57.Il bacio perfetto

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"I may not be your first date, kiss or love...
but I want to be your last everything."
-William Clark

Will prese in mano la sua patente nuova di zecca senza badare alla sua foto orribile.
Tremava e sorrideva all'idea di poter circolare liberamente per le strade della sua città con la sua splendida moto.

«Ottimo lavoro ragazzo. Hai superato gli esami a pieni voti» si complimentò l'istruttore dandogli una pacca sulla spalla. «Quale sarà la prima meta per la tua moto?»

Will sorrise arrossendo lievemente. «Ho già qualche idea...»


Era il 15 luglio 2053 e il giovane William Clark era più ansioso del solito e continuava a sistemarsi i capelli scarlatti appiattendosi un fastidioso ciuffetto che non ne voleva sapere di collaborare.

Ripassò mentalmente il piano mentre si guardava allo specchio intento a mettersi una maglietta rosso tenue simile a quello di un papavero.

"Puoi farcela Will" si fece coraggio mettendo la collana di Lucrecia in tasca. "Hai salvato il mondo, questo non è nulla in confronto. Puoi farcela benissimo" Si guardò allo specchio notando che la mano stava incominciando a tremare. "E allora perché mi sento più in ansia di quel giorno?"

«Will» la voce di sua sorella riuscì a calmarlo, anche se per poco.

Si appoggiò allo stipite della porta del bagno e gli rivolse un sorriso amorevole.
Poi andò da lui e gli sistemò il ciuffo fissandolo con i suoi poteri.

«Sei rumoroso anche quando pensi, Noah ti ha sentito» Gli prese la mano tremante fermandola. «Will, non avere paura di quel che potrebbero pensare i nostri genitori. Va' da lei, rendi felici entrambi e fa' quel che ti dice il cuore. Will... so che puoi farcela» Lo abbracciò. «So che puoi chiederglielo»

Il ragazzo arrossì fino alla punta delle orecchie. Noah aveva sentito anche quello?!

«Grazie per l'incoraggiamento... ora vado»

Scese giù in box, con in mano un mazzo di rose rosse che aveva nascosto dietro la schiena e lo mise dentro il baule nascosto della moto sperando che non si rovinasse dato che era insieme ad un altro casco.

Si mise il suo casco e accese il motore che rombò per un primo momento e poi diventò abbastanza silenzioso essendo un mezzo che andava ad energia elettrica e non a gasolio.

Sfrecciò via zigzagando tra le macchine ferme nei soliti ingorghi beccandosi qualche clacson o insulto perché le persone nervose e invidiose non potevano sopportare che li superasse così facilmente.

Uscito dal traffico si immise in una strada dritta che portava proprio verso il ghetto dove abitava Lucrecia.

Appena arrivò lì fu fermato ad una specie di dogana. Non ce n'erano mai state prima d'ora, a che servivano?

Restò lì ad aspettare che qualcuno gli aprisse la barriera del passaggio a livello.

«C'è nessuno?» chiese impaziente.

«Ci siamo noi» disse una voce che conosceva bene. «Questa è una rapina. Alza le mani e consegnaci tutto quel che hai»

Will sorrise leggermente, si tolse il casco liberando i suoi caratteristici capelli scarlatti e si voltò verso Skull.

«È bello rivederti»

La ragazza si mise a tracolla il fucile e con gli occhi lucidi di gioia andò ad abbracciare il suo vecchio amico che aveva mantenuto la promessa.

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