chapter 3

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"Voglio parlare." disse Luke, armeggiando con le sue maniche e guardando Michael negli occhi.

"A proposito di te." aggiunse.

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Michael guardò Luke, e gli chiuse la porta in faccia.

Luke rimase davanti alla porta (che era a un centimetro di distanza dal suo naso), scioccato.
Le lacrime uscirono dai suoi occhi, così Luke cominciò a correre.
Troppo per fare amicizia con qualcuno, pensò Luke, mentre scendeva in strada.

Michael, comunque, non era minimamente arrabbiato. Era, infatti, un po' felice, per non aver lasciato che Luke gli facesse del male.
Michael si sedette con la schiena contro la porta e guardò il proprio appartamento. In realtà aveva solo una camera da letto, il bagno, la cucina e il salotto; niente di speciale.
La vernice bianca cominciava a sfogliarsi in tutta la casa. Pensò che era definitivamente la sua casa. Era tutto ciò che aveva.
E forse non era una villa, ma aveva un comodo divano, un bel letto in camera sua, una TV, e una PS4.
Di cosa avrebbe ancora avuto bisogno?

Luke non aveva tutto quel lusso. Lui era senza casa. Ovviamente, aveva una casa e tutto (stava ancora con sua madre, Liz), ma non era niente per lui. Lui non apparteneva a quel posto. Lui apparteneva a Michael, pensò Luke, accigliandosi. Luke si fermò, senza fiato per la corsa, e si sedette nella sua veranda. Le lacrime (che erano state trattenute dai suoi occhi azzurri) cominciarono a cadere sul suo petto.

Michael divenne sempre più inquieto. Aveva sperato che Luke fosse ancora lì, aspettando che Michael gli aprisse la porta di nuovo; perché, si, Luke era quel tipo di persona. O, Luke se ne sarebbe andato, cercando di dimenticare tutto. Michael non lo avrebbe trattato così rudemente, se fosse stato sicuro che Luke non avesse altri amici.

Michael aprì la porta, e si accigliò. Ovviamente non era lì.
Quando tornò in casa, un piccolo foglio di carta catturò la sua attenzione.
Luke ha lasciato cadere qualcosa?
Prese il foglietto, e sorrise. Era il suo numero di telefono.
Luke doveva averlo lasciato lì prima di andarsene... ovunque fosse andato.
Michael si sentì subito meglio. Avrebbe dovuto provare a scoprire se Luke fosse stato ancora vivo, capendo che lo avrebbe lasciato morire da solo.
Probabilmente Luke non stava provando a semplificare il disordine delle sue emozioni.
Ovviamente non lo sta facendo, pensò Michael, io sono l'unico a vedere i numeri. Duh.

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Luke prese il telefono, che aveva cominciato a vibrare sopra al suo letto, vedendo che un numero sconosciuto lo stava chiamando.
Era Michael?
Luke guardò la parete ricoperta di poster, e accettò la chiamata.

"Pronto?"

"Cazzo, Luke, mi dispiace. Ero solo... in un brutto momento. Vuoi... vuoi tornare indietro? Al mio appartamento? Voglio davvero parlare, e non voglio farlo al telefono." disse Michael nervosamente, quasi senza staccare le parole tra di loro.

Luke ci pensò un secondo. L'avrebbe fatto? Michael sembrava disperato, quasi; e Luke voleva davvero tornare da lui.

"Okay. Si. Certo. Va bene." rispose Luke, terminando la chiamata.

Si sedette sul letto, soppesando tutto per un momento. Aveva appena detto di si a Michael, ma sarebbe dovuto davvero andare?
Luke aveva completamente perso la ragione.

Per sentirsi meglio, Luke indossò quasi tutti i suoi bracciali. All Time Low, Green Day... Luke amava la musica, e si vedeva. Prese un respiro, convincendosi che sarebbe andato tutto bene.

Luke era, un'altra volta, pronto per parlare con Michael.

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Michael fece entrare Luke, e si sedette sul divano, quasi fondendosi con esso per la sua comodità.
Luke si sedette accanto a lui, incrociando le gambe. Nessuno dei ragazzi parlò per qualche momento.

"Tu mi stai salvando, Michael Clifford." cominciò Luke, senza mezzi termini.

Bene. Cazzo. Michael non se lo aspettava. Si voltò verso Luke, che sembrava assolutamente serio.

Michael infilò le mani nei propri capelli verdi, scompigliandoli un po'. Come avrebbe potuto rispondere a una dichiarazione così potente?

"Cosa intendi?" Michael cercò di uscire da quella situazione scomoda, la sua voce leggermente gracchiante.

Gli occhi di Luke si spostarono di nuovo sui propri polsi, e si scurì in viso. Sentiva le lacrime tornare.
No Luke, pensò, non ora. Non di fronte a Michael.

"Ieri notte volevo tentare per la seconda volta il suicidio. Non mi importava, veramente, perché nessuno ne avrebbe risentito. Nessuno mi conosce, nessuno mi ha mai trattato come se importassi qualcosa. Non avevo niente da dare a questo mondo..." Luke fece una pausa, deglutendo. "...E poi sei arrivato tu. In poche ore mi sono sentito la persona migliore del mondo. Tu mi hai dato tutto ciò di cui avevo bisogno. Un motivo. Per rimanere, per sperare in qualcosa di migliore. E non posso ringraziarti abbastanza." Luke finì tranquillamente, pronto per andarsene. Cominciò a sentirsi in imbarazzo, quasi non volendo vedere la reazione di Michael al suo piccolo discorso. Luke guardò il soffitto, respirando lentamente.

Michael ebbe bisogno di un minuto per assimilare bene tutto. Si sentì più leggero, tornando a guardare il piccolo numero sulla testa di Luke.

Successe l'impensabile.

Luke cominciò a sorridere leggermente, e il numero.
Il numero cambiò.
Per un po' tremolò tra zero ed uno, poi finalmente si fermò. Sull'uno.

Michael smise di respirare, e quasi passò oltre. Che cazzo mi sta facendo questo ragazzo?, pensò.

"Penso che anche tu stia salvando me, Luke Hemmings." rispose al ragazzo, cercando di mantenere la sua fiducia. Luke sorrise, un sorriso vero (Michael non lo aveva mai visto prima, e cazzo, era meraviglioso) e lo sorprese dandogli un lungo abbraccio.
Si coricarono sul piccolo divano marrone, lasciando che regnasse il silenzio.

"Grazie, Michael." borbottò Luke, prima di addormentarsi sul suo petto.

"Qualsiasi cosa per te, Luke." sussurrò Michael, sorridendo al fatto che il numero di Luke rimaneva un uno.
E, ovviamente, a quello che aveva un bellissimo ragazzo biondo addormentato su di sé. Chi avrebbe pensato che il reietto e il ragazzo suicida avrebbero formato la migliore squadra?

Era difficile che qualcuno avesse qualcosa di meglio di quello che avevano loro in quel momento, Michael lo sapeva.

Ehilà!
Mi sentite urlare, si?
Perché i miei feels da muke shipper stanno scoppiando.

Anyway, come state bellezze?

In quattro giorni, cioè dall'ultima volta in cui ho aggiornato, le visite solo più che raddoppiate, e non so come ringraziarvi.

Vi ricordo che questa è una traduzione, la scrittrice originale è 5secondsofjenna!

Okay, non so che altro dire, a parte chiedervi (come sempre lol) di passare a leggere le mie ff, "daylight" e "gold eyes".

A domenica!

zero ❁ muke au (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora