31. Il Ritratto

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"Malanno e Morte han fatto poche ceneri
del nostro fiammeggiante alto falò.
Di quei grandi occhi suoi fervidi e teneri,
della bocca ove il cuor mi s'annegò,

dei baci pari a un dittamo possente,
degli affetti, dei vividi splendori,
anima mia, che è mai rimasto? Niente,
salvo un disegno scialbo a tre colori,

che come me si strugge in solitudine,
e che ogni giorno, vecchio malandrino,
il Tempo lima con l'ali sue rudi.

Dell'Arte e della Vita atro assassino,
tu non m'ucciderai nella memoria
lei che fu la mia gioia e la mia gloria!"

- Il Ritratto 

(C. Baudelaire)

-

Due anni dopo

In fondo alla strada, seduto sulla panchina, c'era un vecchio che aspettava qualcuno ormai da oltre venti minuti. Indossava un completo elegante da perfetto signore e in mano teneva un mazzo di fiori. 

Tulipani, per l'esattezza. 

Erano dei tulipani rossi, intensi, che simboleggiano amore eterno. Il colore preferito di mia madre era il giallo e lei adorava i tulipani gialli. In un certo senso, la rispecchiavano: solare, gioiosa, brillante, esattamente come un tulipano giallo.

Improvvisamente una signora vestita di tutto punto sbucò da un edificio e si affrettò a raggiungere il vecchio, che non appena la vide si alzò dalla panchina con un sorriso raggiante. Si salutarono con occhi pieni d'amore e poi s'incamminarono per la stradina, mano nella mano, con i tulipani che si ergevano a manifestare a tutto il mondo il sentimento che li legava. Provai una certa tenerezza nel vedere la semplicità di quei gesti. Sembravano una nuova coppia alle prime armi.

Restai a osservare la stradina dalla solita angolazione, che mi permetteva di vedere le cose in un modo differente. Non c'era più la tristezza di un tempo: era cambiata. Adesso vi era un alone di malinconia a imprigionare quel posto. Gli alberi erano sempre gli stessi, solo un po' più invecchiati.

I vicini di casa non c'erano più. Avevano divorziato e si erano entrambi trasferiti, lasciando la casa disabitata. La casetta di legno era ancora in piedi, dimostrando che non si sarebbe mai abbattuta, perciò io continuavo a intrufolarmi lì dentro e a trovare qualche istante per me stessa. Eppure, rispetto ad anni prima, ciò che osservavo era diverso. Lo riuscivo a sentire sulla pelle.

-Paige! Paige, sei qui?-

Mi sporsi leggermente dalla finestrella e vidi Niall correre nella mia direzione. Indossava una camicia azzurrina che risaltava il celeste dei suoi occhi. Quando si accorse di me mi venne incontro.

-Ha chiamato Ed,- disse con il fiatone.

-Okay, arrivo.-

Scesi dalla casetta e percorsi il viale seguendo Niall.

Entrai nel salone e poi mi diressi verso la camera da letto, per prendere il cellulare abbandonato sul materasso e digitare il numero di Ed. Rispose dopo qualche squillo.

-Paige! Devi smetterla di stare sempre su quella casetta!-

-Ciao Ed,- sorrisi e mi sedetti sul letto, lasciandolo ondeggiare.

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