{Are u sure} Parte due.

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Guardai il tipo basso davanti a me.
Senza un apparente ragione, continuava a minacciarmi con lo sguardo.

Il mio problema non era lui.
Il mio problema non era neanche l'amico di Venere, che calmo e pacato, non mi degnò di uno sguardo.

Guardai verso il tipo seduto, quello che aveva baciato Venere, mentre lui, alzando lo sguardo verso di me, mi guardò. Anche lui piombò in un silenzio, un silenzio in mezzo a tutti noi. Ecco, lui era il mio problema.

La mia voglia irrefrenabile di dirgliene quattro, non era più la stessa di poco prima. Ero bloccato da me stesso, ero bloccato dalla presenza del riccio. Non sapevo se dicendo qualcosa, avrei messo Weed in una posizione scomoda.

In quel momento era lei il mio pensiero e per la prima volta, non agii dando retta alla mia gelosia.

Mi ricomposi, passandomi una mano tra i capelli, senza mai togliere lo sguardo dal tipo. Lui fece lo stesso; confuso, mi guardò.

Sentivo anche, sempre presente, lo sguardo minaccioso del tipo basso. Non ricordavo il suo nome, ma abbiamo capito chi intendevo.

"Sei il tipo che lavorava per Vogue, dico giusto?" Mi rivolsi con antipatia, verso il tipo ancora seduto, che, guardandomi annuì stranito alla mia domanda.

"Sono l'avvocato di Tom, possiamo parlare due minuti, da soli?" Gli chiesi, guardando sempre lui e neanche per un secondo gli altri due.

Il tipo, sempre confuso, annuì una seconda volta. Dopo le mie parole, sembrò quasi volersi alzare, smettere di consumare il drink che stava sorseggiando e di seguirmi, intento nello scambiare due parole con me.

Era quella la sua intenzione, dopo le mie parole. Se non fosse stato per il tipo basso che, ancora più minaccioso e nervoso di poco prima, si avvicinò ancora di più a me.

"Ho chiesto, che cazzo ci fai tu qui?" Sembrò quasi alzare il tono ancora di più nei miei confronti, avvicinandosi a pochi centimetri da me. Sbuffando, in modo spavaldo, mi voltai verso di lui, facendogli capire che mi stava letteralmente rompendo i coglioni.

"Ci conosciamo?" Del tutto calmo gli parlai, sorridendogli in faccia, in modo beffardo come per farlo innervosire ancora di più. Realmente non capivo quale fosse il suo problema, sciocco da parte mia, ovviamente era legato a Venere il suo problema. Doveva solo tacere. Non doveva permettersi neanche con il pensiero di mettersi tra me e lei. Gliel'avrei fatta pentire ancora di più di quanto non avessi fatto con il tipo che l'aveva baciata.

Ci fu uno scambio di sguardi tra me e il bassino. Lui mi minacciava con lo sguardo, io, irritandolo, gli sorridevo in faccia.

"Louis, lascialo stare." Queste furono le prime parole che aggiunse Harry, il migliore amico di Weed. Sembrò quasi incitare il suo fidanzato a smetterla di rompermi i coglioni, tanto che io, come anche il suo tipo, spostammo verso di lui la nostra attenzione.

Il riccio si alzò dal suo posto.
Non mi degnò di uno sguardo, ma la mia presenza lo stava mandando fuori di senno, lo si capiva dall'espressione cupa sul suo volto.

Alzandosi, spostò letteralmente il suo tipo, in modo da potersi avvicinare lui a me. Io, senza minima preoccupazione, guardai i suoi gesti, poco prima di guardarlo negli occhi, non appena me lo ritrovai faccia a faccia.

"Io neanche lo voglio sapere perché sei qui. Non voglio sapere nulla di te. Ma vedi, sono due anni che..." Mi parlò lui, usando sin da subito un tono minaccioso, prendendosi poi una pausa dal parlare, mentre lo vidi sbracciarsi le maniche della camicia che indossava.

Call me Daddy 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora