7.Tre amici entrano in un bar...

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La ragazza si alzò facendo strisciare la sedia sul pavimento producendo un rumore insopportabile per chi stava ascoltando la conversazione.
I tre ragazzi si tolsero subito le auricolari fischianti e si guardarono sbigottiti.
Videro Lucrecia andarsene dal locale sbattendo forte i piedi e stringendo i pugni dalla rabbia.

«Man, cosa diamine ho sentito?» chiese Ethan sconvolto.
«Non lo so, ma quella ragazza è sicuramente coinvolta in qualcosa di losco» bisbigliò Hamilton giocherellando con l'auricolare. «Quindi prima era segretamente in una banda di supercattivi e questo spiega i suoi comportamenti meschini e crudeli verso di me e le altre persone che cercavano di aiutarla, ma ora ha improvvisamente deciso di cambiare e lo ha fatto per te, Will. Mi duole dirlo, ma come possiamo aiutarla? Insomma, lei è sospesa su un filo e qualsiasi cosa potrebbe farla cadere e piombare dal lato oscuro»
Will si prese la testa fra le mani. «Non lo so. Io... io non accetto che lei fino a poco tempo fa fosse...»
Ethan gli diede una pacca gentile sulla schiena e provò a consolarlo. «Non ci pensare. Concentrati su ciò che si potrebbe fare per salvarla. Lei vuole cambiare per te, quindi dobbiamo spingerla verso la retta via. Iniziamo col convincerla a venire a scuola. Se riuscissimo a farle passare molto tempo con te magari riuscirebbe a coltivare il suo affetto e a rimanere dal lato dei buoni»
«O-ok»

Videro uscire la persona che era nel tavolo insieme a Lucrecia. Era chiaramente una ragazza sulla ventina che si era tolta il cappuccio e aveva lasciato scendere i suoi lunghi capelli ricci e castani sulle sue spalle. Sembrava una lupa selvaggia e pericolosa che probabilmente sapeva divorare qualsiasi anima, persino la più coraggiosa, con i suoi occhi neri come il carbone. Che fosse la leader di quel losco gruppo di cui parlavano? Non potevano saperlo con certezza, ma col tempo avrebbero unito tutti i tasselli del puzzle che si stava creando e avrebbero salvato Lucrecia.

*****

Il suo respiro prendeva la forma di una piccola nuvola bianca davanti alla sua bocca. Faceva piuttosto freddo e il sole stava iniziando a calare. Era seduta alla fermata dell'autobus che l'avrebbe riportata a casa.
Sapeva benissimo che andare a trovare la sua "vecchia conoscenza" per l'ennesima volta non era stata una grande idea. Non voleva tornare da loro solo per diventare la perfida marionetta di un uomo tanto potente quanto seccante. Odiava quando il suo destino veniva deciso dagli altri, proprio come aveva fatto suo padre rendendola la Villain perfetta e assicurandola a quel gruppo di idioti vestiti di nero di cui la sua vecchia conoscenza faceva parte. Il fato la stava spingendo verso una strada oscura senza via d'uscita, o almeno era ciò che credeva fino a pochi mesi prima.

Durante l'estate si era interrogata su chi volesse essere veramente. Non era riuscita a trovare una risposta. Successivamente le era stata assegnata una missione da una persona misteriosa che non voleva mai fare vedere il suo vero volto facente parte di un'organizzazione di Villain di cui non si ricordava nemmeno il nome talmente la odiava: sarebbe dovuta entrare alla Hero Highschool e avrebbe dovuto fornirle tutte le informazioni utili per entrare e rapire delle persone, ma non le erano state dette quali.
Inizialmente aveva accettato, ma poi aveva conosciuto Will. La sua vita era cambiata molto da allora, tanto da abbandonare la missione e il gruppo di supercattivi con cui collaborava. Aveva rinunciato alla possibilità di ricevere una grande somma di denaro per un ragazzo. Cosa le era saltato in testa? Forse il buon senso aveva iniziato a mostrarle la strada della felicità consigliandole di stare dalla parte dei buoni, da quella del suo migliore amico.

Ma nonostante ciò non poteva cambiare il suo passato e se Will sarebbe venuto a conoscenza del suo segreto... No, non voleva nemmeno pensarci. Sapeva già che l'avrebbe abbandonata come avevano fatto tutti. Anche se però... lui era stato l'unico a difenderla e a consolarla quando Hamilton la stava additando. Forse aveva trovato quello giusto, ma non poteva mica aspettarsi che dopo aver saputo la verità la loro relazione sarebbe stata la stessa.

Sospirò sconsolata e camminò verso l'entrata dell'autobus che dai finestrini sembrava vuoto. Strano, di solito quella era l'ora di punta da cui tornavano tutti i lavoratori. Fece spallucce e salì il primo gradino iniziando a sentire il tepore dell'interno del mezzo e anche uno scalpiccio. Un momento. Dei passi?! Si girò di scatto cercando di capire da dove provenivano, ma una figura nera la prese alla sprovvista e tentò di soffocarla allontanandola dalla vettura.

«Lasciami andare!» protestò Lucrecia.
«Non finché non accetterai» disse la persona.
«Ficcati in quella testa vuota che io non lo farò mai! Hai capito, Skull, o dovrei dire Samantha Nightgale?»

La persona si fermò e le lanciò uno sguardo di fuoco che le fece gelare il sangue nelle vene. Quegli occhi neri come il carbone le stavano graffiando l'anima con i loro artigli immaginari degni di una donna feroce come lei.

«Come hai osato pronunciare il mio vero nome?» ringhiò.
La ragazzina ghignò mantenendo la calma e cercando di non lasciar trasparire la sua paura, non voleva darle alcuna soddisfazione. «Perché? Non ti piace? È così bello e originale. Sai, meriterebbe di essere famoso... tra le stazioni di polizia di tutto il mondo. Avresti la fama che cerchi da tempo, sai?»
«Non oserai...»
«E cosa ti fa credere che abbia talmente paura di te da obbedirti. Non sono più un membro del tuo branco di imbecilli assatanati»
«Vuoi la guerra? Bene, adoro vincere facile»

Skull la afferrò per le spalle e la lanciò in un vicolo facendola rotolare per qualche metro e poi attivò il suo potere: prendere il controllo delle cose inanimate (vale anche per i morti, ma con loro l'effetto dura meno).
Toccò un paio di gatti morti stecchiti e questi si gettarono improvvisamente su Lucrecia che li allontanò controllando ogni singola particella di materia presente nel loro corpo per spingerli via.

"Mi dispiace gattini, ma devo. Farò una tomba in vostro onore appena mi libererò di questa maledetta ragazza" pensò irrigidendo le dita.

Il cemento sotto di Skull iniziò ad assumere la consistenza delle sabbie mobili per poi alzarsi e avvolgerla fino alla vita bloccandole le mani. In pochi secondi il cemento si solidificò bloccando tutti e quattro gli arti della ragazza.

«Vedi? Sei potente, abile e le tue tecniche sono subdole!» le fece notare la ragazza con uno sguardo feroce. «Sei sprecata con quegli incapaci che si fanno chiamare "supereroi". Tu sei perfetta per il lavoro che voleva proporti quell'uomo!»
«Non mi interessa! Lasciami in pace e io ti risparmierò»
«Come vuoi, ma solo per questa volta. Ti avverto però che arriverà il giorno in cui tutti scopriranno il tuo segreto e ti volteranno le spalle. Sarà in quel momento che capirai cosa è meglio per te e verrai a supplicarmi di tornare a far parte del lato dei Villain e di diventare ciò che voleva quell'uomo»

Lucrecia ringhiò e liberò la sua ex complice che corse via dal suo gruppo. Che vigliacca. Non sapeva nemmeno tener testa da sola ad una ragazzina di quattordici anni, eppure ne aveva sei in più. Era proprio vero che gli Alfa, a volte, non riuscivano a cacciare quasi niente senza il proprio branco a dar loro man forte.

Le persone come loro erano come i lupi, ma lei non faceva più parte di quel gruppo. Non era forse così? Eppure perché si sentiva una bestia mostruosa in quel momento?

Si guardò le mani con le lacrime agli occhi e iniziò a pensare:"Io non voglio più essere un'emarginata... come loro. Io voglio solo..." Sentì un rumore di passi avvicinarsi sempre di più e rimbombare tra le pareti del vicolo pieno di bidoni rovesciati dalla battaglia. "Voglio solo..." I passi sembravano quelli di più persone, forse due o tre. "Io..." Che fosse una piccola squadra di poliziotti che aveva visto tutto e la stava per portare in prigione? Se lo sarebbe meritato dopo tutto il male che aveva causato. "Io voglio solo..." I passi si fermarono a pochi centimetri da lei. Sentì una mano gelida avvolgere delicatamente la sua facendola sobbalzare. Alzò lo sguardo e vide il volto confuso e preoccupato di Will. "...essere amata".

School of Heroes - da revisionareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora