Capitolo 8

1K 60 52
                                    

Audrey

Da quando Bryan compié dodici anni, capitò più di una volta che scomparisse per pomeriggi interi o che rientrasse la sera tardi, pieno di graffi. Durante tutte quelle volte, non potendo presentarsi a casa ridotto in quello stato, lo ospitavo a casa mia.

Non volle mai svelarmi che cosa facesse, dove andasse e perché tornasse sempre così tardi. Successe una volta, poi due, poi tre...

Mi spazientii: eravamo migliori amici, non avremmo dovuto avere segreti. Eppure si ostinava a rimanere in silenzio.

Allora un sera, decisi di seguirlo...


5 anni prima

Sento la porta che si chiude e dei passi sulle scale. Sgattaiolo fuori e seguo furtivamente Bryan, tentando di non farmi beccare. 

Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, le mani mi sudano e la gambe mi tremano. Sono consapevole del rischio che corro ad uscire a quest'ora di sera, ma voglio scoprire una volta per tutte la verità.

Cammino dietro di lui fino ad un parco, poi ci addentriamo nella boscaglia.

Mentre tento di non calpestare alcun ramo per fare meno rumore possibile, continuo a pensare e a farmi domande: per quale motivo esce di casa a quest'ora e va in un parco? Come mai torna sempre conciato così male?

Camminiamo per più di dieci minuti, e devo quasi correre per stargli dietro. 

Quando penso di star per svenire, finalmente si ferma in uno spiazzo abbastanza nascosto tra le folte chiome degli alberi e dei cespugli.

Mi nascondo dietro ad uno di quest'ultimi e sbircio tra i rami per osservare di nascosto.

-Finalmente! Il nostro bambino preferito è arrivato, ragazzi!- esclama una voce che appartiene ad un ragazzo più o meno sui diciassette anni.

-Non sono un bambino- ringhia Bryan.

-Oh, scusami...quanti anni hai?-

-Dodici, quasi tredici- precisa mentre assume un'espressione impassibile.

-Oh beh, io considero ancora bambini i ragazzi fino ai quattordici anni. Ma non importa, di certo non sei venuto qui per parlare di questo. Dimmi tutto- il ragazzo si raddrizza sulla panchina e appoggia i gomiti sulle ginocchia.

-Dovete lasciare in pace mio fratello- quando il ragazzo assume un'aria confusa, Bryan si affretta a precisare il nome -Jason-

-Jason Mason?-

Bryan annuisce- Sono giorni che lo osservo. Quando è... ubriaco, inizia a blaterare su una certa quantità di denaro che  deve ad un certo gruppo di amici. Dopo varie "ricerche"- segna le virgolette in aria- sono arrivato alla conclusione che voi siete il gruppo di amici. Che cosa volete da lui?-

-Caro ragazzino,- il ragazzo enfatizza l'ultimo termine - mi congratulo per la perspicacia. Tuo fratello è in debito con noi. E non di poco denaro-

-Quanto vi deve?-

Rimango sconvolta quando lo vedo tirare fuori dalle tasche un bel po' di dollari.

I ragazzi presenti si scambiano un'occhiata e scoppiano a ridere -Non ci credo! Il fratello ha mandato il bambino a pagarci!- esclama un ragazzo che sembra avere sedici anni.

-Steve, cosa ti potevi aspettare da uno come Jason?- scoppiano in un'ulteriore risata, interrotta da Bryan che si schiarisce la gola.

-Quanto vi deve?- ripete , con voce innaturalmente calma.

Che cosa potrebbe mai andare storto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora