Capitolo 30

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Paris' pov

«Potevi almeno passare un minuto da casa mia. Chissà i tuoi zii adesso che cosa penseranno.» Ovviamente Blake non voleva uscire dal letto stamattina e abbiamo fatto tardi, ma non vuole passare da casa mia per farmi cambiare. Per cui incontrerò i suoi zii per la seconda volta nei suoi vestiti, che mi vanno larghissimi. Sembro una barbona, se non peggio.

Blake fa un sorriso malizioso. «Penseranno solo che abbiamo passato la notte insieme, Paris, nulla di cui vergognarsi.» Ha detto niente, il tipo. Ieri Manda e papà si sono sposati, io ho passato la notte a casa di Blake, mentre Beth a casa mia con William -disgustoso- e Adrian ovviamente. Mamma e papà invece sono andati in qualche hotel, non voglio neanche pensarci sinceramente.

«Certo, come no.» Trattengo un sorriso, nonostante so già che morirò di imbarazzo con Abbie e Ross. Infondo ieri è davvero successo ed io e Blake siamo ad una fase nuova della nostra relazione. Ho ancora il cuore che batte forte al solo ricordo. È stato così dolce e premuroso, ed in più ha sul serio messo delle candele. Quando si è messo ad accenderle sono morta dal ridere.

«Davvero.» Appoggia una mano sul mio ginocchio. «Gli zii non fanno caso a queste cose. Anzi, piuttosto zio farà qualche battuta sconcia a zia Abbie su quando loro facevano questo tipo di cose. Non farmici neanche pensare.» Rido e lo ringrazio mentalmente per starmi cercando di calmare. «Era una risata quella che ho sentito, Macaron? Facciamo progressi, davvero.»

Allungo una mano per arruffargli i capelli. «Stamattina sei più spiritoso del solito.» Blake parcheggia e neanche mi sono accorta che siamo già arrivati. Si slaccia la cintura, per poi baciarmi. Se i suoi zii fossero fuori al giardino questa sarebbe una grande figuraccia.

«Mi sono svegliato bene, tutto qui.» Sorride ed io quasi mi sciolgo. È incredibile come da una battuta riesca a dirmi qualcosa del genere. Sono io questa volta a baciarlo, avvicinandolo a me mettendo una mano tra i suoi capelli. Blake slaccia la mia di cintura, questa volta, e mi prende per la vita per mettermi a cavalcioni su di lui. «Pronta per il miglior pranzo della tua vita?» Annuisco e lui inizia a baciarmi il collo. «Ecco, io passerei direttamente al dolce.»

Perché dice che- oh. «Sei un pervertito, Blake.» Rido, allontanandolo da me il giusto per guardarlo negli occhi. «Andiamo dai tuoi zii, su.»

«Carino il fatto che preferisci passare del tempo con i miei zii rispetto che farmi sentire amato. Grazie, amore.» Mette un broncio, per cui faccio spallucce e apro lo sportello per scendere, anche se con un po' di difficoltà dato che ero seduta a cavalcioni su di lui e sono goffa. E bassa, tra parentesi, quindi ho le gambe corte.

Blake scende subito dopo di me, prendendomi per la mano. I suoi jeans, che ho addosso, sono così lunghi per me che ho dovuto fare tre o quattro risvoltini. Mentre invece mi piace avere la sua maglietta, perché ha il suo odore. Potrei vivere con le sue magliette, infatti non credo gliela restituirà. «Di niente.» Lo prendo in giro, prima che lui mi lasci un altro bacio tra i capelli. Neanche abbiamo il tempo di bussare o di prendere le chiavi come Blake ha fatto l'altra volta, che sua zia apre la porta.

Ha un sorriso sornione, proprio come la prima volta che l'ho vista. «Mi pareva di aver sentito il rumore della tua macchina.» Si rivolge a Blake, ma di fatto si avvicina per abbracciare prima me. «Paris, cara, sono così felice di rivederti.» Già mi ero resa conto che la felicità di zia Abbie è contagiosa, ma oggi più del solito. Forse perché mi sento euforica di mio e stare con la famiglia di Blake non fa altro che rendermi più contenta.

«Un po' inquietante che distingui il rumore della mia macchina.» Commenta Blake, prima di essere abbracciato anche lui da sua zia. La scena è così carina che mi stupisco di non avere gli occhi a cuoricino. «E grazie che sei felice solo per Paris. Voi due mi state uccidendo l'autostima.»

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