Capitolo 17

886 29 1
                                    

Il turno più pesante della storia, ne sono certa. Non ce la faccio più, voglio andarmene a casa, o perlomeno avere un attimo di pausa.
Chicago oggi è più sveglia del solito, abbiamo avuto tre chiamate di seguito senza nemmeno rientrare in caserma e ora ci stiamo dirigendo verso l'ennesima casa in fiamme.

"Voglio riposarmi almeno un pochettino" mi lamento con Stella sul camion.

"Non vedo l'ora di prendermi un caffè" mi dice lei di rimando.

"Prima dovremmo passare a fare rifornimento" mi avverte Otis dal posto di guida. 

Sbuffo contrariata e scendo, poi prendo la mia bombola e il respiratore. Io e Stella al piano terra, Casey e Otis al primo piano. Con il Capitano non ho più parlato, nemmeno in caserma. Ho notato che ogni tanto mi guarda, mentre scrivo sul laptop o sto parlando con le ragazze, ma mi chiedo perché non ha il coraggio di venirmi a parlare. Non capisco che gli sia preso sabato, mi ero solo dimenticata di avvertirlo, tutto qui. Dalla casa recuperiamo due donne, madre e figlia, per fortuna stanno bene e sgomberiamo in poco. Finalmente si torna in caserma, dove mi butto letteralmente sul divano, occupando anche il posto di Mouch. Lui mi guarda storto e mi punta un dito contro, riduce gli occhi a una fessura e capisco che mi tocca alzarmi. Gli lascio il suo amato divano e torno al mio computer. Il taccuino era comodo da portare in giro, ma con il laptop scrivo più velocemente. Inoltre, Cruz e Otis non possono spiare se lo chiudo. Mi prendo una tazza di caffè e mi rimetto al lavoro, almeno finché non entra Foster con un berretto di Natale in testa. Poi ne tira fuori altri e ce li distribuisce, costringendoci ad indossarli. 

"Sei veramente carino con quel cappello tenente" dico a Severide, facendolo ridere. 

"Anche tu non sei male Kennal" mi risponde. 

"Che farete per Natale?" ci chiede il paramedico. 

"Se non ci metteranno il turno anche quel giorno, resterò a casa con Cindy e i ragazzi, ma Stella se vuoi scendere a festeggiare con noi sei la benvenuta" le risponde Herrmann.

Io non ne ho la più pallida idea. Gli altri anni passavo le festività con Jason e il gruppo, ma ora non penso mi vorranno con loro, non ci parlo da troppo tempo ormai. Mi comprerò dell'alcol e passerò il Natale a casa, chiedendomi fino a che punto mi spingerò con i DarkPhoenix. Sono diventati il mio pensiero fisso, quando non sono impegnata a salvare i cittadini. 

"Jane, c'è un ragazzo fuori che chiede di te" mi avverte Ritter, risvegliandomi dai miei pensieri. 

Ho paura di sapere chi sia. Mi alzo e lo ringrazio, chiudo il computer ed esco nella zona degli automezzi. 

"Alex!" lo riconosco e lo trascino dietro il camion della squadra "Johnson mi ha già avvertita, tu che ci fai qui?" 

"Calmati ragazza, sono qui per una visita di cortesia. E per dirti che prima impari come usare una pistola meglio è. Riesci a raggiungermi a Edison Park stasera?" 

"Per chiedermi ciò dovevi per forza venire sul mio posto di lavoro dove tutti possono vederti. Non li usate i telefoni?"

"Sono rintracciabili, la polizia ci sta con il fiato sul collo. Quindi vieni?" 

"Si si vengo, ora fuori di qui" lo spingo verso l'uscita di forza. 

"I dettagli non li vuoi sapere?" mi chiede.

"Per ora meno so meglio è" 

Finalmente si incammina, ma a un certo punto una lampadina mi si accende nella testa. Lo rincorro fuori, al freddo, e lo fermo. 

"James mi aveva promesso che mi avrebbe insegnato un giorno, avevamo iniziato con una calibro 22 di fattura russa. Per caso ce le avete?" 

"Sei fortunata, è arrivato un nuovo carico proprio oggi. Ora torna dentro prima di prenderti qualcosa, ci servi al cento per cento delle forze" mi batte un colpo sulla spalla e mi sorride, lui è molto più cordiale del suo amichetto. 

𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //Where stories live. Discover now