Capitolo 26

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"Sicuro sia qui?"

"Al dodici per cento"

"Dodici per cento?" esclamo indignata.

"Meglio dell'undici" fa spallucce.

Alzo gli occhi al cielo e mi preparo a buttare giù la porta. Nel momento in cui sto per dare il calcio, Sebastian mi ferma.

"Hai la pistola?" mi domanda.

"Certo"

"E la torcia?"

"Posso sfondare questa porta si o no?"

Alza le mani e mi fa cenno di continuare.
Una volta entrati, cerchiamo di fare più silenziosamente possibile. Il buio della casa non aiuta, le luci sono tutte spente. E poi, essendo a gennaio, la sera arriva molto presto.
Siamo arrivati a questo indirizzo quando, poco fa, abbiamo incontrato un membro dei DarkPhoenix, di poco conto. Ha detto di aver visto quella che potrebbe essere Eva, entrare qui dentro insieme a un uomo. Giuro che se è così, non sarà una giornata molto bella per lui.

"Stammi vicino" mi sussurra Sebastian, dopo aver acceso la torcia.

Prendo la mia pistola dal fodero e la tengo ben salda tra le mani, pronta per sparare a chiunque.

"Cosa intendi fare con lei?" sento una voce maschile da dietro una porta. 

"Ci giocherò un po', finché gli sbirri non mi daranno i soldi" risponde un altro uomo. 

"Quanto hai chiesto?" 

"Diecimila" risponde il secondo uomo, per poi ridere. 

Lo trova divertente? Ora gli faccio vedere io. Senza nemmeno avvisare Sebastian, tiro un calcio alla porta e punto la pistola al primo uomo che mi capita davanti. Molto più alto e grosso di me, di colore, indossa un paio di jeans scoloriti e una maglia beige anonima. Alza le mani alla vista dell'arma, Sebastian entra subito dopo di me e minaccia l'altro uomo nella stanza. Biondo, occhi chiari, statura media. 

"In ginocchio" ordino al più grosso, che esita "adesso!" 

Lui fa come gli dico, io mi avvicino e gli punto la pistola alla testa. 

"Lo chiederò una volta sola" inizio "dov'è Eva?" 

"Ho una domanda migliore, chi è Eva?" mi risponde il biondo. 

"Fai il finto imbecille eh?" lo spinge al muro Sebastian, e il criminale si mette a ridere. 

"Dimmi dove si trova o ti giuro che lo faccio diventare una patatina fritta" premo l'arma sulla tempia del suo amichetto. 

"Non puoi, non siete sbirri, non avete il distintivo" 

"Pensi che ci facciamo problemi ad uccidere un sacco di letame come te?" esclama il mio compagno. 

"Beh, se volete sapere dov'è la ragazza non potete uccidermi, giusto?" gli rinfaccia il tipo. 

"Giusto, ma posso uccidere lui!" intervengo.

Sebastian si gira verso di me per un secondo per capire se sto facendo sul serio, mi conosce abbastanza da sapere che non ucciderei mai una persona senza un valido motivo. Ma voltandosi verso di me dà un vantaggio al biondo, che si libera dalla sua presa e gli ruba la pistola. Ora le parti sono invertite e il mio compagno si ritrova a terra, in ginocchio, con la sua pistola puntata alla testa.

"Non so chi sia la ragazza che state cercando"

"Eppure stavate parlando di lei prima che entrassimo" gli rispondo.

𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐅𝐢𝐫𝐞 // 𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠 //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora