«Ma ora che lui è convolato a nozze, tu sei la nuova preda»

Dico scherzosamente dandogli una leggera spallata. lui rabbrividì al solo pensiero.

«Non per essere superbo, ma io non voglio essere la seconda scelta di nessuno»

«Non lo sarai mai. E chi ti da la medaglia d'argento, non sa quanto vali in realtà»

Controbatto, e insieme ci mettiamo a ridere.

«Vieni in giardino con me. Voglio mostrarti una cosa»

Mi disse porgendomi la mano, che io afferò subito dopo aver fatto il saluto militare e aver detto:«Agli ordini capitano!»

Mi pentii immediatamente di aver accettato la proposta di Jongdae. Quel piccolo infimo bastardo mi voleva far socializzare con le tre bestie di Satana, comunemente noti come cani.

Ogni pomeriggio, Jongdae mi portava con lui in giardino per farmi socializzare con i tre cani. Ammetto che, con Blondie e Gray, ero riuscito a farli avvicinare, giocare con la palla e ad accarezzare il loro morbidissimo manto (tutto sempre con Jongdae al mio fianco), forse perchè erano giovani, ma con Black non vi era verso.

Quel cane aveva un'antipatia innata per me, e io da uomo virile qual ero mi cagavo addosso.

«Forse è perchè assomigli a un gattino»

Mi disse un giorno Jongdae ridendo sotto i baffi.

«Bah... parla quello che ha il pigiamo con i dinosauri e beve latte e cioccolato al mattino»

«No davvero hyung credo che tu abbia degli occhi magnifici»

Ci girammo, occhi negli occhi. Jongdae era sempre bellissimo, la sua pelle illuminata dai colori rossicci del pomeriggio, il suo dolce sorriso, il profumo fruttato che emanava.

D'istinto passo una mano tra i suoi capelli scuri, sono morbidi e folti. So che sto commettendo un errore, ma mi avvicino sempre di più al suo volto, non staccando mai i mieo occhi felini dalle sue labbra. Ma poco prima che io riesca ad azzerare gli ultimi centimetri tra noi...

«Beh oggi non si lavora?»

La voce di Sissy mi riporta alla realtà.

Mi alzò a malincuore, e Jongdae mi giustifica con la capocameriera, dicendo che voleva educare i cani alla mia presenza.

La rossa tiene lo sguardo fisso su di me, poi gira i tacchi e se ne va. Mi scuso con Jongdae e la raggiungo all'interno della villa.

«Problemi?»

«Nessuno. Tu ne hai?» mi risponde senza nemmeno degnarmi di uno sguardo

«Si. Non sopporto il fatto che interrompi i miei momenti con Jongdae.»

«Ripeto Minseok, puoi scoparti chi vuoi, anche i cespugli del giardino. Non mi interessa. Ma cerca di stare attento, le conseguenze potrebbero essere terribili.»

E così dicendo sparì lungo la grande scalinata. Il senso di quella frase non lo capii la prima volta che me lo disse, figuriamoci ora.
Come poteva essere un pericolo la mia amicizia con Jongdae?
Ero consapevole di essere colui che avrebbe sofferto di più tra i due, dentro di me si faceva spazio l'ipotesi che lui, dopo aver ultimato il suo master, sarebe sparito per vivere la sua vita con la sua futura fidanzata.
Basta! Mi ripeto quando i miei pensieri si focalizzano su di lui. Ripenso al quasi bacio che stavo per dare a Jongdae, e mi maledico nuovamente.
Sei un cretino Minseok!

toc toc.

Chi sarà mai alle 22 passate?

Mi alzo dal letto per andare ad aprire. Sull'uscio vedo proprio l'oggetto dei miei pensieri, con un blue jeans e una maglietta bianca aderente coperta da un chiodo in pelle.

Cinderella Boy - XIUCHENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora