La partita Grifondoro contro Tassorosso era arrivata troppo in fretta. Harry Potter aveva un sacco di dubbi sulla squadra, beh, non su tutta, sul portiere. Certo, se ci fosse stato Ron la situazione sarebbe stata più tranquilla. Ma Ron non cʼera e lʼultima volta che si erano visti avevano avuto una brutta lite. Purtroppo il suo migliore amico aveva un caratteraccio e la guerra lo aveva solo peggiorato. Dopo la sfuriata, il rosso lo aveva contattato via gufo, si era scusato, ma purtroppo i fatti erano quelli: Ron non stava bene.
La partita era iniziata da almeno dieci minuti e del boccino nessuna traccia, forse allenarsi con Bubò non era stata una buona idea, lui in confronto al boccino dʼoro era enorme. Scrutava lʼorizzonte leggermente sopra la linea dei battitori gialloneri e osservava Ginny fare scatti velocissimi e segnare gol a raffica, se avesse continuato in quel modo avrebbe fatto da sola centocinquanta punti. Con la coda dellʼocchio vide McMillan, il cercatore Tassorosso, vagare perso quanto lui. Si alzò ancora un poʼ più in alto, stava facendo la figura del principiante e gli seccava da morire, dal momento che Ametista era fra il pubblico e lo osservava. Gli piaceva quella ragazza, ormai era innegabile e, da quando gli aveva preso la mano uscendo dai Tre Manici di Scopa per andare a parlare con Ron, gli piaceva ancora di più.
Un rumore secco lo distrasse, decine di Thestral si erano alzati in volo e stavano scappando. Ma che diamine stava succedendo? Lasciò perdere il boccino e si diresse verso il punto in cui gli animali fuggivano. Scese in picchiata verso la Foresta Proibita, sicuramente la McGranitt gli avrebbe tolto cento punti, era sicuro. Ma cʼera qualcosa che non andava e lo sapeva bene. Ormai i guai li fiutava come un marinaio fiuta il vento. Vide fra le foglie un verde traslucido e sentì di nuovo il rumore sordo di prima. Ormai era al limite delle chiome delle piante. E poi lo vide: un drago, un Verde Gallese a giudicare da quella distanza, sembrava intrappolato in qualcosa, forse in una buca. Ma cosa ci faceva in quella posizione? Il verde Gallese Comune, dello stesso colore dell'erba folta della sua patria, nidificava sui monti più alti, dove era stata costituita una riserva per la sua conservazione. Non doveva essere lì. Non ci pensò due volte e lanciò il segnale di pericolo, forse avrebbero perso partita a tavolino o forse Macmillan aveva già trovato il boccino, ma un drago libero per Hogwarts non era certo da sottovalutare.
«Periculum!» gridò il Ragazzo Sopravvissuto e dalla sua bacchetta fuoriuscirono dei fiotti rossi che si stagliarono nel cielo scozzese. Non passarono neanche due minuti che vide arrivare Charlie Weasley e Rolf Scamander, ciascuno in sella a una scopa.
«Harry, Harry, che succede? Stai bene? La McGranitt ha sospeso la partita e ha mandato le squadre negli spogliatoi, e gli studenti al castello. Arriverà subito.»
«Guardate là!» disse allora Harry indicando il punto dove si trovava lʼanimale. Già sapeva che avrebbero perso a tavolino e che avrebbero assegnato la vittoria ai Tassorosso.
«Ah, comunque stavate vincendo, centosettanta a trentacinque.»
«Cosa?»
«Mia sorella li stava facendo neri!» sghignazzò Charlie, finché non focalizzò bene il drago che ruggiva nel folto della foresta proibita.
«Ma che cavolo ci fa un Verde Gallese qui? La sua riserva è lontana chilometri.»
«Non lo so, però sembra ferito e molto incazzato, se riesce a scappare può fare diversi danni.»
«Sì, concordo. Rolf, per favore, vai alla capanna a prendere il dittamo e la mia attrezzatura da Dragologo, sapevo che sarebbe tornata utile prima o poi.»
«Corro!»
«E stai attento su quella scopa, non mi sembri tanto...» e lo videro schivare la cima di un albero più alto per un soffio «...capace. Ecco, come non detto. Se torna indietro intero è un miracolo.»
Harry sorrise. Rolf era simpatico, strambo e eccentrico, ma simpatico.
«Tu intanto vai al campo da Quidditch e cambiati...»
«Ma Charlie!» si lamentò il ragazzo senza però accennare ad andarsene di lì.
«Harry, dai, può essere pericoloso!»
«E lo dici a me? Ricordati che ho affrontato un Ungaro Spinato, cosa vuoi che sia un comune Gallese Verde...»
Il professore si mosse sulla scopa scuotendo la chioma rossa, non aveva molto da obiettare al Salvatore del Mondo Magico, Harry era a scuola per sua scelta, avrebbe avuto un posto al Ministero con una sola parola, Charlie capiva che non poteva considerarlo come gli altri studenti e quindi decise che avrebbe lasciato alla Preside il compito di rimandarlo al castello, sempre che ci fosse riuscita.
«Allora scendiamo piano, se è ferito sarà quanto mai irritabile.»
Harry annuì, gli occhi verdi che scintillavano in contrasto col cielo grigio sopra di lui.
I ragazzi erano rientrati al castello scortati dai professori. Hermione aveva la faccia tesa e stanca. Aveva ragione Harry, non era possibile che ogni anno succedesse qualche guaio. Lei in fondo voleva godersi quei giorni, la spensieratezza della mattina passata a Hogsmeade con Draco era ormai un ricordo sbiadito.
«Hai capito cosa è successo? Ho sentito voci assurde.»
Ginny lʼaveva presa a braccetto, mormorando concitata al suo orecchio.
«Preferisco pensare di aver sentito male, Gin. Non può esserci davvero un drago nella Foresta Proibita! Se così fosse, dobbiamo riunirci. Parlare. Non possiamo restare con le mani in mano.»
Le ragazze si sentirono spingere e Ginny si voltò infastidita, stava per rimbrottare qualche povero studente troppo scalmanato, quando vide il sorriso birichino di Blaise Zabini. «Caposcuola Granger, Prefetto Weasley, Sala dei Trofei, riunione straordinaria per le ronde?»
«Certo Caposcuola Zabini.» rispose seria Hermione buttando lʼocchio su Draco che appariva molto nervoso e di malumore. Ancora non aveva imparato a conoscerlo bene, ma quando i suoi occhi grigi prendevano la sfumatura del ghiaccio, allora non era un buon segno. No davvero.
«Chiamiamo anche gli altri?»
«Sì certo, tutti i Prefetti. Per il momento...» disse Blaise con fare sibillino.
Hermione annuì e si mosse alla ricerca di Neville e Luna. «Sala dei Trofei fra un quarto dʼora e speriamo che non ci confinino nelle nostre sale comuni, ma noi siamo i Caposcuola e i Prefetti, dovremmo poterci riunire in pace...»
«Ci vediamo lì allora, e state attente, comunque, okay?» concluse il moro e diede una spallata a Draco che sembrava imbambolato.
«A dopo.» ripeté Hermione guardandolo ancora, interrogativa. Avrebbe voluto conoscere i suoi pensieri. Lei non era una brava Legilimens, mentre sapeva che il serpeverde era un ottimo Occlumante, era stato istruito da Piton in persona e, a differenza di Harry, era dotato per lʼOcclumanzia e Legilimanzia.
Blaise spinse quindi lʼamico verso i sotterranei per cercare Daphne. «Mi vuoi dire che ti prende? Sembra che il drago lo abbia visto tu anziché Harry!»
«Non lo so Blaise, e se le succedesse qualcosa? Lo sai che non sa stare fuori dei guai? Guarda Potter, non voleva essere coinvolto e invece è sempre nel mezzo!»
«Sarà esattamente nel mezzo dei guai, Draco. È una grifondoro e tu lo sapevi... lʼhai sempre saputo. Non le puoi impedire di correre rischi, puoi solo starle vicino. E magari non sarebbe una cattiva idea se tu le dicessi quello che inizi a provare per lei, sai?»
Draco impallidì. Non aveva parlato ancora di nulla, erano solo amici. Amici che amavano stare vicini, sfiorarsi con le dita, toccarsi piano i fianchi di soppiatto, sistemare i ciuffi ribelli dellʼaltro, ridere insieme... amici.
«Cosa dovrei dirle? Nemmeno stiamo insieme. Abbiamo solo deciso di provare a non schiantarci a vicenda. E mi sembra già tanto che non sia ancora successo, credimi!»
Blaise sghignazzò piano. «Sì certo, ti guarda come se avessi piantato in cielo tu la fottuta luna, Draco. Non ti sei accorto come ti osserva e cerca di avvicinarsi a te? A lezione siete sempre insieme, e non solo per la questione dellʼunità delle case. Suvvia, sii un pò meno serpe e più grifone.»
«Ora mi offendo, modera i termini, grifone mai! Al massimo drago...» rispose Draco oltraggiato. Erano ormai giunti ai sotterranei.
«Draconis.»
«Appunto!» rise Blaise entrando allʼinterno della casa comune serpeverde dopo che Draco lʼaveva aperta pronunciando la parola segreta.
«Idiota! Io ho un amico deficiente...»
«Eccovi!» disse Pansy agitatissima, «Non si trova Goyle e Theo è andato a cercarlo con Xander e altri.»
«Sono usciti? Ma lo sanno che cʼè un drago libero per il parco del castello? Per Salazar! E come mai Goyle non era alla partita? Di solito non se ne perde una per studiare gli avversari. E Belinda non era con lui?»
«Non lo sappiamo, nemmeno noi cʼeravamo. Daphne ha ancora le emicranie e siamo rimaste qui con lei. Però, quando altri ragazzi sono rientrati dal campo di Quidditch, ci siamo chiesti come mai non ci fosse anche Goyle. Nessuno lʼha visto alla partita.» disse ancora Pansy, mentre una stanca Daphne Greengrass comparve in Sala Comune.
«Dannazione. Daph, abbiamo una riunione fra dieci minuti alla Sala Trofei, ti prego vai tu, lo so che stai male...» iniziò col dire Blaise. La bionda che era ancora in vestaglia annuì. «Vado a cambiarmi, potete chiedere a Wencky di portarmi limone e sale? Grazie.»
«Limone e sale? Grazie?» ripeterono in sincrono Blaise e Draco. Che il mal di testa avesse fuso definitivamente i neuroni della bionda compagna di casa?