Decisioni improvvise

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"Ne vuoi una?" Le chiese Federico, porgendole il pacchetto di Marlboro rosse.

Clara, seduta sul parapetto di San Michele in bosco, accettò, annuendo con la testa.

Prese una sigaretta, rubò l'accendino dalle mani di Tonno, e inspirò.

Il fumo la inebriò, mentre Nelson, vicino a loro storceva il naso, una birra in mano.

Federico e Tonno avevano iniziato a fumare da poco e Nelson, appena poteva, manifestava il suo disappunto.

Clara non aveva intenzione di iniziare, ma quello era un periodo davvero stressante e riconosceva che, ogni tanto, una sigaretta la rilassava.

Come quella sera, lì, lontano dalla città e allo stesso tempo a due passi.

Lontano dai problemi ma allo stesso tempo vicino.

Erano a metà della quinta superiore, anno difficile e allo stesso tempo anno di cambiamenti.

Il futuro faceva paura ma sembrava migliore del presente.

Era il 15 Febbraio.

Clara fece cadere la cenere della sigaretta e si strinse le gambe al petto, per sentire meno freddo.

"Dovremmo partire"
Disse Nelson, appoggiando la bottiglia di birra vicino a Clara.

"Perché?" Chiese Federico, accendendo la sua sigaretta.

"Perché è il momento migliore: sta per cambiare tutto. Tra poco saremo tutti troppo immersi dallo studio, troppo in ansia, abbiamo bisogno di staccare la testa prima che tutto questo inizi" Disse, sedendosi vicino a Clara.

"Guardateci: abbiamo già paura di quello che sarà. Abbiamo bisogno di un po' di leggerezza"
Concluse, guardando la città.

Tonno vicino a loro annuì.

E Clara, mentre finiva quella sigaretta, la sentì la necessità di leggerezza.
Erano successe così tante cose in quell'anno, in quegli anni, e avevano davanti solo momenti difficili.

"Partiamo" Disse, scendendo dal parapetto e andando verso l'auto.

Arrivò davanti all'auto di Federico e vide che era ancora chiusa e che nessuno l'aveva seguita.

"Quindi? Ci muoviamo?" Chiese, guardando i suoi amici.

Nelson la guardò allibito, Tonno si mise a ridere e Federico le andò incontro.

"Ma intendi adesso?" Chiese Nelson, scendendo dal parapetto e dirigendosi verso l'auto.

"Quando altrimenti? Non abbiamo tempo, la vita è ora!" Disse Clara, salendo in auto al posto del passeggero.

Federico scoppiò a ridere e mise in moto.

Tonno saltava dalla gioia per la svolta presa dalla serata mentre Nelson era ancora sbalordito.

"Dove andiamo?" Chiese Fede.

"Fermata rapida a casa di tutti per prendere giusto un cambio e poi dritti in aeroporto" Disse Clara, la luce negli occhi, emozionata.

"FACCIAMOLO" urlò Tonno.

"FACCIAMOLO" disse Nelson, ormai convinto.

Nel giro di due secondi tutti scrissero ai genitori che sarebbero partiti.
Ormai erano tutti maggiorenni ed era da un po' che pensavano a questa idea, nulla di nuovo.

"Chiamo anche l'ingrato?" Chiese Clara, anche se già aveva fatto partire la chiamata.

Il telefono fece qualche squillò, poi Cesare rispose.

"Ciao stellina, fai la valigia: tra mezz'ora siamo da te e poi andiamo in aeroporto" Disse Clara, ridendo.

Nelson la vide alzare gli occhi al cielo: probabilmente Cesare stava protestando per il breve preavviso.

"Non so dove andremo, arrivati in aeroporto vedremo i tabelloni e prenderemo i biglietti. Dai Cesi non fare il solito, staremo via solo sabato e domenica, niente di più".

In auto silenzio, Tonno che sghignazzava per le facce di Clara.

"Non accetto un no: già ci hai bidonato per la serata, ora saluti la tua dolce metà, vai a casa e fai le valigie. Tra mezz'ora siamo da te" Disse, chiudendo la chiamata.

"Sofia ha detto no?" Disse Federico ridendo.

Clara scosse la testa ridendo.

"Sono stata terribile vero? L'ho sentita in sottofondo che gli diceva di non partire e non ci ho visto più" Disse, con un lieve sorriso.

"Ma viene alla fine?" Chiese Tonno.

Clara alzò le spalle.

"Lo scopriremo tra mezz'ora, credo".

Passarono prima da Federico, poi da Nelson, Tonno ed infine a casa di Clara.

I genitori di tutti alzarono semplicemente gli occhi al cielo e sbuffarono un po' ma non si opposero, conoscevano i loro figli e le loro pazze idee.

Poi si avviarono verso la casa di Cesare, la più vicina all'aeroporto.
Non avevano più avuto notizie da lui.

Clara ci sperava, ma non era sicura.

Così, quando parcheggiarono sotto casa sua, iniziò a giocare con le sue stesse mani, senza alzare lo sguardo.

Nelson scese dall'auto per andare a citofonare: era quasi mezzanotte.

Clara non guardò, si isolò completamente.
Dopotutto era stata una cosa assurda e improvvisata e avevano anche scuola il giorno successivo.

Aveva delle ragioni valide per non venire.

Dopo qualche minuto sentì la portiera posteriore aprirsi ma ancora non si girò.

Ci fu silenzio in auto, sentì solo Tonno spostarsi per far spazio a chi doveva sedersi.
Poi la portiera si chiuse.

"Siete dei cretini: tra mio padre e Sofia non so chi mi voglia uccidere di più per questa geniale idea" Disse Cesare.

Clara si girò di scatto, un sorriso sul volto e la luce negli occhi.

"Sei venuto alla fine" Disse, tenendo una mano verso di lui.

Cesare la strinse, sorridendo.

"Ti pare che vi faccio partire per luoghi inesplorati senza di me?" Disse sorridendo.

E Federico accese l'auto, pronti per andare in aeroporto.

Ti terrò per mano | PrequelWhere stories live. Discover now