Capitolo 19

1.5K 103 213
                                    

Clyde's pov

La gita è andata a gonfie vele, e anche se stiamo insieme solo da tre giorni, io e Paris stiamo davvero bene. Abbiamo ufficializzato il tutto anche con Liam, Darren e Beth, ed erano tutti felici. Anche all'FBI, lo erano, e ci sono volute cinque ore piene perché i sensi di colpa mi passassero. Domani sarò di nuovo a contatto diretto con Adam, dato che ho accettato di partecipare alla cena a cui mi ha invitato Paris. Lei è più emozionata che mai, sembra davvero felice per l'imminente fidanzamento del padre criminale.

«Emozionato per la tua seconda gara?» Mi chiede Darren, mentre siamo in macchina. William è abbastanza nervoso in questi giorni, per cui dato che oggi è venerdì lui e Darren hanno deciso di gareggiare, proprio come hanno fatto la prima settimana di quando ci siamo conosciuti. Bethany non è venuta -evita Liam il più possibile- mentre Paris ed io staremo sempre tra la folla degli spettatori.

«Uhm.» Proprio no, ma evito di dirlo. «Abbastanza.» Poi mi sporgo per sussurrare all'orecchio di Paris in modo che mi senta solo lei: «Magari posso chiederti di venire ad un terzo appuntamento con me. Così, per mantenere viva la tradizione.» Lei ride, ma vedo che le piacciono tutte le mie attenzioni da cavaliere. Se solo sapesse che faccio uno sforzo enorme per ogni cosa che faccio... forse non le piacerei poi così tanto.

«Allora dovrei dirti di sì.» Mi bacia, mentre Liam e Darren ci prendono in giro dai posti davanti. Sinceramente? Parlassero e scherzassero pure, io preferisco continuare a baciare Paris. Dopo un po' ci fermiamo, giusto per non rendere le cose troppo imbarazzanti. Lei crede che Liam e Darren hanno semplicemente sorriso quando al falò in campeggio abbiamo detto che stiamo insieme, quando poi me li sono ritrovati nella tenda in piena notte che dovevano parlarmi. In realtà mi hanno più o meno minacciato. Se la fai soffrire ti stacco i denti e ci faccio una collanina, come quella degli squali, è stata la perla di Darren. Avrei tanto voluto dire che non bisogna mai mettersi contro un poliziotto, ma per ovvi motivi non potevo. Quindi ho finto di essere spaventato, ho detto che mi piace sul serio e che non la ferirò mai -grossa bugia, dal momento che sono un fottuto agente dell'FBI e lei prima o poi lo scoprirà- e alla fine siamo andati a dormire tutti belli e sereni. Beh, io più o meno.

«Parcheggiamo qui? Ci conviene per evitare il traffico più avanti.» Darren indica un posto a William, che sta guidando, e lui acconsente prima di mettere la freccia e iniziare la manovra. Io non vedo molto traffico, però evito di dirlo. Paris appoggia la testa sul mio petto, ed io sorrido per il gesto spontaneo. È come se prima non facessimo queste semplici cose solo perché avevamo paura di cosa avrebbe significato per l'altro, invece adesso non possiamo quasi farne a meno. Quando camminiamo e siamo vicini o ci prendiamo la mano o io le circondo le spalle con un braccio, l'accompagno sempre alle sue lezioni, come prima, solo che adesso ci salutiamo con un bacio a stampo e spesso flirtiamo in pubblico.

Proprio la mia ragazza infila le mani nelle maniche della felpa non appena usciamo. Oggi è vestita in modo strano. Nel senso, domani sarà il primo di aprile e fa già caldo, mi sembra strano che stia con una felpa di due taglie più grandi e dei jeans, ma non dico niente per non metterla in imbarazzo. Non voglio che pensi che non mi piace così, perché anche vestita in questo modo credo che sia la persona più sexy di tutta la California. Le circondo le spalle con un braccio e lei sorride prima di circondarmi il busto con il suo braccio esile. È davvero piccola, io a confronto devo sembrarle un gigante, e mi fa ridere alcune volte che devo abbassarmi per baciarla. La sua fronte arriva alla fine della mia spalla, infondo. «Hai freddo?» Le chiedo, solo per curiosità. Darren e William perdono un po' di tempo per prendere le moto, per cui noi ci stiamo avviando.

Lei scuote la testa. «No, così sto bene.» So che sta mentendo. Io ho una maglietta a maniche corte ed una giacca di pelle, non molto pesante, e sto bene. Ma lei ha una felpa, sono sicuro che in realtà stia per andare a scuola. Sbuffa, e poi confessa. «Okay, sto mentendo. In realtà ho caldo, ma Dylan l'altro giorno ha fatto dei commenti sul mio corpo e non mi sentivo a mio agio oggi a mettermi qualcosa di attillato. Così ho messo questa felpa, ma mi fa solo sentire peggio.»

UndercoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora