33.Flame

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Gwen uscì dal taxi e si fece aiutare dall'autista a portare le valigie nell'ampio ingresso della sontuosa villa del signor Diggory Jonas, conosciuto dal mondo della stampa come Flame, l'eroe delle fiamme.

Era entusiasta di poter passare l'estate al suo fianco, specialmente perché aveva tanto da imparare da un eroe che aveva dei poteri simili ai suoi, e non vedeva l'ora di combattere il crimine insieme a lui.

Il celebre supereroe venne ad accoglierla insieme a tre domestici che presero le sue cose e le trasportarono nella stanza che era stata allestita a posta per lei.

«Benvenuta nella mia umile dimora» la accolse Flame sistemandosi lo smoking rosso fuoco.
«Grazie infinite per avermi scelta e per avermi permesso di restare qui per l'estate»
«Ma figurati. È raro trovare un supereroe con le tue capacità e i tuoi poteri... Sono stato la spalla destra di tuo padre per tanto tempo, allenarti è il minimo che possa fare per ringraziarlo»
«Non voglio che sia un favore...»
Le mise una mano sulla spalla. «Non lo è. Ti posso assicurare che lo faccio solo per puro piacere di averti con me nella mia casa»
«Se lo dice lei...»

Il signor Jonas si comportò come se lo avesse appena colpito una scossa e indicò con la mano aperta la sua porta invitando Gwen ad entrare.

La ragazza si lasciò trascinare dalla curiosità e varcò l'entrata di quella ricca villa moderna lasciandosi travolgere dalla bellezza di quel posto.

Un atrio vasto e luminoso dalle pareti bianche e dal pavimento di marmo nero introduceva un enorme salone che aveva ai lati due rampe di scale che davano l'accesso alle due ali della villa.
Sopra le loro teste vi era un gigantesco lampadario d'oro e cristallo che tintinnava al vento e di fronte a loro vi era uno Steinway in tutto il suo splendore, il più costoso pianoforte a coda al mondo.

Tutta la casa era illuminata dalla luce naturale del sole che filtrava dalle ampie finestre fatte con un vetro infrangibile anti-Villain, ma di certo non mancavano le lampade per la sera che erano state disposte in giro per la casa dai migliori arredatori di tutta New York.

Salita l'ampia scala che portava nell'ala est della casa, vi era un corridoio con quattro porte. Ciascuna dava su una stanza grande quanto la migliore suite di un hotel a cinque stelle.

E lì, nella seconda porta, vi era la comodissima stanza in cui avrebbe dormito Gwen.
Una volta entrata là dentro le brillarono gli occhi dall'emozione e si lasciò andare allo stupore vedendo un grande letto singolo disposto con la testa che toccava la parete di sinistra, perpendicolare a una vetrata stupenda che dava su un largo balcone, mentre poco più avanti del letto c'era un televisore dove poter seguire tutte le notizie in qualsiasi ora.
Per terra vi era un morbido tappeto rosso col celebre logo di Flame, una piccola cabina armadio dentro la parete vicino al televisore e un bagno personale.

Quel posto era un vero e proprio sogno, non avrebbe potuto desiderare qualcosa di meglio.

L'eroe sorrise vedendo il volto stupito della ragazzina e le spiegò come sarebbero state strutturate le loro giornate: «La mattina mi sveglio solitamente alle otto, salvo imprevisti per cui mi devo svegliare prima, quindi mi piacerebbe che tu fossi in piedi alla stessa ora. Dopo la colazione ci rilasseremo facendo un po' di Taichi o leggendo, insomma, la mattinata la si passa tranquillamente ascoltando però le notizie al televisore, il pomeriggio ci si allena con i poteri e le tecniche di autodifesa, mentre dalla sera in poi pattuglieremo le strade con i nostri costumi. Il crimine cresce con la notte, non dimenticartelo, è fondamentale rimanere vigili per tutto il tempo»

«Cosa succede se non ci sono crimini?»
«Mia cara Gwen» disse Flame ridacchiando e mettendole una mano sulla spalla. «Durante la notte New York brulica sempre di criminali spietati»

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now