38. E a terra il fiore purpureo sanguina

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Strano. Sì, fu strano, come nel sogno della scorsa notte.

-Be', Rose ed io...-

-Voi andate se volete, non vi preoccupate,- rassicurai Ed, mentre Harry a qualche metro più avanti aspettava che lo raggiungessi.

Ed annuì e prese per mano Rose, per poi lanciarmi uno sguardo malandrino, prima di incamminarsi per la direzione opposta al 451. Così mi voltai e cominciai ad avvicinarmi a Harry, ancora appoggiato a quella macchina e ancora con gli occhi pieni di parole illeggibili. 

-Mi spii? O vuoi soltanto ostinatamente baciarmi?- dissi sarcasticamente.

Un sorriso si fece spazio sul suo volto e quando parlò l'aria davanti alle sue labbra si condensò. 

-A dire il vero ero venuto per il concerto del tuo amico. E' bravo, a proposito. E non mi aspettavo che cantassi anche tu.-

-Nemmeno io onestamente.-

-Mi è sembrato di averla già sentita, la canzone che hai cantato...- 

-In un certo senso l'hai sentita.-

-Quando?-

Ripensai alla sera in cui l'avevo trascritta su dei fogli trovati per caso a casa sua a Londra. Non avevo dormito per tutta la notte soltanto perché dovevo buttare giù la prima cosa che mi passava per la testa.

-La sera dopo che...- mi trattenni e riflettei esattamente su cosa dire, -... la sera della nostra prima volta.-

Abbassò lo sguardo, ricordando cosa fosse successo quel giorno e, -Perché non me lo ricordo?- disse.

-Perché dormivi, mentre la suonavo. Mi piaceva vederti dormire, per questo restavo sveglia.-

Anche il suo ritratto lo avevo fatto in una notte insonne. 

Ogni momento insieme a lui era diventato più prezioso dell'oro e pensavo che perderlo sarebbe stato da incosciente. 

-Quando l'hai scritta?-

-Quella notte,- risposi. -Però l'ultima parte... l'ultima parte l'ho aggiunta dopo che te ne sei andato.-

-Capisco,- disse e abbassò lo sguardo. -Non voglio trattenerti qui al freddo, Paige. Se devi tornare, vai pure. Volevo semplicemente salutarti e dirti che sentirti cantare mi ha... mi ha riportato indietro. Mi ha fatto rivivere quei momenti che ci sono appartenuti.-

Mi guardò.

E un po' mi sentii morire.

-Ho rivisto la tua passione,- mormorò infine.

Venni travolta dai brividi. Dovevo respingerli.

-Tu come torni a casa?- gli chiesi, cambiando discorso.

-A piedi, tanto è vicina. Te invece dove devi andare?-

-A Newton, è a circa quaranta minuti da qui.-

-A Newton? Così lontano?-

-Alla fine non è così male. Poi l'hotel in cui alloggio è in centro, davanti a un parco meraviglioso.-

-Pensavo stessi con Ed.-

-No, ho dovuto... ho preferito avere i miei spazi.-

-Se vuoi puoi venire a stare da me. Anche solo per questa notte.-

Sospirai in modo non troppo evidente.

-Preferisco tornare a Newton, Harry.-

-Sì, lo capisco.-

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