Ventotto.

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Sono nel mio letto a ripensare alla giornata appena trascorsa. Stamattina ho incontrato una ragazza, Hailey, di cui non mi ricordo. Mi ha detto che andavamo al corso di danza insieme, il che è vero, dato che mia madre lo ha confermato.

Non ricordavo neanche di fare danza, ma ecco spiegato il motivo per cui ho dei muscoli così sviluppati nelle cosce e nelle gambe.

Mia mamma mi ha addirittura detto che ero una delle più brave. Chissà come sarebbe ricominciare ora. Sicuramente non riuscirei a muovere neanche una singola gamba.

Inoltre, un po’ dopo pranzo, mia mamma si è presentata con dei grossi libri in mano. Erano album fotografici in cui c’erano foto di me e della mia famiglia. In alcune foto avevo il classico tutù da ballerina di danza classica ed ero sempre sorridente.

Vidi le foto del mio primo saggio e, a detta di mia madre, ero emozionata. Lo può dire perché ogni volta che lo ero, avevo sempre quel sorriso sul viso che era difficile mandare via, ma era una cosa sicuramente positiva.

C’erano anche degli scatti con sia nonni paterni, che materni. Mi mancano anche loro, soprattutto quelli che non potrò mai più vedere: i primi. Avevo circa dieci anni quando se ne andarono in un posto molte più volte migliore di questo.

Non sono stata totalmente onesta: c’erano anche alcune foto con Harry. Eravamo due bambini davvero carini e teneri.

Anche se non ricordo molto, posso dire che mi mancano quei tempi. È normale, direi.

Mia madre andò a prendere altri album dal piano di sopra, le foto erano tante, poiché erano dall’infanzia all’inizio dell’adolescenza. La mia adolescenza rovinata.

Ad un certo punto, decisi di smettere di guardarle e proposi a mia madre di sfogliarne un po’ al giorno, insieme ai video. Sì, ci sono anche dei video, e non vedo l’ora di vederli.

Colui che stava sempre con la macchina fotografica o la videocamera era mio padre, tanto appassionato di entrambi questi oggetti.

Penso che vedere tutti questi momenti immortalati e registrati sia una buona cosa per tornare quella di un tempo, per conoscere la vecchia me e tornare ad essere come lei, che è molto meglio di quella che sono adesso, senza dubbio.

Decido di mandare un messaggio a Taylor per raccontarle della mia giornata. Forse è una cosa che potrei fare ogni sera. Sarebbe un modo per aprirmi a lei. Sarebbe come scrivere un diario, ma con la differenza che ci sarà una persona a leggerlo.

Dopo averlo scritto, lo mando e aspetto una risposta, che arriva dopo qualche minuto.

Da:Taylor

Facevi danza? Oh mio Dio, questa sì che è una rivelazione! Mi fa piacere che tu abbia visto alcune delle foto del tuo passato, spero che ti aiutino in qualsiasi cosa del presente. Davvero.

Scusa, ma ho molto sonno. Ci sentiamo domani. Buona notte, ti voglio bene.

Ti voglio bene.” Leggo questa frase più e più volte.

Lei mi vuole bene e, anche se detto con un messaggio, so che è vero. Posso sentirlo. Sono davvero fortunata ad avere una persona come lei, una persona che dopo aver subito – o non aver subito – tanto, è ancora con me e, addirittura, fa di tutto per aiutarmi.

A:Taylor

Buona notte, Tay. Ti voglio bene anch’io.

Decido di scrivere. Spero di sorprenderla, immaginando la sua bocca aperta mentre lo legge.

Spengo il telefono e lo poso sul comodino, prima di spegnere l’abat-jour e poggiare la testa sul cuscino, per scivolare nel buio del sonno.

Sono su un palco e indosso un tutù e le punte ai piedi. Le punte, delle scarpe che tutte le ballerine desiderano avere.

End Up Again - DIANA || H.S.Where stories live. Discover now