Sei.

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Guardo la strada, ancora in ansia. Le sue parole non riescono a calmarmi. Non riesco a fidarmi di nessuno, anche se c’è qualcosa in questo ragazzo che mi dice che posso. Ma mi blocco come ogni volta, ovviamente.

Taylor è l’unica persona che lascio davvero entrare nei dettagli della mia vita. È l’unica di cui sono riuscita a fidarmi dopo il trasferimento cinque anni fa, e non capisco ancora il motivo. È una persona come le altre. O forse no, deve avere qualcosa di speciale.

Deve averla anche questo ragazzo, per aver accettato di salire su questa macchina con lui.

Gira a destra e imbocca un vialetto per arrivare ad una villa. In realtà, sembra una piccola campagna sperduta, ma è graziosa. Per quel che si può vedere dai lampioni e dai fari della macchina, la casa è circondata dalla natura e, proprio accanto, c’è una saracinesca.

Parcheggia di fronte ad essa e scende. Scendo anch’io e faccio il giro della macchina per raggiungerlo. Tremo, non so se per il freddo o per l’ansia. Magari entrambi.

Mentre camminiamo, mette un braccio intorno alla mia vita, ma lo toglie appena si accorge del gesto e si scusa, senza ricevere una risposta da parte mia.

Alza la saracinesca con una chiave e intravedo qualche gamba. Quando è completamente aperta, vedo che quattro ragazzi stanno montando delle attrezzature per… suonare?

“Cosa fate qui? Suonate?” gli chiedo.

“Cantiamo, mentre Niall suona la chitarra. Io sto imparando, lui è il mio insegnante.” Sorride, indicandolo.

Il tipo biondo tocca le corde, emettendo dei suoni per provare l’audio.

Mi presenta un altro dei suoi amici, Liam, prima di iniziare a cantare. Cantano a turno, hanno alcune frasi ciascuno e il ritornello viene intonato da tutti e cinque.

Non appena Niall inizia a suonare la base di una canzone, Harry spalanca gli occhi. “Non questa!” gli urla.

Il biondo si acciglia, ma inizia a suonare qualcos’altro.

Hanno delle belle voci, sono bravi. Appena la canzone finisce, faccio un applauso e sorrido, mentre Harry si avvicina a me.

“Come ti sembriamo?” mi chiede.

“Siete bravi.”

“Tutto qui?” ghigna.

Il suo ghigno mi fa tornare in me, facendomi ricordare dove dovrei essere.

“Sì, tutto qui. Adesso ti dispiacerebbe accompagnarmi al campus?”

“Hai sorriso per tutta la canzone, pensavo ti fossi sciolta.” Si acciglia. “E invece, ecco che sei tornata in te.”

Lo guardo male, non mi va di rispondere. Preferisco scappare dal discorso.

“Sì, ti accompagno. Andiamo.” Avvisa i suoi amici e ci avviciniamo alla macchina.

Prendo il telefono per controllare se ci sono chiamate o messaggi da parte di mia madre, Taylor o Emma. Ci sono solo due messaggi dell’ultima:

Dove sei? 

Sto andando a letto, spero non sia successo nulla, ma sono troppo stanca. A domani.

Scuoto leggermente la testa, prima di scriverle un messaggio, non sapendo se lo leggerà o meno.

Sono solamente uscita, avevo bisogno di una pausa. Sto tornando, ma in ogni caso, buona notte.

 

Quando arrivo in stanza, sta già dormendo. Mi cambio e mi metto sotto le lenzuola anch’io, lasciandomi trascinare dal sonno.

End Up Again - DIANA || H.S.Where stories live. Discover now