Vivere in un sogno

By Roxy-00

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"A volte bisogna stare attenti a ciò che si desidera." ~ Zelja Moose è una ragazza di appena vent'anni con un... More

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Stella Polare
Capitano Jeremia Manto Scuro
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Il ballo

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By Roxy-00

Quando siamo vicino alla porta inizio già a vedere la quantità di gente all'interno della sala da ballo, non pensavo ci fossero così tante persone. Sarà alquanto imbarazzante, prendo un profondo respiro e cerco di rilassarmi. Vicino all'entrata è presente un uomo, deve essere l'annunciatore. Quando arriviamo al suo fianco gli sorridiamo e gli facciamo un cenno, lui capisce che vogliamo essere annunciate insieme.

"La signorina Zelja Von Moose e la signorina Elisabeth Von Kanel."

Appena finisce di annunciarci noi camminiamo entrando nella sala. Sento tutti gli sguardi su di me, anche fin troppi sguardi. Vedo delle signore parlottare mentre mi guardano, mi sa che non si sono ancora scordate della fanciulla in abito da notte che scappava in mezzo alla strada. Cavolo! Sospiro. Io ed Elisabeth ci dirigiamo al fianco dei nostri genitori, lo zio Julius e papà ci guardano incantati. L'orchestra inizia a riempire la stanza di una leggera musica, ancora nessuno balla, mi sa che le danze dovremmo aprirle noi.

Mi guardo un po' intorno, non ho mai visto donne così agghindate per un semplice ballo. Gli uomini sono quasi vestiti tutti uguali, il frac completamente nero con un cappello a cilindro, quelle più vistose sono le donne. In lontananza vedo anche la signora Betty Merigold con suo marito, be' anche lui è un po' tondetto. Sorrido al mio pensiero, mi sfugge il nome di suo marito però, spero di non combinare alcun disastro. Magari mi limiterò a chiamarli semplicemente signore e signora, questo dovrebbe salvarmi almeno in parte. Mio padre sale sul piccolo e unico rialzo che era presente nella sala, ovvero dove era posta l'orchestra. Fa fermare la musica e tutti si voltano verso di lui.

"Signori e signore, vorrei prendermi solo due minuti per ringraziare voi tutti di essere qui presenti questa sera. Per me è un grande onore vedervi tutti qui riuniti per festeggiare insieme a me il grande traguardo raggiunto." Guarda tutti. "Ora direi che siamo qui per divertirci e, come padrone di casa, avrò il privilegio di aprire le danze. La mia favolosa moglie mi perdonerà se chiedo di aprire le danze con la mia bellissima figlia." Mio padre scende dal palco e si avvicina a me. "Posso avere il piacere di ballare con te, figlia mia?" Mi porge la mano.

Lo guardo in viso, non avrei mai potuto rifiutare il suo invito. Spero solo di riuscire a ricordare i passi dalle storie lette o guardando gli altri. Non vorrei deludere le sue aspettative. "Con molto piacere padre."

Prendo la sua mano e ci dirigiamo verso il centro della sala, ci segue lo zio Julius insieme ad Elisabeth e subito dopo tante altre coppie. Io e mio padre siamo avanti, in fila ogni coppia si mette dietro di noi. Si formano due file una sinistra e una a destra. Mio padre prende la mia mano destra con la sua mano sinistra e con la sua sinistra prende la mia destra, abbiamo le mani incrociate davanti a noi. L'orchestra inizia a suonare e, lentamente a ritmo di musica, iniziamo a fare un passo avanti. Così per altre tre volte prima di girarci e guardare in viso le persone presenti nell'altra fila.

Facciamo un passo avanti e poi camminiamo inserendoci nello spazio presente fra una coppia e l'altra, quelli della fila di fronte fanno lo stesso. Una volta dall'altra parte ci voltiamo di nuovo e facciamo un passo avanti, mio padre tiene una mia sola mano e mi fa fare una giravolta portandomi di fronte a lui. Porto una mano sulla sua spalla mentre con l'altra tengo la sua, lui tiene la sua libera sul mio fianco. Le coppie finiscono tutte al nostro fianco formando un grande cerchio, iniziamo a muoverci. I passi sono semplici, come se aprissimo le gambe facendo un grande passo per poi richiuderle, tutto ciò mentre giriamo.

"Sono certo che stasera non attirerai gli sguardi solo delle pettegole." Mi sorride mio padre.

"Lo avete notato, vero?" Sorrido a mia volta.

"Può succedere, sono stato giovane anche io."

"Vi chiedo scusa... per quel giorno intendo."

Scuote la testa. "Non devi. Goditi la serata."

Facciamo ancora un paio di passi insieme, poi mio padre prende entrambe le mie mani e mi allontana da sè, mi riavvicina ma tiene una sola mano con la quale mi fa girare e poi mi lascia andare, finisco fra le braccia di mio zio Julius. Lui mi sorride e io ridacchio leggermente, fortunatamente non sono finita tra le braccia di nessuno sconosciuto. Riprendo subito a ballare insieme a lui, voglio bene a mio zio come se fosse un mio secondo padre, mi ha sempre trattata come una figlia, non ho mai avuto problemi a condividere la stessa casa con lui nè ne hanno avuto i miei genitori. Fortunatamente la musica si conclude prima che possa avvenire un altro scambio, mio zio mi allontana da lui come aveva fatto mio padre e mi riavvicina facendomi fare un'altra giravolta. Lascia la mia mano e si inchina, io faccio lo stesso alzando leggermente il mio abito.

"Vedo che non perdi l'esperienza acquisita nel ballo, nipote. Sei sempre stata molto brava." Mi sorride.

"Non mi lusingate, zio. Erano passi molto semplici, in più ho ballato con due uomini molto più bravi di me, è stato facile."

"Tu ed Elisabeth siete il mio orgoglio, anzi, il nostro orgoglio. Restate sempre tali."

Annuisco. "Non vi deluderemo."

Mi allontano dalla pista da ballo avvicinandomi al piccolo buffet, ho bisogno di bere qualcosa di fresco. L'orchestra continua a suonare altri balli. Mia cugina non è passato di certo inosservata, sta ballando già con un bell'uomo. Bevo ciò che ho versato nel mio bicchiere ma mi accorgo ben presto che non sono sola vicino al buffet. Le signore di poco prima sono proprio lì, parlano come se io non le sentissi.

"Guardate eccola, come ha fatto a presentarsi qui senza alcuna vergogna?"

"Rabbrividisco al sol pensiero, sarebbe dovuta restare nella sua camera."

"E non farsi più vedere in strada."

Mi volto verso di loro, non mi sono mai sentita più arrabbiata. Sto per rispondere ma qualcuno mi anticipa. "Signore, signore, quanta poca bontà. Devo ricordarvi che anche voi avete molti segreti nascosti?" Vedo la signora Betty proprio davanti a me, abbassa la voce e si volta verso la prima donna che ha parlato. "Come sta l'amante di tuo marito? Si vedono ancora? Magari è anche lei qui alla festa." Poi si volta verso la seconda donna. "Finito bene quella compleanno di tuo fratello? Eri molto brilla, hai raccontato certe cose che se ci penso tutt'ora mi fanno ridere." Poi si volta verso l'ultima. "Il gonnellone che strappò tuo figlio è stato aggiustato, in ogni caso, i tuoi mutandoni rosa erano stupendi." Ride.

Io porto una mano sulla mia bocca ridacchiando leggermente, le donne non sanno cosa dire. Si voltano dando le spalle sia alla signora Merigold che a me. "Non dar loro retta, chi parla tanto ha molto di più da nascondere a rispetto di chi sta sparlando."

"Ma Betty, lei come fa a sapere tutte queste cose?" Sorrido.

"Sono la miglior sarta del posto, dovessi vedere quanto parlano le signore l'una dell'altra quando vengono a prendere le misure. Meglio non fidarsi di nessuna di loro, fanno tanto le sante ma posso assicurarti che molte di loro hanno visto più uomini nudi nella loro vita di quanti ne contano." Ride.

La sua frase mi fa ridere ancora, restiamo lì insieme a parlare per molto tempo. La musica si ferma, l'orchestra si prende una piccola pausa prima di ricominciare a suonare una nuova melodia. Da lontano guardo la mia famiglia, mio padre si appresta a ballare con mia madre, mentre mio zio riprende sua figlia dall'uomo che le sta girando intorno da inizio serata. Dalla distanza vedo un uomo avvicinarsi nella mia direzione, non mi muovo, potrebbe anche solo star venendo nella direzione del buffet. Alzo lo sguardo verso di lui solo quando si ferma dritto davanti a me, lo riconosco subito è l'uomo che mi salvò da quella carrozza quella mattina. Sento le mie guance avvampare, non avrei mai pensato di rivederlo. Mi porge la mano.

"Potrei avere l'onore di ballare con lei, signorina?"

Non so cosa rispondere, non è lo stesso ballo di prima e ballare con lui mi mette in imbarazzo. "Io non saprei..."

Betty si fa avanti. "Ma certo che può, può avere qualsiasi onore. Questa signorina è la miglior dama da ballo che potesse scegliere." Mi sprona con lo sguardo di accettare.

Lui mi guarda ancora, io incrocio i miei occhi con i suoi e afferro la sua mano. "Accetto con molto piacere."

Faccio un leggero sorriso, tiene la mia mano in alto e ci incamminiamo verso il centro della sala. Non mi ero resa conto che si fossero posizionati tutti in un modo strano: gli uomini e le donne sono in due file diverse e rispettivamente una di fronte all'altra. La musica parte, facciamo tutti un passo avanti, loro si inchinano e noi facciamo un mezzo inchino alzando leggermente le vesti, poi ritorniamo completamente dritti e al posto iniziale. Alziamo tutti una mano, la avvicino a quella dell'uomo davanti a me ma senza toccarci, iniziamo a girare guardandoci fissi negli occhi. Facciamo quattro giri prima di ritornare nella fila iniziale. Alziamo l'altra mano e iniziamo a girare nel senso opposto, altri quattro giri per poi ritornare alla fila iniziale. Alziamo entrambe le mani portandole davanti a noi e quasi vicine le une fra le altre, giriamo ancora senza mai perdere il contatto visivo, altri quattro giri prima di tornare uno di fronte all'altra. È molto più semplice di ciò che immaginavo. Facciamo un solo passo avanti, prende la mia mano e poggia la sua altra sul mio fianco stringendomi a lui, io porto la mia sulla sua spalla. Iniziamo a danzare.

"Ha un viso conosciuto sa?" Dice con un sorriso.

"Mi prende in giro?" Dico divertita mentre danzo con lui.

"Non oserei mai."

Scuoto la testa. "Devo ancora ringraziarla come si deve, quel giorno ero molto confusa e assai sconvolta, non ero in me. La ringrazio per avermi salvata, sarei morta se lei non fosse stato lì."

"Non mi ringrazi, ero solo nel posto giusto al momento giusto. Salvarla è stato per me un piacere, se non lo avessi fatto avrei privato il mondo di una tale bellezza." Mi fa fare una giravolta e poi mi riprende fra le braccia.

Sorrido leggermente. "Oh la prego, non esageri. Ero in condizioni indecenti, deve avermi preso per pazza per non dire altro."

"In quel momento ho pensato solo alla sua vita."

Sorrido leggermente. "E al mio vestiario." Ridacchio.

"Non mi ero nemmeno accorto che voi foste in desabbillè fin quando non è stata vostra madre a farmelo notare."

"Mi permetta di non esserne sicura." Lo guardo.

Lui fa un sorriso divertito ma non ribatte le mie parole dandomi conferma dei miei pensieri. Aveva visto troppo. La musica si ferma, mi fa fare un ultimo giro e poi mi bacia la mano facendo un inchino. Mi inchino anche io. "È stato un vero onore, signorina Zelja Von Moose."

"Anche per me lo è stato signor..." Mi fermo rendendomi conto che non si è ancora presentato.

Lui sorride. "Barnabus Ermandei, per servirla."

"È stato un onore anche per me, signor Barnabus Ermandei." Sorrido concludendo la mia frase.

Dalle spalle dell'uomo vedo arrivare mio padre. "Barnabus, vedo che ha conosciuto la mia adorabile figlia."

"Si, ho avuto il piacere di incontrarla."

"Sono sicuro che avrete modo di conoscervi sempre meglio, vero Zelja?"

Annuisco. "Certo padre."

"Barnabus è uno di quelli che mi ha aiutato ad arrivare alla vetta, è un brav uomo."

"Troppi complimenti Albert, non annoiamo Zelja con tali faccende di lavoro. Vieni, andiamo al buffet."

Mi fa un altro sorriso e porta via mio padre prima che possa riempirmi la testa con il suo lavoro. Neanche il tempo di restare sola che mi si avvicina mia cugina. "Chi era?"

"Chi?" La guardo.

"Non fare la finta tonta, l'uomo con cui hai ballato. Chi era?"

"Si chiama Barnabus Ermandei, a quanto pare è un collega dei nostri padri."

Lei sorride. "Un nome ambiguo, ma un grande bell'uomo. Un bel partito cuginetta."

"Eli e smettila." Alzo gli occhi a cielo. "Mi ha solo chiesto di ballare ed io ho accettato, in più è lo stesso uomo che mi ha salvata quella mattina."

"Barnabus è quell'uomo?" Mi guarda ridendo.

"Già, non puoi capire l'imbarazzo." Scuoto la testa ridacchiando.

Ci allontaniamo insieme dalla sala da ballo, parliamo degli uomini che ci hanno invitato a ballare. Mi dice che nessuno dei suoi la guardava come Barnabus guardava me. Non so cosa lei abbia visto da lontano ma io so che è stata una bella serata, c'era una bella atmosfera e lui è stato molto galante. In più è anche un bell'uomo, i suoi occhi sono come due vere calamite, una volta che ti intrappola nel suo sguardo non esci facilmente. L'unica cosa che forse non mi piace è quel baffetto, non sono mai stata una amante dei baffi più della barba. Scuoto la testa. Ma che vado a pensare? È stato solo un ballo, finisce tutto questa sera anche perché non posso permettermi alcun legame qui. Prima o poi tornerò a casa, devo solo svegliarmi.

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