Capitolo 34

1.2K 89 70
                                    

Clyde's pov

«Sono dell'FBI.» Faccio vedere il documento alla guardia. «Vorrei vedere Adam Collins.» La guardia annuisce e mi fa segno di seguirlo. Le celle della prigione sono quasi tutte piene, riconosco i volti di alcuni scagnozzi di Adam. Lui, però, per motivi di sicurezza è in una cella da solo, isolato da quasi tutti. Quando ci arrivo davanti lo trovo seduto sul materasso che dovrebbe servirgli per dormire, le mani tra i capelli in una posizione da disperato. Non so se mi fa pena o lo trovo patetico. «Posso avere un po' di privacy?» Chiedo alla guardia, che apre la cella e si mette di fianco a braccia incrociate.

Fa una smorfia alla mia richiesta. «Non credo sia il caso, agente.» Lancio un'occhiata ad Adam, che adesso è in piedi. Se il mio istinto ha ragione e sta davvero succedendo quel che penso, non dirà niente davanti ad un altro poliziotto, né vicino agli altri criminali.

«Facciamo così, lo mettete nella sala di incontri però spegnete le telecamere e non ascoltate la nostra conversazione.» Mi mordo l'interno nella guancia mentre cerco una buona scusa. «Ho un registratore nella tasca, l'FBI non vuole prove da altre telecamere che non siano quelle della nostra sede.» Non funziona così e non ho davvero un registratore, ma il poliziotto che fa da guardia ai criminali ci casca e annuisce. Due minuti dopo Adam è davanti a me, ci separa solo un tavolo. Non gli hanno neanche levato le manette. «Grazie.» Dico alla guardia, mentre chiude la porta e spegne la telecamera davanti a me.

Aspetto per sicurezza un minuto prima di parlare. «Non ho davvero un registratore e non so quanto tempo abbiamo prima che se ne accorgano, quindi andrò dritto al punto. Chi diavolo è davvero il capo della droga, Adam?» All'inizio non avevo preso in considerazione l'idea che oltre Adam ci potrebbe essere qualcuno di ancora più potente. Non ho ancora detto niente a Steven, perché finché non ho una conferma non voglio che mi accusi di proteggere ancora la famiglia Collins.

«L'FBI l'ha scoperto? Come avete fatto a-» Si ferma, non appena si rende conto che mi ha appena dato la conferma e che io di fatto non sapevo niente. «Come l'hai capito, Clyde?»

Prima odiavo il fatto che non sapessero il mio vero nome e mi chiamassero Blake, ma ora che mi chiamano con così tanto disgusto preferirei il mio nome finto. «Tu non sei come loro.» Gli dico le stesse parole che lui ha detto a me quando l'ho interrogato la prima volta. Ha definito in modo orribile gli agenti, ma nonostante quello che io ho fatto ed il dolore che gli ho causato mi ha visto comunque un modo positivo. «Quando mi hai raccontato della tua ex moglie e di come ci sei entrato, non sembrava fosse quello che desideri fare. In più generalmente chi vende la droga la usa pure, ma interrogando i tuoi familiari ed i tuoi amici sappiamo che non ne fai uso. Quindi deve esserci qualcuno che ti costringe.»

Adam assottiglia gli occhi. «Perché lo stai facendo?» Inarco un sopracciglio e gli sto per rispondere che è il mio lavoro, ma continua prima che io possa dire qualcosa. «Sono comunque un criminale e immagino che l'FBI mi stia cercando di arrestare da anni. Potresti fregartene e lasciare le cose così come stanno, invece tu mi stai dando una mano e stai cercando di farmi scontare meno anni dietro le sbarre.» Odio il fatto che ha ragione e che sto facendo tutto per motivi puramente egoistici. «Non ci sono telecamere attive e non ci stanno ascoltando, no? Rispondimi onestamente.»

«Vi voglio bene.» Dovevo rifiutare la missione quando ne avevo la possibilità. «E comunque è il mio lavoro, non è corretto che ti prendi una pena più grande e fuori c'è uno stronzo che continua con la sua bella vita. Andrai comunque in carcere, non c'è modo di eliminare le prove dei tuoi crimini, ma il vero capo mi assicurerò personalmente che ci rimarrà a vita.» Forse mi sono lasciato troppo prendere dalla rabbia, perché Adam sorride quando vede la mia grinta. Adesso ho la conferma di aver inseguito l'uomo sbagliato per anni. È come aver preso un piccolo spacciatore di strada. Inutile, come aver spezzato il cuore a Paris.

UndercoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora