chapter 8

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Il suo cuore batteva all'impazzata quando Luke si sedette sul proprio letto. Solitamente non diceva cose cattive a sua madre, e non poteva fare a meno di sentirsi un po' male.

Non si aspettava che lo avrebbe seguito.

"Vai." disse Liz semplicemente, incrociando le braccia al petto.

"Cosa?" Luke aggrottò le sopracciglia.

"So che prima sei stato a casa di Michael, perché una volta hai passato la notte da lui. Perciò sai come arrivarci, giusto? Non lascerò che tu ti comporti da stronzo con me a causa di qualche errore che tu hai fatto. Quindi vai da questo Michael, e ripara il danno che hai fatto." Uscì dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé.

Luke rimase seduto, scioccato, finché non sentì la solita voce dolce di Liz. "Tesoro, sono ancora tua madre. Non voglio ferire i tuoi sentimenti, ma tu hai ferito i miei, uh? Spero che avrai imparato qualcosa quando tornerai. Ti voglio bene."

Si sentì più piccolo che mai, quasi come se fosse stato di nuovo un bambino. Sussurrò un leggero "ti voglio bene anche io" a sua madre, scivolando con le sue Vans fuori dalla porta.

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Michael aveva distrutto il proprio appartamento. Era furioso, e non verso Luke. Si sentiva in una disgustosa buca buia, e tutto quello che vedeva era rosso. Come aveva potuto lasciare che qualcuno manipolasse così i suoi sentimenti? Da piccolo aveva deciso che non lo avrebbe mai fatto. Ma aveva lasciato che qualcuno gli mettesse il cuore in mezzo al fuoco, senza guardarsi poi indietro.

Cercò di convincersi, ma proprio non riusciva ad odiare Luke. L'unica persona che avrebbe dovuto odiare era sé stesso.

Michael era circondato da bicchieri distrutti, gambe delle sedie rotte, e mobili capovolti. Stava perdendo il controllo, e non riusciva a fermarsi.

Cominciò a singhiozzare, oppresso dalle tante emozioni.

Non smise finché non sentì qualcuno bussare alla porta.

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Luke era fuori, pensando a cosa fare. E se Michael lo avesse ferito? Non credeva che sarebbe successo, ma doveva prenderlo in considerazione.

Proprio quando cominciò a pensare che non lo avrebbe lasciato entrare, la porta di aprì.

Merda. Michael sembrava stare male quanto - se non peggio - di Luke.

Le guance rosse, gli occhi gonfi; non credeva che Michael sarebbe rimasto così colpito. Aveva lasciato che le proprie insicurezze lo rendessero cieco verso i suoi sentimenti.

Luke entrò lentamente nell'appartamento, e Michael chiuse la porta dietro di loro. I due si sedettero a terra, appoggiando le schiene contro la porta. Nessuno parlò per qualche minuto, il silenzio a riempire i loro polmoni e a calmarlo un po'.

Michael chiuse gli occhi. Era stanco; l'adrenalina causata dalla rabbia aveva lasciato il suo corpo.

Luke colse l'opportunità per alzarsi, camminando nella cucina e dando un'occhiata accanto al frigorifero. Spazzò velocemente tutti i vetri rotti, e lentamente i mobili tornarono normali. Buttò via tutto quello che non poteva essere riparato. Ogni passo lo faceva sentire peggio per come si era comportato.

Non voleva aprirsi con Michael, ma cosa aveva da perdere?

Quando tornò verso la porta, notò che Michael non si era mosso. Luke sentì un piccolo sorriso formarsi sul proprio viso, e prese in braccio il ragazzo con i capelli lilla. Ringraziò le proprie piccole braccia per avergli obbedito, e non aver messo in imbarazzo i due ragazzi lasciando cadere Michael.

Mise delicatamente Michael sul suo letto, coprendolo. Il ragazzo sembrava non saperlo, e Luke ne era grato. Avrebbe avuto più tempo per prepararsi all'impatto.

Luke voleva rendere le cose migliori possibile, così fece una cosa per far arrabbiare di meno Michael.

Ordinò la pizza.

Una grande pizza ai peperoni sarebbe dovuta arrivare all'appartamento in venti minuti.

Luke si diede una pacca sulla schiena, e continuò a pulire.

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Quando Michael si svegliò, era più che confuso. L'ultima cosa che ricordava era che era seduto per terra circondato da numerose cose rotte, ma non si era mosso. Era nel suo letto, perfettamente coperto, e riuscì a sentire qualcuno bussare alla porta.

"Okay, si, grazie." disse Luke, Luke?, chiudendo la porta, e canticchiando.

Michael si accigliò, non volendo alzarsi dal letto. Oh merda, si era dimenticato dell'arrivo di Luke. Doveva essersi addormentato, e lui l'aveva portato in camera.

Rotolò (letteralmente) giù dal letto, trascinandosi in soggiorno. Non poté fare a meno di sorridere quando vide Luke mettere delle fette di pizza in un piatto, e posandole sul tavolino da caffè.

"Mi hai comprato la pizza?" chiese Michael, ovviamente conoscendo la risposta. Siccome aveva la voce roca dal sonno, sembrò un piccolo bambino eccitato.

Luke arrossì, annuendo, e circondò con il braccio uno dei cuscini del divano di Michael. Gli fece segno di sedersi, e mangiarono la pizza in silenzio.

Le cose belle non durano per sempre, si ricordò Luke, Devo andare parlare con Michael.

"Mi dispiace, Michael," disse Luke, e lui semplicemente annuì, non potendo parlare con la bocca piena, "ma devo ancora chiederti una cosa."

"Mi stai nascondendo qualcosa." Michael roteò gli occhi. Aveva sperato che Luke dimenticasse.

Inghiottì il suo pezzo di pizza, sospirando e annuendo.

"Perché?"

Luke guardò Michael negli occhi. Il ragazzo con i capelli lilla sembrava spaventato.

"Dimmi il tuo segreto." disse Luke semplicemente.

"O uscirò da quella porta." aggiunse.

Michael passò da pieno di paura a pieno di rabbia.

Ora era arrabbiato con Luke.

Ehilà!
Come state dolcezze?

Io sto cercando di non mettermi a saltellare per casa, perché tra TRE GIORNI VADO AL CONCERTO DI LODOVICA COMELLO E NON SONO PSICOLOGICAMENTE PRONTA.

Okay, non ve ne frega niente lol.

Passando al capitolo, Luke è un idiota. Ma idiota forte.

E nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa, che io non mi aspettavo e che credo nessuno di voi si aspetti.

E siamo quasi arrivati alla fine di zero.

Mancano ancora due capitoli, il prologo e poi una sorpresa, che la scrittrice ha voluto farci e non so quanto ringraziarla, perché è davvero meravigliosa.

A mercoledì bellezze!

zero ❁ muke au (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora