GUERRIERA

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Fino a quel momento Sandy non aveva mai sperimentato la paura vera, nemmeno quando Chad tornava a casa strafatto... lui si buttava sul divano, dormiva, si svegliava con l'argento vivo addosso e così fino alla dose successiva... ma stavolta c'era qualcuno che voleva portarla via dalla sua nuova casa, qualcuno che la voleva solo per soddisfare i suoi capricci. "E poi Iris... lei sì che mi vorrà morta. Se la incontrerò di nuovo l'ospedale non lo vedrò neanche in sogno" disse a voce alta mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro in gelateria. "Cosa fai in giro da sola? Pensavo di essere stato chiaro ieri sera". Sandy si sentì gelare, ogni volta che sentiva una voce maschile temeva di trovarsi da sola con Keith. Invece era Leo, tecnicamente il suo ragazzo da quasi 24 ore. "Ciao Leo. Sei stato chiarissimo ieri, però ti ho detto che non ho bisogno di uno chaperon, mi sono già difesa da Keith in passato". Il ragazzo si avvicinò e le prese i gomiti. "Non discuto il lato guerriero della mia fidanzata, però ieri sera quando sono tornato a casa per fare le valigie ho parlato con Pierre, aveva messo a letto suo fratello a suon di insulti... a quanto pare gli hai proprio frantumato il cuore, mia cara" "Quanto sei stupido!" esclamò Sandy liberandosi dalla sua presa, ma Leo riuscì ad afferrarle il braccio destro. "Ehi, ora che ti ho trovato ti tocca fare la strada con me, anche se non credo ti dispiaccia più di tanto". La mora non poté fare altro che sorridergli e prenderlo per mano, e quando sentì il calore avvolgerla avvertì un senso di sollievo, e si ricordò di una frase di Marco Mengoni: "E ti terrò per mano per scaldarti sempre" "Cosa?". Non appena sentì la voce di Leo realizzò di aver parlato a voce alta e per poco non diventò rosso semaforo. "No io dicevo... stasera... esco a cena con mia mamma. Ieri anche se era quasi mezzanotte e mezza l'ho chiamata in hotel e le ho raccontato tutto, ma giustamente a una madre non basta parlare al telefono". Aumentò la stretta sulla mano del ragazzo. "Se ti va puoi venire anche tu. Non ti preoccupare, mia madre ti conosce, le ho parlato di te" "Beh, mi pare di capire che sei riuscita a recuperare il rapporto con Meredith, come se mancassi da Boston da pochi giorni". Sandy rimase in silenzio a riflettere sulle sagge parole del suo ragazzo, poi decise che era arrivato il momento di abbracciarlo forte, e mentre affondava le dita nella sua giacca disse: "Forse perché un vero rapporto madre-figlia supera qualsiasi distanza" "Sì Sandy, un rapporto d'amore" aggiunse lui lisciandole i capelli castani.

La cena e la serata si rivelarono squisite. Sandy si era scordata di quanto sapesse essere gentile sua madre con le nuove conoscenze dei suoi figli (soprattutto le sue, perché Chad negli ultimi tempi era quasi sempre fuori casa). Eppure la ragazza sentiva che c'era una strana complicità tra Meredith e Leo, come se avessero parlato a sua insaputa. Decise che avrebbe cercato di scoprirlo dopo aver ordinato i dolci. "Comunque sono contenta che Leo ti piaccia" esordì cercando la mano del suo ragazzo, che trovo poco lontano dalla sua gamba. "Beh, come si fa a non adorare un ragazzo così? Ha tutto: è bravo, è molto carino, canta, fa sport... insomma, il principe azzurro". Ricordandosi che quando beveva sua madre diventava particolarmente loquace ed esuberante Sandy guardò velocemente il ragazzo, e vedendolo in imbarazzo e soprattutto sentendo che le stava quasi stritolando la mano disse: "Mamma, per favore lo stai imbarazzando! E poi lo sai come la penso: il principe azzurro non esiste" "Ma sì Cara, io dicevo solo per dire sai com'è" commentò la donna agitando una mano in aria e rischiando di ribaltare qualche bicchiere. Sandy decise che era ora di passare all'attacco: "Ehm... scusate se ve lo chiedo" iniziò lasciando la mano del suo ragazzo "ma mi sembra che da quando è iniziata la cena vi scambiate strani sguardi. Se dovete dirmi qualcosa fatelo, ma spero non riguardi chi penso io, altrimenti..." "In realtà è così. O meglio, indirettamente... giusto Meredith?" fece Leo cercando la complicità della madre di Sandy, che era come sospesa tra due mondi. Siccome la donna non rispondeva, Leo decise di continuare: "Ieri sera, come ti ho detto, dopo averti riaccompagnata sono tornato a casa a fare le valigie perché ho deciso che non posso stare nella stessa casa di Pierre, non ora che c'è suo fratello qui. E tutto questo è per dirti che, d'accordo con tua madre, è meglio che tu venga ad abitare con me e i miei genitori. E non preoccuparti per il tuo appartamento, si trasferirà tua mamma, dal momento che a quanto pare si tratterrà qui ancora per un po' e sta spendendo molto per la camera dell'hotel".
Sandy si sentiva molto strana: non capiva se ringraziare per tutta quest'attenzione che lei necessitava da quando era scappata da Boston, oppure se mettersi a gridare e pestare i piedi come una bambina. Decise per una via di mezzo. "Posso sapere perché cazzo non mi avete detto nulla? Forse dimentichi che quell'appartamento è mio, è simbolo della mia indipendenza e del fatto che non ho sempre bisogno di un badante o di un baby-sitter. Te l'ho detto anche oggi, Keith non mi spaventa, so come affrontarlo e come rispedirlo a Boston anche a calci in culo" "No Sandy, stavolta faresti meglio a farti aiutare e ascoltare Leo. Ti sarai accorta che Keith non è più quello di Boston". La mora si girò nella direzione della voce. "Sei l'ultima persona con cui voglio avere a che fare, dopo tuo fratello ovviamente" esclamò rivolta alla sagoma statuaria di Pierre Rowy.

Incurante di aver visto con la coda dell'occhio il cameriere che arrivava con i loro dolci, Sandy si alzò dal tavolo con passo deciso. Era dalla sera prima che voleva dirne quattro a quel tizio che la guardava in maniera insolita. Gli fece cenno di seguirla fuori dal locale, aveva già dato abbastanza spettacolo davanti a sconosciuti la sera prima. Non appena furono fuori lo vide armeggiare nella tasca dei jeans ed esclamò: "Se provi a fumare ti butto il pacchetto e l'accendino sotto un'auto in corsa o in un tombino". Pierre si fermò subito e le puntò addosso uno sguardo di sfida. "Non ne saresti capace" "Fidati, sarei capace di fare di tutto a voi fratelli Rowy, voi che mi avete rovinato la vita".
'Non ha tutti i torti per essere così arrabbiata' pensò Pierre guardandola in quel momento. "Sì, posso capire come ti senti, ma non hai capito che ti sto dicendo di accettare la proposta di Leo?" "Strano che proprio tu me lo dica. Non dovresti cercare di lottare per ciò che ami?". Fu come se gli avessero tirato addosso una secchiata di acqua gelida, cubetti di ghiaccio inclusi. "C... cosa vorresti dire?" domandò il ragazzo balbettando. "Credi che non mi sia accorta di come mi guardi, Pierre? Finché ero fidanzata con tuo fratello non mi potevi vedere, poi ti basta che io sparisca per un po' per capire che eri geloso perso di Keith. E quella sera al 'Golden Tune', quando ci hai provato con me e non mi hai riconosciuta, beh mi hai fatto proprio pena". Pierre sentiva l'abitazione insinuarsi in tutto il corpo, nonostante tutte le cattiverie che gli stava dicendo Sandy gli risvegliava un desiderio irrefrenabile. Così irrefrenabile che afferrò la ragazza per il volto e la baciò. Un bacio quasi disperato, una dichiarazione silenziosa di un ragazzo che era sempre rimasto nell'ombra. Il suo momento di gloria però durò poco, dato che Sandy lo spinse via con il terrore negli occhi. "Giuro che se non te ne andrai dalla mia vita me ne andrò io. E sono certa che Leo non esiterà a seguirmi dopo che gli avrò detto tutto" "Scordatelo! Non spezzerai un'altra volta il cuore al mio Leo!".

Eccola! Era arrivata, la persona che Sandy non voleva incontrare per nessuna ragione al mondo, si girò lentamente temendo che potesse essere armata o potesse saltarle addosso come una belva inferocita, e infatti quando la vide aveva tra le mani una pistola. "Finalmente ti fai vedere, Iris. Già che ci sei potresti venire dentro con me, così il tuo Leo ti dice in faccia che è innamorato di me e tu sei nella friendzone". Vide la ragazza contrarre la mascella e aumentare la stretta sull'arma. "Credimi, non ti conviene scherzare con me! Come hai visto sono disposta a tutto per avere il ragazzo che conosco dal liceo. E come ho detto a Pierre l'ultima volta, ti rispedirò in America, viva o morta non mi importa, basta che ti togli dalla vita di Leo!". Era completamente impazzita, fu il primo pensiero di Sandy, si comportava esattamente come Keith con lei. Il loro era un amore malato, anzi non si poteva neanche considerare amore, ma ossessione patologica. "Stai dando i numeri, Iris" intervenne Pierre che fino a quel momento era rimasto in silenzio. "Posa quella pistola e vedi di calmarti" "STAI ZITTO!!" gridò Iris catturando l'attenzione di qualche passante. "Tu devi solo star zitto!!! Sei un rammollito del cazzo, ti è bastato sapere che la tua bella si è fidanzata per smettere di provarci. Ti ho visto mentre la baciavi, un timido tentativo di farle capire che sei innamorato di lei, ma Sandy è fatta così, lei gioca col cuore dei ragazzi, è una..." "Osa aggiungere altro e vengo a strapparti i capelli uno a uno". Raramente Sandy si arrabbiava, ma quando succedeva era come un vulcano in eruzione. Fino a quel momento solo Keith l'aveva portata a quello stato, e Iris ci stava andando vicino. "Ti ho detto di non fare un passo!!!". Dopo quelle parole uno sparo echeggiò nell'aria. La ragazza dagli occhi azzurri si preparò a sentirsi incredibilmente leggera e rilassata, invece quello che le arrivò alle orecchie fu un grido seguito da un "Ah! La mia mano!" detto dalla voce della persona che più amava al mondo: da Leo.

Mio sogno e dolore|| Leo GassmanWhere stories live. Discover now