5) 𝑀𝒴 𝒩𝐸𝒲 𝒩𝐸𝐼𝒢𝐻𝐵𝒪𝑅 | 𝒿𝒽𝓈

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La luce dell'alba entrò nella camera della ragazza, si stropicciò gli occhi quando sentì delle leggere fusa vicino al collo, sorrise abbracciando la sua piccola Buba.

La gattina che aveva trovato dietro ad un parcheggio, tutta malconcia, adesso stava comoda nel lettone bianco, le faceva compagnia da undici anni e ogni volta le arrivava il cuore in gola a pensare solo di non vederla in giro per casa, di non vedere i suoi stupidi peletti sul divano che puntualmente doveva pulire ogni santissima volta, di non sentirla miagolare o semplicemente, di non vederla.

Rabbrividì a quel pensiero e decise di alzarsi dal suo comodo letto, i capelli lunghi neri erano tutti in disordine e cercò di sistemarli ma pensò subito di arrendersi e farsi una doccia. Tirò su le tapparelle mentre Buba, si contorceva intorno alle gambe e Lia la definiva sempre una piccola puttana, ti stregava e ti convinceva a smettere di fare le cose, per coccolarla.

Rise ma Buba non riuscì a convincerla, si chiuse in bagno mentre l'acqua calda le scorreva lungo il corpo magro e privo di imperfezioni pensò mentalmente a tutto quello che quella giornata sarebbe successo. La voglia di andare al lavoro, non c'era ma poi pensò che avrebbe messo giù i nuovi schizzi e le sue idee, che durante il weekend non si erano fermate e quel pensiero positivo la fece andare avanti.

Dopo essere rimasta ben quaranta minuti davanti all'armadio, decise di vestirsi con dei jeans a vita alta e a zampa di elefante, sopra un crop top molto elegante un cardigan a coprire le spalle scoperte.

Era estremamente vanitosa e lo sapeva pure lei. Amava vestirsi bene e alla moda, amava farsi vedere dagli altri, amava sentirsi bella e amava sempre apparire perfetta agli altri, queste le aveva sempre insegnato sua madre.

Dopo aver versato alcune crocchette nella ciotola della gatta, si preparò un caffè per svegliarsi a pieno, mise su la moka e nel mentre accese un pò di musica. Guardò fuori dalla sua finestra, Seoul era spettacolare, quella zona le era sempre piaciuta, già verso sette era piena di persone e studenti, le sarebbe piaciuto tornare alle superiori, erano stati i suoi anni di libertà totale. Aveva sempre avuto il terrore di vivere una vita monotona ma era quello che stava facendo in quel momento, da tre anni a questa parte, dopo aver finito subito l'università aveva fatto lo stage per la V's Company e l'avevano presa all'istante.

Guardò l'orologio e dopo aver lasciato la tazza nel lavello, prese le scarpe con il tacco e la borsa, dopo aver riempito di baci Buba, uscì dall'appartamento e si spaventò quando trovò la custode della casa.

La signora Kang, era una donna goffa e anziana, purtroppo aveva il vizio di farsi i fatti degli altri ma con Lia aveva sempre avuto un certo distacco, forse perchè la ragazza non era mai a casa, solo per tornare a dormire.

« Buongiorno cara! » disse la donna, aprendo l'appartamento di fronte al suo « Non sarai più da sola! » strillò eccitata, cosa che fece corrugare Lia. « Un bel giovanotto ha affittato l'appartamento, dovrebbe arrivare a momenti! »

Lia sorrise forzatamente, era sempre stata da sola, non aveva mai avuto "problema" vicini ma la cosa che la innervosì di più, è che fosse un maschio, forse anche della sua età.

« Mi farebbe davvero piacere conoscerlo ma devo andare a lavoro. » liquidò la signora, scendendo velocemente le scale, una volta fuori tirò un respiro di sollievo, dalla borsetta tirò fuori le sigarette e gli occhiali da sole, dopo aver aspirato il fumo, riprese il suo cammino verso la metropolitana, non accorgendosi neanche del ragazzo davanti al palazzo.

"Si può sapere dove sei?" tuonò Namjoon, battendo nervosamente il piede sull'asfalto, "Il camion è già arrivato!" lo riprese di nuovo, ringraziando però il signore che aveva lasciato tutti gli scatoloni davanti al palazzo.

𝐎𝐍𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐓 | 𝐁𝐓𝐒Where stories live. Discover now