Like a rolling stones (storico - biografie)

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C'mon baby light my fire

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C'mon baby light my fire

(The Doors)

La ragazza aveva gli occhi grandi, scuri e colmi di stupore, mentre sugli altissimi tacchi, barcollava quasi a tempo di ballo sulle strade della Grande Mela.

Per lei, cresciuta in un ranch sulla west coast baciato dal sole californiano, l'architettura imponente e altissima di questa metropoli doveva sembrare opprimente o straniante... il luogo ideale per chi, come lei, voleva estraniarsi dal mondo intero.

La ragazza aveva una bellezza sensualmente inusuale, con le sue forme poco pronunciate, le lunghissime gambe fasciate da calze scure sotto una gonna vertiginosamente corta, e i capelli tagliati in un bob corto e scalato.

Era venuta in città per studiare, questo aveva detto ai suoi facoltosi, opprimenti genitori; questo era ciò che le era concesso: studiare, frequentare gente bene e altolocata, proprio come lei.

Era ricca, la ragazza dagli occhi sgranati sul mondo e dal fisico minuto, e bella; troppo, per restare ancora in una casa in cui doveva guardarsi alle spalle, dove il suo corpo era oggetto di indesiderato desiderio, la sua bocca straziata da baci che non voleva, i suoi seni acerbi strizzati da mani familiari e rudi al tempo stesso.

Aveva un sorriso aperto, occhi espressivi e un disperato bisogno di amore, la ragazza dal carattere fragile e dal corpo minuto. Era glamour, sensuale, aperta, disinibita; l'immagine perfetta per una città fervente di arte, di cultura, di quella frivolezza leggera ed estroversa che pervadeva la moda, la musica, l'architettura.

Bella e iconica come il Seagram Building o il Guggenheim Museum, la ragazza si aggirava per le strade della Midtown, con la grazia naturale di un felino; rivestita di paillettes, un calice di champagne in una mano, una sigaretta nell'altra. E la città era ai suoi piedi.

Perché tutti lo sanno (è una femme fatale)
le cose che fa per compiacere (è una femme fatale)
non è che una provocatrice (è una femme fatale)

L'uomo dai capelli biondi l'aveva vista e si era invaghito subito della sua immagine fragile, dei suoi occhi espressivi, del suo denaro.

L'aveva invitata accompagnarlo e lei, affascinata dal suo stile cool, dalla sua arte e dalla sua cultura l'aveva seguito.

L'uomo l'aveva portata con sé, al quinto piano del 231 East 47 strada. La ragazza dagli occhi grandi vi era entrata in punta di piedi, un sorriso incerto ad aleggiarle sulle belle labbra carnose e uno sguardo sorpreso  a quella vista.

Non si sarebbe mai aspettata nulla di simile: lo spazio che le si presentava davanti era costituito da un grande loft privo di arredi rilevanti; solo un divano rosso a dominare la scena nello spazio vuoto, coperto di stagnola e vernice argentata.

L'architettura vera, però, non era costituita dallo spazio in sé, bensì dal paesaggio umano che dominava la scena, un caleidoscopio decadente di artisti, ballerini, musicisti e attori; un mondo di persone spensierate, frivole. Felici.

Una famiglia.

Ecco cosa pensava di aver trovato la ragazza: degli amici; una protezione; un suo posto nel mondo; ma il mondo, nella stanza color argento, è fragile ed effimero, come la propria immagine riflessa in uno specchio spezzato.

Un primo tiro alla pista bianca e la ragazza dagli occhi pieni di meraviglia diventa qualcun'altra, persa in una spirale decadente, come un Guggenheim al contrario.

La ragazza passava da una festa all'altra, da un'orgia all'altra e la sua stella diveniva sempre più luminosa.

I film, la fama, la droga... lei era solo una povera ragazza ricca; fragile nel suo corpo da bambina; sola; bisognosa di quell'amore che nessuno riusciva a suscitarle.

Nessuno, finché non lo incontrò per la prima volta.

Lui era entrato nella grande stanza d'argento, portato da non si sa bene chi, e sembrava spaesato in un mondo tanto frivolo. Lui, con lo sguardo bello e magnetico, lui, dalla voce piena e roca, cantava testi duri, densi di quell'impegno politico che alla ragazza non era mai davvero interessato.

Il ragazzo si accorse di lei, come se fosse l'unica presenza, in quell'enorme stanza color argento, le sorrise, lasciandola avvicinare al suo cuore, ma la ragazza era troppo fragile e confusa per stargli vicino e lui non riusciva a sopportare la sua leggerezza e il modo in cui viveva la vita senza la necessità di preoccuparsi del futuro.

"Lei attrae proprio come una donna
fa l'amore proprio come una donna
e soffre proprio come una donna
ma scoppia a piangere proprio come una bambina"

La lasciò in preda alle lacrime e a un intenso dolore, gettandola in una spirale di autodistruzione, che difficilmente le avrebbe permesso di risalire in superficie.  Il mondo in cui credeva di aver trovato una famiglia, le stava crollando addosso e le macerie di quella grande stanza piena di persone, ora la ricoprivano.

Era sola, la ragazza che ballava al ritmo di Play with fire, che beveva per dimenticare, al suono di una musica incalzante.

Sola, mentre la droga le ottenebrava i sensi, mentre cercava amore tra braccia sconosciute, nella vana speranza di ricevere quell'affetto che non aveva mai avuto.

Una ragazzina viziata e priva di carattere, così l'aveva definita l'uomo che per breve tempo era stato suo, lo stesso che, nei momenti felici aveva cantato la sua bellezza e la sua fragilità; lo stesso che, disgustato dal suo autolesionismo e dalla sua frivolezza, le aveva dedicato una canzone amara e priva d'amore.

Hai fatto buone scuole, come no, Miss Malinconia,
ma diciamo la verità, non facevi che sbronzarti.
Nessuno t'ha mai detto come vivere per strada
e adesso te ne accorgi, che ci devi fare il callo.

Un'anoressica, una drogata, una ninfomane, un bluff... questa era diventata la ragazza dagli occhi grandi, una Principessa in cima al campanile, una stella cadente, un'invisibile con nulla da perdere.

Che effetto fa,
che effetto fa,
cavartela da sola,
non poter tornare a casa,
che nessuno ti conosce,
come un sasso che rotola via?

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Musica di:

Doors,  Velvet Underground e Nico,  Rolling Stones e  Bob Dylan

Architettura:

New York City, Sagram Building, The Factory, the Guggenheim Museum

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