Capitolo 10 - Nemici o...?

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Il giorno seguente andammo a scuola, quella normale intendo, e avvisammo tutti del trasferimento. Sasha si era già occupato di tutto ciò che serviva per il cambio di istituto. Che velocità! Speravo solo che andasse tutto bene e di non avere problemi ad ambientarmi.

Le lezioni passarono molto in fretta e tutti i nostri compagni di classe ci salutarono prima che ce ne andassimo.

Tornate a casa Sasha ci consegnò le divise. Quelle femminili erano composte da una gonna nera con le pieghe, una camicia bianca, una giacca nera e un fiocco rosso. Quella maschile era formata da pantaloni e giacca neri, camicia bianca e cravatta rossa. Su tutte le giacche c'era una spilla raffigurante lo stemma dell'Accademia. Quell'istituto era il più importante. Era l'Accademia di Arti magiche di categoria A (A.A.A.).

-Quasi dimenticavo!- esclamò Sasha. Corse in camera sua, per poi ritornare con un ciondolo a forma di due angeli che stringevano in mano una stella.

-Questa me l'ha data Oribe-sensei per te- disse il ragazzo è mi porse il ciondolo. Era fatto d'argento, e notai che al centro della stella c'era una pietra preziosa che non avevo mai visto prima di allora.

-Che cos'è questa pietra?- chiesi.

-È una specie di amuleto per proteggerti da anime che potrebbero, ehm... possederti- mi rispose. Oddio.

Passammo il resto della giornata a chiacchierare. Il giorno seguente saremmo volati a scuola, ma per intanto decidemmo di goderci il pomeriggio libero.

Io facevo un sacco di domande a Sasha, perché sapeva già tutto. Avremmo frequentato la stessa classe, ovvero la 3^G. Chiedevo che tipo di lezioni ci sarebbero state, ma da quello che avevo capito non erano più difficili di quelle di Yumi, tranne il fatto che avrei dovuto studiare materie nuove.

Verso sera decisi di leggere un po' il diario di mio padre.

Era stato mandato in missione per recuperare la Gemma, e chiedendo a Sasha scoprii che era una pietra dalle dimensioni di un metro cubo circa che in seguito fu frantumata e utilizzata per gli amuleti come il mio. Purtroppo quell'incarico era stato portato al termine da qualcun'altro e quindi lui aveva fallito. Allora fu ritenuto troppo incapace per altre missioni del genere e si decise di affibiargli il lavoro di sicario/shinigami. Doveva eliminare un protestante, ovvero colui che ha cercato di ribellarsi dal governo del re dell'epoca, ma fu fermato da mia madre. Nonostante lei non fosse diventata un angelo, mia nonna lo era, quindi aveva ereditato alcuni poteri, anche se non molto potenti che comunque lasciarono sorpreso papà. I due diventarono acerrimi nemici, ma quell'odio non durò molto. Infatti quando un sicario fu incaricato di uccidere mia mamma, papà non esitò a proteggerla. In quell'occasione rischiò di morire, ma si decise di privarlo delle sue ali e lasciarlo in vita. Mia madre non voleva che fosse patisse una cosa del genere, quindi cercò di convincere i Piani Alti, che si accordarono di lasciargli comunque i poteri e, nel caso di un figlio questi non ne avrebbe risentito. Avevano capito di amarsi. Dopo dieci anni si sposarono e cinque anni dopo nacqui io. Mi avevano chiamato "Sora" per ricordare le loro origini (Sora=cielo). Mentre leggevo tutto ciò le lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Mi mancavano i miei genitori. Sentii dei passi dietro di me, ma non me ne curai, finché quella persona non mi abbracciò. Non era un abbraccio qualsiasi, ma non era neanche quello di Yumi, ma allora era... Mi girai e vidi che era Sasha.... ma perché lui? Ero rimasta più che sorpresa, non esistono parole per descrivere le mie emozioni in quel momento. Tuttavia un suo abbraccio mi confortava più di quello di dei miei genitori o di Yumi.

-Non piangere, d'accordo?- mi sussurrò all'orecchio e io annuii, ma non ero sicura di farcela.
Sasha's POV

Sora era andata in camera sua a leggere il diario del padre. Era passata più di un'ora e io decisi di andare a vedere perché ci mettesse così tanto. Era ancora lì, china su quel libricino che conteneva molte risposte alle sue domande. Poi la vidi stropicciarsi gli occhi. Aveva sonno? No. Stava piangendo. Mi si strinse il cuore a quella vista. Non mi piaceva vedere le persone soffrire né piangere, ma mi ero ormai talmente affezionato che quasi quasi sarei scoppiato in lacrime pure io. Perché lei mi faceva quell'effetto? Mi avvicinai a lei, che sicuramente mi aveva sentito anche se sembrava non curarsene. L'abbracciai.

-Non piangere, d'accordo?- le sussurrai all'orecchio. Lei annuì, ma sapevo che non era vero. Mi sembrava di conoscerla da sempre.

-Promettimelo- dissi a bassa voce girando la sedia verso di me. Non ricevetti alcuna risposta. La strinsi più forte, senza farle del male ovviamente, e le diedi un bacio sulla fronte. La vidi arrossire.

-Promettimelo- ripetei.
Sora's POV

La mia fronte era calda per via del bacio e il cuore sembrava volere uscire dal petto. Eravamo troppo vicini; io stavo troppo bene fra quelle braccia.

-Perché ti comporti così? Non dovremmo essere nemici?- chiesi.

-Chissà, magari anche no- rispose avvicinandosi. Stavo morendo dall'imbarazzo, no era qualcos'altro... una sensazione di insicurezza ma al tempo stesso di leggerezza.

-Lo ripeto per l'ultima volta: promettimelo- disse.

-Ad una condizione- risposi.

-Quale?-

-Che non dirai nulla a Yumi di quello che è successo e succederà qui.-

-Queste sono due- ridacchiò -ma va bene... però aspetta un secondo: cosa succederà qui...?- lo feci appena finire la frase e poi lo baciai. Nulla di ché, solo un secondo, anche se sembrava un'eternità. Abbassai lo sguardo e bisbigliai -Prometto-.

Evitammo di parlare dell'accaduto durante la cena. Andammo a dormire presto perché la giornata successiva, lo sapevamo già, sarebbe stata faticosa.

Ci svegliammo alle 6:55 (o meglio: io svegliai tutti a quell'ora), ci preparammo e alle 7:30 eravamo già diretti verso l'Accademia. Ero entusiasta, ovvio, ma ci fu un "piccolo imprevisto" che ci impedì di arrivare in orario...
Ohayo minna-san! Vi ringrazio ancora per le visualizzazioni (sono più di 600) *si commuove*. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Aggiornerò al più presto. Sayounara!

Enjeru (Angelo)Where stories live. Discover now