║2. 𝐧𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 𝐠𝐡𝐢𝐫𝐠𝐚

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"Narancia, ma dove sei?!"
"Narancia, dobbiamo studiare o no?"

Il povero Narancia, infastidito, sbatté ripetutamente le palpebre e, prendendomi per mano uscì dalla stanza.

"Chi è che ha urlato?" chiesi io incuriosita.
"Ti spiegherò dopo..." e gridò: "Oi, Fugo! Sono qui, stupido che non sei altro!"

Il ragazzo da un'altra parte ribatté: "Magari sei tu lo stupido!"
Narancia sbuffò, ma mi sfuggì una risata.
"Adesso ti presento la mia squadra, o meglio, i miei amici."
Tenendolo stretto stretto per mano gli sorrisi e, poi, ci avviammo verso la sala. Vi erano dei ragazzi: chi mangiava, chi ascoltava musica, chi studiava e chi beveva del tè.

"Ragazzi! Io e Fugo qualche ora fa abbiamo salvato questa ragazza per strada. Ed ecco... uhm, è una mia amica d'infanzia!"
Decisi di rompere il ghiaccio mentre tutti mi guardavano incuriositi.
"Piacere, il mio nome è... T/N."

"Dicci un po', Narancia! Per caso è la tua ragazza?"
"Mista, per favore non urlare." disse il ragazzo accanto a lui, con dei lunghi capelli bianchi.

Le parole di quel certo Mista fecero arrossire Narancia e quando si accorse che anch'io ero rimasta stupita per il medesimo motivo, egli trasalì.

"N-n-no! Non è la mia ragazza! Cioè non..."
Il ragazzo rimase spiazzato e cominciò a balbettare. Quando appoggiai la mia mano sulla sua spalla per tranquillizzarlo, mi accorsi che aveva la tremarella.

Cosa provava Narancia in quel momento? Perché tremava? Perché è arrossito?

"Narancia, tutto bene?"
E calò un silenzio tombale.

Un ragazzo alle mie spalle biondo e poco più alto di me disse: "Adesso passiamo alle presentazioni!"

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Quella giornata volò tra presentazioni, nuove amicizie e scherzi, ma prima di tutto ritrovai la felicità di trascorrere un'intera giornata con Narancia.

Ritrovai la bellezza di ridere con lui.
L'apice della mia felicità lo ritrovai quando Narancia prima di andarmene mi salutò con un caloroso abbraccio lì, sulla soglia.

"Sono felice di averti ritrovato..."
"Anche io T/N." rispose lui incrociando le sue mani dietro la schiena con timidezza.

"D-domani vieni qui?"
"Ma certo!" risposi io.

"Grazie! Allora a domani!"
Passò qualche secondo prima che io ricambiassi il saluto e lui in quel breve, preciso istante, mi diede un bacio sulla guancia.
Avvertii immediatamente il mio rossore quando posai la mia mano destra sulla zona del bacio.

Quando eravamo ancora degli ingenui bambini, i baci sulla guancia erano frequenti, ma il bacio che mi diede Narancia quella sera era completamente diverso.
Era un bacio timido, molto timido, di una tenerezza indescrivibile.

Con voce debole, alla fine gli risposi: "Buonanotte."
Aveva lo sguardo basso e si stava grattando la nuca dall'imbarazzo.

"B-buonanotte T/N."

Andandomene via, tra un brivido e l'altro a causa del freddo notturno, sorrisi da sola, ripensando a quel tenero bacio.

Per fortuna non era ancora notte fonda, così, decisi dopo tanti anni, di fare ritorno a casa.

Chissà cosa stanno facendo mamma e papà...

Non appena giunsi davanti alla porta notai che la luce della cucina era accesa e intravidi due ombre.
Sorrisi, perché non era cambiato nulla in quella casa. Forse la mamma stava cucinando qualcosa: sentivo uno sfizioso profumo nonostante fossi ancora fuori.

- the lovers ♡Where stories live. Discover now