Vieni con me!»
Piango ancora più forte mentre lei inizia a tossire, cercando di convincermi.
«Non ce più tempo, devi andare figlia mia»
«No! Non ti lascio qui!»
La tiro per la maglietta ma lei non si muove, anzi, si accascia ancora di più a terra.
«Va' tesoro. Ricordati che mamma e papà ti vogliono bene»
Mi guardo intorno vedendo che la casa è sul punto di crollare per le fiamme e guardo ancora la mamma, che però ora è immobile.
Senza voltarmi, inizio a correre il più veloce possibile ed esco dalla casa, sentendo poi un tonfo alle mie spalle.
~~

«NO!»
Apro di scatto gli occhi e mi rendo conto di stare piangendo e di essere sudata, mentre Zola davanti a me mi fissa incredulo.
«Perché si ferma?»
Domanda lui quasi gridando al soldato accanto a me che stava tentando di riaccendere la macchina.
«Signore, lei fa resistenza e non-»
«Aumenta la potenza!»
Lo interrompe lui, osservando attentamente ogni suo movimento.
«Non... non vincerete mai»
«Cos'hai detto?»
Mi chiede Zola, avvicinandosi con il busto al mio volto e appoggiando le mani sui braccioli della seduta.
Arriva a pochi millimetri dal mio viso e se il suo sguardo fosse un arma, sarei già morta.

«Non riuscirete mai a fare cioè che volete»
Ripeto io, cercando di riprendere fiato e appoggiando la testa sullo schienale per allontanarmi da lui.
In uno scatto di rabbia, mi afferra per il collo e stringe la presa, avvicinandosi nuovamente.
«Vedrai come ti piegherai a noi»
Sibila tra i denti, per poi lasciarmi andare.
Tossisco leggermente e lascio cadere la testa in avanti per la stanchezza.
«Riprovate!»
«Che ne avete fatto degli altri? Dov'è Bryan?»
Cerco di chiedere, prima che inizi di nuovo la tortura.
«Oh, i tuoi amici intendi? Sono tutti morti»
«Che cosa?»
Alzo la testa e lo guardo negli occhi, mentre i miei si riempiono di lacrime.
«Stai mentendo»
Sussurro, ripensando agli ultimi momenti sulla collina con i ragazzi.
Lui in risposta mi guarda ridendo, divertito dalla mia debolezza, e guarda la porta alle sue spalle.
«O meglio, tutti morti tranne lui»
Fischia e fa un cenno alla guardia, che apre la porta e fa entrare un altro soldato.

Trattengo il respiro non appena il ragazzo entra, riconoscendolo immediatamente.
«Bryan?»
Le parole mi muoiono in bocca mentre questo mi si avvicina, fissandomi negli occhi con aria assente, senza dire una parola.
«Bryan!»
Mi dimeno come per volerlo raggiungere, ma ovviamente le cinge mi tengono legate alla sedia.
Bryan si posiziona accanto a Zola e questo gli mette una mano sulla spalla, girandosi nella mia direzione con un sorriso sul volto.
«Cosa gli avete fatto?»
«Ma come mia cara, non sei stata tu a chiederci di salvarlo?»
Il mondo mi cade addosso non appena ricordo le mie parole e al senso di colpa per la morte dei miei compagni ora si aggiunge anche la convinzione che avevo condannato Bryan ad essere loro prigioniero.

«Niente da dire?»
Le lacrime mi rigano il viso e io abbasso la testa, per non farmi vedere da lui.
«Soldato, torna pure a fare ciò che stavi facendo»
Sento dei passi allontanarsi e poi una scarica elettrica di diffonde dalla mia schiena a tutto il resto del corpo, facendomi urlare di dolore.

La porta della nostra stanza si apre e i soldati mi spingono dentro, ma quando alzo lo sguardo, James non c'era.
«Dov'è lui?»
Dico, cercando con tutte le forze di tenere gli occhi aperti.
«Dov'è lui?»
Ripeto, alzando un po' il tono, ma i soldati mi ignorano e mi spingono all'interno della cella, per poi chiudere la porta e andarsene.
Mi trascino fino alla parete e porto le gambe al petto, stringendole tra le mie braccia e iniziando a piangere silenziosamente.
Passano non so quanto minuti finché la porta della stanza si apre nuovamente e questa volta entra James, seguito dalle solite guardie, che quando mi vede spalanca gli occhi per la sorpresa.
Lo fanno entrare nella cella e non appena è dentro, corre verso di me, inginocchiandosi.

«Sei viva»
Mi dice, prendendomi il viso tra le mani, al che io annuisco.
«Mi avevano detto che ti avrebbero uccisa se non avessi collaborato»
«Collaborato per cosa?»
Chiedo io quasi in un sussurro e vedo James esitare prima di rispondermi, come se avesse paura di ferirmi con le sue parole.
«Volevano nomi e.. i luoghi dove avevamo basi, glieli ho dati»
«No.. perché?»
«Ti avrebbero uccisa!»
«Forse sarebbe stato meglio»
Sussurro io in risposta, distogliendo lo sguardo.
«Cos'hai detto?»
Chiede lui, prendendomi il mento tra le mani per costringermi a guardarlo.
Non rispondo e posso sentirlo agitarsi davanti a me.

«Ho visto Bryan»
Esordisco, tornando a guardarlo con una espressione vuota.
«Che cosa?»
«È qui. Lo hanno curato»
«Oddio.. almeno sta bene»
«Zola gli ha fatto qualcosa. Quando mi ha guardato, era come se non mi conoscesse. Lo stanno manipolando in qualche modo»
Cala il silenzio e vedo gli occhi di James scrutarmi con fare preoccupato.
«Tu.. stai bene?»
Annuisco debolmente, non avendo la forza per rispondere, e lascio cadere la testa all'indietro.
«Anne?»
Mi prende la testa tra le mani e mi aiuta a stare seduta, avvicinandosi un po' a me.
Il contatto con le sue mani fredde mi fa rabbrividire e il mio corpo è scosso da un sussulto.
«Anne, apri gli occhi»
«Sto bene»
Sussurro, aprendo leggermente gli occhi.

Afferro le sue mani e con un po' di forza le spingo via, liberandomi dalla sua presa e allontanandomi un po' da lui.
«Cos'è successo?»
Mi chiede, seguendomi e avvicinandosi di nuovo.
«Gli altri..»
La mia voce si incrina e le lacrime riempiono i miei occhi.
«Zola ha detto che sono tutti morti»
Li riapro per vedere la reazione di James, che continua a fissarmi cercando di assimilare ciò che ho appena detto.
Si lascia cadere sul pavimento e si mette le mani nei capelli, senza dire una parola.
«Non so se dice la verità»
Continuo, cercando di darci un po' di speranza.
«Questi uomini.. stanno combattendo un'altra guerra. I simboli sulle loro tute, li hai visti? Sono teschi rossi»
Lui continua a non dire niente e io non so se continuare a condividere le mie perplessità, ma se non lo facessi sarebbe persino peggio.
«Hanno in mente qualcosa di brutto e vogliono usare noi per raggiungere il loro obiettivo»
Concludo, rimanendo in silenzio e osservando James, che non si muove di un millimetro.

Dopo qualche secondo alza la testa e punta il suo sguardo pieno di lacrime nel mio, lasciando che siano questi a parlare.
Rimaniamo a fissarci per minuti che sembrano infiniti, io che mi immergo nei suoi occhi cristallini e lui nei miei scuri.
«Mi stanno facendo rivivere dei momenti della mia vita, credo che vogliano entrare nella mia mente»
Esordisco poi, spezzando il silenzio.
«Io.. non hai idea di quanto vorrei poter fare qualcosa»
«Lo so, anche io lo vorrei»
Rispondo, accarezzandogli una spalla come per rassicurarlo.
«Quando lo faranno a te, devi resistere, non cedere. Mi hai capito?»
Lui annuisce debolmente in risposta, senza smettere di fissarmi.

«Da ora in poi ti ascolterò quando dirai che hai un brutto presentimento»
Riesce a strapparmi un sorriso e per qualche momento il dolore che provo si allevia, ma poi torna come un'onda ancora più pesante e ritorno seria.
«Ricordati la promessa»
Mi dice, prendendo le mie mani e unendole tra le sue.
«Non preoccuparti, non sono così facile da abbattere»
«Lo so»
Lo fisso quasi sorridendo, mentre penso a quanto tempo ancora dovremo stare rinchiusi qui.

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