Kill my mind | l.s.

By I_Larrypossono

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Louis è un pugile che combatte per aiutare la sua famiglia, non ha bisogno di distrazioni. Harry è un ragazzo... More

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By I_Larrypossono

"Zay, non credo sia una buona idea." Sospira Harry, passandosi le dita tra i capelli che ha tagliato da poco. Non sono così male, gli mancano i suoi lunghi boccoli, certo, ma erano troppo rovinati.

"Andiamo amico, non è niente di illegale." Sbuffa il corvino, giocando con il cibo nel suo vassoio.

"Non voglio essere arrestato. E se poi fanno un blitz e finiamo tutti in carcere?" si mordicchia le pellicine delle labbra screpolate, guardandosi intorno in allerta, per paura che qualcuno stesse ascoltando la loro conversazione.

"Sei ridicolo, Haz." Lo deride Zayn.

"Non possono arrestarci, è tutto legale." Spiega il biondo- tinto, ma giura che sta cercando di far andare via quel colore- "Sono combattimenti completamente regolari, a porta aperta. L'unica cosa poco legale sono le scommesse sottobanco, ma tanto noi andiamo solo per guardare, quindi non rischiamo la prigione." Alza gli occhi al cielo, portando una patatina fritta alla bocca.

Harry annuisce, ancora un po' restio. Non vuole rovinare i piani ai suoi amici, quindi, prima di alzarsi per andare a lezione, assicura loro che ci sarà.

Entra nella classe di storia, dando un morso alla mela che non ha fatto in tempo a mangiare in mensa, e si siede al suo solito posto.

"Ciao, Lots." Saluta la sua ormai compagna di banco. Non è una ragazza particolarmente socievole, più che altro non da confidenza a nessuno. Parlano molto, loro due, ma niente più di chiacchierate superficiali, ma il riccio le vuole bene.

"Harry, raggio di sole." Lo saluta, alzando gli angoli delle labbra.

"Tutto bene?" le chiede, notando il sorriso palesemente forzato.

"Sì, più o meno." Poggia il mento sul palmo aperto, prestando attenzione alla professoressa che è appena entrata.

Harry annuisce soltanto, consapevole del fatto che non saprà altro da lei e di non poterla costringere a parlare. Gli dà fastidio che lei non voglia fidarsi di lui, ma neanche la biasima. È già tanto il fatto che sappia che ha un fratello, più grande- informazione uscita direttamente dalla sua bocca- e che il padre se ne è andato di casa quando lei era abbastanza piccola- voci di corridoio, mai confermate da Lottie.- Non gli dispiacerebbe essergli amico -intende amico stretto-, nonostante sia già felice del fatto che è uno dei pochi con cui parla a scuola. Sospira, smettendo di fissarla.

Finite le lezioni torna a casa a piedi, rifiutando gentilmente la proposta di Zayn di accompagnarlo a casa in moto, approfittando della giornata di sole. Fa un pezzo di strada con Niall, che ha avuto la sua stessa idea, e poi si separano dopo essersi dati appuntamento a casa del biondo.

-

Si morde le unghie, non volendo però rovinare lo smalto blu che si è messo con tanta cura l'altro pomeriggio. Si guarda allo specchio, lisciandosi il maglioncino verde. Forse dovrebbe mettersi una felpa? Magri è troppo distinto? Potrebbero prenderlo per un coglione con la puzza sotto il naso. Non gli interessa particolarmente in realtà, però non può negare che il suo stile sia particolare e probabilmente fuori luogo per il posto in cui stanno andando. Che poi, che posto è? Sarà qualche capannone abbandonato, con i ratti che strisciano negli angoli e ti guardano con quegli occhietti rossi. Rabbrividisce, legandosi le scarpe nere e uscendo di casa. A sua madre non interessa molto il fatto che esca a ora tarda o che torni tardi, ha sempre avuto paura che non avesse amici e che non uscisse mai- a causa della sua indole chiusa da bambino, dopo la morte del padre- quindi non può che farle piacere. L'importante è che sappia con chi sia e che l'avvisi se ci sono contrattempi. Harry ama sua madre.

Si incammina verso casa di Niall, le mani immerse nelle tasche della giacca per evitare di mangiucchiarsi le pellicine. Spera di non tornare a un orario indecente a casa, il giorno dopo hanno scuola e ancora si chiede perché diavolo non sa dire di no ai suoi amici.

Sbuffa, salendo i pochi gradini del portico di casa dell'irlandese e sta per bussare, quando sente i due ragazzi chiamarlo e sventolare le mani in aria, poggiati alla jeep celeste di Niall.

"Onestamente pensavo che non ti presentassi." Dice Zayn, salendo per primo nella macchina per accaparrarsi il sedile davanti.

"Non sono una caca sotto." Ribatte Harry, sedendosi invece sul sedile posteriore. È così maledettamente scomodo, lo hanno sfondato a sedici anni- due giorni dopo che i genitori di Niall gli avevano regalato quella jeep- mentre cercavano di capire se potessero staccarlo e usarlo come divano da mettere nel parco, durante le loro fughe estive notturne. Beh, non ha funzionato.

"Sì, lo sei." Gli rispondono con sarcasmo i due ragazzi davanti. Harry sbuffa incrociando le gambe sulla seduta, con le lamentele del biondo come conseguenza.

"Come se fossero le mie scarpe a poterla rovinare." Lo deride il riccio.

"Intanto io la macchina ce l'ho." E Harry tace.

Il castano rimane un attimo sconcertato quando parcheggiano. Si sporge sui sedili anteriori, per vedere meglio fuori. Il luogo dove sono non è un magazzino abbandonato in mezzo alla periferia di Londra, ma è una semplice palestra- leggermente nascosta rispetto agli altri edifici, ma non ci sono spacciatori muniti di pistola, al suo esterno-. Rilascia un sospiro, sollevato dal fatto che quella sera non verrà rapito, e scende dalla macchina insieme ai suoi amici.

"Sono così eccitato." Ridacchia Niall, spingendo la porta di entrata della palestra.

"Calma i bollenti spiriti." Lo avvisa Zayn.

Il riccio si guarda intorno, la stanza è piena di persone che parlano a voce altissima e, nonostante la sua altezza, non riesce a guardare oltre quella mandria.

"Venite." Il corvino tira entrambi per le braccia, slittando fra un paio di persone e portandoli agli spalti per sedersi. La maggior parte degli spettatori sono in piedi, sotto il ring e urlano incitando i pugili che ancora non si sono palesati.

A Harry non piace particolarmente la violenza- la odia-, però sente comunque un brivido scuoterlo dalle piante dei piedi fino all'ultimo boccolo. Spera di non vedere sangue, cosa impossibile, altrimenti nessuno potrà fermarlo dall'alzarsi e scappare a gambe levate.

"Chi sono quelli?" chiede preoccupato Harry, indicando due uomini- sicuramente più grandi di loro, molto più grandi- che camminano in giro guardando insistentemente tutti i presenti. Saranno poliziotti in borghese? Dovrebbe decisamente smetterla di farsi tutte quelle paranoie.

"Che occhio." Lo loda Zayn "Sono quelli che prendono i soldi delle scommesse." Gli spiega.

"Sei informato."

"Vengo qui spesso." Alza le spalle. Il riccio sta per chiedergli altro, ma la voce di una ragazza al centro del ring che urla, lo fa distrarre.

"Buonasera gente." Saluta tutti a gran voce, facendo zittire i presenti "Siete carichi?" chiede, facendo scoppiare in un boato la folla. Harry trova questa cosa abbastanza esagerata "Non perdiamoci in chiacchiere. Vi presentiamo una nuova entrata questa sera, Mike." Indica un ragazzo alla sua sinistra, appena salito sul ring "E ovviamente il nostro grande Louis." Le persone sotto quella specie di palco gridano, incitando una persona che Harry riesce a vedere solo di spalle. "Andiamo, non siate così ovvi." La ragazza allude a qualcosa che il riccio non capisce, scendendo poi dal ring.

Harry sente il rumore di una campanella e vede i due ragazzi alzare le braccia, le mani coperte dai guantoni. Sussulta quando il ragazzo dai capelli rossi si spinge verso l'altro, cercando di colpirlo. Si è già pentito di essere andato lì. L'altro sembra molto tranquillo, mentre si sposta con dei leggeri salti da un punto all'altro. Abbassa la testa e gira in tondo, mostrando il suo viso al ricciolino. Spalanca gli occhi, l'adrenalina che gli fa pompare più sangue, potrebbe ritrattare la sua frase precedente, forse ha fatto bene a farsi convincere.

Il ragazzo ha i capelli leggermente lunghi, portati indietro da una fascetta nera, il corpo- scoperto, considerando che sta indossando solo un paio di pantaloncini rossi- è coperto di tatuaggi e Harry potrebbe seriamente sbavare. Il sudore gli imperla il corpo, mentre scivola elegantemente su quel quadrato nero, come se non stesse facendo nessuno sforzo. È troppo lontano per vedere i suoi occhi, ma anche da lì può notare le sue sopracciglia aggrottate e il ghigno sulle labbra. Vorrebbe scendere di corsa, rischiando di rompersi l'osso del collo, e asciugargli le goccioline di sudore che scivolano lungo i suoi pettorali.

"Mr. so tutto io." Si gira di scatto verso il suo amico "Chi diavolo è quello." Non sta dicerto nascondendo il suo interesse.

"Louis Tomlinson. Il grande Tomlinson." Alza le mani al cielo "È quello che ha vinto più incontri in questa palestra."

"Tomlinson?" spalanca gli occhi "Come Charlotte Tomlinson?"

"Certo, non lo sapevi? È il fratello." gli chiede Niall, senza guardalo, gli occhi ipnotizzati verso il centro della stanza. "Perché non veniamo più spesso?" sorride apertamente "È così elettrizzante."

Ed Harry non può dargli torto. È rapito dai movimenti veloci e mirati di Louis, il modo con cui sferra pugni con precisione non dovrebbe farlo eccitare. Decisamente no. Si porta le mani alla bocca quando il ragazzo più alto riesce a colpire Louis in faccia, che barcolla leggermente e si pulisce con il guantone il naso. Lo vede sospirare e, dopo aver schivato un altro paio di colpi, mandare KO il ragazzo con un solo pugno.

Harry odia la violenza, deve ricordarselo.

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