La ricerca della felicità

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Cap.6

Aveva passato il pomeriggio lontano dal Frog, da solo per le vie di Perugia, i pensieri che si susseguivano senza lasciagli pausa, mille domande e nessuna risposta, come si poteva vivere in quella maniera, senza sapere cosa attendeva il domani? eppure molti ci riuscivano, il carpe diem era il motto di molti, ma decisamente non faceva parte di lui quella filosofia, troppe incognite, troppe incertezze per un mondo che molte volte giocava a distruggere le persone, piuttosto che ad aiutarle. Perugia stava diventando la sua personale Waterloo, iniziò a domandarsi se anche Napoleone Bonaparte, si fosse sentito come lui, quando si rese conto che la sconfitta era prossima, perso con poche speranze e con nessun piano per uscire da quella situazione. Il ritorno alla casa di Maurizio era stato glaciale, per quanto Maurizio e Roberto scherzassero in continuazione, a stento riuscì a dire qualche parola, e molto probabilmente Roberto si era accorto di qualcosa, contando le varie occhiate che ogni tanto gli lanciava, o forse Maurizio aveva vuotato il sacco alla fine, smascherandolo e mettendolo sotto giudizio di Roberto, questa era un ipotesi che decisamente non poteva scartare.

Era steso sul letto di quella stanza così vuota e minimalista rispetto al resto della casa, infatti c'erano due letti da single e un armadio bianco, molto anonimo, si decisamente dal resto della casa quella camera era una nota discordante, un po 'come lui in questi ultimi giorni.

«Come mai Maurizio ha arredato così questa camera? ... è molto da convento di clausura, da quanto è minimalista »domandò steso sul letto con gli occhi puntati sul soffitto bianco, nella stessa posizione si trovava Roberto, naturalmente sul suo di letto.

«Maurizio ha due nipoti, che ogni tanto vengono a trovarlo, penso che non abbia arredato questa stanza, nella speranza ... che fossero le nipoti a farlo, cosa che evidentemente non è successa» il tono apatico era una consuetudine, ma stavolta c'era qualcosa di diverso, quasi un senso tristezza che usciva fuori da quella voce, quasi sempre distaccata.

«Una stanza per esprimere se stessi ... tanto per non mettere sotto pressione nessuno eh? »Cercò di essere sarcastico e un po'acido, così da ritrovare il vecchio Roberto, e non quella versione triste, pensierosa. Per quanto deve essere lui ad essere consolato, guidato fuori da quel tunnel d'incertezze, vedere Roberto con quell'aria triste, era qualcosa che non sopportava, un qualcosa a cui doveva porre rimedio, o almeno provarci.

«La cucina di Maurizio è veramente pesante, troppe spezie! »Tentò nuovamente, andando a guardarlo con la coda dell'occhio Roberto, tanto per vedere se quella battuta aveva sortito un qualsiasi effetto, ma a parte un mezzo sorriso, più di cortesia che di altro, non sembrò ottenere nessun altro effetto.

«Perché non mi racconti una delle tue storie, magari così riesco a prendere sonno» terzo tentativo, questa volta riuscì ad ottenere una reazione, insomma per svegliare una drag queen, devi punzecchiargli l'ego, infondo ogni diva ha un alta opinioni di se stessa, e Roberto non faceva eccezione.

«Le mie storie non sono soporifere, sono piene di risvolti interessanti e di morali che possono cambiare il mondo, piccolo insolente» Il tono di Roberto emulava quello di una persona offesa, ma ormai aveva imparato a conoscerlo, e sapeva che quel tono offeso era soltanto una recita.

«Quindi niente storia? »Andò a domandare perplesso.

«Oh tu avrai la tua storia, e sarà meglio che l'ascolti attentamente, perché dopo t'interrogo».

16 Dicembre 2005

Torino

Sandy sul palco, Sandy nei panni di Cher, sul palco! Con una folla adorante che balla e la guarda emulando ogni sua mossa, sembra quasi un sogno dalla sua prima esibizione, eppure eccola lì a sculettare ea muovere le labbra in maniera esasperata, in quel playback esagerato persino per i suoi standard.

Brilla ancora SandyWhere stories live. Discover now