Capitolo 44

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Passarono i giorni, nessuno mi diceva nulla, non avevano ancora sollevato tutte le macerie quindi un briciolo di speranza ancora esisteva.
Facevo fatica anche ad alzarmi dal letto, tutto mi ricordava lui e il fatto che probabilmente non l'avrei rivisto.
Oggi era l'ennesimo giorno di ricerche, a cui ovviamente partecipavo attivamente, per questo ho lasciato il lavoro da insegnate, volevo solo impegnarmi a ritrovare mio marito, perché deve succedere sempre qualcosa?
Mi sono sempre chiesta come mai nessuno di noi vive felicemente, se non per poco tempo, deve sempre succedere qualcosa che mina a rovinare una felicità creata nel tempo.
"Ehi stellina sveglia"disse Kelly scuotendomi, grazie a lui riuscivo quel minimo ad occuparmi dei bambino, era difficile fingere che tutto stava andando bene, di certo non volevo farli preoccupare, ma sono piccoli non stupidi, prima o poi avrebbero capito.
Mi trascinai a fatica in bagno per lavarmi e vestirmi, pronta ad una ennesima giornata senza svolte positive.
"Dai che oggi lo troveremo"disse Kelly baciandomi la fronte, una parte di me sperava in un miracolo, l'altra invece era più che cosciente della situazione.
Mi preparai e lasciai i bambini da mio padre, mi stava molto vicino durante questo momento, e mai come ora mi sono sentita parte della famiglia Voigth.
Andai in caserma per prendere l'autopompa, e come al solito, i ragazzi cercarono di tirarmi su di morale, ma purtroppo nulla serviva, rivolevo solo Antonio al mio fianco.
Tornammo davanti al distretto, era stata una struttura importante per me, l'avevo vissuta in ogni sfaccettatura, sia da dentro le sbarre che da fuori, era come una seconda casa e vederla mezza distrutta mi faceva male.
Cercammo ininterrottamente per ore, ma stavolta si intravedeva un barlume di speranza.
Continuai a sperare finché non sentii qualcuno pronunciare quelle parole, le parole più belle che io abbia mai sentito in tutta quella settimana spaventosa "l'abbiamo trovato".
Finalmente potevo tirare un sospiro di sollievo, il battito era lieve, ma era vivo e poteva sopravvivere.
Salì in ambulanza con lui, diretta al Chicago Med
"Sei vivo"dissi piangendo mentre gli stringevo la mano, avevo paura di lasciarlo andare
"Dubitavi di qualcosa amore?"chiese tossendo, aveva poco fiato e i polmoni affaticati, ma quella voce, mi mancava tanto, non potevo andare avanti senza di lui.
Arrivammo in ospedale e mi accomodai in sala d'attesa, incrociai le gambe e strinsi la mia collana.
Da quando Antonio scomparve, indossai la mia collana porta fortuna, che mi aveva regalato mio padre quando ero piccola, ogni volta che la mettevo succedeva qualcosa di bello, non ero mai stata troppo superstiziosa, ma probabilmente era quello di cui avevo bisogno ora.
"Ehi"disse Kelly correndomi incontro, senza di lui non avrei mai superato queste settimane i solitudine, sono fortunata ad avere degli amici così speciali
"Che ti avevo detto? Magico Kelly non ne sbaglia una"disse sorridendo.
Risi anche io, dopo tanto.
"Oh, finalmente un bel sorriso"disse Kelly ridendo
"Ehi ragazzi"disse Will avvicinandosi a noi
"Si sta riprendendo, ha bisogno di stare in osservazione visto la mancanza di liquidi.
Per il resto sta bene, qualche osso rotto ma nulla di grave"disse Will battendomi una mano sulla spalla
Sospirai, dopo giorni potevo essere tranquilla, finalmente
"Ehi ho saputo"disse Sylvie correndomi incontro.
"Sta bene"dissi abbracciandola, mentre mi poggiai alla sua spalla scesero delle lacrime che rigarono le mie guance, ero felice.
"Va tutto bene"disse Sylvie accarezzandomi la testa.
Vidi entrare in ospedale mio padre, assieme ai bambini che non vedevano l'ora di poter riabbracciare il padre.
"Ciao piccolini"dissi abbracciandoli, se anni fa mi avessero detto che un giorno sarei diventata mamma probabilmente gli avrei riso in faccia, avevo paura di avere dei figli, non volevo diventare come la donna che mi aveva partorito, volevo essere una mamma come Camille.
"Andiamo da papà"dissi prendendo in braccio Catalina e Leslie.
Entrammo nella stanza, volevo lasciarlo riposare per oggi, ma sarebbe stato felice di rivedere i suoi bambini.
"Mija"disse sorridendo mentre gli passavo Leslie tra le braccia, potevo vedere la commozione nei suoi occhi.
Restammo li con lui per qualche oretta visto che Jayden voleva raccontare tutto quello che era successo all'asilo, felice di aver preso la sua prima stellina.
"E allora io e Abby abbiamo saltato tanto felici"disse Jayden sorridendo
"Adesso andiamo piccoli, lasciamo papà riposare"
"Non viene con noi?"chiese Jayden triste
"No tesoro, fra qualche giorno lo veniamo a prendere"dissi porgendogli la mano.
Uscimmo dall'ospedale per dirigerci in macchina, fortunatamente mio padre era rimasto ad aspettarci, se no dovevo chiamare un taxi
"Nonno possiamo andare al parco?"chiese Jay sorridendo, le piccole balbettarono in tutta risposta
Hank cercò il mio sguardo per sapere una risposta, annui sorridendo, almeno si potevano svagare.
Arrivammo al parchetto davanti casa, dove c'era qualche attrazione.
Jayden si fiondò immediatamente sull'altalena, come faceva sempre, mentre le piccole corsero verso i castelli di sabbia.
Io e mio padre ci sedemmo in una panchina con vista sui piccola per poterli sempre controllare.
"Meno male che si è sistemato tutto"disse mio padre sorridendomi
"Già"dissi ricambiando, non abbiamo mai avuto un rapporto troppo unito, credo che la maggior parte della colpa sia stata mia, non gli rendevo la vita troppo facile e mi arrabbiavo spesso, mi sono sentita parecchio in colpa negli anni quindi il nostro rapporto è nettamente migliorato.
"Troveremo il colpevole, io e i ragazzi siamo già in atto per le indagini" disse poggiandomi una mano sulla spalla.
"Ormai mi sono stancata di capire il perché delle cose, anni fa ero felice di catturare qualcuno e capire il motivo del suo atto, ma crescendo ho capito che non sempre c'è uno scopo, la gente agisce senza pensare e alla fine se ne pentono, la minor parte"dissi sospirando, avevo lasciato il lavoro come detective anche per quello, preferivo salvare le persone che arrestarli e mandarli in prigione.
"Lo so bambina, purtroppo succede anche questo, faccio questo lavoro da così tanto che mi sono abituato alla possibilità che la gente agisca per caso."disse
Dopo che tutti i piccoli si divertirono abbastanza da stancarsi, tornammo a casa per l'orario di cena.
"Siamo a casa"dissi aprendo la porta di casa, sinceramente non ricordavo se Kelly fosse tornato, oppure stesse facendo il turno fino a sera
"Eccolii"disse Kelly aprendo le braccia, pronto a ricevere un super abbraccio dai bambini.
"Zio Kelly"disse Jayden correndogli incontro.
Sentii un profumino provenire dalla cucina, probabilmente Kelly aveva cucinato il piatto preferito dei bambini, come era solito fare nelle occasioni speciali, e questa era una di quelle, finalmente la mia famiglia era di nuovo riunita.
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ED ECCOMI CON UN ALTRO CAPITOLO🤍
ringrazio tutti per l'attesa e spero che vi sia piaciuto, detto questo ci vediamo alla prossima💞

Caserma 51Where stories live. Discover now