strade inaspettate

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 Cap.2

<Siamo lenti, e poi perché non abbiamo preso l'autostrada?> il tono polemico era stata sempre una sua specialità, ma bisognava ammettere che ultimamente aveva tutte le buone ragioni per essere polemico. <Perché una guida sicura, è una guida migliore, e questa raggio di sole è la risposta alla tua domanda, e alla tua affermazione> il tono di Roberto sempre tranquillo e quasi distante, quasi come se nulla lo potesse tangere o turbare in qualche modo, erano a tratti fastidiosi. Almeno la macchina era comoda e la verde vegetazione che costeggiava quella strada secondaria gli procurava un effetto rilassante< farò finta di aver capito > si limitò a quella risposta sempre un po' acido nel tono, ma questo non sembrava proprio creare nessun tipo di problemi a Roberto.

<come mai non sei voluto passare a prendere non so... una valigia, un cambio di vestiti, qualsiasi cosa che ogni persona pretende di avere, quando fa un qualsiasi tipo di viaggio> La domanda di Roberto era più che lecita, ma per quanto avere un cambio di vestiti, uno spazzolino da denti, un pc portatile o un semplice caricabatteria, fosse allettante , l'idea di rientrare in quella casa e affrontare il padre non era per nulla accettabile, essere rifiutati una volta gli bastava e non sapeva come avrebbe reagito a un ennesimo rifiuto, l'animo umano è molto facile da spezzare soprattutto se il carnefice è un parente stretto. < Prossima domanda> andò a dire senza distogliere lo sguardo dalla vegetazione che poteva osservare dal finestrino della macchina. < okay, allora quanti anni hai? Insomma sembri giovane, avrai l'età di un universitario... forse> Per quanto fosse sicuro che Roberto avesse gli occhi puntati sulla strada, aveva la sensazione di trovarsi davanti a un interrogatorio, e che ogni sua piccola espressione o mossa potesse essere letta e interpretata in modo da "smascherare" le sue finte intenzioni, in fin dei conti chi mai vorrebbe mettersi i tacchi, un kilo di trucco e sculettare su un palco, non lui! Quando era alle medie aveva un professore, che diceva senza mezzi termini che se gli omosessuali volevano avere la parità di diritti, dovevano comportarsi più come uomini e fare meno "roba da circo", e doveva avere ragione, insomma era stato rifiutato dal padre, perché i gay hanno una brutta reputazione; ma ora viaggiava con una drag queen, convinta che lui volesse percorrere quella carriera, non poteva certo dire la sua. Per la prima volta dopo un'ora gli occhi si staccarono dalla vegetazione per puntarsi sulla drag queen < venti...>bugia, naturalmente come sta mentendo praticamente su tutto <come mai tutte queste domande? che cosa vuoi controllare la mia carta d'identità?> bluffa, ma il tono è leggermente più alto e allarmato di prima, tanto per fargli capire che sta prendendo quel "semi" interrogatorio come un qualcosa di negativo. < Si chiama fare conversazione, ed è un ottimo allenamento per una futura drag> la risposta di Roberto fu lapidaria, il tono tranquillo e distaccato come al solito< visto che sei così riservato, comincerò io> solo ora il tono di Roberto sembrò divertito <ti racconterò la mia storia, o meglio come è nata Sandy!> non sopportava il mondo delle drag queen ed ora doveva sorbirsi una storia del genere < urrà!> disse di tutta risposta con tono decisamente sarcastico, mentre Roberto stava già per cominciare il racconto.

5 febbraio 1997

Torino

<Roberto, Roberto... hai visto i turni? Io con Andrea non ho intenzione di starci per un intera notte, chissà cosa mi potrebbe fare> il tono allarmista e bigotto del suo compagno di plotone, era l'ennesima lamentela che sentiva, ogni singolo giorno, sempre la solita cantilena che avrebbe fatto perdere la pazienza anche a Ghandi < mi vuoi spiegare perché non vuoi ? Andrea è un tipo riservato di poche parole, cosa mai può aver fatto da crearvi tutto questo disagio?> per quanto la risposta era ovvia, per un ennesima volta voleva sentirselo dire, sempre nella speranza che quei bigotti dei suoi compagni, si rendessero conto di quanto fossero sciocche e prive di sostanze quelle preoccupazioni.< lo sai... quello è un ricchione> il tono era così basso da sembrare un sussurro, ma allo stesso modo creava una ferita nel suo povero corpo, chissà cosa sarebbe successo, se anche lui sarebbe stato trattato allo stesso modo, se i suoi compagni d'armi, avessero saputo della sua omosessualità. Erano nell'esercito è quel atteggiamento da uomini che non devono chiedere mai, forti e valorosi, era all'ordine del giorno, alla stessa maniera dei commenti omofobi o sessisti.<Facciamo un cambio di turno, okay?> andò a proferire con tono seccato e stanco allo stesso tempo < grazie, sei un amico> il tono entusiasta e quel sorriso di pura felicità, non erano altro che altre pugnalate al suo ego.

Brilla ancora SandyWhere stories live. Discover now