Il mistero dell'abbazia di Carol

14 1 0
                                    

Continuando a parlare di misteri legati all'opera di Brown, descriverò nelle pagine seguenti una vicenda meno nota, rispetto a quella che vide Bérenger Saunière nelle vesti di protagonista assoluto, ma, non per questo, meno affascinante ed enigmatica.

Ci troviamo questa volta nel villaggio di Baulou, località ad una cinquantina di chilometri di distanza da Rennes-le-Château, ai piedi dei Pirenei, molto vicino alla ben nota Montségur. Anche in questo caso l'oscuro protagonista è un parroco, Louis de Coma le cui vicende iniziano, però, quasi trent'anni prima rispetto a quelle relative a Saunière, permettendo di attribuirgli, almeno per il momento, la primogenitura dei misteri in Linguadoca.

Intorno alla metà del XIX° secolo Louis de Coma, deciso ed integerrimo sacerdote, inizia a costruire nella campagna circostante il villaggio di Baulou una vera e propria cattedrale (che passerà alla storia come l'abbazia di Carol) forte di una ingente disponibilità di denaro legata anche ad una generosa donazione di 4000 Franchi in oro da parte della contessa di Chambord. Proprio la stessa contessa che molti anni dopo donerà una cifra di poco inferiore a Bérenger Saunière per iniziare i lavori di "restauro" a Rennes-le-Château.

Aiutato dai Gesuiti di Narbonne, gli stessi di cui era membro anche Alfred Saunière, fratello e, forse, braccio operativo di Bérenger, e da alcuni "confratelli" di Parigi, legati al "tempio" di Saint-Sulpice, dove aveva dei contatti importanti, Louis de Coma può continuare la propria misteriosa "missione". I lavori dureranno quasi vent'anni e porteranno il parroco di Baulou a spendere la considerevole somma di 500.000 Franchi in oro, quasi due volte e mezzo in più del "tesoro" che spenderà Bérenger Saunière diversi anni dopo e che gli causerà notevoli problemi con le alte gerarchie ecclesiastiche. Uno splendido complesso che, in maniera difficilmente comprensibile, nel 1956 (lo stesso anno in cui si iniziò a parlare di Rennes-le-Château) venne fatto letteralmente esplodere grazie ad alcune cariche di dinamite con tutto ciò che conteneva. Per quale motivo?

E' da ritenere attendibile la voce secondo cui questa decisione sarebbe stata presa per ovviare all'impossibilità di trovare il denaro necessario per mantenere queste proprietà? Oppure, anche in questo caso come a Rennes-le-Château, gli elementi anomali che l'abate de Coma aveva introdotto in questo edificio religioso che (diversamente dagli altri che appaiono orientati lungo l'asse est-ovest, dalla luce alle tenebre, dalla nascita alla morte) appariva orientato secondo l'asse nord-est/sud-ovest, erano troppo "scomodi" per le autorità ecclesiastiche? Si voleva forse evitare che si aprisse una vera e propria caccia al tesoro come stava avvenendo, proprio in quegli stessi anni un po' più a est, a Rennes-le-Château?

Da questa vera e propria "damnatio memoriae" si sono salvate solamente due particolari e suggestive grotte artificiali, più volte esplorate nel corso degli ultimi anni, realizzate utilizzando stalattiti e stalagmiti riportate da alcune grotte naturali della zona, all'interno delle quali sono poste due stupende sculture: in una, chiamata "Grotta della Maddalena", è presente una statua della Maddalena, la presunta sposa del Cristo, onnipresente anche nell'iconografia delle opere di Louis de Coma, così come lo è in quelle di Saunière; nell'altra, indicata come la "Grotta del Cristo dei Getsemani", appare un Cristo assorto in preghiera nel "giardino degli ulivi". Quest'ultima rappresenta una vera e propria chiesa sotterranea all'interno della quale si trovano i sepolcri di alcuni congiunti del de Coma, profanati da qualche avido cercatore di tesori nascosti nel corso del XX° secolo.

A rendere ancora più suggestive queste due magnifiche grotte artificiali è la loro localizzazione, esse si trovano infatti ormai nascoste da una fitta vegetazione che le rende quasi sconosciute anche ad alcuni degli abitanti della zona. Proprio questa boscaglia nasconde agli occhi dell'ignaro passante quello che ancora rimane di alcuni strani edifici religiosi, fatti costruire dal misterioso abate protagonista di questa vicenda.

In conclusione, si è cercato di indagare a fondo anche in questa nuova vicenda, che ha permesso di confrontare due veri e propri enigmi paralleli: il mistero dell'abbazia di Carol e quello di Rennes-le-Château. Sicuramente la parola fine non è ancora stata posta ad una ricerca che, con il passare degli anni, si fa sempre più ricca di nuovi elementi e, per questo motivo, non perde il suo fascino.

L'enigma del codice: tra storia e finzioneWhere stories live. Discover now