Nebbia

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Erano rimasti così, abbracciati e trasportarti dal calore dell'altro, per minuti.

Eren all'improvviso era crollato tra le braccia del capitano senza rendersene conto.

Levi lo aveva in seguito rimesso a letto e rimboccato per bene le coperte.

Ormai era sera, nel cielo iniziavano a luccicare le prime stelle.
Si ritrovò a osservare la costellazione che governa i cuori e le passioni: quella di "Elea ed Elrhon", o "dell’Amore Vicendevole".

Si ritrovò a osservare la costellazione che governa i cuori e le passioni: quella di "Elea ed Elrhon", o "dell’Amore Vicendevole"

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Si ricordava il momento preciso in cui ne aveva scoperto l'esistenza.

Farlan una volta gli aveva raccontato di quella costellazione quando ancora si trovavano al campo cadetti, dopo esser stati chiamati da Erwin.

Il ragazzo gli disse che era stato suo padre, prima di morire, a raccontargli le storie di quegli astri, per poterle un giorno riconoscere e distinguere fuori dalla città sotterranea in cui vivevano all'epoca.

Ogni volta che però guardava il cielo non era mai riuscito a notarla.

Erano passati anni da quel racconto, eppure ora, affacciato alla finestra della sua camera, l'aveva trovata.

Combaciava alla descrizione.
Due amanti, uniti da un punto fulgido.
Due figure innamorate, strette l'uno all'altro con voracia, legate da una stella adamantina.

Innamorate.

Levi di riflesso pensò a sé e ad Eren.

Quando quest'ultimo aveva iniziato a singhiozzare tra le sue braccia, gli si era stretto il cuore.

Perché sapeva che il giovane aveva ragione.

Sapeva che se avesse continuato a comportarsi da adulto freddo e insensibile avrebbe avvelenato l'anima di entrambi.

Osservò nuovamente Eren.

Aveva sicuramente la febbre.
Le guance infatti erano leggermente rosse, qualche goccia di sudore gli imperlava la mezza fronte libera dal bendaggio, il respiro era irregolare e piccoli sospiri uscivano dalla bocca socchiusa del giovane che tanto tentava Levi.

Il capitano prese uno dei suoi foulard puliti e andò in bagno.
Bagnò la stoffa con dell'acqua fredda e tornò a passi felpati vicino al ragazzo.
Posò con delicatezza il panno sul viso di Eren, il quale sembrò rilassarsi, e se ne andò socchiudendo la porta.

Era consapevole che quella fosse la sua stanza e che fosse veramente stremato da una giornata pesante, ma non gli andava di dormire.
Non ora.
Voleva assicurarsi personalmente che Eren stesse bene.

Scese in cucina per bere qualcosa, e vi trovò solamente Petra intenta a riempire il bollitore.

Quando si accorse della presenza del capitano parve guardarlo in modo torvo.

𝐃𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 (𝐞𝐫𝐞𝐫𝐢-𝐫𝐢𝐫𝐞𝐧)Where stories live. Discover now