IX

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«Minseok-hyung.»

La voce di Jongdae si stagliò nelle mie orecchie.

Ci trovavamo in biblioteca, io sopra una scala a rimettere a posto i libri sugli scaffali più altri e lui che mi passava quai piccoli tomi di carta scritta.

Con il suo arrivo a villa Wu la mia vita scorreva serena.

Kim Jongdae aveva il potere di far rallegrare chiunque, persino quell'acida di madame Junmei era felice della sua permanenza nella casa. Io ovviamente cercavo di godermi ogni minuto possibile con lui. Ma il benessere che mi provocava la sua vicinanza, veniva spazzato via quando mi parlava della persona che gli piaceva. Speravo che prima o poi mi sarebbe passata, ma il giovane Kim mi rendeva questo compito assai difficile, vi sto che spesso mi invitava ad uscire da solo con lui.

«Ti va di andare a mangiare qualcosa insieme? Che ne so domani sera?»

«Sono sempre libera per te Jongdae tesoro!»

Il tono acuto di Xiaomi riempì l'enorme biblioteca. Ultimamente pressava molto Jongdae per passare del tempo insieme, lui gli concedeva un po' di attenzione accompagnadola in facoltà o a fare shopping, ma Xiaomi era un essere sempre in cerca di attenzioni. Ci avrei scommesso tutto il mio stipendio annuo che voleva cercare di sedurre Jongdae.

Il solo pensiero mi faceva contorcere le viscere. Non avrei mai permesso che una perla rara come Jongdae finisse nelle grinfie di una sciacquetta come Wu Xiaomi.

«Dove mi vorresti portare, tesoro? So che c'è un buonissimo ristorante italiano proprio...»

Jongdae chiuse gli occhi e stinse la mascella, segno che compiva spesso quando era irritato.

«Non chiamarmi tesoro, e poi non vedi che stavo parlando con Minseok?» hai il potere di parlare «Beh se vuole può venire anche lui a cena con noi»

Continuò lei avvicinandosi al giovane e buttandogli le braccia al collo.

«No tesoro, non hai capito. Io uscirò con Minseok, tu vai dove ti pare»

Disse con freddezza Jongdae mentre se la scrollava di torno.

«Cerca di intrometterti più nei discorsi degli altri e di parlare quando noi sei interpellata. Cos'è la mammina non te l'ha insegnato?»

«Che antipatico che sei diventato. Quand'eravamo bambini giovavamo sempre insieme.»

«Appunto, eravamo. Ora siamo grandi, e se io voglio uscire a cena con un mio amico, da solo, non voglio rotture di scatole in mezzo ai piedi»

Xiaomi assottigliò gli occhi e sibilò a denti stretti un: «Sei un cretino Jongdae.»

Dopodiché uscì dalla biblioteca pestando i piedi, come la bambina viziata che era.

«Wow, le hai spezzato il cuore, lo sai?»

«Fidati che domani sarà sicuramente tra le braccia di uno degli scapoli d'oro della città a farsi consolare»

«Però credo che ti voglia bene. Oddio quando è con le amiche sembra di avere un chiwawa isterico che ti morde le caviglie. Ma quando è da sola sembra tranquilla, certo un po' tonta, ma è ok».

Dico scendendo dalla scala, e affiancando il castano che si era spostato davanti alla grande finestra presente nella sala.

«Il problema di Xiaomi è zia Junmei. Sin da bambina lei sognava di essere una principessa con il suo bell'abito e avere il suo principe azzurro. Zia ha cavalcato questo suo sogno, l'ha cresciuta con l'ideale di sposarsi un uomo ricco, che abbia una carta di credito illimitata per soddisfare ogni suo capriccio. Il suo obbiettivo principale era Junmeyon, forte del fatto che Xiaomi avesse sempre avuto una cotta per lui.»

Cinderella Boy - XIUCHENWhere stories live. Discover now