VITTIMA DELLA GELOSIA

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Pian piano Sandy sentì che stava per ricollegarsi al mondo reale, e sempre lentamente riaffiorarono i ricordi della sera precedente, in cui lei e Leo erano stati vicini più che mai, come si erano promessi. Stringendosi nella coperta la ragazza girò la testa per vedere se il suo ragazzo era accanto a lei, ma in realtà lo vide alla finestra, ancora a petto nudo e con in mano una maglietta. Lo osservò girarsi di profilo: il sole stava spuntando e disegnava la sua figura perfetta. Sandy non avrebbe mai voluto staccargli gli occhi di dosso. Lo vide girarsi verso di lei e guardarla con un mezzo sorriso. "Buongiorno. Pensi che non mi sia accorto che mi stai fissando?" le domandò con quella voce che la faceva impazzire. Gli sorrise a sua volta: "In realtà volevo che te ne accorgessi" disse cercando di tirarsi su e tenendo il lenzuolo davanti al seno. Lo vide avvicinarsi e sentì la stessa sensazione di piacere che l'aveva pervasa quella notte. "È inutile che tieni quel lenzuolo: non pensi che sia sciocco tentare di coprirti dopo quello che è successo?". Prima che Sandy potesse rispondere Leo fece unire le loro labbra. Qualcosa esplose di nuovo dentro la ragazza: lasciò quasi meccanicamente che il lenzuolo le scivolasse via e posò le mani sul suo petto. Era come se lo ricordava, un misto di piacere, gioia e tante altre cose positive. Si staccarono leggermente e lui le sussurrò sulle labbra: "Sei bellissima" prima di depositarle qualche bacio sul collo e sulle spalle. A Sandy scappò una risatina: "Dai Leo, devo tornare a casa a cambiarmi, e devo muovermi se non voglio far tardi al lavoro" "Ok ok ho capito signorina, ma poi non farti venire strani pensieri mentre servi il gelato" le disse il ragazzo all'orecchio. Sandy rise di nuovo e gli diede una leggera spinta. "Dai sono seria. Non disturbatevi per la colazione prenderò qualcosa per strada, sono già in mega ritardo" disse alzandosi e recuperando i vestiti sparsi per la stanza. In realtà non sapeva come avrebbe fatto a concentrarsi quel giorno, ma era ora di tornare alla normalità anche se sicuramente il ricordo di quella notte sarebbe rimasto per sempre in lei.

Si prospettava una giornata piena per Sandy: di giorno il turno in gelateria fino alle 16, poi la sera dalle 19:30 fino a evento finito turno al 'Golden Tune'. Per il giorno era riuscita a convincere Leo che non aveva bisogno che lui venisse a prenderla, avrebbe voluto dirgli 'almeno durante il giorno lasciami vivere come se tutto fosse normale', ma si era trattenuta, anche perché era davanti  ai genitori del suo ragazzo. Per la sera invece non erano state ammesse obiezioni: sarebbe arrivato Alessandro a turno finito.
'Come se tutto fosse normale... per quanto ci provi è molto difficile' pensò la ragazza mentre consegnava lo scontrino a una turista francese con in testa un cappello rosso. "Tesoro, penso che sia ora della pausa pranzo, stacco anch'io così la facciamo insieme e chiacchieriamo un po', ti va?". Morena, la sua mamma italiana, di recente non era stata molto informata delle ultime novità, sapeva del fidanzamento con Leo e della ex compagna di liceo pazza del suo ragazzo. Quando le raccontò della pistola, Morena d'istinto prese la mano di Sandy e la strinse forte, come se fosse stata lei ad essere ferita e non Leo. "Mio Dio, ma quella ragazza è proprio da ricoverare" "Hai detto esattamente quello che ha detto mia madre, se non fosse stato per Leo che aveva una pallottola nella mano stai sicura che avremmo chiamato la polizia" rispose la mora bevendo un sorso d'acqua. "Poi non capisco perché Pierre la difenda..." aggiunse poi, ma riuscì a rispondersi da sola. "Ah già... è innamorato di me. Il fratello del mio ex, che quando ero a Boston mi guardava sempre dall'alto in basso, adesso si è scoperto innamorato". Sandy si teneva la testa tra le mani: cos'aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? Lei era scappata dagli Stati Uniti per lasciarsi alle spalle quella situazione pesante, e ora era come se i problemi avessero preso l'aereo con lei alle 7 di quella mattina. "So cosa stai pensando, dopotutto sono la tua mamma italiana" disse Morena interrompendo i suoi pensieri. "E ti dico che non devi avere troppa paura. È vero, Iris a quanto abbiamo capito farà di tutto per allontanarti dal suo Leo, e il tuo ex non mi sembra qui in villeggiatura. Ma se ti abbatti stai facendo il loro gioco. So che in questo momento nella tua testa è passato il pensiero di rinunciare a Leo..." "No! Questo mai, l'ho detto anche a lui!" esclamò la ragazza battendo il pugno sul tavolo e facendo leggermente tintinnare i bicchieri. "La situazione non è delle migliori neanche per lui, ma non esiste che rinunci alla felicità per colpa di un branco di matti. Leo è l'unica persona che amo, l'unico ragazzo che dopo tante notti passate da sola mi ha fatto sentire il calore di un abbraccio, la sensazione di protezione che ti invade quando sai che non stai andando a dormire completamente sola, ma che c'è qualcuno con te che ti vuole bene, e che passerà quella notte insieme a te. E cazzo se è una bella sensazione". Le parole le erano uscite quasi meccanicamente, ma in realtà a parlare era stato il cuore di Sandy, un cuore che si era sentito di nuovo amato. Commossa da quelle parole, Morena si alzò e andò ad abbracciare forte la sua dipendente. "Te l'ho detto Sandy, non devi avere troppa paura. Mostra che sei una guerriera".

"Beh amica, direi che nonostante tutto la serata si è conclusa per il meglio" commentò Donna con tono malizioso, mentre stavano terminando le pulizie del locale, che quella sera aveva ospitato un'altra presentazione di un libro. 'Proprio come la sera in cui ho ritrovato Pierre... che cretino, dice di essere innamorato di me e non mi ha riconosciuto quando i nostri sguardi si sono incrociati'. Sandy era assorta in questi pensieri tanto da non sentire la voce di Donna. "Mi hai sentito? Ehi, ti sei incantata per caso?" "N...no, scusami devo essere stanca, sai oggi ho avuto anche il turno in gelateria" "Hm... comunque ti ho chiesto se vuoi che ti accompagni fino a casa di Leo. Dopo quello che mi hai raccontato sono un po' preoccupata per te". L'americana alzò gli occhi al cielo: era come se ogni giorno si procurasse una nuova guardia del corpo, ma in fondo era meglio così, se non fosse stato per quelle persone così gentili forse avrebbe già fatto un viaggio di sola andata per l'ospedale. "Sei gentile, Donna, ma dovrebbe passare a prendermi il padre di Leo. Anzi, appena posso recupero il telefono e gli scrivo per dirgli di partire da casa" "Mi fermerei volentieri, ma purtroppo domani mattina devo sostituire la mia collega all'asilo, e sai com'è..." "Tranquilla, è evidente che il tuo primo lavoro è più stressante del mio" fece Sandy sorridendo. Quante volte aveva promesso a Donna che sarebbe andata a trovarla al giardino d'infanzia in cui lavorava, ma non l'aveva mai fatto, e in questo periodo l'aveva completamente rimosso. "Senti..." disse poi prendendo l'amica per un braccio, "ti prometto che quando tutto questo sarà finito (perché prima o poi finirà), verrò a trovarti al giardino d'infanzia e andremo a mangiare in quel posto di cui mi parli sempre, dove fanno la torta al triplo cioccolato". Donna per tutta risposta fece cadere la scopa e abbracciò la mora. "Non ho dubbi, Sandy. E se vorrai, potrai portare anche Leo, mi piacerebbe conoscere meglio il ragazzo che ha cambiato la vita della mia amica americana".
"Sicura che non vuoi che rimanga qui? Non mi pesa" "Ma no Jordan, vai pure a casa, il padre del mio ragazzo sarà qui a momenti. Ci rivediamo in settimana" "Ok, buonanotte" le disse il proprietario del 'Golden Tune' mentre andava verso la sua macchina. In quel momento Sandy pensò che le faceva ancora strano chiamare Leo 'il suo ragazzo'. Era riuscita a conquistarlo troppo facilmente, senza che lui sapesse la bugia della gemella e il suo cognome falso. 'Che poi, un cognome vale l'altro. Non sono certo una star... avevo inventato tutto per togliermi di dosso Pierre... e ho ottenuto l'esatto contrario' pensò prendendo in mano il cellulare. Decise di scrivere a Leo che stava per arrivare a casa, era indecisa se dirgli di non preparare la stanza degli ospiti, ma poi arrossì pensando a quanto si stava aprendo velocemente a un ragazzo che conosceva da poco. Aveva appena iniziato a scrivere quando sentì la testa pesante, come se le avessero appoggiato un masso sopra. L'ultima cosa che vide prima di cadere priva di sensi fu il bagliore di due occhi castani con riflessi verdi. "Iris..." mormorò mentre sprofondava nelle tenebre.

Mio sogno e dolore|| Leo Gassmanحيث تعيش القصص. اكتشف الآن