𝐼 π‘π‘–π‘Ÿπ‘Žπ‘‘π‘– 𝑑𝑒𝑙 π‘›π‘’π‘œ...

Por Annikaevans33

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(In Revisione) Anno 1720, la fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettiv... MΓ‘s

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MAPPA
π‘·π’“π’π’π’π’ˆπ’
𝑳𝒐 π’”π’„π’π’π’π’”π’„π’Šπ’–π’•π’
𝑳𝒂 𝒕𝒂𝒗𝒆𝒓𝒏𝒂
𝑺𝒕𝒓𝒂𝒏𝒆𝒛𝒛𝒆
π‘΄π’‚π’…π’‚π’Žπ’‚ 𝑽𝒆𝒍𝒗𝒆𝒕
π‘¨π’•π’•π’‚π’„π’‚π’ƒπ’“π’Šπ’ˆπ’‰π’†
𝑳𝒂 π’‡π’–π’ˆπ’‚
𝒍'𝒂𝒍𝒃𝒂 π’…π’Š 𝒖𝒏 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒐 π’ˆπ’Šπ’π’“π’π’
π‘°π’π’‡π’‚π’π’›π’Šπ’‚
𝑳𝒂 𝒕𝒆𝒏𝒖𝒕𝒂
𝑳'π’‚π’Žπ’ƒπ’‚π’”π’„π’Šπ’‚π’•π’π’“π’†
π‘΄π’‚π’“π’Šπ’† 𝑨𝒏𝒏𝒆
𝑳𝒂 π’”π’Šπ’ˆπ’π’π’“π’‚ 𝑩𝒂𝒓𝒏𝒆𝒕
π‘ͺπ’‰π’Š π’”π’†π’Š?
π‘½π’‚π’”π’„π’†π’π’π’Š π‘°π’π’ˆπ’π’†π’”π’Š
π‘Όπ’‡π’‡π’Šπ’„π’Šπ’‚π’π’Š
𝑨𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒕𝒖?
𝑰𝒍 π’„π’π’Žπ’‚π’π’…π’‚π’π’•π’†
π‘°π’π’ˆπ’Šπ’–π’”π’•π’Šπ’›π’Šπ’†
π‘»π’–π’•π’•π’Š 𝒂 𝒓𝒂𝒄𝒄𝒐𝒍𝒕𝒂
𝑳'π’–π’π’Žπ’ π’‘π’Šπ’–Μ€ 𝒂𝒕𝒕𝒆𝒔𝒐
π‘«π’Š 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒐 π’Šπ’π’”π’Šπ’†π’Žπ’†
π‘»π’†π’π’”π’Šπ’π’π’Š
𝑳𝒂 𝒄𝒆𝒏𝒂
π‘¨π’‘π’‘π’“π’†π’π’”π’Šπ’π’π’Š
π‘ͺπ’π’Žπ’‘π’†π’•π’Šπ’›π’Šπ’π’π’Š
𝑨𝒅𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒆̀ 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐!
π‘­π’“π’‚π’Šπ’π’•π’†π’π’…π’Šπ’Žπ’†π’π’•π’Š
π‘°π’Žπ’ƒπ’‚π’“π’‚π’›π’›π’
𝑰𝒍 π’”π’†π’ˆπ’π’‚π’π’†

𝑳'π’–π’π’Žπ’ 𝒅𝒆𝒍𝒍'π’π’Žπ’ƒπ’“π’‚

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Por Annikaevans33

6

Mi dimenai mugugnando nel palmo della sua mano nel tentativo di liberarmi da quella presa, ma il braccio energico stretto intorno al mio petto mi impedì di muovere le braccia, potei solo scalpitare. 

Cercai di colpire il barile in modo che il frastuono attirasse qualcuno nelle vicinanze, ma il mio movimento repentino di piedi andò a vuoto, poiché di chiunque si trattava, continuò a trascinarmi fin quando si fermò a poca distanza da dove mi aveva afferrato. 

Continuai ad agitarmi, cercando di divincolarmi da quella presa, e quando quelle due batterono in ritirata, sparendo alla mia vista, il braccio allentò la presa e io potei spingerlo via, scrollandomelo da dosso.

Mi voltai di scatto, arretrando. 

Dinanzi a me apparve una figura alta: purtroppo la penombra non mi permise di metterla a fuoco, ma assottigliando lo sguardo, scorsi, grazie alla luce fioca della luna ricoperta da nubi tetre passeggere, solo uno scorcio di pelle chiara e nient'altro.

"Una pirata che non si sa difendere" commentò una voce sicura, avanzando di un passo.

"Non sono una pirata!" Ribattei sprezzante, però aveva ragione, agivo e assumevo atteggiamenti come un pirata: in fin dei conti preferivo crogiolarmi nella baldoria di quella inettitudine piuttosto che fingermi la distinta donna da portamento, alla quale dovevo condurre ogni sorgere del sole. "Come osi mettere le mani su una donna" lo ripresi urtata da quell'azione compiuta nei mie confronti, anche se erano tempi dove a quello poco si badava. 

Continuai ad arretrare per cercare di avere una visuale più definita, ma si muoveva in mezzo alle ombre, celandosi e riuscendo a scorgergli solo la punta degli stivali stinti. 

Dovevo tenere alta la guardia perché poteva trattarsi di un altro degli scagnozzi di Velvet, uno scaltro lo era, per cui utilizzare il dialogo era un ottimo metodo per persuadere la preda, ma non ero una facile da abbindolare.

"Non dovresti meravigliarti, sulle isole ognuno viene trattato nel peggiore dei modi"

"Al diavolo! Non è una giustificazione questa" le solite motivazioni che spingevano ingrati a compiere atti scellerati.

"Eppure, da come ho potuto dedurre, stavi scappando da loro. Indossi anche abiti poco consoni a una donzella come te" sussultò sorpreso e allo stesso tempo, brioso.

"Tu invece ti ritroverai presto senza lingua!"

"Ma no, non credo proprio" e ne seguì una risata da malandrino.

"Oh, sì, invece. Stai sconfinando troppo sia nelle parole... sia in altro"

"Posso sapere come mai ti stavano seguendo?" Ignorando la mia minaccia, mi pose una domanda quasi come incuriosito della mia situazione.

Rimase attento a non oltrepassare la linea illuminata, rimanendo fermo nell'ombra delle foglie di palma. "Perché ficcanasare così tanto in una faccenda che non ti riguarda, eh? Perché mi hai tappato la bocca e trascinata qui?" 

Dovevo uscire da quella situazione al più presto.

A spalle strette, estrassi l'arma nel piccolo fodero nascosto al mio fianco e la puntai verso quell'uomo. 

Osservandola meglio, la lama era molto più piccola del dovuto e nell'avvicinarla ai miei occhi, constatai che mi ero confusa: avevo lasciato la spada corta nella carrozza e brandito il pugnale da taschino, rinfoderandolo al posto della spada. 

Strinsi le labbra maledicendomi per la mia distrazione.

Il misterioso uomo prese a ghignare: "aggiungerei anche sbadata" e commentò con una certa confidenza.

"Sta zitto! Perché non combatti, invece di ridere come un decerebrato qualunque" lo apostrofai rigettando quel pugnale sulla sabbia, nervosamente.

Nel muoversi con lentezza fece tentennare anche gli accessori che teneva, sicuro, riposti in una bandoliera. "E come dovrei combattere contro una come te? Con quella puntina acuminata? Nah"

"Una donna possiede tante armi, specialmente le unghie"

Non potei stuzzicarlo più di tanto giacché con me non avevo altre armi se non quello stupido pugnale, che negli scontri frontali poco serviva. 

Forse dovevo valutare un'altra fuga. 

Lo sconosciuto iniziò ad armeggiare qualcosa finché estrasse una spada che lanciò nella mia direzione, facendola atterrare sulla sabbia e lasciando che alcuni granelli si riversassero sui miei stivali. 

Chinai il capo osservandola e quando mi abbassai, la afferrai senza indugio, impugnandola con presa salda.

"Te l'ho data perché a questa domanda che sto per porti non so come reagirai. Potresti ribellarti" un cipiglio stranito e al contempo incuriosito, si manifestò sul mio viso.

"Cosa intendi? Chi sei?"

"Tutto a suo tempo, non andare così di fretta"

"Fanculo il tempo! Voglio saperlo. Bastardo invasore"

"Vacci piano. Con calma, piccola maldestra" continuò con invadenza.

Qualunque mossa avesse sferrato, doveva fare i conti con la mia velocità. 

Potevo non essere forte o di costituzione robusta, le mie braccia erano esili, ma di certo nessuno batteva i miei riflessi. 

Il bagliore della luna illuminò la punta dell'arma che impugnavo alla mano e in quell'esatto momento, decisi di avventarmi su di lui.

A denti digrignati sferrai il primo colpo. 

Chiunque fosse, riuscì ad abbassarsi rapido deviando la lama affilata, poi indietreggiò rimanendo attento a come si muovesse, aggiungendo: "come sei prevedibile. Sei in grado, almeno, di lasciarmi parlare?" E ghignò. "Se questa è la riconoscenza per averti salvata, me la sarei risparmiata. Una lezione non ti avrebbe fatto male"

"Vedremo chi dei due, qui, riceverà una lezione, e poi come posso dare libertà di parola a colui che ha tentato di farmi del male? Un tipo losco come te. Non lo reputo un salvataggio questo"

"Che parolone, ne spari di cazzate. Dovresti bere qualche infuso. Aiuta molto a rilassare i muscoli e l'umore delle persone squilibrate" lo sentì sussultare di gusto.

"Sta a guardare cosa riesce a fare una folle esaltata" l'istinto prevalse lasciandomi consumare dal nervoso. 

Tentai quindi con un altro colpo che non riuscì a deviare, la punta rasentò la carne probabilmente, e difatti sentii il suono della stoffa strapparsi. 

Gli procurai un innocuo graffietto.

Arretrò abbassando il viso verso la ferita. 

Non riuscii a notare nient'altro, sentii solo sospirare sommessamente. "Non volevo farti del male, prima, anche se adesso lo hai fatto tu a me" rispose piatto. "Fidati se ti dico che sono qui per ovvie ragioni. Sono alla ricerca di informazioni" il suo tono mutò e io mi rimisi sulla difensiva.

Le escamotage pensate dal nemico potevano essere molteplici. 

"Questo taglio te lo meriti. Adesso, sentiamo cos'hai di così tanto importante da chiedermi. Parla! Sono proprio curiosa di essere messa a conoscenza" lo esortai a darsi una mossa, non avrei atteso un minuto di più. 

A quel punto, non potevo avere più dubbi che si trattasse di uno degli uomini di Velvet. Quella malandrina era riuscita persino ad arrivare a farmi placcare da un uomo.

Ci fu un attimo di silenzio, qualche verso di animale insieme alle onde del mare si udì dalle nostre parti. 

"Primo, vorrei sapere come mai questo posto è diventato così noioso, sembra un mortorio" si riferì ai dintorni della spiaggia dove un tempo brulicava di falò sparsi, si attorniavano spesso uomini provenienti dalle isole vicine.

"Primo, hai sviato la mia domanda e secondo, è il nuovo volto di New Weiven. Dì la verità, sei uno dei pirati provenienti da Nassau o Tortuga. Oppure un mastino obbediente a quella pidocchiosa di Velvet" lo risposi cercando di scorgere il suo viso per poterne decifrare le smorfie, ma riuscii a notare solo un naso spigoloso. 

Egli indietreggiò notando il mio avanzare verso lui.

"Né uno né l'altro." Tagliò corto. Ciò mi fece aggrottare la fronte lasciando formare le peggiori rughe. "Ho sentito parlare di James Smith e della sua combriccola di servi rossi" rimasi un secondo interdetta. 

Si stava riferendo agli uomini che lavoravano per conto di mio padre, o alle giubbe rosse? In tal caso non faceva nemmeno differenza perché mio padre lavorava con entrambi.

"Per quale motivo cerchi mio padre? Hai qualche debito da saldare con lui?" Che si fosse immischiato in faccende poco oneste? Non potevo saperlo dato che con lui non avevo dialogo, se non quello del matrimonio che spuntava fuori ogni volta che ci ritrovavamo riuniti a tavola.

Mormorò qualcosa fra sé, apparendo seccato. "Ci mancava solo la femmina di turno."

"Ti ho sentito" lo ripresi, facendolo zittire. "Voglio sapere che problemi hai con lui"

Non ottenni risposta, ma nonostante ciò, non lasciai distogliere l'attenzione soprattutto quando si sistemò una pistola a pietra focaia che finì sotto il chiarore, all'interno della custodia agganciata alla cintura. 

E prendendo ad avanzare mi fece diventare tesa, così mi ritrovai a stringere la presa sull'impugnatura.

Ero pronta a fargli di nuovo male, fosse stato necessario gli avrei staccato un arto. Ma poi si fermò. 

Tra noi cominciò a scorrere una sorta di attrattiva silenziosa che durò all'incirca due secondi. 

"Tieni gli occhi puntati nell'ombra" e sussurrò a voce così bassa da farmi sentire inquieta. Sembrò così certo delle sue parole.

Lo scalpitare di alcuni zoccoli provenienti dal lato del paesino, mi fecero stortare il collo. 

"Miss Smith, ringraziando il cielo sta bene" Jo fece la sua apparizione dall'altro lato della spiaggia, affiancato alla carrozza trainata dai cavalli Murgesi di una tonalità morella. 

Lo ignorai senza dargli nessuna risposta, piuttosto feci guizzare gli occhi verso il misterioso tizio, così come apparso ai miei occhi si dileguò nel buio. 

Scrutai i dintorni guardinga, rasentando ogni centimetro di quel posto, ma di lui non c'era più nessuna traccia.

Come inghiottito dalla terra.

Di chi si trattava?

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