Capitolo 39 - In mille pezzi

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Nel momento in cui Coraline riaprì gli occhi, qualcosa si frantumò alle sue spalle. L'Altra madre era riuscita a crearsi un varco per poter entrare all'interno della serra, facendo cadere così la maschera che indossava fino a qualche minuto fa.

<< Non... Non può essere... >>

Disse la ragazza, strisciando tra i vetri rotti. Sentiva la sua testa pesante, la vista era annebbiata e a terra non faceva che crearsi una scia di sangue. Malgrado tutto, la sua mano teneva ben stretta quella noce che avrebbe dovuto rompersi al suo risveglio. Sperava che, come per gli occhi dei bambini fantasma, sarebbe riuscita a liberare quello che pensava fosse il cuore di "Beldam" o comunque che l'avrebbe uccisa se l'avesse vista in sogno. Quella bambina allora non era lei? Forse era l'Ombra? E perché la noce era ancora intatta?

<< Non sai in che guaio ti sei cacciata, ragazzina! >>

Quell'essere la afferrò dalla maglia e la sollevò da terra, avvicinandola al suo sorriso deforme.

<< Ladra... >>

Sussurrò.

<< Ridammi ciò che è mio! >>

Sbraitò.

Coraline incurvò le labbra, non seppe neanche lei come e per un attimo pensò a quanto possa essere curioso questo suo gesto. Le era capitato di sorridere perché felice, o semplicemente per fingere di esserlo e non far preoccupare gli altri. Ma mai avrebbe pensato di attribuire ciò ad altri significati, motivati da emozioni che la stavano soffocando da tempo.

<< Potrei dirti... La stessa cosa >>

L'Altra Madre aggrottò la fronte. Le mani che possedeva non erano fatte di carne e la ragazza lo sapeva bene. Poter reggere il suo peso con dita di metallo aggrovigliate ad una semplice maglia di cotone non avrebbe retto a lungo. Il suono provocato dallo strappo fece scattare Coraline come un corridore ad una maratona dopo aver ricevuto il via libera per iniziare a muoversi. Cadde sulle ginocchia provocandosi altri tagli ma non le importava, l'istinto di sopravvivenza era più forte. Stette per rialzarsi quando quell'essere cercò nuovamente di afferrarla ma non ci riuscì perché lei, d'istinto, si accovacciò e successivamente si rimise in piedi e cominciò a correre sbandando e zoppicando. Il suo corpo non ce la faceva più, da un momento all'altro sarebbe caduta e tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani. Decise così di lasciarsi andare ma non prima di aver afferrato un vaso con dentro solo terra e, poggiando la noce sul pavimento, portò le braccia all'insù.

<< NO!! >>

Urlò l'Altra Madre, inginocchiandosi a terra. La sua voce stridula vibrò nelle orecchie delle ragazza, provocandole un fastidio che dovette sopportare.

<< Non farlo! Ho bisogno di lei! >>

<< Lei? Questi non sono i tuoi occhi? Allora di chi sono? E tu... tu chi diavolo sei? >> Chiese Coraline, stringendo la presa ancor più forte. Voleva che tutto finisse al più presto, ma la curiosità la stava divorando. Come conseguenza, le parole della ragazza provocarono uno strano luccichio sui bottoni di quell'essere.

<< No, effettivamente no. Quelli non sono i miei occhi. In fin dei conti, io non sono un umano. Ma quella che hai tra le mani, Coraline... Lei... E' come una madre per me. Le devo la mia esistenza. Per questo, come un bambino che cerca di realizzare un piccolo dono per il proprio genitore, io decisi di esaudire i suoi desideri >>

A fine frase, fece un sorriso storpiato e un piccolo pezzo di volto le cadde proprio sotto al suo naso.

<< Desideri??! Il suo desiderio era di essere uccisa e di non possedere più I SUOI STESSI OCCHI? >> Urlò la ragazza, a fatica. Le era difficile da fare, sentiva che da un momento all'altro le sue parole sarebbero diventati dei sussurri se avesse continuato a parlare. Ma era arrabbiata, e tanto.

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⏰ Last updated: Dec 15, 2020 ⏰

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Coraline 2 - Il gioco ricominciaWhere stories live. Discover now